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fabio
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martedì 14 agosto 2018
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poco avvincente. convenzionale
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Restiamo ben dentro i canoni del genere con quest'opera di Cuaròn.
Ottimi effetti speciali e bella fotografia. Interpreti all'altezza.
Cosa manca allora? La fantascienza non è un genere facile tutt'altro. Manca la dimensione epica, l'assoluto con cui il piccolo uomo si confronta.
Cosa resta allora? Resta un film ottimo dal punto di vista tecnico che potrà sicuramente interessare gli amanti del genere.
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muttley72
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domenica 6 ottobre 2013
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film drammatico in ambiente spaziale: bello.
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Velocissimi detriti (provocati da un impatto avvenuto in orbita), colpiscono lo shuttle in orbita e le stazioni di altre nazioni, provocando enormi danni a persone (astronauti) e cose; due astronauti statunitensi (gli unici superstiti) cercano la salvezza (cioè il rientro sulla Terra). Il film si sviluppa dall'inizio alla fine in questa ottica: la ricerca della salvezza. E' un film quindi drammatico e non fantascientifico, pur svolgendosi al 100% nell'ambiente spaziale (essendo privo di alieni, guerre, missioni di esporazione, ecc.). Ottime le scene nel vuoto siderale e meravigliosa la vista della Terra (cioè del nostro pianeta visto dallo spazio). Il film scorre velocissimo, senza pause e non ci si annoia nemmeno per un secondo.
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Velocissimi detriti (provocati da un impatto avvenuto in orbita), colpiscono lo shuttle in orbita e le stazioni di altre nazioni, provocando enormi danni a persone (astronauti) e cose; due astronauti statunitensi (gli unici superstiti) cercano la salvezza (cioè il rientro sulla Terra). Il film si sviluppa dall'inizio alla fine in questa ottica: la ricerca della salvezza. E' un film quindi drammatico e non fantascientifico, pur svolgendosi al 100% nell'ambiente spaziale (essendo privo di alieni, guerre, missioni di esporazione, ecc.). Ottime le scene nel vuoto siderale e meravigliosa la vista della Terra (cioè del nostro pianeta visto dallo spazio). Il film scorre velocissimo, senza pause e non ci si annoia nemmeno per un secondo. La storia lascia comunque spazio a qualche considerazione (ricordi personali e riflessioni fatte nei momenti più drammatici) da parte dei personaggi. Non sono in grado di valutare la credibilità tecnica delle scene spaziali, ma il film funziona e gli attori sono adeguati ad esso (pur senza prestazioni da Oscar). Come genere il film ricorda molto lontanamente "Apollo 13" con la differenza che in quel film si raccontava una intera missione realmente avvenuta, qui invece si sta più fuori che dentro le astronavi ed il protagonista è appunto il "silenzio dello spazio" rotto solo dalle scene all'interno dei moduli, i 2 film hanno quindi due diversissimi "ritmi". Visto in 3d il film riesce veramente ad impressionare per il realismo visivo della rotazione dei corpi nel vuoto e.... potrebbe quindi disturbare chi soffre di vertigini. Tra le tre e le quattro stelle il mio voto.
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[+] sull' introspezione dei personaggi nel film
(di muttley72)
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(di hollyver07)
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francesco2
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venerdì 12 febbraio 2016
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cuaron, grande fotografo ma regista cosi-cosi
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Si dice (va?) dei film orientali che sono lenti e dilatati. A volte lo dicono i cinefili meno snob, ma spesso coloro che amano il cinema di sparatorie ed inseguimenti: guai a propor loro qualcosa che stimoli la riflessione.
Cosa c'entra questa premessa? C'entra, nella misura in cui anche un film statunitense -girato da un messicano, tra l'altro- nutre l'illusione che questo (non)ritmo possa essere seducente. L'insistenza sulla disavventura della Bullock è in parte significativa, ma in parte un tantino retorica e fine a sé stessa. Non mancano , in "Gravity", momenti di grande interesse. Ma è un classico della fantascienza? Chi scrive non ne è espertissimo, ma forse i veri classici di quel genere vanno oltre la retorica sulle traversie del singolo; che, tra l'altro, in questo caso abbracciano anche la vita privata del personaggio femminile.
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(di chuckylocco)
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renatoc.
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domenica 5 marzo 2017
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grande film!
