asti72
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venerdì 4 settembre 2015
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una noia mortale
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Si spengono le luci e dopo pochi secondi ho già capito come si svolgerà il film. Mentre mi chiedo il perché in Italia ne escano ancora di simili, mi sforzo di resistere alla noia tenendo gli occhi aperti. Sono entrato in sala incuriosito dal fatto che sia Asti, la mia città, il luogo in cui si svolge la storia ma mi rendo conto che il "posto bellissimo" citato nel titolo non è lei ma un luogo idealizzato, dove andare, forse, un giorno.
Sinceramente sono stanco di film in cui tutti parlano con un tono sommesso, senza un sorriso, dove i silenzi, però, ahimè, sono più efficaci di dialoghi triti, consumati, banali. C'era bisogno di fare un film del genere? Non ne abbiamo già visti abbastanza?
La famigliola, in uno sprazzo iniziale di vitalità, decide di trascorrere una mezz'ora al fiume; il padre e il ragazzino vanno in acqua e mi immagino una bella tragedia, tanto per iniziare, invece no: un ladruncolo nascosto fra le canne soffia i pantaloni all'uomo sotto gli occhi distratti della moglie.
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Si spengono le luci e dopo pochi secondi ho già capito come si svolgerà il film. Mentre mi chiedo il perché in Italia ne escano ancora di simili, mi sforzo di resistere alla noia tenendo gli occhi aperti. Sono entrato in sala incuriosito dal fatto che sia Asti, la mia città, il luogo in cui si svolge la storia ma mi rendo conto che il "posto bellissimo" citato nel titolo non è lei ma un luogo idealizzato, dove andare, forse, un giorno.
Sinceramente sono stanco di film in cui tutti parlano con un tono sommesso, senza un sorriso, dove i silenzi, però, ahimè, sono più efficaci di dialoghi triti, consumati, banali. C'era bisogno di fare un film del genere? Non ne abbiamo già visti abbastanza?
La famigliola, in uno sprazzo iniziale di vitalità, decide di trascorrere una mezz'ora al fiume; il padre e il ragazzino vanno in acqua e mi immagino una bella tragedia, tanto per iniziare, invece no: un ladruncolo nascosto fra le canne soffia i pantaloni all'uomo sotto gli occhi distratti della moglie. Fortuna che, pur guidando lui, le chiavi dell'auto non erano rimaste in tasca, così come accade invece per il prezioso orologio. Casualmente, pochi giorni dopo, la protagonista si accorge che il tunisino che vende fazzoletti davanti al suo negozio indossa proprio i pantaloni del marito: lo aggredisce e lui acconsente affinché lei lo segua in periferia, mentre sta per imbrunire, a recuperare il prezioso. Surreale! Lui fugge e lei, smarrita, vaga senza meta lungo la strada fuori città trafficata e viene recuperata dal marito che, in fondo, non si preoccupa poi molto di questa stranezza. Altro guizzo di entusiasmo: la donna decide di iscriversi a scola guida: qui fa amicizia con una diciottenne che la porta sulla via della perdizione: una serata in discoteca dalla quale, naturalmente, esce ubriaca e stravolta. Ma ecco che l'angelo tunisino ricompare e la riaccompagna a casa. Il favore verrà restituito il giorno in cui sarà lui ad avere bisogno, causa un raffreddore. Insomma, mi fermo qui altrimenti mi addormento di nuovo. Capisco che si voglia raccontare una quotidianità, fatta di avvenimenti normali, ma qui c'è proprio il nulla cosmico. Anzi, magari, nemmeno quello. Direi che il mio titolo è più che eloquente.
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marianu
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venerdì 4 settembre 2015
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lento ma da seguire attentamente
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siamo andate in 5 amiche mercoledì scorso a vedere questo film ...è piaciuto a tutte. In particolare il film mostra dei momenti di vita della protagonista che sembrano slegati da altri e solo alla fine lo spettatore riesce a ricomporre il puzzle con creatività e partecipazione.
