michele
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giovedì 16 maggio 2013
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una grande sceneggiatura.
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E' sicuramente un film interessante la nuova pellicola di Derek Cianfrance che lavora con due degli attori più valorizzati e presenti sul grande schermo degli ultimi anni, come Ryan Gosling, già interprete del suo precedente lungometraggio e Bradley Cooper che dimostra sempre più di essere all'altezza anche di interpretare ruoli fortemente drammatici come questo. Tutto, a partire dalla locandina del film, ci fa presupporre di assistere ad un thriller ad alto tasso adrenalinico sulla falsa riga dell'acclamato "Drive" di cui lo stesso Gosling era stato interprete. L'atmosfera è sicuramente quella, cupa, lugubre, con spettacolari e realistiche scene d'azione che aumentano il ritmo.
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E' sicuramente un film interessante la nuova pellicola di Derek Cianfrance che lavora con due degli attori più valorizzati e presenti sul grande schermo degli ultimi anni, come Ryan Gosling, già interprete del suo precedente lungometraggio e Bradley Cooper che dimostra sempre più di essere all'altezza anche di interpretare ruoli fortemente drammatici come questo. Tutto, a partire dalla locandina del film, ci fa presupporre di assistere ad un thriller ad alto tasso adrenalinico sulla falsa riga dell'acclamato "Drive" di cui lo stesso Gosling era stato interprete. L'atmosfera è sicuramente quella, cupa, lugubre, con spettacolari e realistiche scene d'azione che aumentano il ritmo. In realtà il film è molto più complesso e assistiamo non ad una sola storia, ma a ben tre narrazioni, ognuna figlia di quella precedente che si sviluppano in un arco temporale di quindici anni.
Il protagonista iniziale è Gosling che interpreta uno stuntman di motociclette che arrivato durante il suo show in un paese di provincia incontra una sua vecchia fiamma dalla quale scopre di aver avuto un bambino da una relazione passata. Prova a riallacciare un legame con la sua compagna, a formare una famiglia e cerca di provvedere al loro sostentamento rapinando banche; finisce però ammazzato in uno scontro a fuoco con un poliziotto dopo una rapina. La storia si concentra quindi adesso sulla figura di questo agente diventato un eroe malinconico che si è reso responsabile dell'uccisione si di un criminale, ma anche di un padre che ha lasciato suo figlio orfano, ma ancora una volta Cianfrance, dopo aver eliminato quello che credevamo essere il protagonista principale, ci sorprende, inserendo un nucleo narrativo del tutto diverso, staccandosi, almeno apparentemente, dal filone principale, si parla infatti adesso di corruzione nella polizia e della scalata al potere di questo agente che denuncia il malaffare solo per potersi costruire una carriera politica. Si cambia ancora e si arriva alla terza narrazione che si riallaccia alla prima. Sono passati quindici anni e il figlio di Avery Cross, l'agente di polizia e di Ryan Gosling si incontrano per caso al liceo. Entrambi non sono altro che una proiezione dei loro padri, chi in un modo chi nell'altro, due adolescenti sulla strada della criminalità che dopo aver stretto amicizia giungono allo scontro finale, fino ad arrivare poi alla resa dei conti tra il figlio orfano e l'assassinio di suo padre che chiude il cerchio degli eventi.
Il regista spiazza fin troppe volte con continui cambi di direzione, facendo credere allo spettatore di assistere ad un certo tipo di storia, per poi disorientarlo raccontando un'altra vicenda che sembra discostarsi del tutto da quello che ci è stato mostrato prima e ricondurlo infine sulla strada principale dalla quale aveva iniziato e così tutto si ricollega. Una struttura narrativa a matrioska dove ogni storia ne contiene al suo interno un'altra, partorita dalle conseguenze di quella precedente. Indubbiamente Cianfrance si rifà alla cinematografia noir affrontando i temi più cari a quel genere, su tutti quelli dell'ineluttabilità del destino e del fantasma del passato che ritorna sempre sulla strada di colui che ha fatto di tutto per cercare d'intraprenderne un'altra, pensando di aver chiuso una volta per tutte i conti con il suo vissuto precedente, quando sa benissimo che però non è così. Il passato non chiude mai i conti con i propri interpreti se la verità è stata celata.
