lucaguar
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martedì 31 dicembre 2024
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il solito venerando e terribile lars
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Premessa: ho visto Nymphomaniac Vol. 1 esattamente dieci anni fa, il che fa specie se si considera invece che questa è un’opera che va considerata nella sua unità, e che è stata divisa solo per motivi contingenti (si temeva per la mastodontica lunghezza del film).
Allora il mio giudizio sulla prima parte fu entusiasta, (ma anche criticato su questo sito): ciò che mi ha spinto a guardare questo film dopo tutti questi anni è stata anzitutto una motivazione personale: desideravo vedere che effetto mi avrebbe fatto ritornare a quest’opera dopo così tanto tempo, mi chiedevo se l’avrei visto e giudicato con occhi diversi, se dopo dieci anni fosse cambiato qualcosa in me rispetto allo sguardo inevitabilmente ingenuo dei vent’anni: questo film è stato anche per me una sorta di esplorazione, di esperimento interiore, come per Lars Von Trier del resto.
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Premessa: ho visto Nymphomaniac Vol. 1 esattamente dieci anni fa, il che fa specie se si considera invece che questa è un’opera che va considerata nella sua unità, e che è stata divisa solo per motivi contingenti (si temeva per la mastodontica lunghezza del film).
Allora il mio giudizio sulla prima parte fu entusiasta, (ma anche criticato su questo sito): ciò che mi ha spinto a guardare questo film dopo tutti questi anni è stata anzitutto una motivazione personale: desideravo vedere che effetto mi avrebbe fatto ritornare a quest’opera dopo così tanto tempo, mi chiedevo se l’avrei visto e giudicato con occhi diversi, se dopo dieci anni fosse cambiato qualcosa in me rispetto allo sguardo inevitabilmente ingenuo dei vent’anni: questo film è stato anche per me una sorta di esplorazione, di esperimento interiore, come per Lars Von Trier del resto.
Ciò che è rimasto rispetto al Vol. 1 è la complessità dell’opera, e il tema principale: la malattia psichica, perché di questo si tratta quando si parla di ninfomania, anche se purtroppo nei manuali questo disturbo è troppo poco trattato, è molto sottovalutato. La principale forza di questo film è appunto la precisione e la profondità psicologica con la quale viene mostrato ogni risvolto della malattia nella protagonista: a livello personale, familiare, culturale, sociale ecc…
Il meccanismo che Von Trier riesce a mettere in campo con grande maestria è proprio l’impossibilità (e qui sì che ho notato una differenza tra il Vol I e questo Vol II) dello spettatore dell’empatizzare con Joe, siamo portati a giudicare riprovevole dal punto di vista morale quasi tutto ciò che fa la ragazza, dall’abbandono del ragazzo che la ama all’abbandono del figlio, dal lavoro disonesto che svolge al comportamento che ha in terapia ecc... E’ il tipico errore che si compie nei confronti di queste persone, si tende a giudicare con la razionalità e la moralità qualcosa che non contempla più il dispositivo razionale e sentimentale, che lo manda fuori giri e Von Trier sembra coglierci sul fatto, sembra proprio volere tale reazione da chi guarda.
Nymphomaniac è un ritratto duro, aspro e a tratti sconcertante su come una malattia, di cui appunto si parla troppo poco, possa distruggere la vita di una persona a tutti i livelli e che mostra molto bene come possa essere difficile ed irta di ostacoli la strada che porta alla guarigione, di come il confine tra ciò che custodisce il sacro mistero della vita (appunto il sesso, ma analogo discorso si potrebbe fare del cibo con la bulimia o l’anoressia ecc) possa tramutarsi in una fonte di distruzione, di morte, di malattia.
Non molto originale ma altrettanto interessante è poi il tema tipicamente freudiano (Disagio della civiltà) delle pulsioni dell’individuo represse dalla società e sublimate nella cultura (rappresentata dal super-io Seligman) che costringe l’uomo entro i confini di una vita che non tiene conto della forza della libido, di quell’impulso irrazionale (o pre-razionale) che è assieme eros e thanatos, amore, vita e anche morte, che è represso e che però, rimosso, ritorna sempre, come dimostra la scena finale in cui il vecchio professore, che si dichiarava asessuale, vuole avere un rapporto con Joe, che pensava di avere trovato un amico e di poter iniziare una rinascita e un percorso di guarigione. Joe arriva addirittura ad ucciderlo, perché non c’è nulla più della violazione dell’innocenza ritrovata a fare dell’essere umano un ente violento e spietato, è il ritorno nell’oscurità della perversione dopo che si era palesato un raggio di sole all’alba di una notte terribile.