E' lento perchè a mio avviso le trasformazioni dei nostri sentimenti sono così...lei da donna affettuosa e innamorata del marito alla fine del film si ritrova ad aver operato una scelta di divisione dallo stesso. I tempi erano giusti io sono rimasta incollata al film fino in fondo e lo ho apprezzato .
Sì sicuramente non comune per chi è abituato ai mordi e fuggi.
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flyanto
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lunedì 31 agosto 2015
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la lenta trasformazione di una donna fortemente in
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La regista Giorgia Cecere ritorna per la seconda volta a collaborare con l'attrice Isabella Ragonese nella sua ultima opera "In un Posto bellissimo" e ,come nel precedente "Il Primo Incarico", il connubio tra le due si
rivela nuovamente positivo.
Isabella Ragonese interpreta una giovane donna borghese, sposata e con un figlio adolescente, la quale vive un periodo di profonda crisi interiore in quanto ancora fortemente legata al ricordo di un grave lutto familiare avvenuto anni prima ed ora anche col sospetto (poi confermato) che il marito l'abbia tradita con un'avvenente collega dell'ufficio. In questo stato di malessere nonchè di apatia fortemente prolungata trascorre le sue giornate, trovando come unici diversivi il rapporto fatto di brevi dialoghi con un giovane magrebino che vende oggetti davanti al proprio negozio di fiori e la frequentazione con l'insegnate ed un' allieva nel corso delle lezioni di guida al fine di prendere una patente da lei sempre rimandata.
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La regista Giorgia Cecere ritorna per la seconda volta a collaborare con l'attrice Isabella Ragonese nella sua ultima opera "In un Posto bellissimo" e ,come nel precedente "Il Primo Incarico", il connubio tra le due si
rivela nuovamente positivo.
Isabella Ragonese interpreta una giovane donna borghese, sposata e con un figlio adolescente, la quale vive un periodo di profonda crisi interiore in quanto ancora fortemente legata al ricordo di un grave lutto familiare avvenuto anni prima ed ora anche col sospetto (poi confermato) che il marito l'abbia tradita con un'avvenente collega dell'ufficio. In questo stato di malessere nonchè di apatia fortemente prolungata trascorre le sue giornate, trovando come unici diversivi il rapporto fatto di brevi dialoghi con un giovane magrebino che vende oggetti davanti al proprio negozio di fiori e la frequentazione con l'insegnate ed un' allieva nel corso delle lezioni di guida al fine di prendere una patente da lei sempre rimandata. Riuscirà alla fine, dopo un lungo periodo di immobilismo a riprendere in mano la propria vita, decidendo così di separarsi dal proprio consorte e di vivere in un nuovo appartamento col figlio verso una nuova vita.
Come ne "Il Primo incarico" Giorgia Cecere presenta anche "In un Posto Bellissimo", ma ambientato nell'epoca contemporanea, un altro ritratto di donna e del suo evolversi: infatti, all'inizio, in entrambe le pellicole la protagonista appare sempre un poco sicura, titubante e quasi timorosa ad agire (sebbene per motivazioni e situazioni differenti) ma poi ella riesce finalmente a trovare la forza a ribellarsi a tutto ciò ed a "rinascere" come essere nuovo, atto ad affrontare una migliore esistenza. E non poteva che non essere Isabella Ragonese ad impersonare in maniera altamente efficace un ruolo così complesso di donna in crisi e nel corso della propria evoluzione, riuscendo ad esprimere al meglio i differenti stati d'animo e la trasformazione in atto e poi raggiunta. A fianco a lei si devono anche elogiare gli altri attori scelti con dovizia dalla Cecere: da Alessio Boni nel ruolo del marito, a Paolo Sassanelli in quello dell'insegnante di guida sino a Piera degli Esposti qui, purtroppo, in un piccolo e breve cammeo di una vicina di casa.
