ilragazzodelcomputer
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lunedì 1 dicembre 2014
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natale sul tevere
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Un film brutto, sconclusionato, caotico e a tratti orticante.
Gli autori di Boris compaiono nei titoli di testa e di coda, ma ci si chiede per tutta la durata del film dove si stiano nascondendo. Invece del telefilm che li ha resi famosi, sembra di assistere a una puntata di Colorado Caffè, con quel tocco di "bella fiction di Raiuno" che conferisce la presenza della Mastronardi.
Gli attori, tutti di grande bravura, qui schiavi di macchiette irreali e senza spessore, sono abbandonati a se stessi e si muovono sullo spazio scenico, come all'interno di una improvvisazione teatrale senza una regia precisa. Una grande delusione.
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camarillo
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martedì 30 dicembre 2014
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se vogliamo che tutto rimanga come è...
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...bisogna che tutto cambi.
La citazione dal Gattopardo mi serve per chiarire l'obiezione alla critica rivolta con più frequenza al film. Si legge infatti della disomogeneità, dell'incoerenza narrativa, della disarmonia che caratterizzerebbero la sceneggiatura; il film sarebbe così interamente scaricato sulle spalle degli attori, più o meno efficaci nella caratterizzazione dei loro personaggi.
Questa lettura però mi pare sottovaluti tre elementi che,viceversa,danno al film un'aggiacciante unità di fondo,che gli eccessi delle caratterizzazioni non cancellano:innanzi tutto gli attori sono impiegati in parti doppie; inoltre, i due episodi culminano nella morte (del cinghiale e del domestico dal nome sostituibile); infine, entrambe le famiglie esprimono la propria identità nel rispetto mostruoso della tradizione (lo spurchiafiletto; il pranzo di Natale).
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...bisogna che tutto cambi.
La citazione dal Gattopardo mi serve per chiarire l'obiezione alla critica rivolta con più frequenza al film. Si legge infatti della disomogeneità, dell'incoerenza narrativa, della disarmonia che caratterizzerebbero la sceneggiatura; il film sarebbe così interamente scaricato sulle spalle degli attori, più o meno efficaci nella caratterizzazione dei loro personaggi.
Questa lettura però mi pare sottovaluti tre elementi che,viceversa,danno al film un'aggiacciante unità di fondo,che gli eccessi delle caratterizzazioni non cancellano:innanzi tutto gli attori sono impiegati in parti doppie; inoltre, i due episodi culminano nella morte (del cinghiale e del domestico dal nome sostituibile); infine, entrambe le famiglie esprimono la propria identità nel rispetto mostruoso della tradizione (lo spurchiafiletto; il pranzo di Natale).
Questi rimandi interni strutturano un discorso unitario, che a me pare tutt'altro che semplicistico: lo sviluppo di questi due gruppi sociali (ma non solo il loro) appare schiacciato sull'ostentazione di sé e delle proprie identità,dei propri consumi,delle proprie case,delle proprie tradizioni. Tutto ciò che è fuori da questo cerchio opprimente è trattato come la manifestazione di un disagio,di una marginalità,tollerata solo in quanto si adegui al contesto, non importa quanto assurdo esso sia: non a caso, senza l'accoglienza dei Colardo Massimo avrebbe trascorso il Natale in Comunità - cioé fuori dal Mondo -, secondo quanto dice il sensibile Mastandrea.
Questa modernizzazione impastata a tradizioni tribali, replicata specularmente, ha sì avvicinato le classi sociali,ma le ha schiacciate su un'autorappresentazione disumana e mostruosa,e lì le ha risolte (e davvero non pare fuori luogo pensare a Non aprite quella porta). E se è facile per i due ragazzi cogliere l'assurdità dell'Altro Mondo,è impossibile vedere quella del proprio,di cui si è parti e artefici: tanto che entrambi (altra corrispondenza) metteranno alla porta l'intruso,anche se è la persona che amano.
La risposta,che a me pare meno banale di quanto a molti è sembrato,non è nel cambiare ciò che appare strutturalmente irriformabile (perché la famiglia è sacra...!),né tanto meno nel rottamare il vecchio per aprire le porte ad un nuovo che,in questi contesti,pare più mostruoso di ciò che lo ha generato (i personaggi di Caterina Guzzanti;Mastandrea fanatico religioso);non rimane che divenire consapevoli di quanto familiari e rassicuranti possano sembrare,a prima vista,i meccanismi che riproducono la morte,e di quanto terribili in realtà siano (Mastandrea ai bambini:"vi va di riflettere un po' sulla morte?"). Non resta che tirare un cazzotto a Babbo Natale e trovare una montagna,dalla cui cima guardare le tenebre sottostanti,finalmente insieme solo alle persone che abbiamo scelto.
