bruno leonardini
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mercoledì 18 marzo 2015
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bravissimi trinca e scamarcio
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La sceneggiatura è basata sui dialoghi dei due quasi unici attori del cast. È un testo teatrale in fin dei conti, poiché non c’è azione e la trama è quella di una fine di un amore. Avrebbe potuta scriverla anche una adolescente che racconta la propria relazione, ma l’ha scritta Margaret Mazzantini e gliene va dato merito, perché nella semplicità della storia, il film funziona. E il film va a toccare quel sentimento nobile che è l’amore: lo fa con delicatezza e grande sottigliezza, scavando nel profondo dell’animo umano. I due interpreti sono bravissimi. Tutta l’impalcatura si regge su Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca.
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La sceneggiatura è basata sui dialoghi dei due quasi unici attori del cast. È un testo teatrale in fin dei conti, poiché non c’è azione e la trama è quella di una fine di un amore. Avrebbe potuta scriverla anche una adolescente che racconta la propria relazione, ma l’ha scritta Margaret Mazzantini e gliene va dato merito, perché nella semplicità della storia, il film funziona. E il film va a toccare quel sentimento nobile che è l’amore: lo fa con delicatezza e grande sottigliezza, scavando nel profondo dell’animo umano. I due interpreti sono bravissimi. Tutta l’impalcatura si regge su Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca. Probabilmente cambiando anche uno solo dei due interpreti, il risultato non sarebbe stato di egual valore. La loro bellezza ha un ruolo fondamentale nell’economia del film. Lei dapprima magra ed impaurita per un’anoressia pregressa, poi appare più in carne e determinata. Personalmente avrei fatto a meno degli ultimi 10 minuti del film. La scena di Roberto Vecchioni sembra essere stata messa là, solo per giustificare il titolo e appare forzata e veramente poco credibile. Il finale stesso è forzato, con l’ennesima forzatura che va a ricordare Lucio Dalla durante un concerto. Il finale è fin troppo banale: i due torneranno insieme. Ancora si amano. Avrei preferito più incertezza e difatti tagliando gli ultimi 10 minuti, in cui si è voluto essere sbrigativi e dare una spiegazione a tutto, saremmo rimasti di fronte ad un finale più aperto. Il film doveva finire con Jasmine Trinca che se ne va (inquadrata da dietro) in un parco cittadino. Appare bella, di nuovo serena e la musica fatta da archi, è perfetta per chiudere un film, lasciando allo spettatore un finale aperto. Torneranno insieme? Probabilmente si. Che i due si amassero ancora, traspare da tutto il film, ma quella legittimazione finale è troppo forzata.
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vins79
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mercoledì 2 settembre 2015
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film davvero emozionante
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I due protagonisti - Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio - sono di una bravura incredibile, aiutati da una scrittura fluida, da una direzione misurata e da un ottimo cast di supporto, in particolare Anna Galiena (ben tornata!), Marina Rocco e un inaspettato Roberto Vecchioni. Il film parla di una storia d'amore deragliata fra due persone appartenenti alla generazione di quelli che "sono cresciuti fra il crollo del muro di Berlino e l'11 Settembre: circondati da macerie". Il film, quindi, descrive con credibilità una fascia specifica di 30-40enni: quella di certi laureati con velleità artistiche castrate, spesso infantili nelle loro manie di grandezza intellettuale e ingenuità.
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I due protagonisti - Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio - sono di una bravura incredibile, aiutati da una scrittura fluida, da una direzione misurata e da un ottimo cast di supporto, in particolare Anna Galiena (ben tornata!), Marina Rocco e un inaspettato Roberto Vecchioni. Il film parla di una storia d'amore deragliata fra due persone appartenenti alla generazione di quelli che "sono cresciuti fra il crollo del muro di Berlino e l'11 Settembre: circondati da macerie". Il film, quindi, descrive con credibilità una fascia specifica di 30-40enni: quella di certi laureati con velleità artistiche castrate, spesso infantili nelle loro manie di grandezza intellettuale e ingenuità. La storia è raccontata in maniera non lineare, con un uso sapiente di flashbacks rivelatori. Da un punto di vista tecnico - montaggio, fotografia, suono - la pellicola è veramente un ottimo prodotto cinematografico.
