il poeta marylory
|
martedì 16 aprile 2013
|
non c'è nulla di "positivo"!
|
|
|
|
COME UN TUONO
Un film “paradossale”: due famiglie, una disperata non aiutata, ed un'altra che s'incrociano...
La giustizia non esiste, una cade in terra..., l'altra resta in piedi senza onore, ma in gloria, come avviene anche in Italia...
Il film ha poco di “positivo” da meritarsi solo una stella.
Lorenzo Pontiggia
|
|
[+] lascia un commento a il poeta marylory »
[ - ] lascia un commento a il poeta marylory »
|
|
d'accordo? |
|
il regista elia
|
domenica 14 aprile 2013
|
il film ? un tuono !
|
|
|
|
"Se corri come un fulmine, ti schianti come un tuono". Trattasi di una delle più meravigliose citazioni che abbia mai sentito. Questo film probablmente non è probabilmente uno dei migliori della storia, tuttavia merita il titolo di capolavoro poichè ben strutturato e con una rispettabilissima trama. Gli attori hanno interpretato meravigliosamente il proprio ruolo all'interno del film regalandoci emozioni ad ogni minuto. Ne si può dedurre infatti che questo film sia davvero di un livello superiore a molti altri del suo genere e non solo per la bravura degli interpreti, ma anche dalla trama stessa del film: ben strutturata ( e interpretata ) con un luminoso significato e delle bellissime scenografie.
|
|
[+] lascia un commento a il regista elia »
[ - ] lascia un commento a il regista elia »
|
|
d'accordo? |
|
andpor
|
domenica 14 aprile 2013
|
lasciate perdere
|
|
|
|
Mi meraviglio di come mymovies alla domanda consigliato, risponda "assolutamente si" per un film davvero idiota come questo. Film nutile dalla trama inverosimile, che racconta tre storie in una senza mai arrivare ad una conclusione degna di nota. Troppa carne a cuocere con il risultato che alla resa dei conti il film si perde nel nulla. Due ore e venti minuti sprecati per un film i cui soldi spesi per produrlo, se fossero stati devoluti in beneficenza probabilmente sarebbero stati impiegati meglio facendo felici più persone. Lasciate perdere ed andate a vedere dell'altro. Unica cosa positiva sono le scorribande in motocicletta di "Luke il Bello", nella prima parte del film. Consigliato? "Assolutamente NO".
[+]
Mi meraviglio di come mymovies alla domanda consigliato, risponda "assolutamente si" per un film davvero idiota come questo. Film nutile dalla trama inverosimile, che racconta tre storie in una senza mai arrivare ad una conclusione degna di nota. Troppa carne a cuocere con il risultato che alla resa dei conti il film si perde nel nulla. Due ore e venti minuti sprecati per un film i cui soldi spesi per produrlo, se fossero stati devoluti in beneficenza probabilmente sarebbero stati impiegati meglio facendo felici più persone. Lasciate perdere ed andate a vedere dell'altro. Unica cosa positiva sono le scorribande in motocicletta di "Luke il Bello", nella prima parte del film. Consigliato? "Assolutamente NO".
[-]
[+] ma che film vedi di solito?
(di lucva)
[ - ] ma che film vedi di solito?
|
|
[+] lascia un commento a andpor »
[ - ] lascia un commento a andpor »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
domenica 14 aprile 2013
|
film noioso
|
|
|
|
il film, al contrario di quanto si pensa dopo la trionfale scena iniziale, non decolla mai per poi annoiare nella seconda parte fino alla banalissima scena finale...
