maynardi araldi
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giovedì 26 novembre 2015
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sedotta e abbandonata
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Nel più celebre aforisma de La Gaia Scienza, Friedrich Nietzsche annuncia al mondo: “Dio è morto!” Gli consiglieremo di comprare un paio d’occhiali e guardarsi il film di Van Dormael. Dio vive in canottiera e vestaglia bisunta. Al comando di un computer, con un superalcolico sulla scrivania. Il sostantivo più scialbo che frullerebbe in mente è “blasfemia”. Il film inizi benone. Dio abita un trilocale oscuro come le ambiguità della psiche e le brutture inconsce. Un luogo grottesco. Irridente. Maligno. Comico e minaccioso come l'ufficio perimetrato da scaffalature ‘vintage e futuristiche’ che fanno tornare in mente “Brazil” di Gillian.
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Nel più celebre aforisma de La Gaia Scienza, Friedrich Nietzsche annuncia al mondo: “Dio è morto!” Gli consiglieremo di comprare un paio d’occhiali e guardarsi il film di Van Dormael. Dio vive in canottiera e vestaglia bisunta. Al comando di un computer, con un superalcolico sulla scrivania. Il sostantivo più scialbo che frullerebbe in mente è “blasfemia”. Il film inizi benone. Dio abita un trilocale oscuro come le ambiguità della psiche e le brutture inconsce. Un luogo grottesco. Irridente. Maligno. Comico e minaccioso come l'ufficio perimetrato da scaffalature ‘vintage e futuristiche’ che fanno tornare in mente “Brazil” di Gillian. E il suo proprietario non è nemmeno un 'tipo' originale. Ma un tristo individuo che conosce a memoria le leggi della legge di Murphy. E sarebbe perseguibile, a norma di Legge, perfino per plagio… (A ruota seguiranno la figlia Ae, la moglie, i sei apostoli e zoofilie varie)
Questo personaggio e il suo ambiente è l’incipit, che fa scollare lo spettatore dallo schienale della poltrona. Balzando in avanti. Con la premonizione di un film che sarà a tre stelle e mezza. Anche quattro, va (crepi l’avarizia!) Ma appena riaccomodato, in attesa della conferma, gli astri cominciano a collassare. In una lenta ma inesorabile parabola discendente… Tonfando su due stelline stiracchiate.
Che è successo?
Ignoro la produzione di Van Dornael. Ma non si fa così. ‘Sedotta e abbandonata’ (Germi) è quello che provo. Mi aspettavo una satira sferzante sul rapporto tra Dio e gli Uomini. Che la cinepresa virasse sul giudizio dell’Umanità su un Dio in vestaglia bisunta. Malevolo verso gli indifesi. Macché. Il film vuol far ridere, commuovere, stupire, effetti speciali a cascata, insomma….sembra tentarle tutte. Per accattare il plauso di ogni spettatore e per tutti i gusti. E’ come se mi avessero servito un piatto di pasta, con in cima quattro polpette. E sulle quattro polpette due fette di zampone, e sopra lo zampone, una foca giocoliera. Con una palla sul naso. TROPPA ROBA! E TROPPO SEMPLICE!
Si può ridere di tutto. Si pensi a Stranamore di Kubrik che rideva sangue sulla bomba atomica.
Qui, invece, il ciuffo ribelle si placa con una nuvoletta di schiuma extra-strong. E il regista rimette tutto in ordine per la beatificazione dell’happy end. Ottima per gli incassi. (Furbetto - eh?!)