"Nessuno si salva da solo" è una storia "sospesa, di persone che si sfiorano, forse non si trovano, però si cercano", un po' come le storie preferite dalla problematica protagonista. Ma aldilà della sceneggiatura convincente e della regia calzante, elegante, mai troppo invadente (finalmente Castellitto ha smesso di fare lo "sborone" con la macchina da presa), il film è tutto retto sulle spalle larghe di Scamarcio e dalla Trinca, i cui ruoli sono faticosi, pervasi da una tensione che deve essere espressa, ma mai fino in fondo. I due attori, dunque, si sono immolati in un vero e proprio tour de force interpretativo, in modo da consegnare allo spettatore momenti di grande intensità emotiva. Il regista Castellitto avrà sicuramente avuto un bel da fare a dirigerli con maestria. Momenti molto commoventi, finale bellissimo. In Francia o in Inghilterra, questo film sarebbe stato osannato. Siccome siamo in Italia, il pubblico non lo ha capito e la critica non se l'è filato, anche se sia la Trinca che Scamarcio sono stati - giustamente! - candidati al Davide di Donatello e al Nastro d'Argento, pur non vincendo nessuno di questi premi: peccato!
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franci9292
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martedì 6 ottobre 2015
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le molteplici facce dell'amore sul grande schermo
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Solitamente, non saprei dire perchè, mi trovo ad essere scettica riguardo la cinematografia italiana. In questo caso, invece, sento il bisogno di dire che Riccardo scamarcio e Jasmine Trinca, diretti da un grande Sergio Castellitto, hanno indossato perfettamente i loro ruoli. Una coppia di separati : Delia, nutrizionista con problemi di anoressia, dovuti all’abbandono prematuro del padre e alla disattenzione della madre e Gaetano, scrittore amatoriale con la passione per la boxe. Entrambi decidono di andare a cena in un ristorante per discutere sulle vacanza estive dei propri figli. Il momento in cui si siedono a tavola lo considererei l'inizio vero e proprio della pellicola; grazie a ripetuti flashback intervallati dal momento presente in cui i due cenano abbiamo, infatti, l'opportunità di rivivere cronologicamente i punti salienti della loro storia d’amore: l'inizio, lo svolgimento, la fine.
Un film che va visto con attenzione e capacità di leggere tra le righe parole non dette e guardi sfuggevoli. All'inzio della cena i due protagonisti sembrano incarnare perfettamente una coppia di separati in maniera non propriamente pacifica: un mix di disprezzo reciproco e, allo stesso tempo, l'obbligo di rimanere in contatto per parlare dei propri figli, sarà alla base della prima parte della pellicola. Successivamente si passerà al rancore, rancore che farà capire allo spettatore quella che è veramente la realtà: Gaetano e Delia sono ancora innamorati l'uno dell'altra. Non riescono a dimenticarsi, non riescono a dimenticare l'amore che li ha uniti; allo stesso tempo, però, si colpevolizzano a vicenda per i propri errori e per il fatto che non sono stati in grado di stringere i denti e oltrepassare insieme le difficolà. Emblematica la frase che Gaetano dirà a Delia a metà della cena "Ci pensi mai a come sarebbe stato, se invece di lasciar perdere, avessimo lottato?" Delia non risponde ma è percepibile ad occhio nudo il suo stesso dubbio, la sua stessa domanda. Sarà Roberto Vecchioni, che nel film interpreta la parte di un uomo malato innamorato ancora della propria moglie dopo numerosi anni di matrimonio, a dare ai due protaogisti l'insegnamento più prezioso; sarà infatti proprio lui a pronunciare la frase che darà il titolo al film "Nessuno si salva da solo".
