eusebio abbondanza
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sabato 19 ottobre 2013
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moscio
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Nonostante un cast in ottima forma, in cui spicca un insolito Scamarcio, la sempre brava Lojodice e una Bobulova in splendida forma, e nonostante un'ambientazione da sogno e una fotografia di altissimo livello, purtroppo il film non decolla mai. Colpa forse di uno script ondivago e dilatato, che inzeppa troppi personaggini e troppe divagazioni inutili, soprattutto musicali.
E colpa anche di una regia poco attenta al ritmo, che in una commedia, per quanto "d'autore", dovrebbe sempre avere la priorità.
Ci si annoia, insomma, e se non ci fossero i panorami spettacolari della costa del Sinis e le grazie della discinta Bobulova, davvero poco ci tratterrebbe dall'alzarsi a metà film.
Provaci ancora, Rocco.
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Nonostante un cast in ottima forma, in cui spicca un insolito Scamarcio, la sempre brava Lojodice e una Bobulova in splendida forma, e nonostante un'ambientazione da sogno e una fotografia di altissimo livello, purtroppo il film non decolla mai. Colpa forse di uno script ondivago e dilatato, che inzeppa troppi personaggini e troppe divagazioni inutili, soprattutto musicali.
E colpa anche di una regia poco attenta al ritmo, che in una commedia, per quanto "d'autore", dovrebbe sempre avere la priorità.
Ci si annoia, insomma, e se non ci fossero i panorami spettacolari della costa del Sinis e le grazie della discinta Bobulova, davvero poco ci tratterrebbe dall'alzarsi a metà film.
Provaci ancora, Rocco.
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(di fabian t.)
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(di meluccio77)
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asti72
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sabato 19 ottobre 2013
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tremendo
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Peggio di questo lungometraggio credo esista solo "Basilicata coast to coast", dello stesso Papaleo, attore comico anche simpatico ma del tutto inadatto alla regia. Il film è di una noia mortale: dialoghi totalmente assenti, slegati fra di loro, vicende buttate lì e non basta la bravura degli interpreti a dar loro spessore, nemmeno la Bobulova generosamente nuda, nemmeno la Lo Jodice, che pure regala i pochi sprazzi di ilarità. La storia sarebbe anche carina, ma il prologo svela già tutto nell'arco di 30 secondi mentre lo spettatore, diciamo ignaro della trama, avrebbe forse gradito scoprirlo da sé. Tremendo poi il finale, con quel matrimonio fra "persone" (la sorella dello spretato e quella della prostituta) in cui le protagoniste, più che due spose, sembrano fantasmi.
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Peggio di questo lungometraggio credo esista solo "Basilicata coast to coast", dello stesso Papaleo, attore comico anche simpatico ma del tutto inadatto alla regia. Il film è di una noia mortale: dialoghi totalmente assenti, slegati fra di loro, vicende buttate lì e non basta la bravura degli interpreti a dar loro spessore, nemmeno la Bobulova generosamente nuda, nemmeno la Lo Jodice, che pure regala i pochi sprazzi di ilarità. La storia sarebbe anche carina, ma il prologo svela già tutto nell'arco di 30 secondi mentre lo spettatore, diciamo ignaro della trama, avrebbe forse gradito scoprirlo da sé. Tremendo poi il finale, con quel matrimonio fra "persone" (la sorella dello spretato e quella della prostituta) in cui le protagoniste, più che due spose, sembrano fantasmi. Il Grande Sud, quello che accoglie tutti, rifiuta invece proprio loro: allora dov'è la morale del film? Il faro, simbolo un po' scontato quale guida delle nostre esistenze in realtà illumina una sceneggiatura inesistente e neppure gli splendidi paesaggi, incorniciati da un'ottima, questa sì, fotografia e la colonna sonora certamente rievocativa, riescono a sollevare quest'operazione che pare abbia addirittura goduto di finanziamenti pubblici.
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(di mipiacepensare)
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ruger357mgm
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venerdì 18 ottobre 2013
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elegia della tolleranza
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Molti difetti saranno trovati a questa godibile operina,ma noi lasciamo ad altri il cavilloso onere di enumerarli.Ne approviamo invece la sceneggiatura brillante,sicuramente teatrale,con battute e ritmi sovente folgoranti, in barba agli estimatori del cinema del pugliese prossimo venturo....Il film mischia diverse convergenti storie che si ritrovano presso un faro male in arnese.Il personaggio principale ,ma non il solo, é un prete "spretato" umanissimo e pieno di dubbi e difetti che ritorna in seno ad una famiglia sfasciatasi da poco e dominata da una madre/padrona che,si scoprirá,comanda forse solo su se stessa.Ambientato in un non luogo sospeso tra mare e cielo il film si avvantaggia di una scenografia naturale incantevole,la sconosciuta provincia di Oristano,che pur si adatta all'accento lucano/pugliese della compagnia,abbellito per l'occasione dai colloqui in ceco,o slovacco,delle due opposte sorelle che animano la vicenda: una puttana in fase di dismissione e una colf lesbica cagionatrice di danni e tempeste.
