|
martedì 27 aprile 2021
|
imprevedibilità
|
|
|
|
Molto d’accordo. Sono sposata da quaranta anni ed esistono due situazioni: la prima è quella della quotidianità che può apparire tranquilla e comoda ad entrambi; la seconda è quella dell’imprevisto che accade quando non te lo aspetti e in quel caso mi sono accorta dell’imprevedibilità del consorte.A volte si sta insieme solo per dormire in un letto tranquillo .....mah
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
emanuele1968
|
domenica 7 ottobre 2018
|
bellino
|
|
|
|
Bello, però personalmente sono stato un pò deluso, penso che il film doveva finire con la donna che si perdeva nella nebbia, cosicché ognuno ne dava una libera conclusione sulla vita, sui nostri progetti, ed altro, peccato. ( voto 2,5 )
|
|
[+] lascia un commento a emanuele1968 »
[ - ] lascia un commento a emanuele1968 »
|
|
d'accordo? |
|
etabeta
|
martedì 5 settembre 2017
|
una purga
|
|
|
|
Visto solo per mezz'ora.. un gran lassativo
|
|
[+] lascia un commento a etabeta »
[ - ] lascia un commento a etabeta »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
lunedì 7 novembre 2016
|
delusione
|
|
|
|
Film imbarazzante, a tratti inguardabile, il cinema svedese sarà lento, per carità ma questo è peggio. Da una piccola idea ne viene tirato fuori un polpettone senza capo ne coda, senza ritmo, mal recitato. Inquadrature mediocri, musica, se così si può definire, insopportabile per come viene utilizzata. Insomma, non mi è piaciuto per niente e trovo un poco azzardato accostarlo a un capolavoro come "Scene di un matrimonio" . Qui, del cinema svedese, c'è solo la noia che non porta da nessuna parte.
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
g_andrini
|
domenica 18 settembre 2016
|
buona commedia amara
|
|
|
|
La fotografia è ottima, le Alexa si esprimono al meglio. Il film è una parodia sulla vita di una coppia di compagni di vita. E' di fondo serio, è vero, però è profondamente retorico. Comunica che alla fine è la donna a comandare...
|
|
[+] lascia un commento a g_andrini »
[ - ] lascia un commento a g_andrini »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
domenica 12 giugno 2016
|
una metaforica valanga
|
|
|
|
Una famiglia si trova in villeggiatura in una località montana. Un giorno una valanga minaccia di travolgere il luogo in cui si trovano e il marito fugge da solo davanti all'incedere della valanga. Questo episodio darà una stura alle tensioni latenti della coppia.
Particolarissimo ma ottimo il film di Ostlund che parte da un evento che si rivela quasi tragicomico ma che con la forza di una valanga finisce per travolgere la vita di quella che pareva una tranquilla famiglia in vacanza. Il film presenterà una serie di personaggi particolari e di riflessioni tutt'altro che banali a ulteriore testimonianza del fatto che il cinema scandinavo è più vivo che mai e non vive di soli thriller.
[+]
Una famiglia si trova in villeggiatura in una località montana. Un giorno una valanga minaccia di travolgere il luogo in cui si trovano e il marito fugge da solo davanti all'incedere della valanga. Questo episodio darà una stura alle tensioni latenti della coppia.
Particolarissimo ma ottimo il film di Ostlund che parte da un evento che si rivela quasi tragicomico ma che con la forza di una valanga finisce per travolgere la vita di quella che pareva una tranquilla famiglia in vacanza. Il film presenterà una serie di personaggi particolari e di riflessioni tutt'altro che banali a ulteriore testimonianza del fatto che il cinema scandinavo è più vivo che mai e non vive di soli thriller.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
dario
|
mercoledì 2 dicembre 2015
|
fastidioso
|
|
|
|
Siamo di fronte a un'operazione fasulla, stiracchiata all'inverosimile, con un fondo di orribile presunzione. Il programma, assai complesso, viene banalizzato tramite carichi intellettuali che il regista non sa assolutamente maneggiare. Così non mancano scene madri e ripetizioni esangui di situazioni che non vengono seriamente affrontate, grazie a un sussiego speculativo eternamente in fieri. Film lento, involuto, con sciocchezze a profusione, tesi d'accatto, presenze inutili (i soliti bambini, qui insopportabili al massimo, molesti), dialoghi da oratorio, frasi fatte condite da una recitazione spaventosamente povera. Una cosa new age al peggio.Quasi vergognoso.