[+] aspetta
(di mrgm1221)
[ - ] aspetta
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
giugy3000
|
giovedì 11 aprile 2013
|
buoni o cattivi, non e' la fine
|
|
|
|
"Se corri come un fulmine ti schianti come un tuono", recita così la frase cardine non solo del trailer ma anche della vita di questi due uomini protagonisti della nuova pellicola di Cianfrance, autore statunitense di gran talento e da anni sempre snobbato da critica e pubblico italiano. Sì, proprio lui, il regista di quel poeticissimo "Blue valentino" uscito in Italia per poche settimane quattro anni dopo e in una sola sala in tutto il paese, torna finalmente sul grande schermo scegliendo due punte di diamante del cinema americano odierno: Gosling e Cooper.
[+]
"Se corri come un fulmine ti schianti come un tuono", recita così la frase cardine non solo del trailer ma anche della vita di questi due uomini protagonisti della nuova pellicola di Cianfrance, autore statunitense di gran talento e da anni sempre snobbato da critica e pubblico italiano. Sì, proprio lui, il regista di quel poeticissimo "Blue valentino" uscito in Italia per poche settimane quattro anni dopo e in una sola sala in tutto il paese, torna finalmente sul grande schermo scegliendo due punte di diamante del cinema americano odierno: Gosling e Cooper. Alte, altissime aspettative, incoraggiate da un teaser mozzafiato dove il bel Gosling pare un angelo biondo e maledetto sceso in terra. Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica e questa pellicola ha molti, troppi difetti su cui sorvolare, lasciandoci con un finale dal sapore amaro tanto quanto lo sono le note delle canzoni dei Faith No More. Luke e Avery sono le due facce della stessa medaglia nell'esistenza terrena condannata da colpe e peccati: uno è uno stuntman con un passato burroscoso e un presente da delinquente che però si innamora di suo figlio dal primo istante in cui ne scopre l'esistenza, l'altro è un poliziotto distrettuale ricoperto di onori e medaglie al lavoro ma tacitamente è un uomo corrotto dagli stessi crimini che si impone di sconfiggere nonchè padre assente e distante. Quindici anni dopo l'evento che sconvolgerà le loro vite, i rispettivi figli salderanno i debiti rimasti in sospero tra i due. C'è chi ha i denti ma non il pane e viceversa; bene, male e leggi controverse del destino si intrecciano in una vicenda a tratti caotica e non-sense dove riesce difficile se non impossibile inquadrare il genere cinematografico su cui Cianfrance si è più orientato. Stando alla prima mezz'ora di film dove primeggia un Gosling pregnante, bello da infarto e sfacciatamente coraggioso la pellicola parrebbe un noir poliziesco a tinte mèlo, ma dopo quando la vicenda si rovescia dalla parte di Cooper pare un drammatico esistenziale con punte di genere adolescenziale. Troppa carne al fuoco o nulla di nuovo da dire? Cianfrance si comporta da bulimico: inquadra ogni cosa all'inizio veloce come la luce, la camera a mano o gli inseguimenti in moto sono resi benissimi e con una tensione alle stelle, ma ecco che dopo venti minuti neanche il ritmo cala notevolmente, per certi instanti è persin soporifero. Inoltre le due vite intrecciate, così diverse e così simili al contempo per il grande e difficile ruolo di essere padre sono sproporzionate per analisi e durata: Luke è solo un abbozzo rispetto ai dettagli che riceviamo sulla vita di Avery, che la cosa fosse voluta o meno non è stata senz'altro una scelta ben ragionata. Si parla di paternità, di amore, di corruzione in polizia (tema fra l'altro trattato decisamente meglio in moltissimi altri titoli, per farne un esempio "Pride and glory" fra tutte), di adolescenti allo sbando, di vendetta, di rimorsi, di soldi, di riconoscenze, d'amicizia...chi troppo vuole nulla stringe e anche se è da riconoscergli un taglio molto personale per presentarci il destino crudele di quattro esseri umani dove spesso il moto "tale padre tale figlio" può essere oltre un bene una condanna, il complesso appare freddo rispetto a "Blue Valentine" e non ci si emoziona, non si soffre com-passionevolmente con i protagonisti. C'è un gran distacco fra lo spettatore e la trama, seppur reale e sentita come tale in un mondo dove sempre più che mai le leggi morali sono in decadenza così come i mezzi per procacciarsi da vivere, è tutto troppo determinato,scontato.
