tigre_leonardo
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giovedì 25 aprile 2013
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una sinfonia di famiglia
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Purtroppo c'è dire che mi sono pentita di aver visto in rete così tanti spezzoni del film prima della visione in sala, invidio chi vedrà il film per la prima volta con occhio vergine. Non so se si tratta di un capolavoro ma è un film che lavora dentro e che ti lascia parecchio pensare anche sulla distanza, sono 240 minuti di vera poesia, amore per la vita e per il cinema che volano veloci come un soffio, ti siedi è non vorresti che finisse. Quello che mi viene in mente è che questo film ha la struttura di una sinfonia, si parte con un allegro roboante, è la prima parte con 'Luke il bello', il motociclista che diventa rapinatore di banche per crescere suo figlio, si passa all'adagio, un Avery Cross più intimista, poliziotto alle prime armi che vive i suoi contrasti interiori, il terzo tempo è come un minuetto con la turbolenza dei due giovani figli e per chiudere naturalmente un finale.
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Purtroppo c'è dire che mi sono pentita di aver visto in rete così tanti spezzoni del film prima della visione in sala, invidio chi vedrà il film per la prima volta con occhio vergine. Non so se si tratta di un capolavoro ma è un film che lavora dentro e che ti lascia parecchio pensare anche sulla distanza, sono 240 minuti di vera poesia, amore per la vita e per il cinema che volano veloci come un soffio, ti siedi è non vorresti che finisse. Quello che mi viene in mente è che questo film ha la struttura di una sinfonia, si parte con un allegro roboante, è la prima parte con 'Luke il bello', il motociclista che diventa rapinatore di banche per crescere suo figlio, si passa all'adagio, un Avery Cross più intimista, poliziotto alle prime armi che vive i suoi contrasti interiori, il terzo tempo è come un minuetto con la turbolenza dei due giovani figli e per chiudere naturalmente un finale. Ryan Gosling è terrificante, si costruisce addosso un personaggio memorabile, riempie lo schermo con i suoi sguardi e silenzi e quando c'è lui nell'inquadratura non puoi staccare gli occhi tanto è magnetico, la sua parte di film è scoppiettante, dolorosa, indimenticabile ed emozionante. Eva Mendes è una donna fragile e combattuta e spero che le capiti l'occasione di avere molti altri ruoli in cui mostrare la sua sensibilità e bravura, lo stesso vale per Ben Mendelsohn.
La sezione di film che riguarda Bradley Cooper è meno adrenalinica, molto più intimista, psicologica, anche lui è molto bravo a plasmare il suo personaggio.
Durante tutto il film, anche se assente, incombe la presenza di Luke/Gosling. Nell'ultima parte i due ragazzi sono eccezionali, bravissimi e il finale è veramente toccante.
Devo spendere una parola sul doppiaggio (che iattura vivere in un paese dove è obbligatorio) che purtroppo non è all'altezza, per carità, niente da dire, i doppiatori sono bravi ma io non posso che sperare che prima o poi qualche cinema mi dia l'occasione di rivederlo in originale perchè credo che la vera voce di un attore, le 1000 sfumature non possano essere rese da nessuno. Anche la traduzione in certi momenti l’ho trovata proprio superficiale e posso dirlo avendo visto tanti spezzoni del film in originale e questo è sintomo di poca attenzione e qualità.
Per ultimo vorrei parlare di Derek Cianfrance, definitivamente uno dei migliori nuovi registi, il suo sguardo è speciale e il suo lavoro con gli attori veramente eccezionale, lui parla in profondità alla mia anima. Da non dimenticare che sua è anche la sceneggiatura originale del film.
Se avete amato Blue Valentine di sicuro Come un Tuono non vi deluderà. Tra parentesi, il titolo è terribile!
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tonysamperi
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domenica 21 aprile 2013
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tale padre...
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SULLA SCENEGGIATURA
La pellicola si apre bene, incentrandosi sul personaggio di Luke (Ryan Gosling). Alcune prime scene adrenaliniche catturano l’attenzione dello spettatore. Tuttavia il ritmo cala con gran velocità, e dopo circa un’ora di film l’attenzione viene completamente spostata su Avery Cross (Bradley Cooper), suo figlio AJ, e il figlio di Luke, Jason. Da qui la storia assomiglia molto a quella del comandante Whitaker in “Flight” (Uscito il 24 Gennaio).