Il film non è esente da difetti, l'eccessivo virtuosismo di scrittura finisce infatti per apparire in certi punti un esercizio di stile un po' fine a se stesso che invece di far proseguire la storia dritta sui binari gli fa compiere un percorso eccessivamente lungo e stagnante che penalizza indubbiamente la vicenda da un punto di vista emotivo. Ecco, forse quello che manca al film è proprio la capacità di emozionare con continuità e questo è sicuramente dovuto al cambio repentino e troppo abusato dei personaggi e delle dinamiche della storia che finisce per non dare né tempo, né spazio allo spettatore per amare nessuno dei protagonisti sullo schermo. Al netto però delle sue mancanze e dei suoi difetti il film è sicuramente un esempio fulgido di grande scrittura cinematografica e non c'è dubbio che valutando la pellicola nel suo complesso sia chiaro come di fronte a film come questi si può tranquillamente parlare di Cinema, con la C maiuscola per l'appunto.
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(di iankenobi)
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luca tessarin
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martedì 14 maggio 2013
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generazioni a confronto
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L'epilogo: un uomo ricco e potente, un figlio arrogante e viziato e la frenesia dei giorni nostri. Il prologo: una moto rumorosa, una fanciulla avvenente e un ragazzo sano, ribelle e un po' ingenuo. In due ore di film si percepisce il grosso spaccato di vent'anni di vita americana. In molti sostengono che sia meglio la prima parte che la seconda, in effetti è così, ma non per demeriti del regista o della produzione, semplicemente per demeriti del mondo attuale. Vent'anni fa era tutto più bello, più magico e meno caotico, e questo film non fa altro che portare a galla in maniera trasparente la realtà. Il resto lo fa Cianfrance: prende una tela bianca, ci mette come sfondo un paesino sperduto fra i boschi dell'East Coast, disegna al centro un Ryan Gosling bello e ribelle, che si dimostra per l'ennesima volta all'altezza del ruolo (i soliti movimenti lenti e pacati e il solito sguardo in apparenza piatto ma in sostanza molto profondo e studiato in maniera maniacale) e lo veste con una canotta dei Metallica anni '80.
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L'epilogo: un uomo ricco e potente, un figlio arrogante e viziato e la frenesia dei giorni nostri. Il prologo: una moto rumorosa, una fanciulla avvenente e un ragazzo sano, ribelle e un po' ingenuo. In due ore di film si percepisce il grosso spaccato di vent'anni di vita americana. In molti sostengono che sia meglio la prima parte che la seconda, in effetti è così, ma non per demeriti del regista o della produzione, semplicemente per demeriti del mondo attuale. Vent'anni fa era tutto più bello, più magico e meno caotico, e questo film non fa altro che portare a galla in maniera trasparente la realtà. Il resto lo fa Cianfrance: prende una tela bianca, ci mette come sfondo un paesino sperduto fra i boschi dell'East Coast, disegna al centro un Ryan Gosling bello e ribelle, che si dimostra per l'ennesima volta all'altezza del ruolo (i soliti movimenti lenti e pacati e il solito sguardo in apparenza piatto ma in sostanza molto profondo e studiato in maniera maniacale) e lo veste con una canotta dei Metallica anni '80. Ed è in quel momento che lo spettatore pensa: "allora è così, allora stiamo parlando di vent'anni fa, mi sembrava, in un quarto d'ora di film non avevo ancora visto un cellulare". La storia è bella, profonda e ricca di drammaticità. Cade a poco a poco in un baratro di tristezza per poi riprendersi verso la fine, ma non del tutto. Alla morte infatti non c'è rimedio e il ricordo a volte non basta. Si stava meglio vent'anni fa.