La defininerei una grande occasione persa, ma nonostante il pessimo doppiaggio Gosling primeggia su Cooper e il film cautamente ci par suggerire le parole di una canzone di Vasco Rossi: "buoni o cattivi...non è la fine,prima c'è il giusto o sbagliato
da sopportare... "
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giugy3000 »
[ - ] lascia un commento a giugy3000 »
|
|
d'accordo? |
|
catcarlo
|
mercoledì 10 aprile 2013
|
come un tuono
|
|
|
|
E’ risaputo, con i se e con i ma non si fa la storia. Epperò… Quale sarebbe il giudizio complessivo su ‘Come un tuono’ se il ritmo e la tensione narrativa si mantenessero sempre sui livelli della prima ora (cioè fino a che rimane in scena Ryan Gosling)? Con ogni probabilità, si passerebbe dalla categoria buono (o anche ottimo) film a quella di capolavoro: purtroppo, così non è, ma c’è materia a sufficienza per dichiararsi soddisfatti. Per il suo esordio ad alto budget, l’indipendente Cianfrance sceglie una soggetto complesso e ambizioso (scritto assieme a Ben Coccio e Darius Marder e musicato con discrezione da Mike Patton) che innesta tocchi di noir su di un dramma familiare e psicologico con contorno di ipocrisie, sensi di colpa ed errori che ricadono sui figli – le eco cattoliche si sprecano, così pare tutto meno che un caso il largo spazio dato al battesimo del piccolo Jason.
[+]
E’ risaputo, con i se e con i ma non si fa la storia. Epperò… Quale sarebbe il giudizio complessivo su ‘Come un tuono’ se il ritmo e la tensione narrativa si mantenessero sempre sui livelli della prima ora (cioè fino a che rimane in scena Ryan Gosling)? Con ogni probabilità, si passerebbe dalla categoria buono (o anche ottimo) film a quella di capolavoro: purtroppo, così non è, ma c’è materia a sufficienza per dichiararsi soddisfatti. Per il suo esordio ad alto budget, l’indipendente Cianfrance sceglie una soggetto complesso e ambizioso (scritto assieme a Ben Coccio e Darius Marder e musicato con discrezione da Mike Patton) che innesta tocchi di noir su di un dramma familiare e psicologico con contorno di ipocrisie, sensi di colpa ed errori che ricadono sui figli – le eco cattoliche si sprecano, così pare tutto meno che un caso il largo spazio dato al battesimo del piccolo Jason. La storia si compone di tre segmenti di lunghezza diseguale e qualità calante. Nel primo, quello lodato poche righe fa, è protagonista Luke ‘il bello’, talentuoso motociclista che si guadagna da vivere nei luna-park e che passa alle rapine dopo aver scoperto di aver avuto un figlio a seguito di una-botta-e-via. Protagonista è un Gosling biondo, bravo a rendere la complessità di un personaggio che ha il coraggio di farsi le domande giuste alle quali, però, finisce sempre per dare le risposte sbagliate: accanto a lui ci sono una Eva Mendes che disegna una ragazza-madre ben lontana dal sex-symbol e Bob Mendelsohn che fa lo stralunato – come gli capita spesso – nei panni dell’amico Robin. Una rapina andata a male segna il cambio di testimone: esce Luke, entra il poliziotto Avery Scott, che diventa un eroe per aver fermato