La differenza è che qui i dialoghi sono stati curati veramente male, poche parole di cui gran parte turpiloquio. Dialoghi basati esclusivamente su botta e risposta, non c’è un discorso articolato.
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SULLA SCENEGGIATURA
La pellicola si apre bene, incentrandosi sul personaggio di Luke (Ryan Gosling). Alcune prime scene adrenaliniche catturano l’attenzione dello spettatore. Tuttavia il ritmo cala con gran velocità, e dopo circa un’ora di film l’attenzione viene completamente spostata su Avery Cross (Bradley Cooper), suo figlio AJ, e il figlio di Luke, Jason. Da qui la storia assomiglia molto a quella del comandante Whitaker in “Flight” (Uscito il 24 Gennaio).
La differenza è che qui i dialoghi sono stati curati veramente male, poche parole di cui gran parte turpiloquio. Dialoghi basati esclusivamente su botta e risposta, non c’è un discorso articolato. Pertanto gli attori non trasmettono nessun messaggio, ma bisogna capire il senso del film semplicemente dal plot.
Bello il finale che rimanda al titolo originale “The place beyond the pines”, che rappresenta per Jason
SUL CAST
Gli attori principali da Gosling a Greenwood fanno il loro mestiere in grande stile, anche se questo non basta ad alzare il livello del film.
Mi è piaciuto in particolar modo Ryan Gosling, che mi ha ricordato un po’ il Sylvester Stallone degli anni ’80.
SUL DOPPIAGGIO
Torna come sempre Christian Iansante al doppiaggio di Bradley Cooper, mentre l’ottima Eleonora De Angelis doppia Eva Mendez.
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 20 aprile 2013
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originale, intenso e con una forte umanità
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Lo diciamo subito: il film è abbastanza lungo, quasi due ore e mezza e alla fine qualche segno di lentezza e ripetitività si nota, ma francamente era il tempo minimo indispensabile per raccontare la storia di due famiglie e cinque diversi protagonisti.
Qualche mio collega ha tirato in ballo i numerosi simbolismi che il film avrebbe voluto sottolineare come la guerra tra il bene e il male e il fatto che a volte il male non è poi così devastante. Altri critici cinematografici hanno posto l’accento sui simbolismi legati all’uso della motocicletta connessa al senso di libertà.
Io mi limito, invece, ad analizzare semplicemente la storia basata sulla vita dei due protagonisti che si intreccia solo per un paio di secondi, il tempo in cui si vedono, ma che segnerà per sempre il destino di destino di entrambi.
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Lo diciamo subito: il film è abbastanza lungo, quasi due ore e mezza e alla fine qualche segno di lentezza e ripetitività si nota, ma francamente era il tempo minimo indispensabile per raccontare la storia di due famiglie e cinque diversi protagonisti.
Qualche mio collega ha tirato in ballo i numerosi simbolismi che il film avrebbe voluto sottolineare come la guerra tra il bene e il male e il fatto che a volte il male non è poi così devastante. Altri critici cinematografici hanno posto l’accento sui simbolismi legati all’uso della motocicletta connessa al senso di libertà.
Io mi limito, invece, ad analizzare semplicemente la storia basata sulla vita dei due protagonisti che si intreccia solo per un paio di secondi, il tempo in cui si vedono, ma che segnerà per sempre il destino di destino di entrambi. Irrimediabilmente.
La storia è originale, intensa, a tratti imprevedibile, ma soprattutto carica di una forte umanità. C è umanità in quasi tutti i personaggi principali: ognuno con la propria storia e con i propri problemi da risolvere. Forse l’unico personaggio meno umano di tutti è il figlio del poliziotto, quello che poi alla fine rompe l’equilibrio.
Il regista americano Derek Cianfrance è alla sua seconda opera dopo Blue Valentine ed in entrambi i film ha scelto come attore principale Ryan Gosling (Le idi di marzo, Drive) un attore sempre più bravo con una espressività notevole che da solo regge la scena.
All’altezza di Gosling, l’altro co-protagonista del film, Bradley Cooper che si conferma attore sempre più poliedrico dopo Il lato Positivo, The Words, Limitless e una notte da Leoni.
Gosling e Cooper, al momento sono sicuramente due tra dei migliori attori del momento e qui ne danno ampia dimostrazione.
Mi è piaciuta anche l’interpretazione di Eva Mendes anche se la sua parte è abbastanza marginale nel contesto del film che si basa quasi esclusivamente sui due protagonisti e sui loro figli.