Delia e Gaetano lo sanno. Sanno che avrebbero potuto salvarsi insieme, ma allo stesso tempo sono consapevoli di non essere riusciti ad affrontare i cambiamenti che, inevitabilmente, una storia d'amore ha bisogno di compiere. La bellissima canzone di Lucio Dalla " La sera dei Miracoli" fa da cornice alla scena finale della pellicola. Delia è affacciata alla finestra con in mano un piatto di spaghetti. Gaetano passeggia nella piazza, consapevole degli occhi attenti della moglie, si gira, è un attimo. Delia rimane immobile, spiazzata, ma felice. È felice anche Gaetano. È la notte dei miracoli. “ Lontano una luce diventa sempre più grande nella notte che sta per finire. È la nave che fa ritorno, per portarci a dormire.” Ormai si accendono le luci dell'alba è tempo di tornare a vivere la realtà, con la sorda consapevolezza che, forse, ci si può salvarre da soli, ma sia Delia, sia Gaetano dovranno fare i conti per sempre con un amore che difficilmente potrà essere dimenticato.
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stefano capasso
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martedì 19 gennaio 2016
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la necessaria elaborazione di un dolore
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Gaetano e Delia si incontrano a cena in un ristorante per organizzare le vacanze dei figli. Hanno passato anni intensi insieme, hanno fatto una famiglia, con due figli, ma non sono stati capaci di crescere insieme finendo per separarsi. La cena diventa occasione di rivivere tutta la loro storia, confrontarsi in modo schietto, tra momenti di gioia e di dolore che i ricordi inevitabilmente portano, e di porre nuove basi per la loro vita futura.
A volte poco credibile nei personaggi e negli episodi che si succedono il film di Sergio Castellitto racconta in modo convincente e con emozioni la storia di tante coppie, che cominciano la loro vita insieme giovani, formano una famiglia e poi si ritrovano dopo qualche anno a fare i conti con le loro stesse aspirazioni mai definite.
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Gaetano e Delia si incontrano a cena in un ristorante per organizzare le vacanze dei figli. Hanno passato anni intensi insieme, hanno fatto una famiglia, con due figli, ma non sono stati capaci di crescere insieme finendo per separarsi. La cena diventa occasione di rivivere tutta la loro storia, confrontarsi in modo schietto, tra momenti di gioia e di dolore che i ricordi inevitabilmente portano, e di porre nuove basi per la loro vita futura.
A volte poco credibile nei personaggi e negli episodi che si succedono il film di Sergio Castellitto racconta in modo convincente e con emozioni la storia di tante coppie, che cominciano la loro vita insieme giovani, formano una famiglia e poi si ritrovano dopo qualche anno a fare i conti con le loro stesse aspirazioni mai definite. Bello il dispositivo di raccontare in montaggio parallelo nell‘arco delle due ore della durata della cena, gli anni di storia passata insieme, i riflessi dei ricordi nel presente del loro dialogo che alterna momenti di grande rabbia ad altri di amore. Una storia che ho trovato coinvolgente perché tocca punti che tutti abbiamo conosciuto, l’innamoramento, il conflitto e la fine. I due protagonisti iniziano trascinati da una grande passione e vengono proiettati in un futuro che non hanno mai realmente scelto consapevolmente. Incapaci di definire i loro desideri e le loro aspirazioni, fondamentali per una vita appagante oltre quella della famiglia. Ed è la mancanza di amore per se stessi che rende difficile amare l’altro e che porta alla fine rovinosa del rapporto. Ripercorrendo il conflitto che li ha portati sin a quel punto che i due protagonisti possono ridefinire le loro identità e sciogliere quel vincolo che permetterà la loro maturazione.
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francesco izzo
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giovedì 12 novembre 2020
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eccezionale interpretazione in una storia drammati
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E' un vero peccato che anche in questo film (ma c'era da aspettarselo, visto che l'autrice del libro è Margaret Mazzantini) il messaggio conclusivo sia antimaschile, anche se addolcito dal sorriso forse ancora affettuoso della bella protagonista, che guarda nella scena finale il suo ex e padre dei suoi figli allontanarsi buffoneggiando.
I personaggi sono resi magistralmente da Scamarcio e dalla Trinca: lui gran piacione, ambizioso e un pò superficiale, interessato alle biografie dei grandi campioni dello sport (che forse vuol prendere ad esempio per affermarsi anche lui nella vita, come molto acutamente le dice lei durante uno dei loro numerosi litigi).