La recensione sarebbe finita qui e il film meriterebbe cinque stelle forse, ma con Lars von Trier c’è sempre un MA: come praticamente in ogni suo film, purtroppo immancabili anche qui sono le solite cadute nel cattivo gusto, il rasentare la blasfemia, le esagerazioni superflue e autocompiacenti, (spesso condite di alta cultura) che non possono non disturbare (almeno la mia) sensibilità. Non sono le scene di sesso super esplicite, (che già erano presenti in Antichrist ad esempio) a far nascere un senso di disagio, le quali sono invece abbastanza coerenti con la narrazione, ma sono cadute “di stile” come la scena della levitazione durante l’orgasmo che Joe ebbe da bambina e la visione mistica che ne segue ad essere davvero stucchevoli, inutili e difficili da accettare, così come il finale, che oltre ad essere telefonato è anche, questo sì, troppo esplicito, stavolta inutilmente pornografico: molto più efficace era una scena più allusiva, più velata. Si sa, chi conosce Lars von Trier comprenderà cosa intendo dire: il genio del regista c’è ed è innegabile, ma purtroppo la volontà di lasciarsi prendere la mano con elementi come quelli che ho sopra descritto non è sradicabile dal suo genio, vive in simbiosi con esso e questo ne compromette quasi sempre la piena riuscita di opere che sarebbero da incorniciare: ho sempre sperato che queste sue cadute fossero state “risolte” e “curate” ma purtroppo ormai la strada sembra segnata: personalmente lo ritengo un grosso rimpianto della storia del cinema. Peccato.
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steffa
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martedì 23 gennaio 2024
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pastrocchio
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un grande pastrocchio, si salva soltanto la canzone delle sigle finali
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susyf
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martedì 2 agosto 2016
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nymphomaniac volume 2: il racconto continua
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Joe continua il suo racconto, il suo dramma nel non provare più alcun appagamento dal sesso e la ricerca di nuove esperienze che le consentano di raggiungere nuovamente l'orgasmo. Jerome,infatti, la lascia libera nel vivere esperienze sessuali anche con altri uomini e così le vivrà con due uomini di colore, si darà al sesso sadomaso ed inseguito a quello con una donna. Il suo isolamento continua e si acuisce sempre più anche perchè la sua ricerca del piacere la porta all'essere abbandonata dal marito e dal figlio, neanche per lui infatti riesce ad andare oltre questa sua ossessione. Viene umiliata, usata e ferita a causa delle conseguenze della ninfomania ma è completamente schiava di se stessa e pur frequentando un centro di riabilitazione non riesce a liberarsi della sua dipendenza.
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Joe continua il suo racconto, il suo dramma nel non provare più alcun appagamento dal sesso e la ricerca di nuove esperienze che le consentano di raggiungere nuovamente l'orgasmo. Jerome,infatti, la lascia libera nel vivere esperienze sessuali anche con altri uomini e così le vivrà con due uomini di colore, si darà al sesso sadomaso ed inseguito a quello con una donna. Il suo isolamento continua e si acuisce sempre più anche perchè la sua ricerca del piacere la porta all'essere abbandonata dal marito e dal figlio, neanche per lui infatti riesce ad andare oltre questa sua ossessione. Viene umiliata, usata e ferita a causa delle conseguenze della ninfomania ma è completamente schiava di se stessa e pur frequentando un centro di riabilitazione non riesce a liberarsi della sua dipendenza. Seligman la continua ad ascoltare e concluso il racconto riassume la vita di Joe trovando le giustificazioni a tutte le sue azioni e minimizzando i fatti anche più terribili. Joe però si rende conto di quanto tutta la sua vita sia stata all'insegna della solitudine, infelicità ed egoismo e vuole cambiare promette a se stessa e a Seligman che lo farà e che combatterà contro se stessa per farlo e se necessario anche contro gli altri con tutta la forza che ha. Seligman la lascia poi riposare ma poco dopo entra nella sua camera per sperimentare l'esperienza sessuale che mai aveva vissuto prima d'ora. Alla fine del secondo capitolo scopriamo quindi chi è Joe, cosa ha vissuto e chi ha intenzione di diventare ma scopriamo anche Seligman uomo che ha vissuto una vita sui libri che della vita vera sa ben poco e che vede tutto con estrema superficialità e falso intellettualismo non si rende conto della sofferenza provata da Joe, della disperazione sua e di quella di chi le è stato vicino e a sottolinearlo è il fatto che proprio quando Joe vuole cambiare e diventare una persona migliore Seligman pensa soltanto a usarla per provare ''curiosità'' intellettuale. Lars Von Trier dirige un film raffinato, unico e la cui impronta si vede dai dialoghi semplici ma mai banali e da un umorismo molto amaro, ci vuole insegnare l'egoismo del nostro tempo e per farlo utilizza gli emarginati della società quelli di cui nessuno parla per falso pudore e ipocrisia ma che sono vicini a noi più che mai e l'origine del loro male non è nient'altro che da cercare nelle caratteristiche della nostra società. Ma il regista ci fa riflettere anche sull' importanza di analisi delle vicende umane e della vita da una parte troviamo Joe che è guidata solo dall' istinto e dall'altra Seligman solo dalla ragione entrambi però sono dei falliti umanamente a causa di questa loro estrema radicalizzazione nell'affrontare le vicende che li coinvolgono.