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giostra78
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martedì 2 dicembre 2014
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sorprendente!
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Tornano i geniacci di Boris e danno vita ad una commedia dissacrante (è proprio il caso di dirlo) sul Natale e sulle Famiglie italiane i cui tratti caratterizzanti sono portati sapientemente all'eccesso. La presentazione di due famiglie apparentemente agli antipodi, di estrazione sociale contadina l'una e alto-borghese l'altra, ci permette di vedere le profonde somiglianze tra di esse, anche grazie alla scelta teatrale (di grande intuito) di far interpretare agli attori principali due ruoli: Pannofino, Morante, i due Guzzanti, Mastandrea, Giallini And Co si replicano nell'una e nell'altra famiglia in un parallelo che fa esplodere in risate amare e che da conto del grottesco che c'è nel quotidiano e che esplode durante le feste natalizie.
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Tornano i geniacci di Boris e danno vita ad una commedia dissacrante (è proprio il caso di dirlo) sul Natale e sulle Famiglie italiane i cui tratti caratterizzanti sono portati sapientemente all'eccesso. La presentazione di due famiglie apparentemente agli antipodi, di estrazione sociale contadina l'una e alto-borghese l'altra, ci permette di vedere le profonde somiglianze tra di esse, anche grazie alla scelta teatrale (di grande intuito) di far interpretare agli attori principali due ruoli: Pannofino, Morante, i due Guzzanti, Mastandrea, Giallini And Co si replicano nell'una e nell'altra famiglia in un parallelo che fa esplodere in risate amare e che da conto del grottesco che c'è nel quotidiano e che esplode durante le feste natalizie.
Fa da filo conduttore della divertente commedia la giovane storia d'amore di Giulia (una brava Alessandra Mastronardi) e Massimo (un convincente Cattelan agli esordi cinematografici). C'è la faranno a sopravvivere al Natale nelle loro parodistiche famiglie?
Grande cast di attori. Indimenticabili il Mastandrea in versione Tuscia, il Guzzanti/filippino e l'impareggiabile mimica facciale di Pannofino in entrambi i ruoli di capo famiglia. Brilla la Morante e si esprime al meglio Caterina Guzzanti in entrambi le vesti di sorella "psycho". Da vedere attivando tutti i neuroni. Chi si aspetta un cine panettone resterà ferocemente deluso (e menomale..)
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shingotamai
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giovedì 20 luglio 2017
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tre registi e un maggiordomo
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Una commedia alquanto garbata,che non risulta essere la solita "sbobba " natalizia,tuttavia con questo cast di ottimo livello,si poteva fare indubbiamente di più.
Non convince la storia d'amore,non convincono le due famiglie così differenti a livello culturale e non convince Buona parte della sceneggiatura.
Il suicidio non fa ironia,piuttosto è un'idea di pessimo gusto per scatenare il cinismo latente del periodo natalizio.
L'ipocrisia familiare della seconda parte della pellicola è direttamente proporzionale alle cafonissime abitudini della famiglia agreste,dove le esagerazioni superano ampiamente il lecito consentito.
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Una commedia alquanto garbata,che non risulta essere la solita "sbobba " natalizia,tuttavia con questo cast di ottimo livello,si poteva fare indubbiamente di più.
Non convince la storia d'amore,non convincono le due famiglie così differenti a livello culturale e non convince Buona parte della sceneggiatura.
Il suicidio non fa ironia,piuttosto è un'idea di pessimo gusto per scatenare il cinismo latente del periodo natalizio.
L'ipocrisia familiare della seconda parte della pellicola è direttamente proporzionale alle cafonissime abitudini della famiglia agreste,dove le esagerazioni superano ampiamente il lecito consentito.
Tutto molto grottesco ed incline al surreale,laddove la lodevole originalità di fondo,non riesce comunque a regalare il salto di qualità al prodotto finale.
Buone le prove degli attori,che hanno fatto il possibile per salvare il salvabile.
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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una commedia surreale ed esilarante
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Massimo e Giulia sono due ragazzi che si conoscono per caso e, immediatamente, scatta tra loro un colpo di fulmine che li fa innamorare, nonostante non sappiano quasi nulla l’uno dell’altra. La diversità tra i due e, soprattutto, tra le loro famiglie, emergerà solo durante le vacanze natalizie. In occasione delle festività, infatti, Giulia convince Massimo a trascorrere le vacanze con lei e con la sua famiglia e, nonostante qualche iniziale tentennamento, alla fine il ragazzo accetta. Massimo si troverà così a dover passare la vigilia nei boschi del viterbese, in un casale isolato con i Corrado, un gruppo i boscaioli a dir poco stravagante e “primitivo”.