Il film, a parte alcune scene in moto, è tutt’altro che spettacolare e affronta molti temi, ma come detto all’inizio mi piace pensare che voglia solo raccontare la vita, quella di tutti i giorni, legata alla sopravvivenza del quotidiano dove valori e sentimenti come onore, onestà, amicizia e amore si mischiano tra ricchezza e povertà.
Per questo “Come un tuono” è un film sicuramente da vedere.
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amandagriss
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sabato 20 aprile 2013
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oggi è come ieri
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In un tempo senza tempo,in quel luogo d’America,nel ‘posto al di là dei pini’ ,si consuma la tragedia di due uomini,creature pure,idealiste,assai simili seppur calate in realtà differenti -agli antipodi-,che la vita/il destino fa incontrare mettendoli l’uno contro l’altro per l’attimo lungo quanto un battito d’ali di farfalla.E dopo,tutto cambia.Irreversibilmente.Il presente diventa passato,il passato futuro,il futuro il nuovo presente.Opera seconda del regista di Blue Valentine,Come un tuono (titolo italiano che non rende giustizia al film) è un dramma a tinte forti,idealmente diviso in tre parti di cui la prima eccezionale,che sa mantenersi asciutto ed evitare abilmente insidiosi scivoloni nel melò più lacrimevole.
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In un tempo senza tempo,in quel luogo d’America,nel ‘posto al di là dei pini’ ,si consuma la tragedia di due uomini,creature pure,idealiste,assai simili seppur calate in realtà differenti -agli antipodi-,che la vita/il destino fa incontrare mettendoli l’uno contro l’altro per l’attimo lungo quanto un battito d’ali di farfalla.E dopo,tutto cambia.Irreversibilmente.Il presente diventa passato,il passato futuro,il futuro il nuovo presente.Opera seconda del regista di Blue Valentine,Come un tuono (titolo italiano che non rende giustizia al film) è un dramma a tinte forti,idealmente diviso in tre parti di cui la prima eccezionale,che sa mantenersi asciutto ed evitare abilmente insidiosi scivoloni nel melò più lacrimevole.Qui si piange,certo,ma le lacrime sono composte,sanno di amarezza,di disincanto,di silente rassegnata consapevolezza degli eventi,di come la storia ripeta, instancabile,se stessa,e pur variando nei dettagli (temporali,ambientali,sociali,culturali),finisce col riproporre sempre il medesimo copione.Forte senso di predestinazione quello che incombe,dalla prima scena (splendido piano sequenza che accompagna di spalle un grande Ryan Gosling) all’ultima.Angoscia sotto pelle,atmosfera claustrofobica attanagliante: sintomi dei compromessi dell’esistenza a cui bisogna necessariamente piegarsi,a causa dei quali sporcarsi le mani e imporre alla coscienza di tacere.Lo si voglia oppure no.Un appropriato,bellissimo commento musicale diviene la chiave di lettura delle reali emozioni che investono i personaggi,degli sconvolgimenti interiori che li devastano,scavando un abisso tra i volti che si sforzano di apparire normali e l’inferno che si portano dentro.E se la storia non fa che reinventare il passato,chi ne ha fatto parte,per quanto non ci sia più,ha lasciato un segno,una traccia indelebile che si è fatta memoria vivida e vibrante.Che,di riflesso,rivive nel volto,nei gesti,nel modo di essere di chi alla fine ne ripercorre ineluttabilmente le orme.
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slevin88
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venerdì 19 aprile 2013
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atroce...dio benedica bradley cooper.
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Un film atroce, lento, inconsistente e con un Ryan Gosling schiavo del personaggio interpretato Drive e un finale banale e senza alcun legame reale con la traccia lasciata in precedenza lungo tutto il film. Due ore di silenzi, strazi e drammi familiari esasperati, personaggi sbiaditi e perseveranza nel rendere drammatico ciò che drammatico non è. Da salvare solo l'intensità di Bradley Cooper che continua a migliorarsi e ad affarmarsi sempre più come un attore capace ed eclettico. Gosling ha perso più tempo a farsi fare i finti tatuaggi che ad entrare nel personaggio, la Mendes riesce solo a piangere, Liotta è..Liotta e per il finale non potevano scegliere attori peggiori per interpretare i figli (specialmente il tremendo Emory Cohen).