P.S. detto ciò, ringrazio Van eccetera….come chiunque sappia far ridere. O sorridere. E contraddica con una risata -(anche superficiale)- la Realtà. Del resto, come diceva Chaplin “un giorno senza un sorriso è un giorno perso”
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alberto58
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domenica 10 gennaio 2016
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se dio esiste è immensamente malvagio
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Sarà perchè sono un fan di Giacomo Leopardi e mi ricordo molto bene "Il Giovane Meraviglioso" che ho visto poco più di un anno fa, ma la prima scena che mi viene in mente ripensando a quella del film che ho appena visto è quella in cui dio prende a cinghiate sua figlia rea di essere entrata senza permesso nel suo studio e poi la accusa di "averlo ridotto così", che insomma è colpa sua se suo padre è costretto a frustarla. Si può pensare a qualcosa di peggio come genitore ? Beh, mi viene in mente Leopardi ed una scena del film su di lui in cui viene raffigurata la Natura, cioè colei che ci ha creato (perchè ovviamente Leopardi non credeva in dio), come una matrigna che ci mette al mondo, ci riempie di llusioni e poi ci condanna ad una fine indegna, rendendoci inoltre consapevoli di tutto ciò.
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Sarà perchè sono un fan di Giacomo Leopardi e mi ricordo molto bene "Il Giovane Meraviglioso" che ho visto poco più di un anno fa, ma la prima scena che mi viene in mente ripensando a quella del film che ho appena visto è quella in cui dio prende a cinghiate sua figlia rea di essere entrata senza permesso nel suo studio e poi la accusa di "averlo ridotto così", che insomma è colpa sua se suo padre è costretto a frustarla. Si può pensare a qualcosa di peggio come genitore ? Beh, mi viene in mente Leopardi ed una scena del film su di lui in cui viene raffigurata la Natura, cioè colei che ci ha creato (perchè ovviamente Leopardi non credeva in dio), come una matrigna che ci mette al mondo, ci riempie di llusioni e poi ci condanna ad una fine indegna, rendendoci inoltre consapevoli di tutto ciò.
E' vero, si ride, è una commedia, ma dietro ci sono fior di riflessioni..come quella della evidente dissociazione tra padre e figlio: "Il signore dice "ama il prossimo tuo come te stesso"" dice un sacredote a dio ma dio risponde: "mai pensato niente di simile, è stato questo strano figlio snaturato..." indicando il crocefisso che li guarda (stanno in una chiesa).
Non gli do il massimo, non si può considerare un capolavoro, neanche ambisce ad esserlo, ma l'idea "leopardiana" di base è trattata benissimo..e c'è anche qualcosa che richiama Woody Allen e la sua ossessione per l'insopportabilità di una vita governata dal caso, davanti al quale la nostra volontà è del tutto impotente...come quando il killer si mette a prendere di mira le persone e non si sente affatto colpevole per questo perchè se le manca vuol dire che non era la loro ora, se invece le colpisce vuol dire che erano destinati a morire.
Ma del resto un tema del genere si può trattare seriamente con la pretesa di esaurirlo ? Gli unici mezzi a tal fine sono la Fede, con la F maiusocla, e la Religione..ma dietro alla fede ed alla Religione si sono spesso nascoste persone che hanno spedito gli altri ad uccidere..come si vede benissimo all'inizio del film...quante stragi sono state perpetrate al grido di "Per Dio" o "Dio è grande" ? Ci vuole poco a senirsi onnipotenti, autorizzati a tutto se si pensa di essere lo strumento di dio per realizzare la sua volontà nel mondo.
Insomma per me è un ottimo film, senz'altro da vedere, perchè ci fa ridere ma ci fa anche riflettere molto seriamente sulla nostra condizione umana, dicendoci in sostanza, anche esplicitamente, di non aspettarci il paradiso dopo morti ma di viverlo qui ed ora perchè sta su questa terra.
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mrfranktodd
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mercoledì 21 settembre 2016
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la sana parodia della bibbia in tinta franco-belga
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Io e questo film ci siamo conosciuti grazie a mio fratello, che aveva registrato il film tramite Sky On Demand. Definendolo come un "trip", mio fratello mi convinse a guardare il film, anche se non ne sapevo praticamente nulla. Passati i 113 minuti di film, ovviamente, non avevo capito il film al volo. Poi, lo riguardai una seconda volta.