il rapinatore, ma in fondo all’anima ha qualcosa che rode perché anche lui ha un figlio piccolo. Ciò non gli impedisce di distillare una serie di menzogne e di sfruttare ancor più cinicamente il cinismo di alcuni suoi colleghi (fra i quali Ray Liotta e un baffuto Gabe Fazio) per costruirsi una carriera politica a cui sacrifica anche la famiglia. Cooper lavora con cura su un ruolo non facile, molto sfaccettato a livello psicologico mentre all’esterno l’agente Scott si sforza di rimanere tutto d’un pezzo: così, quindici anni dopo – e, all’apparenza, non invecchiato di un giorno – eccolo in corsa per la procura distrettuale. A questo punto, i figli sono cresciuti (senza padre entrambi, a vedere così) e il loro incontro finisce per tirare qualche somma, ma senza stravolgere davvero nulla, perché la vita è un grande fiume tranquillo dove, alla fine, il più forte ce l’ha sempre vinta. Come già accennato, in queste ultime parti, e in special modo in quella conclusiva, si notano ridondanze e lungaggini che rallentano la narrazione abbassando il giudizio complessivo, ma senza danneggiare il coinvolgimento dello spettatore creato anche da una qualità delle interpretazioni confermata dai giovani Cohen e DeHaan. L’essenza stessa della storia rende evidente che se c’è una cosa che non va, questa è un titolo italiano decisamente fuorviante: molto meglio quello originale, che altro non è che la traduzione dal mohawk di Schenectady, il nome della cittadina (nello stato di New York) in cui si svolge la vicenda. Si tratta di una provincia placida e immersa nel verde che Cianfrance riprende con cura del dettaglio (cura che, del resto, si riflette nelle inquadrature dei personaggi) e dalla quale per cambiare qualcosa è necessario andar via. Le uniche scene adrenaliniche sono difatti quelle in cui c’è Luke in moto (negli Stati Uniti il casco non è obbligatorio? Per non parlare dei passaggi di proprietà…) e durante le rapine, pare girate in un’unica ripresa: improvvise variazioni di ritmo che sono ulteriore testimonianza di un notevole talento registico, del resto già annunciato dalla splendida sequenza dei titoli di testa.
[-]
[+] moto, casco, passaggio..
(di luca\s)
[ - ] moto, casco, passaggio..
|
|
[+] lascia un commento a catcarlo »
[ - ] lascia un commento a catcarlo »
|
|
d'accordo? |
|
germano f.
|
mercoledì 10 aprile 2013
|
mi dispiace per la sua perdita
|
|
|
|
Non è semplice recensire un film come quello di Cianfrance. Le emozioni e le riflessioni che la pellicola di questo giovane regista (al suo terzo film) riescono a scatenare all'interno di noi spettatori, sono molteplici. A volte contrastanti. Ma mai banali. Sicuramente mai banali. La vicenda viene narrata in maniera lineare, semplice, con ampi salti temporali, sottolineando così l'indissolubilità tra quotidianità e evento straordinario. Gli eventi drammatici, quasi sempre traumatici, che si ripercuotono sull'esistenza dei personaggi di Cianfrance, giungono improvvisi, inaspettati. Ma, come nella vita reale, sono frutto di complessi ed inesorabili travagli interiori.
