enzo70
|
martedì 24 gennaio 2017
|
una nuova bibbia apocrifa. ma poi si perde
|
|
|
|
Jaco Van Dormael propone un vangelo apocrifo; anzi una bibbia; se del figlio di Dio ne hanno scritto tanti, pochi autori si sono occupati dell’autorevole padre. E, invece, in questo film, molto particolare, Dio esercita il suo mestiere di fabbro del mondo su un vecchio pc, da una polverosa stanza in una delle tante periferie della capitale belga. Il figlio Jc se ne è già andato per dissidi con il vecchio padre, ma anche la figlia protesta che è una bellezza.
[+]
Jaco Van Dormael propone un vangelo apocrifo; anzi una bibbia; se del figlio di Dio ne hanno scritto tanti, pochi autori si sono occupati dell’autorevole padre. E, invece, in questo film, molto particolare, Dio esercita il suo mestiere di fabbro del mondo su un vecchio pc, da una polverosa stanza in una delle tante periferie della capitale belga. Il figlio Jc se ne è già andato per dissidi con il vecchio padre, ma anche la figlia protesta che è una bellezza. E anzi boicotta il padre, manomettendo il pc ed inviando a tutti un sms con l’ora della morte. Un film geniale sotto il profilo dell’idea e del progetto; molto incompleto sotto quello della realizzazione, perché il film gira troppo spesso intorno a sé stesso e non riesce mai a prendere quel passo di linearità, per quanto singolare, di cui un film del genere necessita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
domenica 13 dicembre 2015
|
ironia, assurdo e grottesco: sentinelle in piedi.
|
|
|
|
Il film “Dio esiste e vive a Bruxelles” sembra nascondere una domanda: e se non esistesse? o fosse fermato, sabotato, sostituito,?
Film visionario e a tratti grottesco, la sua forza dissacrante è leggera e ironica ma riesce a costruire un mondo in cui la follia che pervade la nostra esistenza si carica di creatività e diviene capace di dare un nuovo senso, profano e instabile, alla vita.
Una follia poetica che non aspira a diventare a sua volta sacra, ma che allude ironica alle possibilità che non ci diamo perché nemmeno le consideriamo tali, come ci suggerisce il dialogo fra un uomo e un uccello nel parco, che conduce ad un lirico inno alla libertà per immagini e musica.
Ma la volontà di rompere con un immaginario monotono e prigioniero di se stesso, coerentemente con quella che sembra essere una premessa di fondo, non si esprime solo con questo genere di enfasi: l’ampollosità si sgonfia infatti intelligentemente con declinazioni grottesche o fiabesche dello stesso bisogno.
[+]
Il film “Dio esiste e vive a Bruxelles” sembra nascondere una domanda: e se non esistesse? o fosse fermato, sabotato, sostituito,?
Film visionario e a tratti grottesco, la sua forza dissacrante è leggera e ironica ma riesce a costruire un mondo in cui la follia che pervade la nostra esistenza si carica di creatività e diviene capace di dare un nuovo senso, profano e instabile, alla vita.
Una follia poetica che non aspira a diventare a sua volta sacra, ma che allude ironica alle possibilità che non ci diamo perché nemmeno le consideriamo tali, come ci suggerisce il dialogo fra un uomo e un uccello nel parco, che conduce ad un lirico inno alla libertà per immagini e musica.
Ma la volontà di rompere con un immaginario monotono e prigioniero di se stesso, coerentemente con quella che sembra essere una premessa di fondo, non si esprime solo con questo genere di enfasi: l’ampollosità si sgonfia infatti intelligentemente con declinazioni grottesche o fiabesche dello stesso bisogno.
Sono del resto proprio l’ironia, l’assurdo, il grottesco le “sentinelle in piedi” che salvaguardano la narrazione da possibili derive mitopoietiche, col rischio di far seguire ad una fase desacralizzante una reinvenzione del sacro. Vigilano sui possibili scivolamenti verso retoriche buoniste e facili, comode e accomodanti che a tratti sembrano minacciare la narrazione del film.
La spiritualità del film acquisisce così un sano e liberatorio senso nella sua stessa assurdità e follia che a tratti diventa bellezza proprio nelle sue cacofonie.