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Massimo e Giulia sono due ragazzi che si conoscono per caso e, immediatamente, scatta tra loro un colpo di fulmine che li fa innamorare, nonostante non sappiano quasi nulla l’uno dell’altra. La diversità tra i due e, soprattutto, tra le loro famiglie, emergerà solo durante le vacanze natalizie. In occasione delle festività, infatti, Giulia convince Massimo a trascorrere le vacanze con lei e con la sua famiglia e, nonostante qualche iniziale tentennamento, alla fine il ragazzo accetta. Massimo si troverà così a dover passare la vigilia nei boschi del viterbese, in un casale isolato con i Corrado, un gruppo i boscaioli a dir poco stravagante e “primitivo”. Da questo momento si susseguiranno una serie di situazioni al limite del possibile, che daranno vita ad un'insospettabile catastrofe dai risvolti tragicomici.
La seconda parte del film è invece ambientata a casa di Massimo, dove i ricchissimi genitori del ragazzo si accingono a consumare il pranzo di Natale. E qui c’è una sorpresa ad attendere il pubblico: ad interpretare i genitori del ragazzo sono gli stessi attori che poco prima hanno interpretato quelli di Giulia!
Ogni maledetto Nataleè una commedia corale firmata dal trio Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo i quali, reduci dal successo di Boris, ritornano al cinema con un film surreale e imprevedibile, portando sul grande schermo un’ironia diversa da quelle a cui siamo tristemente abituati.
La scelta del cast non poteva essere più riuscita. Valerio Mastandrea, Caterina Guzzantie Andrea Sartorettisono irresistibili, così come Laura Morante, che è in grado di donare eleganza e sensualità anche ad una donna come la signora Corrado. Esilarante è anche la performance di Corrado Guzzantiche, trasformato in un povero uomo di provincia, ci regala momenti di pura ilarità, col suo inconfondibile stile grottesco e opportunamente sopra le righe. Apprezzabile è anche l’interpretazione di Alessandra Mastronardi(Giulia) e Alessandro Cattelan(Massimo), soprattutto se si pensa che per Cattelan questo rappresenta l’esordio nel mondo del cinema.
Ogni maledetto Nataleripropone maschere celebri della commedia italiana e abbandona gli stereotipi fatti di subrette belle e stupide e politici affamati di sesso, dimostrando come i film natalizi non debbano necessariamente essere dei cinepanettoni, in cui la comicità spesso è sinonimo di volgarità.
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enzo70
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lunedì 11 aprile 2016
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un interessante esperimento di ciarrapico
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Ogni maledetto Natale è sicuramente un film diverso; anzitutto nella contrapposizione tra il primo e secondo tempo, un modo antitetico di festeggiare il Natale, con gli stessi protagonisti; un esperimento carino e originale di Ciarrapico. Giulia e Massimo si incontrano, si innamorano in prossimità del Natale; e Massimo non riesce ad evitare l’invito a casa di Giulia, in una famiglia incredibilmente rozza del viterbese; nel secondo tempo è Giulia ad essere ospite di Massimo, e là scopre che il fidanzato è ricchissimo, e si trova a vivere l’incubo delle frustrazioni dei ricchi. Il film colpisce, come detto, per l’originalità dell’impianto del film, gli stessi attori che recitano parti contrapposte sono un interessante esperimento artistico; e l’ottima qualità del cast utilizzato, Pannoffino, Giallini, Guzzanti e Mastrandrea a titolo esemplificativo, migliora il risultato finale.
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Ogni maledetto Natale è sicuramente un film diverso; anzitutto nella contrapposizione tra il primo e secondo tempo, un modo antitetico di festeggiare il Natale, con gli stessi protagonisti; un esperimento carino e originale di Ciarrapico. Giulia e Massimo si incontrano, si innamorano in prossimità del Natale; e Massimo non riesce ad evitare l’invito a casa di Giulia, in una famiglia incredibilmente rozza del viterbese; nel secondo tempo è Giulia ad essere ospite di Massimo, e là scopre che il fidanzato è ricchissimo, e si trova a vivere l’incubo delle frustrazioni dei ricchi. Il film colpisce, come detto, per l’originalità dell’impianto del film, gli stessi attori che recitano parti contrapposte sono un interessante esperimento artistico; e l’ottima qualità del cast utilizzato, Pannoffino, Giallini, Guzzanti e Mastrandrea a titolo esemplificativo, migliora il risultato finale.
