jacopo b98
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mercoledì 21 agosto 2013
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uno zombie-kolossal spettacolare e divertente
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Gerry Lane (Pitt) è un ex-funzionario dell’ONU, è sposato con una bella donna (Enos), ha due figlie (Argrove e Jerins), ed è felice. Fino a quando un virus non comincia a contagiare l’umanità, trasformando gli infetti in…zombie. Inizia la Terza Guerra Mondiale, il presidente USA è ucciso, Boston, New York, ecc. sono prese dai non morti, il mondo è in crisi. Uno dei vertici ONU (Mokoena) chiede a Gerry di rientrare in servizio in cambio di un posto per la sua famiglia su una nave sicura. Inizia così un viaggio attraverso il globo, dalla Corea a Israele, fino all’Irlanda, per trovare la cura al virus e vincere la guerra.
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Gerry Lane (Pitt) è un ex-funzionario dell’ONU, è sposato con una bella donna (Enos), ha due figlie (Argrove e Jerins), ed è felice. Fino a quando un virus non comincia a contagiare l’umanità, trasformando gli infetti in…zombie. Inizia la Terza Guerra Mondiale, il presidente USA è ucciso, Boston, New York, ecc. sono prese dai non morti, il mondo è in crisi. Uno dei vertici ONU (Mokoena) chiede a Gerry di rientrare in servizio in cambio di un posto per la sua famiglia su una nave sicura. Inizia così un viaggio attraverso il globo, dalla Corea a Israele, fino all’Irlanda, per trovare la cura al virus e vincere la guerra. Tratto dal romanzo di Max Brooks La guerra mondiale degli zombie, sceneggiato da Damon Lindelof, Matthew Carnahan e Drew Goddard e diretto da Forster (Monster’s Ball, Il cacciatore di aquiloni) è una piacevolissima sorpresa nel genere fanta-horror. In un periodo di crisi cinematografica questo mega kolossal è un bella occasione per divertirsi: c’è tutto quello che ci vuole: un divo, zombie, violenza, una storia di discreto interesse ed un regista in grado di dar spettacolo. Ed è propria quest’ultima la cosa efficace del film: World War Z è un film spettacolare. Come dimenticare l’attacco a New York, il ritratto di devastazione dell’America dopo l’attacco zombie e l’incidente dell’aereo? Scene memorabili che danno spunto di riflessione: non è impossibile oggi far un film di consumo di discreta qualità e che manda a casa lo spettatore. Piace ai giovani World War Z: tensione? A palate. Sangue? Abbastanza, ma mai troppo. Pitt? C’è, eccome. L’attore riesce a dar un discreto spessore al personaggio e si impegna come produttore in un progetto ad alto costo. Una volta tanto si torna a casa contenti e soddisfatti e, perché no, anche un po’ spaventati.
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katynka
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mercoledì 21 agosto 2013
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ottimo!
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per chi ama il genere e li ha sempre seguiti tutti è ottimo,assolutamente da vedere in 3D, ci sono delle scene che ti sposti proprio con il viso e ti fa saltare dalla poltrona(cioè a me è capitato così)comunque ricco d trama e suspanse, uno dei piu'bei film che ho visto quest'estate e che sicuramente rivedrei appena lo fanno in dvd o su sky.
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joker 91
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domenica 18 agosto 2013
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world war z
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Forster dirige la nomination all'oscar Pitt in un film sugli zombie con un ottimo cast di contorno,nella sua lavorazione il film ha subito moltissime battute d'arresto specialmente sulla sceneggiatura. La pellicola in questione è l'ennesima riproposizione del genere zombie,questa volta però senza sangue ma con moltissima suspence. Il contagio,l'uomo che cerca di salvare il mondo,le esplosioni e gli effetti speciali non aggiungono nulla di nuovo a questo genere,IL FILM SA DI GIà VISTO. Tuttavia si lascia guardare,il suo mestiere da blockbuster estivo lo sa far e può essere adatto a chi di cinema non capisce molto e cerca solo lo svago.