|
|
[+] lascia un commento a dario »
[ - ] lascia un commento a dario »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
martedì 1 dicembre 2015
|
ogni maschilista e ogni femminista
|
|
|
|
ogni maschilista e ogni femminista e anche quelli che si credono fuori dovrebbero vederlo - un'analisi implacabile del caos in cui siamo e della natura implacabile di cui siamo fatti ... con un velo di pietà - che dire .. film perfetto -
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
nerone bianchi
|
giovedì 29 ottobre 2015
|
il quarto stato
|
|
|
|
Colpiscono in questo film i lunghi silenzi, i rumori degli ambienti, la musica centellinata e messa con perizia da orafo, le lunghe inquadrature fisse, colpisce in sintesi la personalità di chi ha girato “The Turist”, la sua poetica, il suo universo. Apparentemente la vicenda è molto rivolta all'esterno, con belle immagini del villaggio alpino dove tutto accade, in realtà siamo di fronte ad un progetto completamente interiorizzato, ad ambienti mentali, a stanze da dove si esce ed entra accompagnati da silenzi, nebbie, cieli stellati, botti nella notte.
[+]
Colpiscono in questo film i lunghi silenzi, i rumori degli ambienti, la musica centellinata e messa con perizia da orafo, le lunghe inquadrature fisse, colpisce in sintesi la personalità di chi ha girato “The Turist”, la sua poetica, il suo universo. Apparentemente la vicenda è molto rivolta all'esterno, con belle immagini del villaggio alpino dove tutto accade, in realtà siamo di fronte ad un progetto completamente interiorizzato, ad ambienti mentali, a stanze da dove si esce ed entra accompagnati da silenzi, nebbie, cieli stellati, botti nella notte. Il racconto dell'allegra famiglia in vacanza si frantuma già dalle prime inquadrature, per lasciar spazio alle inquietudini che la vita di coppia porta inevitabilmente con se. Gli equilibri scricchiolano e man mano cedono, come le valanghe controllate nei campi da sci, il continuo passaggio serale dei grandi mezzi cingolati sulle piste somiglia a quei pensieri che puntuali attraversano le nostre menti quotidianamente. Ho letto che è un cinema dell'assurdo e se il parallelismo si riferisce al teatro non c'è che da essere daccordo, ironia, divertimento e visione abbondano. Splendide le sequenze del lavaggio serale dei denti, delle funivie e di mille altri particolari che l'opera elargisce con generosità. Deludende, almeno dal mio punto di vista, il finale, dove non si capisce come mai, una volta scesi dalla corriera, tutti, tranne i bambini, non abbiano addosso una giacca e intraprendano un viaggio a piedi con magliettine primaverili. Splendida l'immagine finale di questo quarto stato che cammina.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nerone bianchi »
[ - ] lascia un commento a nerone bianchi »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
martedì 27 ottobre 2015
|
promuove la libera interpretazione
|
|
|
|
Un film che sapientemente lascia intendere ad ognuno ciò che vuole intendere e si trasforma sotto l'occhio della spettatore. Apparentemente il marito si redime nella scena del soccorso alla moglie sulla pista ma nell'invisibilità del paesaggio si celano motivazioni non dichiarate. Lei sembra aver perso gli sci, ma di certo non si è fatta male, perchè altrimenti non si volterebbe e tornerebbe, in salita, a cercare gli sci stornando la sua attenzione, di nuovo, dalla famigliola riunita.
E la stessa ambiguità la si ritrova nella scena finale, dove lei potrebbe essere vista sia come una maniaca malata d'ansia, sia nuovamente come colei che prende in mano la situazione richiando il tutto per tutto anche il ludibrio pur di salvare i figli indifesi (dal padre).
[+]
Un film che sapientemente lascia intendere ad ognuno ciò che vuole intendere e si trasforma sotto l'occhio della spettatore. Apparentemente il marito si redime nella scena del soccorso alla moglie sulla pista ma nell'invisibilità del paesaggio si celano motivazioni non dichiarate. Lei sembra aver perso gli sci, ma di certo non si è fatta male, perchè altrimenti non si volterebbe e tornerebbe, in salita, a cercare gli sci stornando la sua attenzione, di nuovo, dalla famigliola riunita.
E la stessa ambiguità la si ritrova nella scena finale, dove lei potrebbe essere vista sia come una maniaca malata d'ansia, sia nuovamente come colei che prende in mano la situazione richiando il tutto per tutto anche il ludibrio pur di salvare i figli indifesi (dal padre)...
L'apparenza (della ri-unione e guarigione dallo shock e dallo smembramento) non regge, e si frantuma ad una lettura più stratificata dei segnali simbolici che parlano di una alienazione profonda.
La stessa alienazione che proviamo di fronte alla natura quando improvvisamente ci "tradisce" travolgendoci nella sua furia selvaggia?
Di certo, al di sopra dei rapporti umani segnati da una connaturata fragilità sembra ergersi la forza e la maestosità della montagna, osservatrice imperitura delle contrastanti vicende umane.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
|