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Molti difetti saranno trovati a questa godibile operina,ma noi lasciamo ad altri il cavilloso onere di enumerarli.Ne approviamo invece la sceneggiatura brillante,sicuramente teatrale,con battute e ritmi sovente folgoranti, in barba agli estimatori del cinema del pugliese prossimo venturo....Il film mischia diverse convergenti storie che si ritrovano presso un faro male in arnese.Il personaggio principale ,ma non il solo, é un prete "spretato" umanissimo e pieno di dubbi e difetti che ritorna in seno ad una famiglia sfasciatasi da poco e dominata da una madre/padrona che,si scoprirá,comanda forse solo su se stessa.Ambientato in un non luogo sospeso tra mare e cielo il film si avvantaggia di una scenografia naturale incantevole,la sconosciuta provincia di Oristano,che pur si adatta all'accento lucano/pugliese della compagnia,abbellito per l'occasione dai colloqui in ceco,o slovacco,delle due opposte sorelle che animano la vicenda: una puttana in fase di dismissione e una colf lesbica cagionatrice di danni e tempeste.Un film corale che mette a nudo le debolezze di ognuno e che inneggia,per l'intera durata, al sereno rispetto delle diversità e di ogni forma di affettività , mettendo al bando allegramente bigotti e falsi moralismi. Simpatici i protagonisti,dal cascatore circense,al muratore tai chi,alla sorella del prete/moglie del cornuto.Scamarcio fa la sua parte,senza difficoltà peraltro,Papaleo perplesso quanto basta e sempre ironico,la. Bobulova meglio che nelle melense fiction Rai e molto meno pudibonda, con una menzione speciale e maiuscola per Giuliana Lojodice,attrice di teatro troppo poco presente sul grande schermo. Se si cerca la risata grassa o l'action Movie estremo meglio restare a casa.Da vedere.
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no_data
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venerdì 18 ottobre 2013
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papaleo un poeta tra parole e musica
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Il film è diverso ... ma uguale , semplice e complesso, se vi piace e a me piace, è il modo di Papaleo di affrontare la vita ! Viva viva viva i Rocco Papapleo
[+] esagerato
(di fabian t.)
[ - ] esagerato
[+] sei ovviamente la zia di papaleo!!
(di pier71)
[ - ] sei ovviamente la zia di papaleo!!
[+] forse non da 5 stelle ma ottimo film
(di mipiacepensare)
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rita branca
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venerdì 18 ottobre 2013
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formula base: dialetti pugliesi e paesaggi sardi
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Una piccola impresa meridionale, film (2013) di Rocco Papaleo con Barbara Bobulova, Rocco Papaleo, Riccardo Scamarcio, Sara Felderbaum, Claudia Potenza, Giovanni Esposito, Giampiero Schiano, Mela Esposito, Giuliana Lojodice, Giorgio Colangeli
Film gradevole ambientato prevalentemente in un vecchio faro in rovina appartenuto ad una famiglia meridionale ridotta a brandelli secondo i benpensanti del vicino centro urbano, sintetizzato nella severa madre vedova per ossequiare la quale il figlio maggiore, spretato, è relegato, affinché non si sappia, evitando alla donna l’umiliazione dei pettegolezzi paesani.
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Una piccola impresa meridionale, film (2013) di Rocco Papaleo con Barbara Bobulova, Rocco Papaleo, Riccardo Scamarcio, Sara Felderbaum, Claudia Potenza, Giovanni Esposito, Giampiero Schiano, Mela Esposito, Giuliana Lojodice, Giorgio Colangeli
Film gradevole ambientato prevalentemente in un vecchio faro in rovina appartenuto ad una famiglia meridionale ridotta a brandelli secondo i benpensanti del vicino centro urbano, sintetizzato nella severa madre vedova per ossequiare la quale il figlio maggiore, spretato, è relegato, affinché non si sappia, evitando alla donna l’umiliazione dei pettegolezzi paesani.
Il faro solitario però nel corso di un breve arco di tempo si anima di altri ospiti, anch’essi in fuga dal comune pregiudizio: un’ex prostituta, un marito tradito, inseguito da frotte di bambini che lo beffeggiano, una coppia lesbica, la scontrosissima madre e una piccolissima impresa edilizia familiare che è chiamata a ristrutturare il faro che sarà trasformato in un bell’albergo.