Il film mi ha riservato qualche sorpresa all'inizio per la surrealità del tutto, ma poi ti mette a tuo agio in un mondo completamente delirante in cui gli apostoli sono persone comuni che, una volta saputo la loro data di morte, o smettono di vivere o si godono la vita che resta a loro in modi pressoché assurdi. La trama non è molto difficile da seguire, forse il problema sta nella fluidità della narrazione, che si può comparare a una crocchetta di patate stopposa.
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Io e questo film ci siamo conosciuti grazie a mio fratello, che aveva registrato il film tramite Sky On Demand. Definendolo come un "trip", mio fratello mi convinse a guardare il film, anche se non ne sapevo praticamente nulla. Passati i 113 minuti di film, ovviamente, non avevo capito il film al volo. Poi, lo riguardai una seconda volta.
Il film mi ha riservato qualche sorpresa all'inizio per la surrealità del tutto, ma poi ti mette a tuo agio in un mondo completamente delirante in cui gli apostoli sono persone comuni che, una volta saputo la loro data di morte, o smettono di vivere o si godono la vita che resta a loro in modi pressoché assurdi. La trama non è molto difficile da seguire, forse il problema sta nella fluidità della narrazione, che si può comparare a una crocchetta di patate stopposa. La recitazione è a ottimi livelli, con un doppiaggio che lo adatta bene, ma con all'interno dei doppiatori non troppo azzeccati. Sul piano tecnico non vi è molto da dire, ma è la sceneggiatura il punto di forza dell'intero lungometraggio, una sana parodia della Bibbia con piccoli accorgimenti che, se gli scrittori della Bibbia avessero visto il film secoli fa, avrebbero reso più umano il "testo divino". Tra giochi di emozioni e follia organizzata, tutto quello che ho da dire è solo questo: guardate il film.
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aggiò
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venerdì 21 dicembre 2018
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retro significato
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Ho letto rapidamente tutti i giudizi cercandone almeno uno che abbia rilevato un "retro significato", cioè il parallelismo tra il dio di Bruxelles e quello dell'Antico Testamento. Ma, già, tutti conoscono la Bibbia però pochi l'hanno letta! E quei pochi l'hanno letta col paraocchi della fede.
A me pare che il "retro significato" di questo film sia fortemente critico e antireligioso: 1) il Dio dell'Antico Testamemento è crudele, rabbioso, vendicativo; 2) il Dio del Nuovo Testamento (J.C.) fu buono, misericordioso, amorevole e perciò finì crocifisso; 3) il Dio (o la Dea ovvero Ea) del Nuovo Nuovo Testamento è una bambina pronta a ribellarsi in forza della sua ingenua fede nella bontà e nella giustizia.
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Ho letto rapidamente tutti i giudizi cercandone almeno uno che abbia rilevato un "retro significato", cioè il parallelismo tra il dio di Bruxelles e quello dell'Antico Testamento. Ma, già, tutti conoscono la Bibbia però pochi l'hanno letta! E quei pochi l'hanno letta col paraocchi della fede.
A me pare che il "retro significato" di questo film sia fortemente critico e antireligioso: 1) il Dio dell'Antico Testamemento è crudele, rabbioso, vendicativo; 2) il Dio del Nuovo Testamento (J.C.) fu buono, misericordioso, amorevole e perciò finì crocifisso; 3) il Dio (o la Dea ovvero Ea) del Nuovo Nuovo Testamento è una bambina pronta a ribellarsi in forza della sua ingenua fede nella bontà e nella giustizia. Ea riesce a compiere quella redenzione che J.C. ha tentato, ma senza riuscirci, 2000 nni fa.
Ingenuo ottimismo o eterna illusione?
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fabiofeli
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domenica 29 novembre 2015
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se sappiamo la data della nostra morte
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Un Dio singolare ( Benoit Poelvoorde) vive a Bruxelles, tappato in una casa senza porte sull'esterno, stizzoso e maligno, stretto nella sua vestaglia, con una moglie dolce e silenziosa (Yolande Moreau ) e la figlia Ea (Pill Groyne) che mal sopporta la reclusione e trova conforto solo nei colloqui con la statuina del fratello Gesù. Come un grigio impiegato il Nostro gestisce l'universo dal suo archivio via computer elaborando leggi fisiche che provocano incidenti sgradevoli e apparentemente impossibili. Ma la figlia riesce a mettere mano sul computer e via sms svela alle persone la data della loro morte per togliere uno strumento di potere al padre.