Infine il tema delle relazioni e delle identità di genere così strettamente legato nella sua interpretazione monolitica e patriarcale all’idea di divinità tipica delle religioni monoteiste, partecipa a questo carnevale regalandoci un immaginario leggero e aperto sulla ricerca della propria non-identità, sulle relazioni e sull’erotismo.
Forse manca qualcosa per definirlo un capolavoro, ma se lo fosse stato avrebbe perso buona parte della sua coerenza.
Commenta anche su: crisalidea.wordpress.com
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
mattiabertaina
|
lunedì 21 dicembre 2015
|
il nuovo nuovo testamento...
|
|
|
|
"Cosa faresti della tua vita se sapessi esattamente quanto ti resta da vivere?" - messaggio ricevuto oggi. Mittente: Dio in persona.
Bizzarro, dissacrante, atipico, inaspettato, coraggioso. Il nuovo film di Jaco Van Dormael, regista belga già autore di "Mr.Nobody" e "L'ottavo giorno", parte da un assunto interessante: Dio esiste e vive a Bruxelles. Un Dio scurrile, sadico, che dirige le sorti della razza umana da un trilocale modesto, dalla tastiera del suo pc, un dio molto umano e poco onnipotente.
[+]
"Cosa faresti della tua vita se sapessi esattamente quanto ti resta da vivere?" - messaggio ricevuto oggi. Mittente: Dio in persona.
Bizzarro, dissacrante, atipico, inaspettato, coraggioso. Il nuovo film di Jaco Van Dormael, regista belga già autore di "Mr.Nobody" e "L'ottavo giorno", parte da un assunto interessante: Dio esiste e vive a Bruxelles. Un Dio scurrile, sadico, che dirige le sorti della razza umana da un trilocale modesto, dalla tastiera del suo pc, un dio molto umano e poco onnipotente. Un ritratto di famiglia insolito e poco incoraggiante, il figlio JC (Jesus Christ) ha lasciato casa per scendere in mezzo agli uomini (con l'epilogo che tutti conosciamo), la figlia Ea è un peperino dispettoso che mette in discussione l'autorità paterna (suoi gli sms con il conto alla rovescia recapitati a tutta l'umanità...) e la moglie di Dio, eccessivamente remissiva nei confronti del padrone di casa e dei suoi atteggiamenti violenti e volgari. Jaco Van Dormael imbastisce un canovaccio narrativo ambizioso che strizza l'occhio a più alte riflessioni; strutturato sulla falsa riga delle sacre scritture (Genesi, esodo...) si propone di riscrivere la storia secondo sei nuovi apostoli, mediante il "Nuovo nuovo testamento"; sei apostoli contemporanei, dall'assassino all'erotomane, passando per una ragazza con il braccio di porcellana, una sceneggiatura che conferisce allo script un tono a tratti scanzonato e disinvolto, trattando però temi serissimi quali l'autorealizzazione, il successo, i rapporti interpersonali, con piglio leggero ma mai superficiale. I discepoli si ergono dunque a rappresentanti del presente con le loro umane debolezze che, grazie alla piccola Ea, raggiungono uno stato superiore di maturazione e di consapevolezza del reale, fungendo da ideali guide verso l'ineluttabile. I miracoli avvengono ancora, miracoli profondamente umani, fatti di piccoli grandi gesti del quotidiano che lanciano uno squarcio sulla considerazione di sè e delle aspettative sul futuro. Un Benoit Poelvoorde strabordante nel ruolo di Dio e diversi comprimari calati perfettamente nel ruolo (da Francois Damiens a Johan Heldenbergh), nel cast anche Catherine Deneuve nella parte del sesto discepolo. Unico neo un uso forse troppo frequente della computer grafica. Un viaggio tra sacro e profano che vale il prezzo del biglietto. Un'eresia perderselo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mattiabertaina »
[ - ] lascia un commento a mattiabertaina »
|
|
d'accordo? |
|
giuliog02
|
lunedì 21 dicembre 2015
|
uno sguardo surreale su dio
|
|
|
|
Una fantasiosa commedia, laica, iconoclastica, sulla personalità di Dio, il suo stile di vita, la sua attività portata avanti nel chiuso di un modesto appartamento di Bruxelles.