Un plauso va comunque fatto anche al protagonista "cattivo": un Bradley Cooper che sembra aver definitivamente sconfitto le voci che lo vedevano come "il belloccio" uscito da un film comico americano e destinato a finire nel sottobosco degli attoretti da soap opera di bassa estrazione. Il ragazzo ha il groppone robusto e sta iniziando a sopportare ruoli sempre più pesanti. E Ray Liotta? una sorta di ciliegina sulla torta: uno che riesce in pochi minuti a rappresentare una piaga grossa quanto un oceano: la corruzione delle istituzioni. Non è più il ragazzino spavaldo di "Quei bravi ragazzi", ma, oltre ai chili, ha dalla sua parte un'espressività e una facilità di recitazione che pochi possiedono, frutto dell'esperienza accumulata (bene) negli anni.
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diomede917
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lunedì 6 maggio 2013
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girotondo di vite in tre atti
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Un girotondo di vite in tre atti, questa è la definizione più appropriata per “Come un tuono”. Film dagli echi anni’70 con Ryan Gosling, Bradley Cooper e Eva Mendes.
Tre atti ben distinti che caratterizzano al meglio il personaggio e la sua storia.
All’inizio ci imbattiamo in Luke un motostant-man da luna park che scopre di essere padre di un bambino di un anno e per lui decide di cambiare vita pur di dargli quell’affetto che a lui è mancato…. Purtroppo la mancanza di soldi e il carattere ribelle e violento fanno si che il buon Luke si trasformi nel rapinatore di banche con la moto e di andare incontro al suo destino dove si imbatterà nel protagonista del secondo atto Avery un poliziotto di pattuglia che diventa eroe a suo malgrado ammazzando il bandito e rimanendo a sua volta ferito.
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Un girotondo di vite in tre atti, questa è la definizione più appropriata per “Come un tuono”. Film dagli echi anni’70 con Ryan Gosling, Bradley Cooper e Eva Mendes.
Tre atti ben distinti che caratterizzano al meglio il personaggio e la sua storia.
All’inizio ci imbattiamo in Luke un motostant-man da luna park che scopre di essere padre di un bambino di un anno e per lui decide di cambiare vita pur di dargli quell’affetto che a lui è mancato…. Purtroppo la mancanza di soldi e il carattere ribelle e violento fanno si che il buon Luke si trasformi nel rapinatore di banche con la moto e di andare incontro al suo destino dove si imbatterà nel protagonista del secondo atto Avery un poliziotto di pattuglia che diventa eroe a suo malgrado ammazzando il bandito e rimanendo a sua volta ferito.
Avery è un personaggio combattuto tra i sensi di colpa di aver lasciato orfano un bambino che ha l’età di suo figlio e l’ambizione di prendere la palla al balzo per diventare procuratore distrettuale e alla fine la brama di potere avrà la meglio fino al terzo e ultimo atto dove i bambini diventati ormai ragazzi si troveranno a raccogliere quello che i loro padri hanno seminato.
Venduto come il nuovo Drive, Come un tuono ha solo vaghi rimandi dell’ottimo film con Ryan Gosling….sicuramente la professione del protagonista e l’inizio con questa camera attaccata alla nuca del personaggio, ma come struttura narrativa e argomenti ricorda i romanzi di Dennis Lehane quello di Gone Baby Gone e Mystic River per intenderci.
Romanzi dove la formazione e la redenzione passa da violenze infantili che lasciano un segno indelebile sulla pelle dei protagonisti.
Sinceramente il vero protagonista è il regista Derek Cianfrance che ha costruito un impianto narrativo molto solido con un intuito per la messa in scena (un’immagine su tutte la resa dei conti finale nel “luogo oltre i pini” che da il titolo originale a film) che rende doveroso il recupero del suo film precedente Blue Valentine per capire se abbiamo di fronte il nuovo golden boy del cinema americano come in molti paventano.
Pur non essendo un capolavoro, Come un tuono è il classico buon film…..quello da 7 per intenderci…..quello che dici “bastava tanto così per essere un cult ma invece lascia un senso di insoddisfatto” quello che ci ha messo la curiosità di vedere il prossimo film di questo regista che ha tutti i numeri per diventare un autore.