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Forster dirige la nomination all'oscar Pitt in un film sugli zombie con un ottimo cast di contorno,nella sua lavorazione il film ha subito moltissime battute d'arresto specialmente sulla sceneggiatura. La pellicola in questione è l'ennesima riproposizione del genere zombie,questa volta però senza sangue ma con moltissima suspence. Il contagio,l'uomo che cerca di salvare il mondo,le esplosioni e gli effetti speciali non aggiungono nulla di nuovo a questo genere,IL FILM SA DI GIà VISTO. Tuttavia si lascia guardare,il suo mestiere da blockbuster estivo lo sa far e può essere adatto a chi di cinema non capisce molto e cerca solo lo svago. Unica nota superlativa è la presenza di Favino che continuando di questo passo rischia di farsi una ottima carriera hollywoodiana che nessun italiano sino ad ora ha visto.
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paride86
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sabato 17 agosto 2013
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buon action movie
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A dir la verità ero andato un po' prevenuto, e invece questo film è stato una piacevole sorpresa. Non che sia chissà quale capolavoro, tuttavia si lascia guardare piacevolmente e intrattiene a dovere.
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andreafalci
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lunedì 12 agosto 2013
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fantascienza horror realistica
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Come sappiamo i virus sono costituiti da DNA in continua mutazione che colpiscono continuamente la nostra salute, il film considera una epidemia che colpendo gli umani, questi ammalati dal virus diventano zombie mostruosi che divorano gli umani ancora sani, il contagio avviene attraverso le aggressioni di morsi e graffi. L'unico modo per salvarsi è isolarsi. Comunque alla fine l'epidemia viene debellata grazie alla vaccinazione estesa su tutti i continenti. Bravo Brad Pitt , carino e comico il nostro mitico Favino.
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matteo manganelli
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martedì 6 agosto 2013
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romero, ci manchi
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Io con gli zombie ci vado a nozze; anche se il film fa cagare, un mezzo punto in più se lo merita solo per la presenza dei miei amatissimi amici non morti. Dunque parliamo di questo kolossal a metà tra i peggiori "Resident Evil" e "Io sono leggenda". Il trailer non prometteva bene. Già il fatto di aver realizzato queste creature in computer grafica mi aveva fatto girare le palle. Ma il problema del film non è negli effetti speciali, o almeno, non il più grande. World War Z è un film che puzza di mediocrità: personaggi approssimativi, una sceneggiatura imbarazzante e una regia moscia e impersonale.
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Io con gli zombie ci vado a nozze; anche se il film fa cagare, un mezzo punto in più se lo merita solo per la presenza dei miei amatissimi amici non morti. Dunque parliamo di questo kolossal a metà tra i peggiori "Resident Evil" e "Io sono leggenda". Il trailer non prometteva bene. Già il fatto di aver realizzato queste creature in computer grafica mi aveva fatto girare le palle. Ma il problema del film non è negli effetti speciali, o almeno, non il più grande. World War Z è un film che puzza di mediocrità: personaggi approssimativi, una sceneggiatura imbarazzante e una regia moscia e impersonale. Se lo zombie Romeriano nasce come riflessione critica sull'uomo, qui di critico ci sono solo i capelli di Pitt. Si riprende molto nella parte finale, ma sfocia in una conclusione buonista che non soddisfa nessuno. La cosa più fastidiosa è la totale mancanza del sangue. Bisogna spiegare a questa gente che un film zombie senza sangue è come una bellissima donna senza vagina. Terribile, ma comunque di intrattenimento.
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moghi
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lunedì 5 agosto 2013
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ci sarà un perché....
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.....un film debba essere cosi stupido??!!