[+]
Non è semplice recensire un film come quello di Cianfrance. Le emozioni e le riflessioni che la pellicola di questo giovane regista (al suo terzo film) riescono a scatenare all'interno di noi spettatori, sono molteplici. A volte contrastanti. Ma mai banali. Sicuramente mai banali. La vicenda viene narrata in maniera lineare, semplice, con ampi salti temporali, sottolineando così l'indissolubilità tra quotidianità e evento straordinario. Gli eventi drammatici, quasi sempre traumatici, che si ripercuotono sull'esistenza dei personaggi di Cianfrance, giungono improvvisi, inaspettati. Ma, come nella vita reale, sono frutto di complessi ed inesorabili travagli interiori. Qui il destino c'entra ben poco. Nel film le scelte di ogni singolo individuo si rifrangono come onde sulla vita di ogni persona che viene a contatto con queste. Direttamente o indirettamente. Qui la vita non è mai casuale o determinata dai capricci di un'entità superiore. Il destino, quando interviene, è solo per porci dinanzi alle scelte altrui. Così Luke continua a rapinare banche nonostante il suo amico/complice faccia di tutto per fargli cambiare idea e lo lasci solo. Così Avery trova forza e ispirazione dalla foto di famiglia della sua vittima. Così i due figli scelgono ognuno come crescere all'ombra di padri che presenti (o meno) riescono a determinare involontariamente il processo di maturazione (o meno) dei due adolescenti. Cianfrance non sembra dirci che le colpe dei padri ricadono sui figli. Anzi il rapporto padre-figlio è inesorabilmente destinato ad essere centrale nello sviluppo di un individuo. Tutto ciò la pellicola riesce ampiamente a trasmetterlo grazie ad una sapiente regia che abilmente riesce a sottolineare i dialoghi determinanti nello sviluppo morale della vicenda. Bravi tutti gli attori di questo film naturalmente corale, bravi a riuscire ad entrare nelle dinamiche drammatiche di un film emotivamente difficile e moralmente complesso. Bellissima la sceneggiatura sviluppata con lo sviluppo di personaggi maturi e realistici. Straordinarie le inquadrature in primo piano fisse, tese a sottolineare le reazioni alle parole di un interlocutore rimasto fuori campo. Da rilevare la bravura e la levatura interpretativa di Eva Mendes e di Rose Byrne, che interpretano le compagne dei due protagonisti : in alcune scene basta un loro sguardo per comprendere la forte emotività determinata dal difficile rapporto con i propri compagni. Quello di Cianfrance non è un modo di buoni e cattivi, di eroi e antieroi. Di verità assolute. Non è un mondo in cui le scelte sono facili, univoche, senza conseguenze e, soprattutto, senza responsabilità. Tutti prima o poi devono trovarsi di fronte all' effetto di ciò che hanno provocato. Il film, come già detto, è complesso, ma non complicato. Il regista merita tutta la nostra stima per essere riuscito a creare dei personaggi che ti entrano dentro, che ti spingono a riflettere e a confrontarti con te stesso. È Cianfrance il vero protagonista di questo film. Film che può piacere o meno, ma non si può dire che non aiuti a riflettere sul mondo che ti circonda. Un mondo visto come luogo difficile, cannibale, che si sostiene grazie a complessi compromessi e a soggettività che non ti puoi certo permettere di giudicare. Tanti sono i momenti che ti rimangono negli occhi (o, meglio, nella testa) in questa pellicola : il globo delle motociclette come metafora della vita; il battesimo e il pianto silenzioso di Gosling (straordinario); le foto di una famiglia che non c'è tra Gosling e Eva Mendes in lacrime, istantanee fugaci di una perfetta vita inesistente; il profondo dialogo tra la psichiatra della polizia e Bradley Cooper; la cena tra i colleghi poliziotti a casa di Avery e sua moglie (incredibile il ricordo di Goodfellas grazie ad un bravissimo Ray Liotta!); Bradley Cooper che chiede scusa sottovoce a Eva Mendes "mi dispiace per la sua perdita"; i due confronti duri e reali tra Avery e il procuratore; il dialogo sincero e sentito tra il suo patrigno e il figlio di Luke; quest'ultimo che in bicicletta sembra volare tra i boschi di Schenectady dopo aver scoperto suo padre. Il film ci è piaciuto, nulla da dire. Si è capito, penso. Ci è piaciuto anche per quel suo finale aperto, non banale : sembra quasi ridar speranza, possibilità di redenzione. Una speranza per tutti quelli che hanno il coraggio di ricominciare dal nulla, di perdonare, di trovare e apprezzare le cose belle del mondo e, forse, le cose belle che ci hanno lasciato in eredità i nostri padri. Questo per alcuni. Gli altri li lasciamo nel loro mondo a fingere e ad applaudire ciò che ancora non sono riusciti a capire.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a germano f. »
[ - ] lascia un commento a germano f. »
|
|
d'accordo? |
|
dadab.
|
martedì 9 aprile 2013
|
due uomini. una scelta. un unico destino.
|
|
|
|
Derek Cianfrance non è più un novellino del suo ambiente. Dopo il grande esordio hollywoodiano alla regia con Blue Valentine, si conferma come un talento emergente.