Lei emotivamente e psicologicamente fragile, uscita da una storia di anoressia nella quale ricade quando si ripresentano i problemi, ma intelligente e responsabilizzata dal suo nuovo ruolo di madre.
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E' un vero peccato che anche in questo film (ma c'era da aspettarselo, visto che l'autrice del libro è Margaret Mazzantini) il messaggio conclusivo sia antimaschile, anche se addolcito dal sorriso forse ancora affettuoso della bella protagonista, che guarda nella scena finale il suo ex e padre dei suoi figli allontanarsi buffoneggiando.
I personaggi sono resi magistralmente da Scamarcio e dalla Trinca: lui gran piacione, ambizioso e un pò superficiale, interessato alle biografie dei grandi campioni dello sport (che forse vuol prendere ad esempio per affermarsi anche lui nella vita, come molto acutamente le dice lei durante uno dei loro numerosi litigi).
Lei emotivamente e psicologicamente fragile, uscita da una storia di anoressia nella quale ricade quando si ripresentano i problemi, ma intelligente e responsabilizzata dal suo nuovo ruolo di madre.
Così come fanno scintille a letto, le fanno anche nei numerosi litigi in cui spesso cadono; ne escono dialoghi al fulmicotone, originali e realistici, ottimamente resi dagli attori. Persino nella mimica, nelle espressioni, nel recitare insomma, l'interpretazione dei due trovo che stavolta sia davvero da 10 e lode.
Un pò posticcio il cammeo di Vecchioni e consorte, forse, ma funziona anche quello e il messaggio arriva chiaro: restiamo umani, amiamoci che la vita è breve!
Purtroppo però è amaro constatare a volte che, anche essendone consapevoli, non possiamo far nulla per evitare il naufragio di una relazione che non funziona, di un'amicizia che finisce, di un rapporto che si logora e non ce la fa più ad andare avanti.
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fabio 3121
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sabato 17 luglio 2021
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una cena per ripercorrere il film della vita
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il film basato sull'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini ha come assoluti protagonisti Gaetano (Riccardo Scamarcio) e Delia (Jasmine Trinca) coppia separata con 2 bambini Cosmo e Nico che si incontrano al ristorante per una cena col fine di organizzare la vacanza estiva dei figli. In realtà la cena servirà attraverso numerosi flashback a ripercorrere la storia d'amore di questa coppia come riavvolgendo il nastro di un film. Si parte dal loro primo incontro, lui scrittore che non riesce a sfondare per poi ripiegare come autore di talent show, lei nutrizionista con un passato di problemi legati all'anoressia. Un amore travolgente e passionale darà vita a 2 figli ma anche alle problematiche di tutti i giorni collegate altresì ai non facili rapporti tra Gaetano ed i suoi genitori e tra Delia e la madre vedova.
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il film basato sull'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini ha come assoluti protagonisti Gaetano (Riccardo Scamarcio) e Delia (Jasmine Trinca) coppia separata con 2 bambini Cosmo e Nico che si incontrano al ristorante per una cena col fine di organizzare la vacanza estiva dei figli. In realtà la cena servirà attraverso numerosi flashback a ripercorrere la storia d'amore di questa coppia come riavvolgendo il nastro di un film. Si parte dal loro primo incontro, lui scrittore che non riesce a sfondare per poi ripiegare come autore di talent show, lei nutrizionista con un passato di problemi legati all'anoressia. Un amore travolgente e passionale darà vita a 2 figli ma anche alle problematiche di tutti i giorni collegate altresì ai non facili rapporti tra Gaetano ed i suoi genitori e tra Delia e la madre vedova. La relazione extraconiugale di Gaetano segnerà la fine del rapporto con Delia che terrà con sé i figli. Alla fine della cena, dopo una chiacchierata con una coppia di anziani anch'essa presente al ristorante, il regista Castellitto lascia una finale aperto lasciando allo spettatore la speranza che Gaetano e Delia possano tornare insieme. La pellicola si avvale sia di una ottima sceneggiatura che di una convincente interpretazione dei 2 protagonisti principali molto nella parte, in particolare Jasmine Trinca. Il film si lascia vedere, forse solo la seconda parte ha un ritmo un tantino più lento, ma complessivamente rappresenta le dinamiche di tante coppie che nel loro percorso di vita hanno alti e bassi. Cameo per Roberto Vecchioni. Voto 7/10.
