Ogni maledetto Natale |
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Un film di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo.
Con Alessandro Cattelan, Marco Giallini, Corrado Guzzanti, Alessandra Mastronardi.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 95 min.
- Italia 2014.
- 01 Distribution
uscita giovedì 27 novembre 2014.
MYMONETRO
Ogni maledetto Natale
valutazione media:
2,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Se vogliamo che tutto rimanga come è...di CamarilloFeedback: 956 | altri commenti e recensioni di Camarillo |
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martedì 30 dicembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
...bisogna che tutto cambi. La citazione dal Gattopardo mi serve per chiarire l'obiezione alla critica rivolta con più frequenza al film. Si legge infatti della disomogeneità, dell'incoerenza narrativa, della disarmonia che caratterizzerebbero la sceneggiatura; il film sarebbe così interamente scaricato sulle spalle degli attori, più o meno efficaci nella caratterizzazione dei loro personaggi. Questa lettura però mi pare sottovaluti tre elementi che,viceversa,danno al film un'aggiacciante unità di fondo,che gli eccessi delle caratterizzazioni non cancellano:innanzi tutto gli attori sono impiegati in parti doppie; inoltre, i due episodi culminano nella morte (del cinghiale e del domestico dal nome sostituibile); infine, entrambe le famiglie esprimono la propria identità nel rispetto mostruoso della tradizione (lo spurchiafiletto; il pranzo di Natale). Questi rimandi interni strutturano un discorso unitario, che a me pare tutt'altro che semplicistico: lo sviluppo di questi due gruppi sociali (ma non solo il loro) appare schiacciato sull'ostentazione di sé e delle proprie identità,dei propri consumi,delle proprie case,delle proprie tradizioni. Tutto ciò che è fuori da questo cerchio opprimente è trattato come la manifestazione di un disagio,di una marginalità,tollerata solo in quanto si adegui al contesto, non importa quanto assurdo esso sia: non a caso, senza l'accoglienza dei Colardo Massimo avrebbe trascorso il Natale in Comunità - cioé fuori dal Mondo -, secondo quanto dice il sensibile Mastandrea. Questa modernizzazione impastata a tradizioni tribali, replicata specularmente, ha sì avvicinato le classi sociali,ma le ha schiacciate su un'autorappresentazione disumana e mostruosa,e lì le ha risolte (e davvero non pare fuori luogo pensare a Non aprite quella porta). E se è facile per i due ragazzi cogliere l'assurdità dell'Altro Mondo,è impossibile vedere quella del proprio,di cui si è parti e artefici: tanto che entrambi (altra corrispondenza) metteranno alla porta l'intruso,anche se è la persona che amano. La risposta,che a me pare meno banale di quanto a molti è sembrato,non è nel cambiare ciò che appare strutturalmente irriformabile (perché la famiglia è sacra...!),né tanto meno nel rottamare il vecchio per aprire le porte ad un nuovo che,in questi contesti,pare più mostruoso di ciò che lo ha generato (i personaggi di Caterina Guzzanti;Mastandrea fanatico religioso);non rimane che divenire consapevoli di quanto familiari e rassicuranti possano sembrare,a prima vista,i meccanismi che riproducono la morte,e di quanto terribili in realtà siano (Mastandrea ai bambini:"vi va di riflettere un po' sulla morte?"). Non resta che tirare un cazzotto a Babbo Natale e trovare una montagna,dalla cui cima guardare le tenebre sottostanti,finalmente insieme solo alle persone che abbiamo scelto.
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