Non c'é mai blasfemia neppure nella divina valutazione negativa dell' azione di 2000 anni fa del figlio, sceso utopicamente sulla Terra per redimere l'Uomo. Dopo un incipit
fulminante, il film perde un poco il ritmo, ma risale con verve nella seconda parte, che strappa sorrisi a ripetizione, se non risate. Finale metaforico in cui la salvezza del genere
umano é affidata alle donne, la moglie e la figlia Ea su cui é incentrata la stesura de Le Tout Nouveau Testament, mentre il padre finisce alla catena di montaggio di lavatrici in
una fabbrica dell'Uzbekistan.
[+]
Una fantasiosa commedia, laica, iconoclastica, sulla personalità di Dio, il suo stile di vita, la sua attività portata avanti nel chiuso di un modesto appartamento di Bruxelles.
Non c'é mai blasfemia neppure nella divina valutazione negativa dell' azione di 2000 anni fa del figlio, sceso utopicamente sulla Terra per redimere l'Uomo. Dopo un incipit
fulminante, il film perde un poco il ritmo, ma risale con verve nella seconda parte, che strappa sorrisi a ripetizione, se non risate. Finale metaforico in cui la salvezza del genere
umano é affidata alle donne, la moglie e la figlia Ea su cui é incentrata la stesura de Le Tout Nouveau Testament, mentre il padre finisce alla catena di montaggio di lavatrici in
una fabbrica dell'Uzbekistan. Piacevole film, umoristico e onirico, con cui si passano bene due ore e del quale si discute con chi é venuto con noi al cinema. .
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giuliog02 »
[ - ] lascia un commento a giuliog02 »
|
|
d'accordo? |
|
giajr
|
sabato 14 maggio 2016
|
irrealmente dissacrante
|
|
|
|
Geniale, è stato il primo aggettivo a cui ho pensato. Un Dio terribilmente crudele che non teme di affermare che la vita dell'uomo é una sofferenza costante e che bastano pochi istanti di felicità/gioia, che gli concede di tanto in tanto, per fargli credere il contrario.
Un Dio che si fa uomo attraverso la sua nascita figurata in cui l'oblò della lavatrice rappresenta la parte femminile dalla quale in neonati entrano nel mondo; con l'evidente conseguenza che non si può tornare indietro e che quel canale di ingresso è solo per un arrivo e nono per un potenziale ritorno.
La geniale idea che esista una sorella minore di Gesù, anch'egli fuggito da padre, che ha una sua esclusiva e singolare capacità di leggere nel cuore delle persone e da queste scegliere i suoi apostoli.
[+]
Geniale, è stato il primo aggettivo a cui ho pensato. Un Dio terribilmente crudele che non teme di affermare che la vita dell'uomo é una sofferenza costante e che bastano pochi istanti di felicità/gioia, che gli concede di tanto in tanto, per fargli credere il contrario.
Un Dio che si fa uomo attraverso la sua nascita figurata in cui l'oblò della lavatrice rappresenta la parte femminile dalla quale in neonati entrano nel mondo; con l'evidente conseguenza che non si può tornare indietro e che quel canale di ingresso è solo per un arrivo e nono per un potenziale ritorno.
La geniale idea che esista una sorella minore di Gesù, anch'egli fuggito da padre, che ha una sua esclusiva e singolare capacità di leggere nel cuore delle persone e da queste scegliere i suoi apostoli.
Sicuramente si tratta di un film irriverente ma in fondo rispettoso, cinico ma sentimentale, irreale ma assolutamente vero, ironico ma terribilmente drammatico.
Rimane un dubbio: che quel Dio di Bruxelles non possa essere quello che gli uomini hanno dentro di loro e che, dopo tutto, si meritano...
Non dimentichiamo che il riscatto finale è di una simpatia e di una forza unica, la rivolta femminista e la presa di potere di una vera Dea, ossia la "moglie di Dio".
Le musiche rivestono in molti tratti del film un ruolo fondamentale (si pensi all melodia che viene attribuita ad ogni Apostolo) e sono veramente azzeccate e di indiscutibile valore aggiunto.