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miroforti
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venerdì 2 agosto 2013
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worl war z
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Brad Pitt e gli zombie (o zombi, all’italiana, che dir si voglia). Gli zombie voluti e prodotti da Brad Pitt. Che sono tanti e corrono veloci e agilissimi, e si inseriscono nella tradizione di 28 giorni dopo – horror per altro pregevole – più che in quella di papà Romero. Che siano zombie lo dicono titolo e personaggi, anche se i non morti in questione sono il frutto di un misterioso contagio e non risalgono da sottoterra risvegliati da un male tanto diabolico quanto irrazionale. La malattia – gli infetti – è il moderno protagonista di numerose apocalissi cinematografiche. In vari film dell’orrore è il surrogato nell’era scientifica della possessione demoniaca, ma per quanto possa essere fantastica o inverosimile è pur sempre una disfunzione organica o psicologica, e anche se non ne conosciamo le caratteristiche riusciamo a comprenderla e a gestirla in quanto problema che ha una qualche causalità o logica.
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Brad Pitt e gli zombie (o zombi, all’italiana, che dir si voglia). Gli zombie voluti e prodotti da Brad Pitt. Che sono tanti e corrono veloci e agilissimi, e si inseriscono nella tradizione di 28 giorni dopo – horror per altro pregevole – più che in quella di papà Romero. Che siano zombie lo dicono titolo e personaggi, anche se i non morti in questione sono il frutto di un misterioso contagio e non risalgono da sottoterra risvegliati da un male tanto diabolico quanto irrazionale. La malattia – gli infetti – è il moderno protagonista di numerose apocalissi cinematografiche. In vari film dell’orrore è il surrogato nell’era scientifica della possessione demoniaca, ma per quanto possa essere fantastica o inverosimile è pur sempre una disfunzione organica o psicologica, e anche se non ne conosciamo le caratteristiche riusciamo a comprenderla e a gestirla in quanto problema che ha una qualche causalità o logica. Gli zombie che invece escono dalle tombe, escono dalle tombe e basta.
I nomi che muovono i fili di World war Z sono quelli delle mega produzioni hollywoodiane e il risultato è coerente a questi presupposti: un mega film d’azione che all’horror ruba l’icona del non morto e a Io sono leggenda tutto il resto. Il primo punto dolente è proprio la mancanza di originalità che permea l’intera opera. Ormai dovrebbe essere un fatto risaputo: fare un film sugli zombie è rischioso, è un argomento abusato e ritrito, e perciò sono sempre necessarie la reinvenzione dei meccanismi, delle ambientazioni, del contesto in cui calare la storia. Il binomio zombie-critica sociale poi è stato proposto fin dal 1968 e anche su questo versante l’analisi per funzionare deve essere fresca e magari anche acuta e approfondita. Nulla di tutto ciò nel film di Marc Forster che propone situazioni di repertorio senza guizzi significativi né sul fronte narrativo, né su quello visivo e una piramide di infetti che tenta di scavalcare il muro di Gerusalemme non basta a evitare la banalità del tutto. La tensione latita anche per questo, con situazioni subito riconoscibili e già affrontate dallo spettatore in altre cinematografiche sedi, e in effetti il film non se ne preoccupa troppo, preferendo l’azione e la guerriglia. Anche il dramma familiare che accompagna l’eroe-martire Gerry Lane (Pitt) sa di già visto e di superficiale tanto che moglie e bambini vengono dimenticati (non da Gerry, dal film) in un momento cruciale per la loro sopravvivenza. Dal dramma alla critica, si cerca di mischiare politica internazionale, disagio sociale, inefficienza delle autorità ma senza un bersaglio preciso le nostre frecce non possono certo fare centro. Tanto più che sono frecce scoccate senza forza sufficiente e senza il necessario coraggio.