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marcobrenni
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lunedì 26 luglio 2021
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film attuale sulle frequentissime crisi di coppia
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Non riassumo il film che altri hanno già fatto. Penso solo al contenuto, alla recitazione, al ritmo narrativo, al significato del tutto, e affermo che si tratta di un ottimo film! Non capisco le troppe critiche negative che in parte mi sanno di invidia e/o persino di cattiveria. Non ne capisco il motivo perché Castellito ha girato un film molto valido in ogni senso, ben al di sopra della media che sforna l'attuale cinema italiano. Certo, qualche critica ci sta pure, come l' improbabile Vecchioni un po' patetico e irreale, e poi anche qualche parolaccia e sceneggiata di troppo, ma ormai anche questo riflette il (mal)costume di oggi. Si potrà recuperare un po' di civiltà perduta? Mah, non lo credo.
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Non riassumo il film che altri hanno già fatto. Penso solo al contenuto, alla recitazione, al ritmo narrativo, al significato del tutto, e affermo che si tratta di un ottimo film! Non capisco le troppe critiche negative che in parte mi sanno di invidia e/o persino di cattiveria. Non ne capisco il motivo perché Castellito ha girato un film molto valido in ogni senso, ben al di sopra della media che sforna l'attuale cinema italiano. Certo, qualche critica ci sta pure, come l' improbabile Vecchioni un po' patetico e irreale, e poi anche qualche parolaccia e sceneggiata di troppo, ma ormai anche questo riflette il (mal)costume di oggi. Si potrà recuperare un po' di civiltà perduta? Mah, non lo credo. Questa è una società sgangherata fatta di coppie e matrimoni disfunzionali che riflettono un malessere che ormai dilaga in tutto l'occidente. Non si salva nemmeno il rapporto troppo spesso caotico con i figli che vengono strattonati di quà e di là a dipendenza degli umori genitoriali. C'è persino una critica all'isteria salutistica ormai imperante. Insomma molta carne al fuoco, ma Castellito riesce benissimo a colgiere il disagio ormai generalizzato, ove ci vorrebbero convegni di sociologi, psicologi e psichiatri per individuarne le cause. Figuriamoci poi i correttivi! Certo che la "liberazione" del '68 non ha portatola felicità, né di coppia, né tanto meno di famiglia. Viviamo in una società senza più orizzonti, ove si vive alla giornata in mancanza di certezze. I nervi sono fragili e l'incapacità si sopportare le frustrazioni della vita (inevitabili) oggigiorno è palese, complice forse anche le difficoltà e la precarietà del mondo del lavoro.
Lasciano perdere qualche pecca, questo film è molto attuale, come lo è pure l'assenza di speranza (!) quando le cose girano storte: si cambiano ormai i programmi esitenziali con l'immediatezza del "telecomando", dimenticando che si tratta della nostra vita e non di fiction televisive.
Marco Brenni
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manutrop
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martedì 24 marzo 2015
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eccellenze nel cinema italiano
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Nel semivuoto pneumatico del cinema italiano è Castellitto a regalarci ogni qualche anno un poco di ossigeno. E' bello ricordarsi che gli italiani sanno fare cinema.
Ancor più bello è vedere come funziona alla perfezione questa affascinante coppia di artisti, Mazzantini-Castellitto. Viaggiano talmente al di sopra della media nazionale che è inevitabile dover leggere recensioni a una o due stelle. Non siamo tutti ugualmente dotati. Già anticamente qualcuno disse "niente perle ai porci". Va bene Zalone, con il suo record storico al box office. E' un ragazzo che dice le cose facendo parecchio ridere (ma quanti colgono?). Resta l'amarezza per i modesti incassi di questo strepitoso film.
