valekiddo
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lunedì 16 marzo 2015
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chi ben comincia...
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Delia e Gaetano sono una coppia separata, costretta a rivedersi per decidere come spartirsi i figli per le vacanze estive. Delia è rigida, come donna e come madre, maniacale, ossessiva e maniaca dell'igiene; Gaetano invece è esattamente l'opposto: padre assente e quando presente, permissivo e remissivo, sognatore, sentimentale e idealista. La loro cena-scontro è costellata da tutti gli insulti e frecciatine varie che normalmente ogni coppia in crisi utilizza per incolpare l'altro del fallimento del rapporto. Il film si articola su molteplici flashback che mostrano come un grande amore, vivo, passionale e duraturo, si trasformi in una convivenza forzata fra due persone che, a causa di figli, lavoro, delusioni di varia natura, illusioni e disillusioni, arrivano ad odiare ciò che prima amavano così tanto dell'altro.
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Delia e Gaetano sono una coppia separata, costretta a rivedersi per decidere come spartirsi i figli per le vacanze estive. Delia è rigida, come donna e come madre, maniacale, ossessiva e maniaca dell'igiene; Gaetano invece è esattamente l'opposto: padre assente e quando presente, permissivo e remissivo, sognatore, sentimentale e idealista. La loro cena-scontro è costellata da tutti gli insulti e frecciatine varie che normalmente ogni coppia in crisi utilizza per incolpare l'altro del fallimento del rapporto. Il film si articola su molteplici flashback che mostrano come un grande amore, vivo, passionale e duraturo, si trasformi in una convivenza forzata fra due persone che, a causa di figli, lavoro, delusioni di varia natura, illusioni e disillusioni, arrivano ad odiare ciò che prima amavano così tanto dell'altro. La storia è stata partorita dalla brillante mente di Margaret Mazzantini prima in veste di scrittirice e successivamente come sceneggiatrice, per la regia di Sergio Castellitto (coppia vincente nella vita e nel lavoro, non c'è che dire). La Mazzantini, stavolta, mette da parte le storie straordinariamente drammatiche come Venuto al Mondo o Non ti muovere per dare spazio ad una narrazione altresì drammatica (la fine di un matrimonio non è mai cosa semplice), ma più vicina al quotidiano e, sfortunatamente, comunemente esperibile (basta pensare al boom di divorzi/separazioni degli ultimi vent'anni). Un pubblico giovane potrebbe ritrovarsi parecchio amareggiato e spiazzato, quasi impaurito, da questo amaro ritratto così comune nei rapporti di coppia, mentre un pubblico più navigato, con una certa quantità di batoste più o meno grandi sulle spalle potrebbe rispecchiarvicisi, totalmente o in parte. In ogni caso, si tratta di un film ben riuscito, a prescindere da ogni interpretazione che gli si voglia dare, sotto ogni punto di vista: storia 10+, regia 9, fotografia e montaggio 8.5, interpretazione degli attori 10 (perfetta Jasmine Trinca nei panni di Delia), musiche 8.
C'è poco da fare, quando una storia è azzeccata e sempre attuale, metà del lavoro è già fatto. Da vedere assolutamente.
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massimo rho
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martedì 17 marzo 2015
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nessuno si salva da solo "pregate per me"
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Forte dell’esperienza come sceneggiatore teatrale prima che cinematografico, con tra le mani il fresco romanzo della moglie Margaret Mazzantini, Castellito propone un film che vuole rappresentare l’archetipo di ogni relazione di coppia, il tutto in un contesto storico sorprendentemente contemporaneo.
La problematica Delia (Jasmine Trinca) e il tamarro Gaetano (Riccardo Scamarcio) decidono di ritrovarsi per una cena dopo la recente separazione, un’incontro con lo scopo di organizzare le vacanze estive dei figli. Tale evento si carica subito di grande tensione, lasciando subito intendere che il tavolo del ristorante non servirà tanto alle portate quanto a fare da ring alla disputa epica tra ragioni e meschinità dei due (non per l’affidamento dei figli).