Innegabilmente la atipicità di questo film riporta, per certi versi, ad altri due film molto conosciuti: "Il favoloso mondo di Amelie" e "Una settimana da Dio".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giajr »
[ - ] lascia un commento a giajr »
|
|
d'accordo? |
|
jackiechan90
|
domenica 6 dicembre 2015
|
il vangelo secondo van dormael
|
|
|
|
"Dio esiste e vive a Bruxelles" parte da un presupposto, un'idea tanto semplice quanto geniale: cosa succederebbe se conoscessimo la data della nostra morte?
Interrogativi e dubbi amletici si susseguono in questa commedia di Jaco Van Dormael, non blasfema (come il titolo presupporrebbe) ma ironica e laica. Tutto comincia quando Eea (secondogenita di Dio nella storia) stanca dei soprusi che il padre compie nei confronti degli umani, decide di manomettere il computer del genitore e inviare a tutti la data della loro morte. A questo punto, per evitare di incorrere nell'ira divina del Padre, discende nel mondo reale per scrivere il "Nuovo nuovo testamento" con l'aiuto di 6 improbabili discepoli.
[+]
"Dio esiste e vive a Bruxelles" parte da un presupposto, un'idea tanto semplice quanto geniale: cosa succederebbe se conoscessimo la data della nostra morte?
Interrogativi e dubbi amletici si susseguono in questa commedia di Jaco Van Dormael, non blasfema (come il titolo presupporrebbe) ma ironica e laica. Tutto comincia quando Eea (secondogenita di Dio nella storia) stanca dei soprusi che il padre compie nei confronti degli umani, decide di manomettere il computer del genitore e inviare a tutti la data della loro morte. A questo punto, per evitare di incorrere nell'ira divina del Padre, discende nel mondo reale per scrivere il "Nuovo nuovo testamento" con l'aiuto di 6 improbabili discepoli. E proprio questi sono il pretesto per il regista di scandagliare un'umanità di personaggi (soggetto prediletto dei suoi film) così outsider eppure così straordinariamente quotidiani e tipizzati. Ciascuno racconta la sua storia direttamente allo spettatore e con sequenze oniriche mirabili che li caratterizzano dal loro punto di vista interiore. La materia diventa così plasmabile e illusoria, vista dal punto di vista divino, appunto. Un caleidoscopio di immagini che si alternano a musiche (importanti nella descrizione dei personaggi, ciascuno con la "sua canzone") ed effetti speciali. L'ennesima prova visionaria di un regista sensibile che ha fatto dei temi dell'emarginazione e della fantasia creativa derivata da essa il suo tema prediletto (si vedano film come "L'ottavo giorno" e "Mr. Nobody").
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jackiechan90 »
[ - ] lascia un commento a jackiechan90 »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
mercoledì 16 dicembre 2015
|
la sorpresa dell'anno
|
|
|
|
Dio esiste e vive a Bruxelles ma è un Dio cattivo che fin dalla creazione ha deciso di farne succedere di tutti i colori agli uomini con le sue bizzarre leggi. La figlia Ea decide di ribellarsi e, dopo aver mandato un sms in cui annuncia a tutti gli esseri umani la propria data di morte, decide di trovarsi dei nuovi apostoli e scrivere un nuovo Nuovo Testamento.
La sorpresa dell'anno arriva proprio alla fine con questo meraviglioso e gustoso film belga che fa ridere e pensare per quanto è dissacrante. Un Dio così cattivo e misogino mai lo avevamo visto e addirittura sconvolto da quanto aveva fatto suo figlio che come dice lui si era fatto prendere la mano (meravigliosa la sequenza in cui viene picchiato da un prete).
[+]
Dio esiste e vive a Bruxelles ma è un Dio cattivo che fin dalla creazione ha deciso di farne succedere di tutti i colori agli uomini con le sue bizzarre leggi. La figlia Ea decide di ribellarsi e, dopo aver mandato un sms in cui annuncia a tutti gli esseri umani la propria data di morte, decide di trovarsi dei nuovi apostoli e scrivere un nuovo Nuovo Testamento.