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pensierocivile
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giovedì 2 maggio 2013
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le mire della promessa
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Mira davvero in alto COME UN TUONO e le numerose frecce scagliate vanno tutte a segno. Strutturalmente funziona benissimo, un cast solido e in parte, con Ryan Gosling sempre più funzionale ai personaggi creati dall'autore, una regia “sul pezzo”, a ritmo sostenuto in inseguimento costante delle moto, riflessiva, decisa, mai plateale o fuori sincrono nelle varie scene che si lasciano alle spalle la prima storia. La sceneggiatura, per quanto al di sopra di gran parte delle sceneggiature proposte negli ultimi tempi, sembra il punto più debole dell'intera costruzione, con le ambizioni di chiusura di un cerchio attraverso i destini dei padri che si riversano sui figli senza una effettiva necessità, ma forzando la mano.
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Mira davvero in alto COME UN TUONO e le numerose frecce scagliate vanno tutte a segno. Strutturalmente funziona benissimo, un cast solido e in parte, con Ryan Gosling sempre più funzionale ai personaggi creati dall'autore, una regia “sul pezzo”, a ritmo sostenuto in inseguimento costante delle moto, riflessiva, decisa, mai plateale o fuori sincrono nelle varie scene che si lasciano alle spalle la prima storia. La sceneggiatura, per quanto al di sopra di gran parte delle sceneggiature proposte negli ultimi tempi, sembra il punto più debole dell'intera costruzione, con le ambizioni di chiusura di un cerchio attraverso i destini dei padri che si riversano sui figli senza una effettiva necessità, ma forzando la mano. In verità in quasi tutti gli episodi che compongono la storia vengono a galla delle forzature: non si comprende perché per mantenere un figlio l'unica strada sia quella di diventare un rapinatore o perché dei poliziotti facciano una spedizione per recuperare il bottino di una rapina (recuperato banalmente), bottino che in parte viene riconsegnato su ordine dei sensi di colpa, che non hanno altrettanta forza nella corsa al potere. Certo, Cianfrance & Co., furbescamente, “si” lasciano sempre una via di scampo; il passato del personaggio di Gosling o “il potere superiore” di un padre importante e ingombrante, e dunque questi difettucci potevano essere evitati, ma contano poco rispetto alla riuscita di un grande film e alla conferma di un promettentissimo autore.
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beppe baiocchi
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martedì 30 aprile 2013
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un film "determinato"
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Come un tuono (The Place Beyond the Pines) racconta tre vicende ambientate a Schenectady, una contea nello Stato di New York, tre vicende difficili ma con cura delineate da Derek Cianfrance (il regista)
Luke (Ryan Gosling) è un motociclista, che si guadagna da vivere facendo gli stunt per una carovana itinerante, con passato da delinquente scopre di aver avuto un figlio con una sua vecchia fiamma e decide di lasciare il suo lavoro di stunt per dedicarsi al figlio, ma i soldi sono pochi e per guadagnare è costretto a fare cose illecite
Avery (Bradley Cooper) è un poliziotto, con 6 mesi di esperienza su strada, con un padre giudice della corte suprema, che uccide un delinquente e diventa eroe, ma colpito alla gamba non può tornare operativo, e relegato al lavoro di scrivania scopre che nella polizia succedono cose illecite, per farle finire sarà costretto a rinunciare al suo sogno.
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Come un tuono (The Place Beyond the Pines) racconta tre vicende ambientate a Schenectady, una contea nello Stato di New York, tre vicende difficili ma con cura delineate da Derek Cianfrance (il regista)
Luke (Ryan Gosling) è un motociclista, che si guadagna da vivere facendo gli stunt per una carovana itinerante, con passato da delinquente scopre di aver avuto un figlio con una sua vecchia fiamma e decide di lasciare il suo lavoro di stunt per dedicarsi al figlio, ma i soldi sono pochi e per guadagnare è costretto a fare cose illecite
Avery (Bradley Cooper) è un poliziotto, con 6 mesi di esperienza su strada, con un padre giudice della corte suprema, che uccide un delinquente e diventa eroe, ma colpito alla gamba non può tornare operativo, e relegato al lavoro di scrivania scopre che nella polizia succedono cose illecite, per farle finire sarà costretto a rinunciare al suo sogno.