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Forte dell’esperienza come sceneggiatore teatrale prima che cinematografico, con tra le mani il fresco romanzo della moglie Margaret Mazzantini, Castellito propone un film che vuole rappresentare l’archetipo di ogni relazione di coppia, il tutto in un contesto storico sorprendentemente contemporaneo.
La problematica Delia (Jasmine Trinca) e il tamarro Gaetano (Riccardo Scamarcio) decidono di ritrovarsi per una cena dopo la recente separazione, un’incontro con lo scopo di organizzare le vacanze estive dei figli. Tale evento si carica subito di grande tensione, lasciando subito intendere che il tavolo del ristorante non servirà tanto alle portate quanto a fare da ring alla disputa epica tra ragioni e meschinità dei due (non per l’affidamento dei figli). Soggetti che, pur essendosi amati tanto, sono arrivati ad odiarsi intensamente.
L’azione stessa di abbuffarsi di lui, la scelta di non mangiare di lei, o quella di utilizzare diversamente le portate, carica il cibo di un significato profondo che accompagna lo spettatore nella comprensione del film. Lo spettro della bulimia e la paura della pazzia che attanagliano Delia, entrano in contrasto con la superficialità e l’egocentrismo di Gaetano, rendono una possibile reunion molto improbabile.
La commedia è brillante, intensa, a tratti divertente e commovente, ma anche disincantata e realistica. Mentre gli altri commensali del ristorante parlano e scherzano, come spettatori indisciplinati di una commedia teatrale, chi segue il film può lasciarsi proiettare nei pensieri e nella psicologia di Delia e Gaetano. Durante la cena la coppia ripercorre con la mente le tappe della vita, dall’età dell’oro della storia d’amore e del sesso sfrenato fino alla gioia dell’arrivo dei figli, per arrivare progressivamente, frustrazione dopo frustrazione, al crash inevitabile della relazione.
L’espediente usato dal regista è un sapiente uso del flashback che lega perfettamente ricordi felici e infelici di una vita passata assieme, agli argomenti di disputa dei protagonisti.
Molto intensi sono gli scambi di sguardi tra i due ex amanti, maschere di cera i cui occhi fan trapelare il contrario di quello che dicono le parole. Fondamentali sono i ricordi, i frammenti di vita quotidiana con i figli, gli amici, le rispettive famiglie e gli amanti avuti o solo desiderati. Tutto si rivela lentamente senza forzature con grande attenzione ad oggetti di scena carichi di significato simbolico come il gorilla giocattolo del figlio, gli orecchini con gli occhi di Delia e la maglietta rossa di Gaetano sparita chissà dove…
il messaggio Nessuno si salva da solo non è lanciato dai protagonisti ma dall’intervento esterno di un uomo anziano malato di un male incurabile, interpretato da Roberto Vecchioni, un personaggio presente con la compagna già nel ristorante. Quello che sembra un’invito alla preghiera fatto da un uomo malato, “pregate per me” chiede il vecchio, affrontato con il sarcasmo a cui Castellito ci ha abituato, diventa una richiesta di aiuto laica rivolta ad un cielo notturno e vuoto da una scalinata che non è nemmeno quella di una chiesa.
La cosa più sconvolgente è che pregare, alla fine, sembra dare delle risposte. Anche se Gaetano e Delia pregano nel posto sbagliato, anche se pregano non si sa bene chi o cosa.
Forse si rivolgono ad un entità fuori dalla coppia che, magari da una postazione più alta, può offrire loro una nuova visione d’insieme, più razionale e positiva, della loro esistenza.
Da vedere.