La sorpresa dell'anno arriva proprio alla fine con questo meraviglioso e gustoso film belga che fa ridere e pensare per quanto è dissacrante. Un Dio così cattivo e misogino mai lo avevamo visto e addirittura sconvolto da quanto aveva fatto suo figlio che come dice lui si era fatto prendere la mano (meravigliosa la sequenza in cui viene picchiato da un prete). In parallelo allo storia di Dio che cerca di recuperare la figlia Ea c'è proprio la toccante storia di quest'ultima che andrà a trovarsi sei nuovi apostoli in sei persone alle prese con diverse difficoltà. Il tutto inframezzato dalle peripezie di un tipo che mette alla prova il fatto di avere ancora a disposizione numerosi anni di vita. L'interpretazione di Pooelvoorde è strepitosa così come la regia di Van Dormael che si avvale anche di una bellissima e dolcissima colonna sonora. Un film straordinario da non perdere e che potrebbe entrare nel lotto dei film per l'Oscar straniero.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
rampante
|
giovedì 29 dicembre 2016
|
una simpatica ztramberia filosofica cinematografic
|
|
|
|
Il regista, Jaco Van Dormael si conferma il re delle stramberie con questo nuovo testamento che fa ridere senza alcun retrogusto moralistico
Dio esiste, vive a Bruxelles chiuso in casa , in vestaglia, con la timorosa moglie e l'irrequieta figlia Ea che non ne può più dell'angherie del padre.
Dio è un'antipatica canaglia, un tipo meschino ed arrogante, capriccioso e maligno che provoca sciagure e sadicamente se ne compiace, genera, con il suo operato, rabbia e inimicizie e si diverte a veder soffrire le sue creature.
Ea decide di scappare ma prima fa partire l'sms dal computer del padre che arriva all'improvviso e comunica a tutti, chiaro e definitivo, data e ora della morte
Come reagireste a una simile notizia? Come usereste il tempo che vi resta?
Ea, con l'aiuto del barbone Victor scrive the Brand New Testament che ruota tutto attorno a questo interrogativo.
[+]
Il regista, Jaco Van Dormael si conferma il re delle stramberie con questo nuovo testamento che fa ridere senza alcun retrogusto moralistico
Dio esiste, vive a Bruxelles chiuso in casa , in vestaglia, con la timorosa moglie e l'irrequieta figlia Ea che non ne può più dell'angherie del padre.
Dio è un'antipatica canaglia, un tipo meschino ed arrogante, capriccioso e maligno che provoca sciagure e sadicamente se ne compiace, genera, con il suo operato, rabbia e inimicizie e si diverte a veder soffrire le sue creature.
Ea decide di scappare ma prima fa partire l'sms dal computer del padre che arriva all'improvviso e comunica a tutti, chiaro e definitivo, data e ora della morte
Come reagireste a una simile notizia? Come usereste il tempo che vi resta?
Ea, con l'aiuto del barbone Victor scrive the Brand New Testament che ruota tutto attorno a questo interrogativo.
Il regista manovra con divertimento questa strana combricola
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rampante »
[ - ] lascia un commento a rampante »
|
|
d'accordo? |
|
greatsteven
|
venerdì 6 aprile 2018
|
riscriver il nuovo testamento con 6 nuovi apostoli
|
|
|
|
DIO ESISTE E VIVE A BRUXELLES (BELG, FR, LUX, 2015) diretto da JACO VAN DORMAEL. Interpretato da BENOîT POELVOORDE, PILI GROYNE, YOLANDE MOREAU, CATHERINE DENEUVE, FRANçOIS DAMIENS, LAURA VERLINDEN, SERGE LARIVIèRE, DAVID MURGIA, JOHAN LEYSEN, PASCAL DUSQUENNE, DIDIER DE NECK, MARCO LORENZINI, ROMAIN GELIN
Dio è un ometto antipatico e odioso che vive a Bruxelles, e dal suo PC ha inventato il mondo, ma soprattutto s’è ingegnato per inventare le disgrazie che affliggono l’umanità, catalogandole in un immenso archivio custodito gelosamente in una stanza alla quale solo egli stesso ha accesso. È sposato con una dea che nessuno suppone tale, ha una figlia decenne, Ea, e ovviamente il figlio J.