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Nel semivuoto pneumatico del cinema italiano è Castellitto a regalarci ogni qualche anno un poco di ossigeno. E' bello ricordarsi che gli italiani sanno fare cinema.
Ancor più bello è vedere come funziona alla perfezione questa affascinante coppia di artisti, Mazzantini-Castellitto. Viaggiano talmente al di sopra della media nazionale che è inevitabile dover leggere recensioni a una o due stelle. Non siamo tutti ugualmente dotati. Già anticamente qualcuno disse "niente perle ai porci". Va bene Zalone, con il suo record storico al box office. E' un ragazzo che dice le cose facendo parecchio ridere (ma quanti colgono?). Resta l'amarezza per i modesti incassi di questo strepitoso film.
Bravissimi gli intepreti, credibilissimi, calatissimi nel personaggio. Chi avrebbe mai scommesso sul primo Scamarcio? E invece tanto di cappello. Volete mettere con Bova e la sua inconstenza (umana)? Belle le musiche. Per nulla banale la storia. Splendida la parte di Vecchioni, un messaggio importante. Lì c'è tutto il film. Bellissima trovata narrativa della Mazzantini.
Si ha a volte l'impressione che questa coppia di amanti che dice e mostra cose che fanno crescere (ricordate la bellezza di "Non ti muovere"?) abbia raggiunto un tale grado di maturità umana ancor prima che artistica, che a volte ha bisogno di cammuffarsi dietro a qualche luogo comune, a qualche deriva alla moda (gender e dintorni) per non dipiacere a chi muove le marionette. Del resto nessuno si salva da solo.
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maria antonietta tomassetti
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sabato 21 novembre 2015
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riconoscere il valore di un amore ci rende liberi
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Film drammatico, ricco di sentimento e di emozioni che risuonano nello spettatore, buona la regia, la colonna sonora e ottima l'interpretazione di Scamarcio e Trinca. Molto realistico il film non cade mai nel melodrammatico e nello scontato e da innumerevoli spunti di riflessione per quanto riguarda l'universo delle emozioni che gli eventi suscitano in noi anche sulla base del nostro passato che determina chi siamo. Modi diversi di vivere l'amore e ciò che la vita ci riserva (incontro della coppia con Vecchioni e la compagna), nuove possibilità che si delineano all'orizzonte...
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francesca romana cerri
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sabato 25 marzo 2017
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tuttosommato non sembra italiano
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Devo dire che ho apprezzato del film la sceneggiatura e la regia, tuttosommato riesce a dare una fotografia impietosa di questa generazione , è un film che riesce a stare nella linea e non entra nel sentimentalismo cosa che lo avrebbe distrutto. Castellitto regista si dimostra al disopra di molti giovanilistici e ingenui registi italiani, probabilmente è più colto e più fine . I due attori in effetti sono adeguati in modo iperrealistico a quello che la sceneggiatura vuol raccontare, anche se non guasterebbe come in America vedere attori all'opposto dei caratteri che devono interpretare calarsi nel personaggio. Ma per l'italiano è chiedere troppo. Qui Scamarcio è coatto come lo è lui e lei parla un pò intubata come parla nella vita, ma l'emozioni le mettono e insieme sono credibili.
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Devo dire che ho apprezzato del film la sceneggiatura e la regia, tuttosommato riesce a dare una fotografia impietosa di questa generazione , è un film che riesce a stare nella linea e non entra nel sentimentalismo cosa che lo avrebbe distrutto. Castellitto regista si dimostra al disopra di molti giovanilistici e ingenui registi italiani, probabilmente è più colto e più fine . I due attori in effetti sono adeguati in modo iperrealistico a quello che la sceneggiatura vuol raccontare, anche se non guasterebbe come in America vedere attori all'opposto dei caratteri che devono interpretare calarsi nel personaggio. Ma per l'italiano è chiedere troppo. Qui Scamarcio è coatto come lo è lui e lei parla un pò intubata come parla nella vita, ma l'emozioni le mettono e insieme sono credibili. Tutto sommato non sembra un film italiano.Ottimi i movimenti di macchina.
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