Insomma, un film profondamente intimistico, pertanto di nicchia, consigliabile solo a chi ama tale
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rinogaetanoforever
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sabato 5 settembre 2015
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la voce degli occhi in un mondo cieco
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Giorgia Cecere ci riprova dopo 5 anni.Dopo il bell'esordio de "Il primo incarico",eccola con la sua seconda opera, non meno intensa e significativa.La sua cifra stilistica è facilmente riconoscibile dall'essere dolce messaggio di ciò che lei stessa sente,e che arriva dritto nell'animo di chi osserva,non guarda, ma osserva attentamente gli occhi e i sorrisi,seppur accennati,di una bravissima Isabella Ragonese.
Qua e là si dilunga in scene d'amore forse non indispensabili,ma la forte e testarda voglia di un contatto umano,che disperatamente cerca Lucia,non è altro che la nostra ricerca interiore, che dovremmo tutti fare,per chiederci,quale sia davvero il nostro obiettivo in una vita stritolata da becero consumismo.
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Giorgia Cecere ci riprova dopo 5 anni.Dopo il bell'esordio de "Il primo incarico",eccola con la sua seconda opera, non meno intensa e significativa.La sua cifra stilistica è facilmente riconoscibile dall'essere dolce messaggio di ciò che lei stessa sente,e che arriva dritto nell'animo di chi osserva,non guarda, ma osserva attentamente gli occhi e i sorrisi,seppur accennati,di una bravissima Isabella Ragonese.
Qua e là si dilunga in scene d'amore forse non indispensabili,ma la forte e testarda voglia di un contatto umano,che disperatamente cerca Lucia,non è altro che la nostra ricerca interiore, che dovremmo tutti fare,per chiederci,quale sia davvero il nostro obiettivo in una vita stritolata da becero consumismo.Il cuore ,emozionato ringrazia,l'anima chiede a Giorgia a grande richiesta la sua terza opera.
Vietata la visione a tutti coloro che cercano sentimentalismi,sensazionalisrici stile hollywood e Cinecittà .
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dorbusc
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venerdì 28 agosto 2015
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sensibilità e delicatezza - inaspettata sorpresa
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Ieri sera ero a cena con una mia amica: e dopo che facciamo? Cinema dai, è tanto che non ci andiamo.
Esclusi i Minions ci aspettavamo che, data la stagione, le uscite del giorno non fossero un granchè. Guardiamo le programmazioni e ci salta all'occhio "In un posto bellissimo": titolo positivo, dal gusto piacevole e un pò sdolcinato, decidiamo per questo.
Entriamo in sala, comincia il film e le immagini, i dialoghi, i momenti di riflessione, scivolano via fino al finale con una naturalezza e sensibilità che quasi disarmano. I chiassosi silenzi della protagonista sono resi con grande poesia da Isabella Ragonese affiancata di un bravissimo Alessio Boni.
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Ieri sera ero a cena con una mia amica: e dopo che facciamo? Cinema dai, è tanto che non ci andiamo.
Esclusi i Minions ci aspettavamo che, data la stagione, le uscite del giorno non fossero un granchè. Guardiamo le programmazioni e ci salta all'occhio "In un posto bellissimo": titolo positivo, dal gusto piacevole e un pò sdolcinato, decidiamo per questo.
Entriamo in sala, comincia il film e le immagini, i dialoghi, i momenti di riflessione, scivolano via fino al finale con una naturalezza e sensibilità che quasi disarmano. I chiassosi silenzi della protagonista sono resi con grande poesia da Isabella Ragonese affiancata di un bravissimo Alessio Boni. Usciamo davvero colpite dalla inaspettata sorpresa di aver casualmente azzeccato un film intelligente quanto delicato e scopriamo che la regista era la stessa di "Il primo incarico" che ci era tanto piaciuto. Da vedere, assolutamente!
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