Da vedere assolutamente per riflettere e scoprire che in fondo Lars Von Trier è molto più moralizzante di quanto si possa pensare.
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madonna francesca
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sabato 5 dicembre 2015
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this film is not a masterpiece.
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Ho visto sia il volume I sia il volume II e definirli dei capolavori è un reato. La storia è banale e le riprese altrettanto. Apprezzo l'introduzione della musica e delle belle sinfonie, ma questo NON deve essere un pretesto per far passare questo film come assoluto capolavoro.
Attendo il volume II per mia curiosità, non perché mi siano piaciuti i precedenti.
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raysugark
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lunedì 2 novembre 2015
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nymphomaniac volume 2
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Il secondo volume di Nymphomaniac si presenta ancora più cruento e più esplicito rispetto al primo volume. La pellicola rappresenta più in profondità la rabbia e la disperazione di Joe dopo essersi separato da Jerome e da suo figlio. Joe andando da K cerca di riprovare le stesse grandi sensazioni di lussuria, anche se a lei personalmente non gli porta a uscire dalla sua disperazione. Le parti fondamentali della pellicola sono le memorie di suo padre, colui che passeggiava con Joe da bambina attorno a un parco, dove cadono le foglie dagli alberi.
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Il secondo volume di Nymphomaniac si presenta ancora più cruento e più esplicito rispetto al primo volume. La pellicola rappresenta più in profondità la rabbia e la disperazione di Joe dopo essersi separato da Jerome e da suo figlio. Joe andando da K cerca di riprovare le stesse grandi sensazioni di lussuria, anche se a lei personalmente non gli porta a uscire dalla sua disperazione. Le parti fondamentali della pellicola sono le memorie di suo padre, colui che passeggiava con Joe da bambina attorno a un parco, dove cadono le foglie dagli alberi.
Anche se il secondo volume della pellicola è più pesante rispetto al primo volume, sono state tagliate diverse scene per contenuti espliciti come il pezzo stomachevole dell'aborto.
Lars Von Trier è riuscito completare un vero capolavoro in due volumi, sulla profonda riflessione della lussuria e allo stesso tempo sui temi che vanno oltre alla lussuria per farne un paragone.
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cinemalove
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mercoledì 8 aprile 2015
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von trier vol 2
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Si capisce nettamente quanto, più si scorra di capitolo in capitolo, Von Trier metta sullo schermo le sue fantasie abbassando la qualità del film e accentuando la sadicità delle situazioni. Le "depurazioni" a cui si sottopone Joe, l'inclinazione a voler provare ancora di più, sempre di più.. quella sensazione di insoddisfazione che sembrerebbe combattere sul finale, un finale che non ti aspetti. La figura dominante in entrambi i volumi è proprio Seligman, uomo teoligicamente forte, ben lontano dal cedere alle debolezze umane come da lui spiegato. Uomo puro, neutrale, in grado di avere un punto di vista arbitrario. Contarddice con l'azione finale e quindi con la sua morte, la forza psicologica su quella fisica, in pratica Trier annulla il personaggio togliendogli la credibilità guadagnata, anche dalla stessa protagonista.