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Un film atroce, lento, inconsistente e con un Ryan Gosling schiavo del personaggio interpretato Drive e un finale banale e senza alcun legame reale con la traccia lasciata in precedenza lungo tutto il film. Due ore di silenzi, strazi e drammi familiari esasperati, personaggi sbiaditi e perseveranza nel rendere drammatico ciò che drammatico non è. Da salvare solo l'intensità di Bradley Cooper che continua a migliorarsi e ad affarmarsi sempre più come un attore capace ed eclettico. Gosling ha perso più tempo a farsi fare i finti tatuaggi che ad entrare nel personaggio, la Mendes riesce solo a piangere, Liotta è..Liotta e per il finale non potevano scegliere attori peggiori per interpretare i figli (specialmente il tremendo Emory Cohen). In sostanza film inutile da guardare a meno che non si abbia del tempo (tanto) da voler investire male.
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criara
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giovedì 18 aprile 2013
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trailer e film? due cose diverse
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Non è esattamente il film che ci si aspetta.
Dopo mezz'ora ci si chiede: è già finito?
In realtà c'è almeno un'altra ora davanti, ma sarebbe meglio se fosse finito davvero lì.
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(di mrgm1221)
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mave80
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giovedì 18 aprile 2013
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film imperdibile
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"Come un tuono" sembra che sia stato scritto dal mitico Tarantino ma no, non è Quentin, è un film di Derek Cianfrance! Che dico è il Film! Si perchè questo film è davvero un capolavoro!!!
Per chi è legato come me a quel tipo di film cazzuti, sporchi, con sana violenza ma anche con una profonda forza comunicativa è questo il film che fa per voi.
Si tratta di un film che ha una bellissima storia da raccontare, quasi epica e in questo Derek non ha lasciato nulla al caso, tutto ritorna e come ritorna...il protagonista del film già diventato mitico per molti in "Drive" ora esce da questo movie con un fisico più vigoroso e con lo stesso carattere chiuso e duro con il quale lo avevamo lasciato in "Drive".
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"Come un tuono" sembra che sia stato scritto dal mitico Tarantino ma no, non è Quentin, è un film di Derek Cianfrance! Che dico è il Film! Si perchè questo film è davvero un capolavoro!!!
Per chi è legato come me a quel tipo di film cazzuti, sporchi, con sana violenza ma anche con una profonda forza comunicativa è questo il film che fa per voi.
Si tratta di un film che ha una bellissima storia da raccontare, quasi epica e in questo Derek non ha lasciato nulla al caso, tutto ritorna e come ritorna...il protagonista del film già diventato mitico per molti in "Drive" ora esce da questo movie con un fisico più vigoroso e con lo stesso carattere chiuso e duro con il quale lo avevamo lasciato in "Drive".
Per me uno dei migliori film degli ultimi anni....finalmente ho un nuovo regista da seguire!!!
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mrgm1221
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giovedì 18 aprile 2013
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la storia si ripete
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Chi pensa che questo film sia incentrato sull'azione si sbaglia, chi crede giri intorno ad un protagonista anche. Il punto principale del film è la storia, una di quelle storie un po' particolari, che non devono necessariamente piacere, ma raccontare i fatti così come accadono. Il bello del film è il modo in cui vengono raccontate le vicende e si collegano fra loro. Questo film mette in luce una prospettiva diversa, sopratutto l'idea che non tutto è ciò che sembra: la memoria di una persona, un evento, possono essere facilmente distorti. Certo, le scene d'azione non mancano, potrebbe attirare molto la ripresa che segue il fuggitivo dal cruscotto dell'auto della polizia, immedesimando lo spettatore nei panni del poliziotto, ed allo stesso tempo introducendo il nuovo personaggio che poi prenderà piede.
