World War Z |
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Un film di Marc Forster.
Con Brad Pitt, Mireille Enos, James Badge Dale, Daniella Kertesz, Matthew Fox.
continua»
Titolo originale World War Z.
Azione,
durata 116 min.
- USA 2013.
- Universal Pictures
uscita giovedì 27 giugno 2013.
MYMONETRO
World War Z
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Pallottole, fughe e troppo buonismo.
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| giovedì 31 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Se vi piacciono i film del tipo “sparatutto” quasi simili ai videogame di ultima generazione allora questo è il film che fa per voi, e anche per me. World war Z tratta di un’infezione virale non ben determinata che trasforma le persone in essere che attaccano i vivi ma, a differenza degli altri zombi movies, non li mangiano la si limitano a morderli per farli trasformare dopo pochi secondi in esseri come loro. Il film parte piano, in una normale giornata, con una famiglia, quella del protagonista, Pitt, e di sua moglie, l’ottima Enos, che con le due figlie si reca al lavoro e subito dopo ci troviamo di fronte al problema contagio, che fa decollare il film subito e ci permette di vivere tutto il resto del film sotto l’effetto dell’adrenalina e della tensione anche se dentro di noi già sappiamo che al protagonista niente accadrà. Inutile dire che il film sia un continuo richiamo a pellicole precedenti sul genere, ma vive anche di intuizioni abbastanza geniali ma poco sviluppate: intanto il film ruota troppo attorno al protagonista e lascia poco spazio agli altri che sembrano ogni volta vassalli al servizio del re, messi lì ogni volta che Pitt si sposta solo ed esclusivamente per proteggerlo, nonostante nessuno lo conosca e l’istinto di sopravvivenza dovrebbe essere leggermente più marcato in certe situazioni, invece si vedono persone pronte al sacrificio troppo facilmente, quasi fossero tutti missionari. L’idea di spostarsi un po’ in tutto il mondo è bella, ma i luoghi sono poco trattati, c’è appena il tempo di darvi un’occhiata che già si deve scappare, ed è un peccato perché l’idea della costruzione preventiva di un muro, quasi fosse quello di Berlino, appare subito originale ma breve. Tutto sommato però il film scorre veloce, la sceneggiatura risulta ben curata e forse sarebbe stato necessario allargare il tutto, trattare anche le storie degli scienziati, di alcuni soldati o dell’uomo che lo aiuta in Israele, per sapere chi sono e portare il tutto in una trilogia oggi tanto di moda. Speriamo vi sia un prosieguo, del resto le possibilità ci sono e per gli amanti del genere sarebbe piacevole, magari trattando la cattiveria umana in certe situazioni e non solo il lato buono delle persone.
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