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Un Dio singolare ( Benoit Poelvoorde) vive a Bruxelles, tappato in una casa senza porte sull'esterno, stizzoso e maligno, stretto nella sua vestaglia, con una moglie dolce e silenziosa (Yolande Moreau ) e la figlia Ea (Pill Groyne) che mal sopporta la reclusione e trova conforto solo nei colloqui con la statuina del fratello Gesù. Come un grigio impiegato il Nostro gestisce l'universo dal suo archivio via computer elaborando leggi fisiche che provocano incidenti sgradevoli e apparentemente impossibili. Ma la figlia riesce a mettere mano sul computer e via sms svela alle persone la data della loro morte per togliere uno strumento di potere al padre. Come una moderna Alice nel paese delle meraviglie imbocca un tunnel che parte dal cestello della lavatrice di casa per uscire, finalmente, nel mondo, accanto alle persone che conoscono la data della loro fine e cambiano vita, smettendo inutili antagonismi. Anche Dio, inferocito, scopre il tunnel, ma incappa in divertenti disavventure provocate da imprevisti proprio come lui stesso ha stabilito. Ea recluta altri sei improbabili apostoli per il fratello Gesù, allargando il gruppo ad un numero sufficiente per una squadra di basebal e ponendo le basi per la riscrittura del Nuovo Testamento. E il mondo cambia in barba al Dio maligno ... La chiave surreale della favola apre la porta al divertimento e alla riflessione: non ha senso mantenere inutili puntigli e contrapposizioni, quando è più semplice e gratificante cercare l'amore. Ottime recitazioni dei protagonisti, Poelvoorde e Groyne, con l'aggiunta di Catherine Deneuve in un ruolo autoironico. Come in Toto le hèros del lontano 1991 tornano le belle ed accattivanti canzoni di Charles Trenet a vestire un film divertente da vedere.
Valutazione ***
FabioFeli
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alexlaby
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sabato 12 dicembre 2015
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mi aspettavo di più
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Il film ha il difetto di non essere adatto né per gli adulti (pur avendo in sé contenuti amari), né per i bambini (pur avendo in sé momenti comici e trovate scenografiche da cartoon). Scene di sesso (anche se non mostrato) che non sono adatte ai bambini, e idee poco solide che non vanno bene per gli adulti (i 6 apostoli che riscrivono il testamento con storie di ordinaria disperazione, poco significative rispetto a situazioni contemporaneee più serie, ma che in realtà servono solo per fare arrivare a 18 il numero totale di apostoli e 'attivare' la signora...). Buona l'interpretazione degli attori e in particolare quella di "Dio", che purtroppo si è visto in azione meno del giusto, visto che il titolo lascia pensare a Dio come protagonista assoluto e non come sfondo, come invece è stato per i tre quarti della pellicola.
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Il film ha il difetto di non essere adatto né per gli adulti (pur avendo in sé contenuti amari), né per i bambini (pur avendo in sé momenti comici e trovate scenografiche da cartoon). Scene di sesso (anche se non mostrato) che non sono adatte ai bambini, e idee poco solide che non vanno bene per gli adulti (i 6 apostoli che riscrivono il testamento con storie di ordinaria disperazione, poco significative rispetto a situazioni contemporaneee più serie, ma che in realtà servono solo per fare arrivare a 18 il numero totale di apostoli e 'attivare' la signora...). Buona l'interpretazione degli attori e in particolare quella di "Dio", che purtroppo si è visto in azione meno del giusto, visto che il titolo lascia pensare a Dio come protagonista assoluto e non come sfondo, come invece è stato per i tre quarti della pellicola.
Consiglio la visione per la recitazione degli attori, ma non ci si aspetti un film molto consistente, molto divertente o molto commuovente.