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battaglia
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lunedì 9 marzo 2015
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echi disconnessi di un matrimonio fallito
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Echi di rabbia, tanta, troppa in certe parti del film, che si alternano ad assurde assoluzioni, immotivate nell'odio che plasma l'incipit, nonchè la storia stessa: un marito e una moglie divorziati che si trovano a cenare per decidere dell'estate dei figli. La cena è tutto ciò che il film offre, la storia d'amore è rapida e fatta di flashback, solo flashback, discontinui e distanti. La magia dei loro momenti più belli è perlopiù sesso che rasenta la brutalità e la fine della passione è tanto scontata quanto piatta, scaldata da urla, continue, a cercare di riassumere ciò che loro non riescono a spiegare.
Non ho letto il film, ma immaginavo un Castellitto più incisivo, non riesce nemmeno ad essere l'ombra di film più riusciti, uno tra tutti "Venuto al mondo.
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Echi di rabbia, tanta, troppa in certe parti del film, che si alternano ad assurde assoluzioni, immotivate nell'odio che plasma l'incipit, nonchè la storia stessa: un marito e una moglie divorziati che si trovano a cenare per decidere dell'estate dei figli. La cena è tutto ciò che il film offre, la storia d'amore è rapida e fatta di flashback, solo flashback, discontinui e distanti. La magia dei loro momenti più belli è perlopiù sesso che rasenta la brutalità e la fine della passione è tanto scontata quanto piatta, scaldata da urla, continue, a cercare di riassumere ciò che loro non riescono a spiegare.
Non ho letto il film, ma immaginavo un Castellitto più incisivo, non riesce nemmeno ad essere l'ombra di film più riusciti, uno tra tutti "Venuto al mondo."
Nel complesso il film non risulta spiacevole, il grosso problema sono i vuoti emotivi della recitazione e della regia, nonchè la mancanza di reale phatos, non quello gridato.
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flyanto
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venerdì 13 marzo 2015
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l'excursus di una coppia fortemente in crisi
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Film in cui si narra di una coppia ormai fortemente in crisi che si incontra una sera a cena al fine di definire il tempo da trascorrere insieme ai propri figli durante le vacanze estive. Nel corso della cena scaturiranno sia i bei ricordi passati legati al periodo in cui i due protagonisti erano follemente innamorati l'uno dell'altro che i forti rancori sopiti e non sopraggiunti in seguito alla crisi. Finale con una nota di speranza.
Questa pellicola è diretta e sceneggiata da Sergio Castellitto in collaborazione con la moglie Margaret Mazzantini, dal cui omonimo romanzo è peraltro tratto il film, e, direi, che condensa perfettamente il significato e la trama dell'opera della moglie che invece in alcuni punti si dilungava parecchio, svilendo un poco il suo valore.
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Film in cui si narra di una coppia ormai fortemente in crisi che si incontra una sera a cena al fine di definire il tempo da trascorrere insieme ai propri figli durante le vacanze estive. Nel corso della cena scaturiranno sia i bei ricordi passati legati al periodo in cui i due protagonisti erano follemente innamorati l'uno dell'altro che i forti rancori sopiti e non sopraggiunti in seguito alla crisi. Finale con una nota di speranza.
Questa pellicola è diretta e sceneggiata da Sergio Castellitto in collaborazione con la moglie Margaret Mazzantini, dal cui omonimo romanzo è peraltro tratto il film, e, direi, che condensa perfettamente il significato e la trama dell'opera della moglie che invece in alcuni punti si dilungava parecchio, svilendo un poco il suo valore. Pertanto in un equilibrio perfetto si assiste ad una reale crisi coniugale, dovuta a svariati e comprensibili motivi, che riflette molto bene, purtroppo, molteplici situazioni reali di coppia. Tramite una regia attenta e lineare in cui Castellitto peraltro è maestro ed una sceneggiatura caratterizzata da dialoghi in alternanza ora taglienti, ora più smorzati e dolci, vengono descritte le differenti situazioni e stati d'animo dei due coniugi, evidenziandone i diversi punti di vista.