[+]
DIO ESISTE E VIVE A BRUXELLES (BELG, FR, LUX, 2015) diretto da JACO VAN DORMAEL. Interpretato da BENOîT POELVOORDE, PILI GROYNE, YOLANDE MOREAU, CATHERINE DENEUVE, FRANçOIS DAMIENS, LAURA VERLINDEN, SERGE LARIVIèRE, DAVID MURGIA, JOHAN LEYSEN, PASCAL DUSQUENNE, DIDIER DE NECK, MARCO LORENZINI, ROMAIN GELIN
Dio è un ometto antipatico e odioso che vive a Bruxelles, e dal suo PC ha inventato il mondo, ma soprattutto s’è ingegnato per inventare le disgrazie che affliggono l’umanità, catalogandole in un immenso archivio custodito gelosamente in una stanza alla quale solo egli stesso ha accesso. È sposato con una dea che nessuno suppone tale, ha una figlia decenne, Ea, e ovviamente il figlio J.C., confinato nella camera della sorella sottoforma di statuetta. La madre dei due, oppressa dal marito, non fa che ricamare e collezionare le figurine del baseball, con l’ossessione per il numero diciotto. Sarà proprio questo numero a suggerire ad Ea, per tramite di J.C., l’idea di scrivere un nuovo Nuovo Testamento scendendo sulla Terra (perché nella casa di Dio ci sono esclusivamente una cucina ammobiliata, camere da letto, una lavanderia e nessuna porta d’entrata od uscita) non senza aver prima spedito a tutte le persone esistenti la rispettiva data di morte, permettendo così a ciascuno di decidere cosa fare dei propri giorni rimanenti. A Ea occorrono altri sei apostoli, e li trova in: 1.) Aurélie, ragazza triste e sola con un braccio di silicone residuo di un incidente ferroviario; 2.) Jean-Claude, assistente capo insoddisfatto di un negozio di assicurazioni sulla vita; 3.) Marc, l’erotomane, innamorato di una tedesca conosciuta sulla spiaggia da bambino e che reincontra quando divengono entrambi doppiatori; 4.) François, l’assassino, sposato e con un figlio, che intende uccidere con un fucile a precisione le persone asserendo che, se il tentativo riesce, significa che era il loro momento, altrimenti la loro ora giungerà in altra occasione; 5.) Martine, signora matura infelicemente sposata che scopre di dover vivere moltissimi anni in meno del marito e che, grazie alla musica da circo insita nel suo cuore (perché Ea possiede il dono di sentire la musica nell’animo di ogni essere umano), riscopre l’amore in un gorilla; 6.) Willy, il più giovane dei sei apostoli e quello con meno giorni da vivere a causa di un tumore all’epidermide, che impiega gli ultimi momenti della sua vita per cambiare sesso. Il nuovo Nuovo Testamento è redatto da un barbone capace a malapena di leggere e scrivere, Victor, ovvero la prima persona che Ea incontra appena fuoriuscita dalla lavatrice che, dalla casa di Dio, conduce a Bruxelles. Quest’ultimo, nel frattempo, è infuriato per la scappatella tutt’altro che innocente della figlia, che fra l’altro teme di aver combinato un guaio irreparabile, e ripercorre lo stesso sentiero, ma va solo incontro a brutte avventure, finché ci pensa la madre di Ea a rimettere le cose a posto: accede con la password all’archivio del consorte, cancella dalla mente degli umani il pensiero della fissazione alla morte e dipinge il cielo di fiori. Tutti sono più contenti: Aurélie e François si dichiarano amore, Marc e la tedesca fanno l’amore per la prima volta, Martine vive il suo amore impossibile ma sereno col gorilla, Jean-Claude raggiunge, com’era suo sogno, il Circolo Polare Artico, Willy è contento dell’amicizia con la coetanea Ea e Victor fa soldi a palate con la vendita del libro da lui stesso scritto. L’unico ad essere infelice è Dio, umiliato da tutti coloro che per tutta la vita lui stesso ha perseguitato, e confinato ai lavori forzati in Uzbekistan. Candidatura all’Oscar come miglior film straniero nel 2016, il che ha permesso al Belgio, paese non solitamente rappresentato nella sequela degli Academy Awards per le premiazioni estere, di entrare nella short-list di dicembre. Van Dormael