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aldot
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lunedì 28 dicembre 2015
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poesia allo stato puro
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Un film davvero poetico nel modo in cui il regista ha saputo mettere in scena le piccolezze della nostra quotidianità, del nostro piccolo io. Il tema della morte viene assunto come pretesto per una profonda riflessione sulla nostra responsabilità nel dare senso ad ogni attimo della nostra vita. Le finestre oniriche che il regista apre con sapiente ironia portano lo spettatore sempre ad un passo più in là della cruda realtà dando un messaggio di speranza anche nelle situazioni peggiori. E infine il messaggio semplice ma fondamentale in quest'epoca : la bellezza e la pace che le donne saprebbero portare al mondo solo se trovassero maggior respiro tra gli spazi della prepotenza maschile.
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uomoqualunque
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venerdì 1 gennaio 2016
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creerò un sogno per te
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Non è facile fare "commedie" cinematografiche e di buona qualità, questa è una di quelle, divertente , ironico, le domande sono quelle di sempre come i temi trattati, pone e trova risposte, chi siamo, il destino, cosa vogliamo e perchè, dove andiamo, il libero arbitrio, o forse no, e soprattutto abbiamo sufficiente benzina per farlo, con il giusto umorismo e ironia, buoni gli attori e anche la colonna sonora. Esiste un Dio? Probabilmente si; è lui che scrive la storia? La nostra storia? Il film si presta a ogni considerazione, bella , buona, giusta , sbagliata, in ogni caso sempre divertente, cosa vogliamo e cosa desideriamo, forse c'è bisogno di aiuto, e cosa è meglio di qualcuno che può crearmi un sogno? Ogni persona e contesto nella sua descrizione è uno spunto di riflessione, la riscrizone di un nuovo testamento, la scelta di nuovi apostoli, e per tradursi poi in una semplicità che non è per niente semplicistica, perchè è questa la realtà: una pista di ghiaccio dove chiunque prima o poi finisce a gambe all'aria, e il senso diventa il non senso che a sua volta è buon senso: avere il coraggio di scegliere e poter scegliere.
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gabriella
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sabato 2 luglio 2016
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dalla parte dell'uomo
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La religione ha inventato la paura di Dio per meglio dominare le persone e mantenere posizioni di potere acquisite. Si forma allora l'immagine di un Dio nemico del piacere, avversario della vita, come quello descritto nel film di Jaco Van Darmel, interpretato da un magnifico Benoît Poelvoorde, asserragliato nel suo studio/bunker con il suo computer a creare regole dispettose con l’unico scopo di rendere impossibile la vita al genere umano. Un Dio in vestaglia e ciabatte, ubriacone e scurrile, con una moglie dolce e sottomessa della quale non si cura affatto , anzi, la ignora e mal sopporta la figlia undicenne Ea ,dal temperamento ribelle. Sarà infatti Ea, che stanca dei continui soprusi del padre, decide di sabotarne il computer e invia all’intera umanitài la data della loro morte e fugge di casa dall’obloo della lavatrice per conoscere da vicino gli uomini ( così come aveva fatto prima di lei il fratello, Gesù), intenzionata a scrivere il Nuovissimo testamento e aggiungere altre sei persone ai dodici apostoli, in una Bruxelles grigia e incolore, Ea conosce ben presto chi intende aggiungere agli apostoli, personaggi strani, alcuni assai discutibili ( del resto anche molti santi prima di diventarlo hanno avuto una vita non certo edificante), ma solo perché hanno perso la loro musica interiore, basta solo ritrovarla e il mondo, la vita cambiano colore.