A tutto ciò, si deve poi aggiungere l'ottima interpretazione degli attori: riguardo Jasmine Trinca, nella parte della moglie, non si hanno sorprese in quanto già in tutti i suoi films precedenti si è dimostrata una valida ed emergente professionista, ma per ciò che riguarda Riccardo Scamarcio si ha invece una piacevole sorpresa nel constatare l'efficacia e la riuscita positiva della sua interpretazione da ritenersi, sinora, senza alcun dubbio, la sua migliore rispetto alle passate. Pertanto consegnando entrambi un ritratto veritiero e credibile di una coppia ormai alla deriva, il film risulta altamente riuscito e sicuramente consigliabile a chi è interessato ad una trama sentimentale ma non stucchevole.
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filippo catani
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domenica 8 marzo 2015
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quando l'amore svanisce
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Una giovane coppia separata si ritrova a cena per discutere delle vacanze da trascorrere con i figli. Ben presto la cena si trasformerà in un'occasione per ripensare al passato e per cercare di capire come sia finita la loro storia d'amore.
Dopo aver assisstito all'ultima terribile performance del duo Mazzantini-Castellitto in Venuto al mondo, era più che lecito avvicinarsi con più di un sospetto a questa pellicola. In realtà invece lo spettatore si trova davanti ad una storia ben imbastita che regge la tensione per tutta la durata del film nonostante qualche svarione. La trama principale è però molto interessante e cerca di indagare sul rapporto di coppia tra una dottoressa con gravi problemi alimentari e uno scrittore spiantato sempre in cerca di un impiego o una scrittura.
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Una giovane coppia separata si ritrova a cena per discutere delle vacanze da trascorrere con i figli. Ben presto la cena si trasformerà in un'occasione per ripensare al passato e per cercare di capire come sia finita la loro storia d'amore.
Dopo aver assisstito all'ultima terribile performance del duo Mazzantini-Castellitto in Venuto al mondo, era più che lecito avvicinarsi con più di un sospetto a questa pellicola. In realtà invece lo spettatore si trova davanti ad una storia ben imbastita che regge la tensione per tutta la durata del film nonostante qualche svarione. La trama principale è però molto interessante e cerca di indagare sul rapporto di coppia tra una dottoressa con gravi problemi alimentari e uno scrittore spiantato sempre in cerca di un impiego o una scrittura. Inizialmente pare tutto bello ma l'arrivo dei bambini e l'incrinarsi del rapporto di coppia inizierà a portare dissidi insanabili. Se tutto questo funziona gran parte del merito va assolutamente ascritto a Scamarcio che regala una bella interpretazione anche superiore a quella della Trinca che ha fatto di meglio anche se in alcuni punti è perfetta nella glaciale bisbetica. Ecco quello che funziona meno sono alcuni personaggi di contorno (su tutti quello interpretato da Vecchioni) e alcuni dialoghi che sono veramente da censura (su tutti quello dell'aborto tra la Trinca e l'amica e sulla necessità di cambiare profumo dopo un lutto). Resta comunque uno spaccato della famiglia di oggi alle prese con le difficoltà insite nella convivenza che vengono esasperate dalla terribile crisi economica. Insomma questa volta l'accoppiata Mazzantini-Castellitto funziona.
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midnight
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domenica 8 marzo 2015
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cosa può succedere a tavola
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Nessuno si salva da solo, l’inizio un po’ lento , ma poi prende lo spettatore. Scamarcio e J. Trinca ( i due protagonisti) sono una coppia di separati come tanti altri che mostrano i problemi di tutti. Come in tutte le coppie c’è chi affronta la vita con leggerezza e chi per non affrontare il proprio dolore si fa carico di tutto incolpando il compagno di essere un c…… Lo spettatore viene coinvolto prima, perché vuole capire cosa a spinto la coppia a separarsi poi, vuole vedere se la coppia esplode o se riprovano a seminare semi nuovi per vedere se cresce qualcosa di buono, finale degno del film non poteva essere diverso ….