A.J. e Jason sono due ragazzi di estrazioni sociali diverse, entrambi sono ragazzi difficili, causa le mancanze di una figura paterna presente, entrambi legati a doppio filo si avvicineranno e si scontreranno, per poi essere condotti alla strada che il destino aveva imposto loro.
Queste tre storie, chiaramente legate tra, loro raccontano in tre modi diversi la stessa questione, la storia di una rivoluzione intellettuale, della voglia di cambiare, di diventare persone diverse, ma che dovrà fare i conti con un destino, una forza superiore che riporta con forza la vita sul binario per cui deve essere presa, seguendo le orme dei nostri padri. Un film duro, difficile, amaro che però riesce a cogliere bene la volontà di un uomo a uscire da quella gabbia che il destino gli impone, ma che inevitabilmente si accorge che le maglie di questa gabbia sono troppo spesse per sfuggirne
Ryan Gosling (Idi di Marzo, Drive) dimostra di essere un grande attore, capace di entrare nelle parti motociclista disadattato con una delicatezza e una brutalità incredibile, meno brillante invece Bradley Cooper (Il Lato Positivo) che per quanto si possa considerare un buon attore, forse non riesce ad esprimere con il volto le stesse emozioni che esprime Gosling, non aiutato anche dai forti primissimi piani che il regista propone. Nel cast anche Eva Mendes e Ray Liotta e il giovane Dane DeHaan, tutti molto bravi.
Derek Cianfrance dimostra di saperci fare con la regia, purtroppo essendo primo che film che vedo di questo regista non riesco a cogliere l'evoluzione di questa persona alla regia, ma il forte lato emotivo che mette in ogni scena, la bravura nel rappresentare le confuse scene in moto mi fanno credere che sia un regista valido e che ne sentiremo parlare.
La colonna sonora è di Mike Patton, un nome una garanzia, quindi non mi soffermo molto, ma cito la bellissima scelta della canzone di Bon Iver: Wolves (Act I & II) nel finale che rappresenta appieno quella forte lato distruttivo dell'America.
Purtroppo il film non è esente da difetti (non tutte le storie riescono a prendere come quella con Gosling protagonista) però un film che consiglio vivamente
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melaniek
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lunedì 29 aprile 2013
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paternità!
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Esci frastornata /o dal cinema....come se per tutta la durata si fosse restati dentro la gabbia (delle moto) delle immagini iniziali....una sensazione claustrofobica! Il regista non supera il precedente Blue Valentine....ma riesce nell'intento di far riflettere sui padri di oggi nelle varie "declinazioni"....padre assente, padre debole, padre disertore, padre.....insomma mai come adesso letteratura e psicoanalisi hanno come focus la figura paterna...e il film arriva a toccare il punto. Il regista ha l'ambizione, forse troppa, di voler raccontare in una pellicola il seguirsi di tre generazioni spalmate in 15 anni...gli agganci sono sottili (il poliziotto ha ucciso un uomo con un figlio coetaneo - la morte del padre del poliziotto segna il suo "vero" passaggio da figlio a padre con la decisione di Cross di prendere il figlio adolescente in casa sua.
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Esci frastornata /o dal cinema....come se per tutta la durata si fosse restati dentro la gabbia (delle moto) delle immagini iniziali....una sensazione claustrofobica! Il regista non supera il precedente Blue Valentine....ma riesce nell'intento di far riflettere sui padri di oggi nelle varie "declinazioni"....padre assente, padre debole, padre disertore, padre.....insomma mai come adesso letteratura e psicoanalisi hanno come focus la figura paterna...e il film arriva a toccare il punto. Il regista ha l'ambizione, forse troppa, di voler raccontare in una pellicola il seguirsi di tre generazioni spalmate in 15 anni...gli agganci sono sottili (il poliziotto ha ucciso un uomo con un figlio coetaneo - la morte del padre del poliziotto segna il suo "vero" passaggio da figlio a padre con la decisione di Cross di prendere il figlio adolescente in casa sua....)...ma le forzature e le coincidenze sono un po' ridondanti....