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Si capisce nettamente quanto, più si scorra di capitolo in capitolo, Von Trier metta sullo schermo le sue fantasie abbassando la qualità del film e accentuando la sadicità delle situazioni. Le "depurazioni" a cui si sottopone Joe, l'inclinazione a voler provare ancora di più, sempre di più.. quella sensazione di insoddisfazione che sembrerebbe combattere sul finale, un finale che non ti aspetti. La figura dominante in entrambi i volumi è proprio Seligman, uomo teoligicamente forte, ben lontano dal cedere alle debolezze umane come da lui spiegato. Uomo puro, neutrale, in grado di avere un punto di vista arbitrario. Contarddice con l'azione finale e quindi con la sua morte, la forza psicologica su quella fisica, in pratica Trier annulla il personaggio togliendogli la credibilità guadagnata, anche dalla stessa protagonista. Una specie di monito, un avviso che nessuno può decidere di non cadere nella debolezza, nell'istinto, ma che è intrinseco in ognuno di noi il passo falso e che prima o poi arriva per tutti. La qualità della pellicola sembra diradarsi con l'aumentare dell'età di Joe e Jerome, metaforicamente parlando voluto o meno, funziona.
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ropiecin2
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lunedì 19 gennaio 2015
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film che vuole scandalizzare.. e ci riesce!
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questo è un film diverso, unico (per fortuna!) che racconta in modo scandaloso le perversioni sessuali di una ninfomane, e ci riesce benissimo!
se l'intento del regista era di far parlare di se, ha raggiunto perfettamente il suo obiettivo, ma questo film può esser tutto tranne che un film piacevole, sensualità e piacere sono completamente assenti, solo squallore e tristezza.
se vogliamo andare più a fondo, sprofondiamo nel nulla, in scene di sesso estremo, che nulla comunicano di costruttivo, che possono andar bene solo per menti bacate e perverse
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kondor17
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sabato 27 dicembre 2014
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il vizio abbruttisce
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Nel complesso 3 stelle per.questo film in due parti di Lars Von Trier, con il quale il regista nordico conclude la trilogia, iniziata con Antichrist e proseguita magistralmente con Melancholia. Film temerario questo, che affonda i denti nella carne della dipendenza, della disperazione fino alla totale autodistruzione. Crudo ed esplicito come pochi nel grande schermo, cerca insistentemente di dare delle risposte - tramite Skaargard - e delle giustificazioni ai singoli i dubbi che, finita la descrizione del fatto, assalgono la penitente. La ninfomania non è una colpa, come non è colpevole il pedofilo che si trattiene dall'importunare (il 95% di loro è così). Non è colpevole chi si masturba e il piacere in sé non è peccato.
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Nel complesso 3 stelle per.questo film in due parti di Lars Von Trier, con il quale il regista nordico conclude la trilogia, iniziata con Antichrist e proseguita magistralmente con Melancholia. Film temerario questo, che affonda i denti nella carne della dipendenza, della disperazione fino alla totale autodistruzione. Crudo ed esplicito come pochi nel grande schermo, cerca insistentemente di dare delle risposte - tramite Skaargard - e delle giustificazioni ai singoli i dubbi che, finita la descrizione del fatto, assalgono la penitente. La ninfomania non è una colpa, come non è colpevole il pedofilo che si trattiene dall'importunare (il 95% di loro è così). Non è colpevole chi si masturba e il piacere in sé non è peccato. Il "desiderare la donna o l'uomo d'altri" non ti manda più all'inferno, se non confessato, e i processi alle.intenzioni, ai pensieri e ai sogni appartengono al medioevo. Ognuno può cadere in fallo ma a ognuno deve essere data la possibilità di redimersi ma L'uomo è fallace la donna è tentatrice. Ľuomo, a parte i pedofili, non viene messo alla pubblica gogna in caso di promiscuità.
Dicevo temerario perché si vede che Lars non ha esperienza di tali pratiche e quindi è un film che a tratti suona falso e stonato, soprattutto eccessivamente moralista. Completamente cannato il finale, secondo me.
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etabeta
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lunedì 10 novembre 2014
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un aborto
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Questo solo sono in grado di poter dire sul vol 2, che a differenza del vol.1 non sono riuscito a vederlo nemmeni tutto
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eva.00
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domenica 31 agosto 2014
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la psicologia di una ninfomane
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Intrigante, crudo ma molto interessante. Interessante come viene esposta la psicologia della protagonista: cinica, dura, quasi inumana. Il suo bisogno sessuale è l'unica cosa che conta, l'unica cosa che la fa vivere e che le dà soddifazione, abbandona persino suo figlio per raggiungere i suoi effimeri piaceri: nonostante questo, lei ne è totalmente consapevole e fiera di essere quella che è. Il film affronta il tema della ninfomania come nessuno aveva fatto prima... Una dipendenza, come la droga, che risucchia radicalmente la vita della donna, riducendola ad essere guidata e motivata solamente dai propri istinti, quasi animaleschi.
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