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Alfonso Cuaròn è riuscito a fare quasi un capolavoro solamente con due attori, anche se bravissimi, Sandra Bullock in particolare! Il film a cui si ispira è ovviamente l'imbattuto "2001 Odissea nello spazio" dove, nella seconda parte c'erano anche lì due soli personaggi, di cui uno muore presto! George Clooney fa la parte dell'eroe che si sacrifica per cercare si salvare la vita alla compagna di sventura, una volta constatato che tutti e due non si sarebbero assolutamente potuti salvare! E quando ormai solo dentro la sua tuta spaziale se andava incontro alla morte, dava ancora istruzioni alla collega, anche con frasi ironiche! Allucinanate la scena in cui Sandra Bullock incontra, vicino alla stazione spaziale esplosa, il corpo di un collega
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Alfonso Cuaròn è riuscito a fare quasi un capolavoro solamente con due attori, anche se bravissimi, Sandra Bullock in particolare! Il film a cui si ispira è ovviamente l'imbattuto "2001 Odissea nello spazio" dove, nella seconda parte c'erano anche lì due soli personaggi, di cui uno muore presto! George Clooney fa la parte dell'eroe che si sacrifica per cercare si salvare la vita alla compagna di sventura, una volta constatato che tutti e due non si sarebbero assolutamente potuti salvare! E quando ormai solo dentro la sua tuta spaziale se andava incontro alla morte, dava ancora istruzioni alla collega, anche con frasi ironiche! Allucinanate la scena in cui Sandra Bullock incontra, vicino alla stazione spaziale esplosa, il corpo di un collega a cui mancava un pezzo di faccia! Le donne dovrebbero apprezzare molto questo film, perchè la protagonista è un'eroina che partendo da stazioni spaziali distrutte, riesce, da sola, a tornare sulla Terra! Ricordo che nel 1970, quando c'è stato il caso dell'Apollo 13, una volta che gli astronauti sono riusciti a tornare sulla Terra, un commentatore del Giornale Radio aveva detto:"L'uomo deve essere proprio fiero di se stesso! Lo scorso anno ha dimostrato di essere in grado di andare sulla Luna! Quest'anno ha dimostrato di essere in grado, in caso di incidenti spaziali, di trovare la strada per ritornare a casa sano e salvo!" E questo film lo dimostra con una bella Sandra Bullock che, uscita dalla capsula spaziale con una maglietta attillata ed i calzoncini corti da un bel finale "spettacolare" al film!
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jacopo b98
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lunedì 7 ottobre 2013
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volevamo un capolavoro per il 2013? eccolo
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Il dottor Matt Kowalsky (Clooney), veterano vicino al pensionamento, e la dottoressa Ryan Stone (Bullock), giovane alle prime armi, sono due astronauti e stanno lavorando alla riparazione del telescopio spaziale Hubble, quando una pioggia di rottami gli arriva addosso e distrugge buona parte dello Shuttle, oltre ad uccidere tutti gli astronauti con eccezione per i due scienziati. Inizia così una lotta per la sopravvivenza senza quartiere. La vita nello spazio non esiste. Si apre con questa affermazione Gravity, di Alfonso Cuaròn, presentato fuori concorso (perché i più grandi capolavori vengono presentati sempre fuori concorso, mentre un film come questo avrebbe potuto tranquillamente aspirare al Leone d’Oro?) a Venezia 70, è un film sulla vita.
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Il dottor Matt Kowalsky (Clooney), veterano vicino al pensionamento, e la dottoressa Ryan Stone (Bullock), giovane alle prime armi, sono due astronauti e stanno lavorando alla riparazione del telescopio spaziale Hubble, quando una pioggia di rottami gli arriva addosso e distrugge buona parte dello Shuttle, oltre ad uccidere tutti gli astronauti con eccezione per i due scienziati. Inizia così una lotta per la sopravvivenza senza quartiere. La vita nello spazio non esiste. Si apre con questa affermazione Gravity, di Alfonso Cuaròn, presentato fuori concorso (perché i più grandi capolavori vengono presentati sempre fuori concorso, mentre un film come questo avrebbe potuto tranquillamente aspirare al Leone d’Oro?) a Venezia 70, è un film sulla vita. Sul ritorno alla vita precisamente, che vive la dottoressa Stone, reduce dalla perdita di una figlia. Per lei il dramma spaziale che vive non rappresenta un catastrofe nel senso più stretto, bensì un’occasione, una spinta per tornare a vivere, per uscire dal limbo in cui è caduta. Lo spazio è una metafora di quest’ultimo ed è proprio Kowalsky, insaziabile ottimista, a spingerla a vivere. E così tutta la vicenda assume toni filosofici e per certi versi epici. Scritto (con il figlio Jonas), montato, prodotto e diretto dal messicano, fotografato magistralmente da Emmanuel Lubezki è il capolavoro che il 2013 aspettava, frutto di due anni di lavoro, girato con il contributo della NASA, in ambienti realmente senza gravità è una nuova frontiera del cinema, un’esperienza che difficilmente potrà essere ripetuta. E così, per la evidentemente difficile produzione le già magistrali interpretazioni dei due interpreti (la Bullock punta al secondo Oscar, Clooney potrebbe anche lui aspirare alla seconda statuetta) crescono ulteriormente di valore. Visivamente eccezionale grazie anche ad un 3D immersivo e alla sublime regia di Cuaròn che alterna primissimi piani (anche dentro le tute) a campi lunghissimi. È un’esperienza unica e sensoriale Gravity di Alfonsoi Cuaròn, una seconda odissea nello spazio dopo quella di Kubrik. Un film imperdibile, perché probabilmente è un film unico, e lo resterà ancora per un bel po’. Assolutamente fondamentale la visione in 3D.