[+]
Derek Cianfrance non è più un novellino del suo ambiente. Dopo il grande esordio hollywoodiano alla regia con Blue Valentine, si conferma come un talento emergente. Il suo occhio filmico, intimista ed indagatore, non delude nemmeno stavolta: Come un tuono, (in lingua originale The place beyond the pines), è un film che al primo impatto può risultare ostico, privo di riscatto e tagliente. Eppure non fa altro che descrivere, in modo cristallino e mirato, la realtà, una realtà per la precisione: quella della cittadina americana di provincia Schenectady, che in lingua mohawk significa " il posto al di là dei pini". Il regista opta stavolta per una pluralità di temi, mettendo in scena violenza e abbrutimento, drammi familiari, rapporti umani tra padri e figli, segnati dall'incomunicabilità. Ancora una volta protagonista, Ryan Gosling, già presente in Blue Valentine e famoso per il film Drive, riesce a farsi notare non soltanto per la prestanza fisica, ma anche per lo straordinario talento ed unicità nella recitazione. Il suo volto espressivo, veste stavolta dei panni sudici e tatuati: quelli di Luke Glanton, un uomo di poche parole e pochi sogni. La sua specialità: quella di "correre come un fulmine" con la sua moto, sfidando la gravità in uno spettacolo ambulante chiamato "Globo della morte". È acclamato dal pubblico come Luke il bello, ma ben presto una paternità inaspettata, avuta da una breve relazione precedente con la bella Romina (Eva Mendes), lo porterà a confrontarsi con qualcosa di più grande, e con più grandi responsabilità. Non avendo a sua volta conosciuto una vera figura paterna, Luke cercherà di prendersene cura, usando tutti i suoi mezzi per garantire al bambino un futuro concreto. Scegliendo la strada più tortuosa: inizia a rapinare banche e a sfruttare così la sua abilità con la moto. Luke sfreccia come un fulmine lungo le strade della cittadina, aiutato da un complice, Robin, racimolando sempre più denaro sporco, usato per un fine nobile. Ma si sa, chicorre come un fulmine, si schianta come un tuono. La sua è la figura dell'antieroe, che paradossalmente si troverà a scontrarsi con il perfetto opposto: Avery Cross. Poliziotto onesto e meritevole, con una famiglia vera alle spalle, e dei sani principi. Sullo sfondo di un inseguimento così coinvolgente da far saltare il cuore in gola, Bradley Cooper si riconferma un valido attore, reduce da un'interpretazione eccellente ne Il lato positivo, ma questa volta leggermente adombrato dal collega Gosling.
Il loro breve ma fatale incontro decreterà un destino comune, e delle successive generazioni. Avery Cross metterà in dubbio la sua integrità per raggiungere scopi personali. Un turbine senza ritorno lo inghiottirà in losche faccende. Tra polizia corrotta e traffico di droghe, raggiungerà la vetta. Ma a quale prezzo? Una moralità frantumata che indugia al confronto con quella di Luke. Di fronte ad un disegno superiore ogni uomo è uguale. Bene e male si mischiano, vite nuove e vecchie si incrociano.