World war Z è troppo attento alle regole dell’intrattenimento per riflettere a mente lucida e tenta di sopperire alla mancanza di idee vincenti con la quantità di zombie messi in mostra sullo schermo. Purtroppo anche quest’ultima freccia non va a buon fine e tra esplosioni e montagne di infetti si tenta in tutti i modi di riempire dei vuoti che non possono essere colmati e l’unico rischio di contagio possibile è quello dello sbadiglio in sala.
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dave69
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martedì 30 luglio 2013
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si puà fare ...
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Tratto dall'omonimo romanzo di Max Brooks, prodotto ed interpretato dalla star Brad Pitt, "World war Z" è un efficace thriller catastrofico da guardare senza porsi però troppe domande sulla verosimiglianza della vicenda e di alcune sequenze (es: l'esplosione in volo dell'aereo di linea). Cinema di puro intrattenimento, quindi. Ma si può fare. Discreto. ^_^
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claudia arena
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domenica 28 luglio 2013
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una corsa forsennata che rallenta.
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Esige attenzione già dai primi minuti: una famiglia come tante (forse un po' troppo da mulino bianco) che si alza al mattino, fa colazione insieme, sale in macchina e inizia la giornata. Se non fosse per quel papà fuori dalla norma: troppo bello per fare solo il “casalingo”, e difatti si scopre subito, dalla prima tazza di caffè latte che il protagonista Lane (Brad Pitt) lavorava per le Nazioni Unite. Ma tornando alla mattina come tante, alla colazione insieme e all'uscita in macchina, subito si parte in una corsa sfrenata dove, mentre l'auto macina metri, succedono fatti strani che portano l'auto a correre tra altre auto ferme in mezzo alla strada, incidenti, e persone che gridano e si azzannano tra loro.
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Esige attenzione già dai primi minuti: una famiglia come tante (forse un po' troppo da mulino bianco) che si alza al mattino, fa colazione insieme, sale in macchina e inizia la giornata. Se non fosse per quel papà fuori dalla norma: troppo bello per fare solo il “casalingo”, e difatti si scopre subito, dalla prima tazza di caffè latte che il protagonista Lane (Brad Pitt) lavorava per le Nazioni Unite. Ma tornando alla mattina come tante, alla colazione insieme e all'uscita in macchina, subito si parte in una corsa sfrenata dove, mentre l'auto macina metri, succedono fatti strani che portano l'auto a correre tra altre auto ferme in mezzo alla strada, incidenti, e persone che gridano e si azzannano tra loro. Un virus sta velocemente colpendo tutta la popolazione e trasformando altrettanto velocemente tutti in qualcosa di simile a zombie.
Il film assomiglia in più punti ad un film di qualche anno fa: "Io sono leggenda" con Will Smith. Un uomo, l'eroe di turno anche lui con una posizione di rilievo, questa volta nell'esercito, deve salvare il mondo da un virus, malattia, contagio. Nel caso di Smith non ha a che fare con un virus ma con una possibile cura per il cancro andata male, i contagiati non diventano zombie ma qualcosa di simile: creature che urlano e temono la luce. Piccola nota particolare: i contagiati di entrambi i film hanno la smania di battere la testa forsennatamente sui parabrezza delle macchine.
La trama dunque è un po' banale, tuttavia alcune cose spiccano su altri film: una buona interpretazione di Brad Pitt che seppure stereotipato nelle sue espressioni e movenze sa gestire bene l'adrenalina, alcuni personaggi che l'attore principale incontra nel suo lungo viaggio verso la salvezza dell'umanità che rimangono discretamente impressi nella memoria dello spettatore, come la ragazza militare che perde la mano ma nonostante questo continua a sparare con la mano rimasta e tenere sotto braccio dell'altra mano che non c'è più, una mazza da basball (potere del cinema o della forza di volontà?) e una buona interpretazione del nostro italiano Pierfrancesco Favino che non sfigura al fianco del mito Brad Pitt. Sicuramente un punto a favore è la colonna sonora, enfatizza i momenti di tensione e rende il tutto elegante e godibile, composta da Marco Beltrami.
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