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La religione ha inventato la paura di Dio per meglio dominare le persone e mantenere posizioni di potere acquisite. Si forma allora l'immagine di un Dio nemico del piacere, avversario della vita, come quello descritto nel film di Jaco Van Darmel, interpretato da un magnifico Benoît Poelvoorde, asserragliato nel suo studio/bunker con il suo computer a creare regole dispettose con l’unico scopo di rendere impossibile la vita al genere umano. Un Dio in vestaglia e ciabatte, ubriacone e scurrile, con una moglie dolce e sottomessa della quale non si cura affatto , anzi, la ignora e mal sopporta la figlia undicenne Ea ,dal temperamento ribelle. Sarà infatti Ea, che stanca dei continui soprusi del padre, decide di sabotarne il computer e invia all’intera umanitài la data della loro morte e fugge di casa dall’obloo della lavatrice per conoscere da vicino gli uomini ( così come aveva fatto prima di lei il fratello, Gesù), intenzionata a scrivere il Nuovissimo testamento e aggiungere altre sei persone ai dodici apostoli, in una Bruxelles grigia e incolore, Ea conosce ben presto chi intende aggiungere agli apostoli, personaggi strani, alcuni assai discutibili ( del resto anche molti santi prima di diventarlo hanno avuto una vita non certo edificante), ma solo perché hanno perso la loro musica interiore, basta solo ritrovarla e il mondo, la vita cambiano colore. Il cuontdown , la scadenza scritta di una vita, mette in moto un’energia nuova e la ricerca della felicità diventa l’elemento fondamentale, basta affanni e preoccupazioni, l’unica preoccupazione è vivere al meglio ogni giorno , appropriandosi della capacità di scelta, riscrivere con consapevolezza il proprio esistere, senza negarsi le gioie , anzi, cercarle sempre. Non come la religione ha sempre fatto passare che il viatico per la salvezza sia la rinuncia, il sacrificio, la sofferenza e l’umiliazione, costringendo l’uomo a negarsi il piacere e seguire uno stile di vita castrante e incapace di sognare. La scelta di scandagliare un cuore di tenebra ed esplorare territori di infinite dimensioni per scoprire che le cose più banali che appartengono alla quotidianità possono essere le più interessanti, l’interiorità dell’uomo si ricostruisce quando è liberato dalle convenzioni e dalle paure.
E’ interessante, divertente, fa riflettere il lavoro del regista belga che si muove nel surreale , ai confini tra realtà e irrealtà, tra etica e utopia, quesiti rappresentati da Magritte nelle sue opere ( anche lui belga), è ironico, dissacrante ma non blasfemo, divertente e poetico.
Pensando poi alla scena finale, quando la moglie di Dio, al computer sprigiona colori pastello che si diffondono nel cielo, con la semplicità e l’ingenuità di chi non è avvezza all’uso delle macchine, a meno che non sia l’aspirapolvere, ecco allora che quei colori non ci appaiono più così banali e insulsi, ma acquistano un significato di cui si sente fortermente il bisogno, di questi tempi, di una serenità perduta che vuole timidamente uscire.
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jethro
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mercoledì 6 luglio 2016
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emozioni alla jaco
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Ho ritrovato in questo film la dolcezza surreale di Toto le heros. Una favola onirica ed emozionale in cui ciascuno può cogliere aspetti differenti e persolnalmente congeniali.
Anche alla luce degli ultimi atroci eventi internazionali, l'ho letta come un invito a godere della bellezza e della leggerezza della vita, a pensare con la propria testa e a non temere di seguire le proprie emozioni anche a costo di andare contro a convenzioni ed abitudini consolidate, Non serve procurare e procurarsi dolore, mettere vincoli o creare cassurde costrizioni, perchè purtroppo è la vita stessa (destinata inevitabilmente ad avere un termine) che può essere feroce.
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Ho ritrovato in questo film la dolcezza surreale di Toto le heros. Una favola onirica ed emozionale in cui ciascuno può cogliere aspetti differenti e persolnalmente congeniali.
Anche alla luce degli ultimi atroci eventi internazionali, l'ho letta come un invito a godere della bellezza e della leggerezza della vita, a pensare con la propria testa e a non temere di seguire le proprie emozioni anche a costo di andare contro a convenzioni ed abitudini consolidate, Non serve procurare e procurarsi dolore, mettere vincoli o creare cassurde costrizioni, perchè purtroppo è la vita stessa (destinata inevitabilmente ad avere un termine) che può essere feroce. Un gran bel film.
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