Intreccio accattivante, condito con molte frasi ad effetto, forse troppe, splendida fotografia, davvero una goduria infinita per l’occhio sia grazie alle bellezze mozzafiato dei paesaggi sardi in cui le scene sono girate, che di quella non meno avvincente della sempre bravissima Barbara Bobulova. Molto piacevole la colonna sonora e si sottolineano la bravura degli interpreti, con un plauso speciale per Giovanni Esposito e Giampiero Schiano che regalano momenti di liricità. Degna di nota è anche la delicatezza con cui è trattato l’amore lesbico.
Rita Branca
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mammut
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venerdì 18 ottobre 2013
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inferiore a basilicata coast to coast
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Non si puo' inserire come voto 2 stelle e mezzo, ma era il voto da dare. Non mi e' piaciuto, film lento non decolla. L'idea e' buona ma lo sviluppo e' insufficiente. Peccato. Belli i luoghi
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movielena
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giovedì 17 ottobre 2013
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una bella sorpresa...
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Ieri sera ho avuto il piacere di assistere all'anteprima di questo film ma soprattutto di parlare e di stringere la mano a Rocco Papaleo, in sala a Brescia proprio per l'occasione. Per i pochi minuti in cui noi del pubblico abbiamo potuto intrattenerci con lui, mi è parso un uomo gentilissimo e simpatico, umile e sincero.
Una piccola impresa meridionale è un film semplice, piacevole e soprattutto dedicato alla vita vera, quella di tutti i giorni, quella di tutti noi. Lo consiglio assolutamente.
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fabian t.
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giovedì 17 ottobre 2013
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commedia malinconica e dolceamara
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Non è facile commentare la visione di un film la cui caratteristica principale è quella di presentarsi come una commedia ridotta ai minimi termini e utilizzata come un pretesto per proiettare sensazioni contrastanti, incertezze e malinconie. Proprio per questa piccola anomalia, diciamo così, il film di Papaleo possiede punti di forza e punti di debolezza che convivono senza problemi. Abbandonato il viaggio catartico e spassoso del precedente "Basilicata coast to coast", qui tutto si svolge nei pressi di un faro che, come c'è da immaginarsi, sta a lì a rappresentare la ricerca di una via da percorrere per un insieme di persone abbastanza fuori dal comune e in cerca di stabilità emotiva. L'agitazione interiore dei personaggi contrasta con la placida bellezza del paesaggio che in qualche modo, lentamente, diviene esso stesso attore e spettatore di vicende ingarbugliate e tendenzialmente ingestibili.
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Non è facile commentare la visione di un film la cui caratteristica principale è quella di presentarsi come una commedia ridotta ai minimi termini e utilizzata come un pretesto per proiettare sensazioni contrastanti, incertezze e malinconie. Proprio per questa piccola anomalia, diciamo così, il film di Papaleo possiede punti di forza e punti di debolezza che convivono senza problemi. Abbandonato il viaggio catartico e spassoso del precedente "Basilicata coast to coast", qui tutto si svolge nei pressi di un faro che, come c'è da immaginarsi, sta a lì a rappresentare la ricerca di una via da percorrere per un insieme di persone abbastanza fuori dal comune e in cerca di stabilità emotiva. L'agitazione interiore dei personaggi contrasta con la placida bellezza del paesaggio che in qualche modo, lentamente, diviene esso stesso attore e spettatore di vicende ingarbugliate e tendenzialmente ingestibili. Ecco allora emergere una chiave di lettura che è quella dell'approccio al pregiudizio, visto da dentro - attraverso i protagonisti - e da fuori, con la società perbenista e tendenzialmente ipocrita. Il suggerimento è chiaro: vedere le persone come tali fuggendo da qualunque sovrastruttura sociale o cinico luogo comune; questo sembra essere l'unico punto in comune di questo gruppo eterogeneo di individui la cui "impresa" (da cui probabilmente il titolo) è quella di accettare il piccolo mondo in cui si ritrovano a vivere e farsi accettare senza perdere la propria identità. Da un punto di vista della rappresentazione scenica, il film sembra procedere quasi per inerzia, senza svolte creative o situazioni veramente divertenti o sorprendenti. Poca energia, da questo punto di vista, e tanta attenzione (forse troppa) alle problematiche sessuali e di coppia, con un'ostentata e un po' irritante prorompenza fisica della brava Bobulova, sacrificando in parte la storia che tutto sommato si svolge senza troppa originalità. Ma nel complesso il film merita di essere visto, con tutti i suoi pregi e difetti.
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[+] bravo!
(di zoltan73)
[ - ] bravo!
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