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filippo catani
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mercoledì 17 dicembre 2014
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buona commedia che si affloscia nel finale
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Un ragazzo e una ragazza si innamorano e passano i primi giorni del loro amore al culmine della felicità. Il problema arriva al momento di decidere dove e con chi passare il Natale. Alla fine entrambi avranno l'occasione di conoscere le rispettive famiglie che più diverse di così non potrebbero essere.
Dagli autori di Boris, la pellicola ha l'innegabile merito di uscire un po' dal seminato della commedia natalizia o del cinepanettone. Il film è volutamente surreale e i personaggi sono stereotipati ed esagerati ma questa è la cifra che fa funzionare il film nella prima parte. Il merito è dovuto essenzialmente alla classe di Guzzanti come caratterista che è capace da solo di trainarsi dietro Pannofino e Mastandrea che sicuramente non sfigurano.
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Un ragazzo e una ragazza si innamorano e passano i primi giorni del loro amore al culmine della felicità. Il problema arriva al momento di decidere dove e con chi passare il Natale. Alla fine entrambi avranno l'occasione di conoscere le rispettive famiglie che più diverse di così non potrebbero essere.
Dagli autori di Boris, la pellicola ha l'innegabile merito di uscire un po' dal seminato della commedia natalizia o del cinepanettone. Il film è volutamente surreale e i personaggi sono stereotipati ed esagerati ma questa è la cifra che fa funzionare il film nella prima parte. Il merito è dovuto essenzialmente alla classe di Guzzanti come caratterista che è capace da solo di trainarsi dietro Pannofino e Mastandrea che sicuramente non sfigurano. Il problema arriva con la seconda parte dove la parodia della famiglia borghese funziona a tratti con una Laura Morante decisamente sprecata. Insomma un film che nasce con buoni propositi e cioè quelli di osservare due famiglie agli antipodi con gli stessi attori che ricoprono ruoli speculari da una all'altra storia. Alla fine però la benzina viene a mancare e alla lunga la pellicola paga un grosso calo di ritmo e un finale un po' così. Peccato ma non bisogna buttare via tutto anzi potrebbe essere una buona base di partenza per "riformare" la commedia natalizia.
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folignoli
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venerdì 5 dicembre 2014
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mastandrea e guzzanti su tutti
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Mastandrea e Guzzanti reggono il film. Gli altri fanno la quantità, fanno scorrere i 100 minuti di film, ma senza mai entusiasmare. Il film è diviso in due parti. La seconda è senz'altro più credibile e gustosa, soprattutto grazie alla capacità di Guzzanti di saper interpretare un cinese. Il suicidio del suo aiutante (sempre cinese) è una seccatura per la famiglia Marinelli, pronta a festeggiare il Natale. Cattelan che è il vero protagonista, si limita a fare il "compitino", il bravo ragazzo di buona famiglia, un pò ingenuo, un pò troppo buono, soprattutto nella prima parte, quando è ospite a casa della ragazza, Alessandra Mastronardi. Il primo episodio è troppo "gonfiato" troppo caricati i personaggi, da risultare inverosimili.
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Mastandrea e Guzzanti reggono il film. Gli altri fanno la quantità, fanno scorrere i 100 minuti di film, ma senza mai entusiasmare. Il film è diviso in due parti. La seconda è senz'altro più credibile e gustosa, soprattutto grazie alla capacità di Guzzanti di saper interpretare un cinese. Il suicidio del suo aiutante (sempre cinese) è una seccatura per la famiglia Marinelli, pronta a festeggiare il Natale. Cattelan che è il vero protagonista, si limita a fare il "compitino", il bravo ragazzo di buona famiglia, un pò ingenuo, un pò troppo buono, soprattutto nella prima parte, quando è ospite a casa della ragazza, Alessandra Mastronardi. Il primo episodio è troppo "gonfiato" troppo caricati i personaggi, da risultare inverosimili. Per fortuna che c'è la straordinaria performance di Mastandrea, che in entrambi i ruoli che interpreta (tutti gli attori tranne Cattelan e Matronardo, interpretano due ruoli) è bravissimo. Poi abbiamo il solito Giallini che interpreta il solito personaggio disincantato e Pannofino che timbra il cartellino.
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[+] cinese?
(di sarett@)
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[+] guzzanti su tutti????
(di luigiino76)
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