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francescopazzo
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lunedì 21 aprile 2014
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non è da oscar
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Intendiamoci: non è un film brutto o fatto male o con attori così così...anzi...tutt'altro... ma quantomeno l'oscar come miglior film mi sembra un po' esagerato! I dialoghi non sono sempre all'altezza, un grande attore e una grande attrice come Clooney e la Bullock a tratti appaiono davvero sprecati e l'esito di alcuni eventi appare troppo deciso a tavolino: peccato, poteva essere una storia davvero emozionante.
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gamberus
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sabato 14 marzo 2015
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sociologicamente interessante..
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L'unica cosa che mi conferma questo fillm, è che oggi, le "elites" sono infinitamente più ignoranti della "gente comune".
Questo film, incensato e premiato dal mondo che "conta", poi, nelle critiche di almeno il 50% del pubblico, viene riconosciuto per quello che é: un pessimo riciclo di luoghi comuni, con dialoghi e recitazione sotto il livello minimo di decenza, e una sceneggiatura inesistente.
Molto significativo, sociologicamente.
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stefano pariani
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giovedì 17 ottobre 2013
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fantascienza e risvolti esistenziali
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Solo, disperso nello spazio, faccia a faccia col mistero del cosmo. E' l'uomo del nuovo film di Cuaròn, presentato come pellicola d'apertura all'ultima mostra di Venezia. Due tecnici di una base spaziale americana, Ryan Stone (Sandra Bullock) e Matt Kowalsky (George Clooney), vengono travolti da una tempesta di detriti che viaggiano velocissimi: il tempo per mettersi in salvo è poco e in breve la dottoressa Stone resterà l'unica a dover mettere in salvo la propria vita. Il silenzio e l'armonia del cosmo diventano presto i protagonisti del film, così come l'oscurità e lo spaventoso vuoto che lo circondano.
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Solo, disperso nello spazio, faccia a faccia col mistero del cosmo. E' l'uomo del nuovo film di Cuaròn, presentato come pellicola d'apertura all'ultima mostra di Venezia. Due tecnici di una base spaziale americana, Ryan Stone (Sandra Bullock) e Matt Kowalsky (George Clooney), vengono travolti da una tempesta di detriti che viaggiano velocissimi: il tempo per mettersi in salvo è poco e in breve la dottoressa Stone resterà l'unica a dover mettere in salvo la propria vita. Il silenzio e l'armonia del cosmo diventano presto i protagonisti del film, così come l'oscurità e lo spaventoso vuoto che lo circondano. In un'ora e mezza di film assistiamo quasi in tempo reale all'angoscia, alla paura e alla tenacia di Sandra Bullock, nello spazio per sfuggire ai dolori e al vuoto di un'esistenza terrestre, ma che proprio per tornare sulla terra si trova costretta a lottare contro il tempo, l'imprevedibile e la tecnologia. In gioco c'è la sua vita, ma anche molto di più: il ritorno a quel mondo così meraviglioso dall'alto che è la terra, il ritorno a quella gravità che è salvezza. Cuaròn realizza un film coinvolgente dall'inizio alla fine, con un sapiente uso del 3D finalmente non al servizio dello stupore fine a stesso, ma della storia: le astronavi e i cavi fluttuano con sinuosa lentezza davanti e attorno a noi, il fiato dentro i caschi si sente su di noi, il silenzio cosmico disturbato da flebili segnali radio ci avvolge e i dispersi diventiamo noi stessi. Clooney se ne va quasi subito, resta in scena, sola fino alla fine, una misurata ed efficace Bullock che lotta (anche con se stessa) con una tenacia e una debolezza umanissime; il film non è il nuovo "2001 - Odissea nello spazio", ma vince la scommessa col suo mix di fantascienza e risvolti esistenziali.