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Chi pensa che questo film sia incentrato sull'azione si sbaglia, chi crede giri intorno ad un protagonista anche. Il punto principale del film è la storia, una di quelle storie un po' particolari, che non devono necessariamente piacere, ma raccontare i fatti così come accadono. Il bello del film è il modo in cui vengono raccontate le vicende e si collegano fra loro. Questo film mette in luce una prospettiva diversa, sopratutto l'idea che non tutto è ciò che sembra: la memoria di una persona, un evento, possono essere facilmente distorti. Certo, le scene d'azione non mancano, potrebbe attirare molto la ripresa che segue il fuggitivo dal cruscotto dell'auto della polizia, immedesimando lo spettatore nei panni del poliziotto, ed allo stesso tempo introducendo il nuovo personaggio che poi prenderà piede. Forse alcune scene sono un po' troppo tremolanti e frettolose, non si ha bene il tempo di capire cosa stia succedendo. Cast modesto, naturalmente Grosling dà il meglio di se nella parte del ribelle, che vive la giornata, sembra proprio il ruolo che fa per lui; anche Cooper recita egregiamente, anche se nel profondo non è troppo convincente. Vorrei sottolineare che questo film va inteso, capito, piace solamente se si accetta la vicenda, se si pensa che la storia debba essere così. Un film che stupisce già di suo, e dal trailer fuorviante, ancora di più. Merita di essere visto
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carlotta.guidi
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mercoledì 17 aprile 2013
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inconsistente
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Film decisamente troppo sopravvalutato. Trama confusa, dialoghi inesistenti, riprese per veri stomaci forti (camera che riprende da dietro molto spesso, anche nelle riprese in moto). Ryan Gosling bravo (per il poco che dura), anche se quella sigaretta in bocca dopo 2 minuti aveva già stufato, quindi figurarsi per quasi un'intera ora. Bradley Cooper sempre bravissimo, qualsiasi ruolo faccia, ma abbastanza scontato e stereotipato. Eva Mendes..bah.
Nel complesso un film che non vale assolutamente la pena di essere visto, trama anche abbastanza coinvolgente ma trattata in modo pessimo.
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kitty candy
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mercoledì 17 aprile 2013
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la nemesi
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Per la sua terza pellicola, Derek Cianfrance, il fortunato regista di Blue Valentine, decide di raccontarci il lato oscuro dell’umanità, e lo fa con un progetto più complesso, affidandosi nuovamente al suo attore feticcio Ryan Gosling, accompagnato da un cast altrettanto stellare che vede in campo, tra gli altri, Eva Mendez, Bradley Cooper e Ray Liotta.
In Come un tuono (The Place beyond the pines nel titolo originale) il destino dei protagonisti cade tagliente come una scure e le vicissitudini del film si susseguono fino al compimento di un’autentica nemesi biblica.
Luke Glanton (Gosling), spericolato stunt-man in motocicletta che si esibisce nei circhi, abbandona la sua vita da nomade per stabilirsi a Schenectady, nella provincia americana, dopo aver saputo della nascita del figlio, di cui era rimasto all’oscuro fino ad un anno prima.
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Per la sua terza pellicola, Derek Cianfrance, il fortunato regista di Blue Valentine, decide di raccontarci il lato oscuro dell’umanità, e lo fa con un progetto più complesso, affidandosi nuovamente al suo attore feticcio Ryan Gosling, accompagnato da un cast altrettanto stellare che vede in campo, tra gli altri, Eva Mendez, Bradley Cooper e Ray Liotta.
In Come un tuono (The Place beyond the pines nel titolo originale) il destino dei protagonisti cade tagliente come una scure e le vicissitudini del film si susseguono fino al compimento di un’autentica nemesi biblica.
Luke Glanton (Gosling), spericolato stunt-man in motocicletta che si esibisce nei circhi, abbandona la sua vita da nomade per stabilirsi a Schenectady, nella provincia americana, dopo aver saputo della nascita del figlio, di cui era rimasto all’oscuro fino ad un anno prima. Per provvedere al suo mantenimento e riconquistare l’amore di Romina (Eva Mendes) è disposto a fare tutto, ma la sua corsa frenetica oltre le leggi imposte dal sistema viene interrotta da un poliziotto, il quale sembra apparentemente non avere niente in comune con lui.
A questo punto il confine tra la figura del buono e quella del cattivo svanisce davanti alle debolezze dell’anima, alle attitudini caratteriali, costringendo i personaggi nella trappola dei ruoli prestabiliti, dove ci si rincorre dentro a un cerchio della morte, metafora di tutto il film. Intorno a loro, il candore maestoso dei paesaggi circostanti in antitesi con la umana e contaminata corruzione.
Per due ore serrate, lo spettatore si trova catapultato nell’incisiva intensità degli eventi, amplificati dalla potente colonna sonora, affidata ad un pilastro della musica contemporanea come Mike Patton, ex leader dei Faith No More.
Ancora una volta il verismo narrativo di Cianfrance, sempre più distante dai confortevoli happy endings holliwoodiani, non ci delude e riconferma il suo talento di cineasta indipendente. La partecipazione di Ray Liotta, con la sua collaudata faccia da criminale di professione, ci regala un’ulteriore ciliegina su questa torta difficile da digerire.
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(di amandagriss)
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