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topper
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lunedì 29 aprile 2013
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tante emozioni e qualità al top per attori e regia
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Il regista (un vero mito) riesce in questo film ad intrecciare più storie e più livelli di genere dal Thriller al Drammatico senza far perdere al pubblico il filo della storia.
Ottimi gli attori (tutti) con un voto in particolare a Eva Mendes che interpreta splendidamente una donna le cui scelte condizionano due generazioni.
Emozioni e pelle d'oca in un film che mi è parso di vivere in prima persona e che mi porterò dentro a lungo.
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cri_o
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domenica 28 aprile 2013
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inutile
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A parte la bravura degli attori, mi viene da chiedermi... ma non ci vorrebbe una trama per decidere di produrre un film? Qui tutto è banale, una di quelle pellicole che ci si dimentica di aver visto nel giro di qualche mese, se non di meno. A quanto pare si è puntato molto sul cast mentre il copione è del tutto secondario, è difficile mantenere sveglia l'attenzione. Unica trovata interessante quella di creare protagonisti diversi con lo svolgersi della vicenda senza suddividere la storia in episodi. Per il resto, evitabile.
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simen79
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venerdì 26 aprile 2013
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non quello che mi aspettavo
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Non proprio quello che mi aspettavo dopo aver visto il trailer...la storia prende poco e il film è troppo lungo, quasi noioso...Do due stelle solo grazie a Ryan Gosling...
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shiningeyes
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venerdì 26 aprile 2013
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sopravvalutato
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“Come un tuono”, valutato positivamente dalla critica (soprattutto la prova di Ryan Gosling) e con una storia stuzzicante, si presentava come unica possibilità di vedere un buon film al cinema, in confronto di titoli tutt'altro che allettanti. E così, io e i miei amici cinefili, ci accomodiamo in sala (semivuota) e vediamo se sarà il caso di rimanere affascinati o meno.
Ebbene, nella prima mezz'ora sembra andare tutto per il verso giusto: la storia sembra interessante, la fotografia non è male e vediamo un Gosling un po' più complessato e ferito per la sua irruenza e modo di vivere (motociclista stuntman e rapinatore di banche); “Dai, non sembra male!” penso.
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“Come un tuono”, valutato positivamente dalla critica (soprattutto la prova di Ryan Gosling) e con una storia stuzzicante, si presentava come unica possibilità di vedere un buon film al cinema, in confronto di titoli tutt'altro che allettanti. E così, io e i miei amici cinefili, ci accomodiamo in sala (semivuota) e vediamo se sarà il caso di rimanere affascinati o meno.
Ebbene, nella prima mezz'ora sembra andare tutto per il verso giusto: la storia sembra interessante, la fotografia non è male e vediamo un Gosling un po' più complessato e ferito per la sua irruenza e modo di vivere (motociclista stuntman e rapinatore di banche); “Dai, non sembra male!” penso.
Ma ecco che sopraggiunge Bradley Cooper (integerrimo poliziotto), che scalza la figura (inespressiva) di Gosling e levando quel velo di mistero che circondava il film, facendolo diventare una linea retta che passa dritta filata senza un minimo di sorpresa, con tanto di scontata conoscenza dei rispettivi figli dei due protagonisti. “Come un tuono” parte bene ma finisce male, addensandosi in un mare di sentimentalismo e rabbia, che intercorrono tutti i film americani mediocri, che hanno anche la pretesa di dare insegnamenti e di dire come al solito che, le colpe dei padri ricadono sui figli e che se commetti cattive azioni avrai il tuo contrappasso.
E perciò che, cala l'interesse, si fanno battute sull'incapacità degli attori (c'è ne è tanta in questo film), sulla tremarella del cameraman durante le scene d'inseguimento e buchi sulla sceneggiatura.
“Come un tuono” è semplicemente un film sopravvalutato, che comunque, non è esente nell'avere buoni spunti, ma non bastano per farne un film da vedere per forza.
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