realizza una commedia accattivante che fa molto meglio de L’ottavo giorno (1996), riproponendo sempre il tema religioso ma con quella punta di sagacia e di divertimento rivolto agli spettatori che nell’altro film mancava. Il merito si divide in tre principali cantieri: 1.) un cast di attori tutti straordinari che imbastiscono una recitazione corale molto efficace che scava a fondo nei dubbi, nei timori e nelle ansietà dell’animo umano conferendo veridicità alla messinscena; 2.) una sceneggiatura aperta alle intensità della parola quanto alla non volgarità dell’uso ricorrente del turpiloquio, entrambi funzionali a costruire dialoghi che emozionano, divertono, commuovono e fanno riflettere al tempo stesso, senza bisogno di ricorrere a forzature o moralismi; 3.) un’accoglienza di critica che ha saputo andare al di là delle apparenze di blasfemia per riconoscere all’opera il titolo di panegirico non indiscriminato che attinge linfa vitale dal superamento dei pregiudizi, dall’abbattimento delle barriere morali, dalla vittoria sulla cecità del sadismo, sulla necessità di riscrivere le storie umane (per quanto piccole possano sembrare, non difettano mai d’importanza) per far sì che meritino di essere vissute appieno e sulla speranza incrollabile che il mondo ha bisogno di uomini e donne come vale anche l’inverso. È anche una parabola intelligente sulla stupidità della violenza psicologica e della guerra dell’uomo contro l’uomo, palliativo che muove in direzione opposta alla cattiveria fine a sé stessa e sposa in tutto e per tutto la causa della carità e della benignità verso chi riversa in una condizione di bisogno di sostegno. E il film insegna che nessuno è esente dal merito di venire aiutato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a greatsteven »
[ - ] lascia un commento a greatsteven »
|
|
d'accordo? |
|
francesco2
|
sabato 1 gennaio 2022
|
non funziona
|
|
|
|
Per il belga van dormael, rwgista di toto le heros -opera comunque di pregio- quei tempi appaiono lontani. e non solo cronologicamente, purtroppo.
Dio, che abita a Bruxelles, viene raffigurato come un vecchio, fumatore, che controlla gli esseri umani con atteggiamento astioso. Ha una figlia simil Amelie Poulain, che punta a raddrizzare i torti- magari provocati dal padre stesso. Per farlo, sceglie una serie di personaggi,nella migliore delle ipotesi figurine eleganti illustrate tramite una sensibilita franceseggiante. Altre, come quelle interpretata dalla Deneuve, scadono nella pura caricatura.
Non svelo il finale, che si risolve in una giustizia restituita al mondo, senza che il racconto -sic- vada oltre un generico unamitarismo con tocchi surrealisti illuminati -nelle intenzioni - dal taglio del citato film di Jeunet.
[+]
Per il belga van dormael, rwgista di toto le heros -opera comunque di pregio- quei tempi appaiono lontani. e non solo cronologicamente, purtroppo.
Dio, che abita a Bruxelles, viene raffigurato come un vecchio, fumatore, che controlla gli esseri umani con atteggiamento astioso. Ha una figlia simil Amelie Poulain, che punta a raddrizzare i torti- magari provocati dal padre stesso. Per farlo, sceglie una serie di personaggi,nella migliore delle ipotesi figurine eleganti illustrate tramite una sensibilita franceseggiante. Altre, come quelle interpretata dalla Deneuve, scadono nella pura caricatura.
Non svelo il finale, che si risolve in una giustizia restituita al mondo, senza che il racconto -sic- vada oltre un generico unamitarismo con tocchi surrealisti illuminati -nelle intenzioni - dal taglio del citato film di Jeunet. Tutto molto modesto.
PS Un illustre critico ha parlato di umorismo difficile da comprendere fuori dal Belgio. Da italiano trapiantato in Belgio, sono d accordo con lui.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco2 »
[ - ] lascia un commento a francesco2 »
|
|
d'accordo? |
|
|