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francesca romana cerri
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venerdì 18 ottobre 2013
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una donna sola nello spazio
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Premetto che sono amante dei film in spazi chiusi, insomma i classici salotti alla Allen o le stanza della tortura alla Bergman, mi piacciono i primi piani e tanta psicologia nei film. Avventura e spazio non sono il mio genere. Eppure se ne rimane colpiti. Giocato tutto il tempo con un personaggio ( solo all'inzio son due) si basa sulla sua lotta di sopravvivenza. Non poteva non inchiodare lo spettatore, grazie anche a un montaggio impeccabile e a una regia attentissima. Ma aldilà del profilo tecnico, di cui si sarà ampiamente discusso e rende senz'altro il film affascinante per la visione in 3d dello spazio, delle navi spaziali e dei personaggi stessi, è il profilo umano che della storia colpisce.
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Premetto che sono amante dei film in spazi chiusi, insomma i classici salotti alla Allen o le stanza della tortura alla Bergman, mi piacciono i primi piani e tanta psicologia nei film. Avventura e spazio non sono il mio genere. Eppure se ne rimane colpiti. Giocato tutto il tempo con un personaggio ( solo all'inzio son due) si basa sulla sua lotta di sopravvivenza. Non poteva non inchiodare lo spettatore, grazie anche a un montaggio impeccabile e a una regia attentissima. Ma aldilà del profilo tecnico, di cui si sarà ampiamente discusso e rende senz'altro il film affascinante per la visione in 3d dello spazio, delle navi spaziali e dei personaggi stessi, è il profilo umano che della storia colpisce. In particolare il percorso della donna che riesce in solitudine a salvarsi. All'inzio scortata dall'affasciante Cloney e legata a lui in aria da una corda, dovrà a un certo punto lasciare quel filo che li lega e continuare da sola...A un certo punto del film sogna che Cloney torni e la salvi. Ma è lei che si salva da sola, è la sua voglia di vivere tutta umana anche se sulla terra non c'è proprio nessuno che l'aspetta, nè marito, nè figli. Forse farebbe bene alle donne riflettere su questa forza che nasce in solitudine e non sognare sempre l'uomo che dà la sicurezza. Non c'è un attimo di distrazione nel film, lascia con il fiato sospeso fino alla arrivo sulla terra, dove vedi questo esile corpo di donna mettersi in piedi e ricominciare a camminare.
Vivere allora, diventa meraviglioso.
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liuk!
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giovedì 27 febbraio 2014
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pazzesco
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Gravity. Un capolavoro.
Raramente ci si imbatte in pellicole di questo spessore e che trasmettono emozioni cosí intense, é quindi giusto onorare l'opera di Cuaron. Poco accettato dal pubblico vanziniano nostrano, per fortuna in buona parte del mondo i cinefili lo hanno divorato rendendolo un successo di primo piano.
La trama é semplicissima, quasi grottesca nel suo susseguirsi di sventure a cui i due protagonisti, nonché unici attori in scena, devono far fronte. Un pó troppo scanzonato, data la situazione, Clooney mentre assolutamente in parte una Bullock rediviva, in ripresa dopo apparizioni in film secondari.
Ma non é certo il plot o la recitazione il punto forte, quanto la scenografia, lo spazio vuoto ai massimi livelli.
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Gravity. Un capolavoro.
Raramente ci si imbatte in pellicole di questo spessore e che trasmettono emozioni cosí intense, é quindi giusto onorare l'opera di Cuaron. Poco accettato dal pubblico vanziniano nostrano, per fortuna in buona parte del mondo i cinefili lo hanno divorato rendendolo un successo di primo piano.
La trama é semplicissima, quasi grottesca nel suo susseguirsi di sventure a cui i due protagonisti, nonché unici attori in scena, devono far fronte. Un pó troppo scanzonato, data la situazione, Clooney mentre assolutamente in parte una Bullock rediviva, in ripresa dopo apparizioni in film secondari.
Ma non é certo il plot o la recitazione il punto forte, quanto la scenografia, lo spazio vuoto ai massimi livelli. La resa é tale che si ha la sensazione di galleggiare nello spazio, si respira la solitudine intergalattica, si avvertono i detriti arrivare e si osserva da vicino la velocitá di discesa sulla Terra. Pazzesco, da non crederci, una tecnica realizzativa mai vista prima e che rende Gravity un capolavoro.
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