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Nessuno si salva da solo, l’inizio un po’ lento , ma poi prende lo spettatore. Scamarcio e J. Trinca ( i due protagonisti) sono una coppia di separati come tanti altri che mostrano i problemi di tutti. Come in tutte le coppie c’è chi affronta la vita con leggerezza e chi per non affrontare il proprio dolore si fa carico di tutto incolpando il compagno di essere un c…… Lo spettatore viene coinvolto prima, perché vuole capire cosa a spinto la coppia a separarsi poi, vuole vedere se la coppia esplode o se riprovano a seminare semi nuovi per vedere se cresce qualcosa di buono, finale degno del film non poteva essere diverso …. si sarebbe caduti nel banale.
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no_data
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sabato 7 marzo 2015
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una famiglia contemporanea
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La storia racconta la vita che graffia dentro, di due persone che si amano ma che si sentono via, via più oppresse dalla vita di famiglia che mette alle corde il loro rapporto di coppia e la loro identità. C'è il senso di inadeguatezza dei figli verso i genitori e dei genitori verso i figli; il senso di inadeguatezza che prova la donna rispetto all'uomo e dell'uomo agli occhi della donna. La scena del corso di primo soccorso è la metafora di ciò che accade quando una storia va in pezzi e uno dei due si rifiuta di collaborare a salvarla mentre l'altro drammatizza ogni cosa e colpevolizza il partner per come è fatto. Alla fine i protagonisti non comprendono più se si amano e cosa sono disposti a condividere realmente nel loro futuro.
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La storia racconta la vita che graffia dentro, di due persone che si amano ma che si sentono via, via più oppresse dalla vita di famiglia che mette alle corde il loro rapporto di coppia e la loro identità. C'è il senso di inadeguatezza dei figli verso i genitori e dei genitori verso i figli; il senso di inadeguatezza che prova la donna rispetto all'uomo e dell'uomo agli occhi della donna. La scena del corso di primo soccorso è la metafora di ciò che accade quando una storia va in pezzi e uno dei due si rifiuta di collaborare a salvarla mentre l'altro drammatizza ogni cosa e colpevolizza il partner per come è fatto. Alla fine i protagonisti non comprendono più se si amano e cosa sono disposti a condividere realmente nel loro futuro. Il confronto finale aspro consente perlomeno di "fare la pace"...ovvero di smettere di farsi la guerra semplicemente comunicando l'uno all'altro che ciascuno è importante e indimenticabile ...indipendentemente dalla consapevolezza dell'amore. Il film sfiora anche i traumi che le separazioni matrimoniali lasciano nei figli che macerano il timore di non essere capaci di rapporti duraturi.Il personaggio femminile tramautizzato nell'infanzia e nell'adolescenza ha trascorsi di un rapporto problematico con il cibo e con la propria madre, che viceversa cerca di far comprendere alla figlia che nella vita si sbaglia ma che forse l'amore più sincero è quello di accettare gli altri con le proprie imperfezioni. Quando riusciamo a farlo accettiamo anche le nostre imperfezioni e anche gli altri ci accettano per ciò che siamo. I figli sono il meglio che resta e il pretesto per il confronto finale....forse non così finale.
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[+] il connubio castellitto mazzantini non delude mai.
(di kukkurella)
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[+] ci sta tutta!!
(di android7)
[ - ] ci sta tutta!!
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carletta-kino
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sabato 7 marzo 2015
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riccardo scamarcio inguardabile
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Il film tratta una tematica molto interessante: l'amore che finisce.
Lo fa con garbo e delicatezza.
I dialoghi interessanti.
il racconto tramite flashback convincente.
Peccato che tutto sia reso insopportabile dall'interpretazione di Scamarcio. Sembra sempre fuori parte ... inadatto alla situazione e poco credibile.
Bravo massimo Bonetti, troppo poco usato dal cinema italiano. La trinca appena sufficente.
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