Due uomini, due padri. Le loro azioni finiscono per compromettere altre vite, quelle dei rispettivi figli ormai adolescenti, prese in esame nella terza parte del film. Un tema molto noto quello trattato, che ci porta a fare un richiamo inevitabile alla letteratura greca, alla famigerata ereditarietà della colpa di Eschilo (tramandata di padre in figlio), sintomo dell'ineluttabilità del fato. Si intravedono, tra il sudiciume delle pistole, della droga e della povertà, timidi barlumi di amore, o di affettività, nel piccolo nucleo composto da Luke, Romina ed il bambino, immortalati sorridenti, da un’istantanea che si tramanderà nel tempo. Il regista non dimentica nemmeno questo. Un calderone di temi e di emozioni insomma, che rischiano di tramortire, ma che sono cuciti a pennello su ogni personaggio. Le vite di ognuno sono scandite da piani ravvicinati alternati da inquadrature più generiche, donando al tutto un ritmo incalzante. Ma dividendo il film in tre lunghi episodi, Cianfrance risulta un po’ prolisso nella narrazione, rischia di fiaccare a tratti la trama, facendo perdere di vista il fulcro del film.
Insomma, Come un tuono non è certo un film facile, né per deboli di cuore. I protagonisti sono nudi di fronte a noi, ognuno intrappolato nella propria gabbia, di paura, di bugie, di parole non dette. Ma ciascuno di loro, a suo modo, ci dà qualcosa, li amiamo e li compatiamo. Il finale di ampio respiro racchiude il sigillo di una languida pace, e fa tirare al pubblico un respiro di sollievo. Non è una vera conclusione, sembra quasi un nuovo e potente inizio. È per questi motivi che il film ci entra dentro, e ci rimane. Si attacca ai nostri sensi, facendoci sentire forti e vulnerabili, nella nostra identità di uomini. Una lacrima trattenuta non esita a scendere. La vita è questo dopotutto: è rischiare, è mettercela tutta, è la speranza di un qualche riscatto, è il tempo che scorre imperterrito; non si può far altro che nascondere la polvere, e andare avanti, sempre avanti, verso una nuova perdita di equilibrio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dadab. »
[ - ] lascia un commento a dadab. »
|
|
d'accordo? |
|
federico agnellini
|
martedì 9 aprile 2013
|
il tuono c'è, ma solo nella prima parte.
|
|
|
|
Dopo la precedente pellicola Blue Valentine il regista Dereck Cianfrance torna dietro la cinepresa raccontando le storie intrecciate di due uomini comuni.
[+]
Dopo la precedente pellicola Blue Valentine il regista Dereck Cianfrance torna dietro la cinepresa raccontando le storie intrecciate di due uomini comuni. Il film Come un tuono ruota intorno alle vicende di Luke Glanton e Avery Cross, rispettivamente interpretati in maniera credibile da Rayan Gosling e Bradley Cooper. Il film si divide principalmente in due grandi blocchi di narrazione, uno distante quindici anni dall'altro. La prima parte è davvero convincente con le due parti immerse a pieno nei personaggi e nella trama, la seconda, nella quale entrano a far parte i figli, è a dir poco scontata e banale. Complessivamente la riuscita del film è soddisfacente anche se rimane l'amaro in bocca per una bella opportunità sciupata dal regista. Senza le interpretazioni di due grandi attori, il risultato sarebbe stato decisamente di un livello molto inferiore a causa di una sceneggiatura non cosi veritiera come invece avrebbe potuto e dovuto essere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a federico agnellini »
[ - ] lascia un commento a federico agnellini »
|
|
d'accordo? |
|
giuliacanova
|
lunedì 8 aprile 2013
|
una tragedia speculare
|
|
|
|
"Come un tuono" e' uno di quei film che appagano lo spettatore, perche se è pur vero che è una storia molto americana la declinazione dei sentimenti che mette in atto è universale. Il racconto si snoda circolarmente in un intreccio di vite spezzate dove le azioni dei padri ricadranno come macigni sui figli. Una tragedia dove la salvezza arriverà quando il dolore di ognuno si ricomporrà specularmente al dolore dell'altro. Un film molto ben recitato e con una bella colonna sonora.
|
|
[+] lascia un commento a giuliacanova »
[ - ] lascia un commento a giuliacanova »
|
|
d'accordo? |
|
|