giorpost
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martedì 27 gennaio 2015
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opera in tre atti su violenza e paternità negate
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In una cittadina dello stato di New York si consuma la vicenda di due uomini dalle vite completamente agli antipodi e dalle differenti aspirazioni. Pur non incontrandosi mai ma, anzi, sfiorandosi appena, interagiscono in modo tanto fortuito quanto tragico. Il loro unico tratto in comune è quello di avere entrambi un figlio di un anno.
Luke Glanton ha il volto di Ryan Gosling, stuntman per un giostraio che grazie alle sue piroette in sella alla moto è la star indiscussa della compagnia. Vive in solitudine, è un duro e spesso va a sfogarsi con la sua inseparabile due ruote nei percorsi boschivi. Viene a sapere che ha un figlio avuto da un flirt di un anno prima con Romina, ragazza ispanica del luogo, che ora convive con Kofi, uomo perbene che ha deciso di prendersi cura di lei e del piccolo Jason.
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In una cittadina dello stato di New York si consuma la vicenda di due uomini dalle vite completamente agli antipodi e dalle differenti aspirazioni. Pur non incontrandosi mai ma, anzi, sfiorandosi appena, interagiscono in modo tanto fortuito quanto tragico. Il loro unico tratto in comune è quello di avere entrambi un figlio di un anno.
Luke Glanton ha il volto di Ryan Gosling, stuntman per un giostraio che grazie alle sue piroette in sella alla moto è la star indiscussa della compagnia. Vive in solitudine, è un duro e spesso va a sfogarsi con la sua inseparabile due ruote nei percorsi boschivi. Viene a sapere che ha un figlio avuto da un flirt di un anno prima con Romina, ragazza ispanica del luogo, che ora convive con Kofi, uomo perbene che ha deciso di prendersi cura di lei e del piccolo Jason. Nulla di strano, ma Luke, dopo aver assistito in chiesa al battesimo cattolico del figlioletto, decide improvvisamente di dare una sterzata alla sua vita che fino ad allora gli aveva riservato ben poco, soprattutto per non aver beneficiato di un padre e vorrebbe evitare al suo erede medesima sorte cercando di riconquistare sia lui che la madre. Ma gli servono più soldi e allora prima si dimette dal circo poi trova un lavoro come aiuto meccanico da Robin, un burbero e solitario aggiusta tutto che gli diventa anche amico, oltre a dargli un tetto dove vivere (una roulotte). Spinto da questi, inizia a rapinare banche di piccolo taglio approfittando della sua agilità con il mezzo da corsa con il quale “corre come un fulmine” e potrebbe “schiantarsi come un tuono”. Ma dopo alcuni colpi andati a buon fine e dopo aver consegnato molti soldi e regali a Romina, il destino ci mette mano mescolando la vita di Luke a quella di un poliziotto alle prime armi, tale Avery Cross nei panni del quale troviamo Bradley Cooper. Cross, figlio d’ arte, inizia un breve ma concitato inseguimento successivo ad una rapina fatta alla meglio da Luke, stavolta senza la sua abituale motocicletta (smontata da Robin, preoccupato dell’ escalation nella quale Luke sta precipitando); la corsa finisce fuori ad una casa a due piani ove egli si barrica. Dopo aver permesso agli abitanti di scappare, Luke sale al secondo piano e, conscio di avere i minuti contati, chiama Romina al telefono implorandola di non raccontare mai al figlioletto chi fosse suo padre e facendo appena in tempo a dirglielo, quando irrompe nella stanza l’ incerto piedipiatti che spara per primo, senza prima intimare di gettare la pistola, ammazzando e facendo cadere dalla finestra il “rapinatore della moto”. Colpito a sua volta al ginocchio dall’ unica pallottola che Luke abbia mai effettivamente sparato, è sottoposto ad una indagine interna guidata dal Procuratore Distrettuale, affermando che si è trattato di legittima difesa e trasformandosi in “eroe” per aver eliminato un altro pezzo di feccia dalla terra e per salvato i due cittadini inermi (fatti allontanare proprio da Luke).
Inizia così il solito folklore poliziesco fatto di medaglie e conferenze stampa con immancabile discorso da politicante. Avery, ora protagonista della storia, si trova a recitare un ruolo che non gli appartiene venendo, suo malgrado, coinvolto in atteggiamenti mafiosi da parte di uno sparuto gruppo di colleghi, capitanati dal detective De Luca (un rientrante Ray Liotta: lo sbirro infedele poteva mai non essere italo americano?). Ha una laurea in legge, è un puro (per ora) ed infatti prova ribrezzo allorquando i corrotti colleghi lo trascinano a casa di Kofi per sottrarre indebitamente il danaro consegnatole da Luke. Denuncerà il fatto al suo capitano, ma dopo che questi non solo si rifiuta di avviare un’ indagine interna ma mette in guardia la gang dalla sua spiata, è quindi è costretto (dopo aver subito velate intimidazioni da De Luca e su consiglio dell’ esperto padre) a rivolgersi al Procuratore Distrettuale minacciando di andare alla stampa e facendo richieste specifiche per avere il posto di vice, puntando, dunque, ad ottenere il massimo profitto dalla situazione fortuita che gli si è presentata davanti. In fondo un ginocchio infortunato può valere una carriera?
Passano 15 anni, Cross è diventato Procuratore capo e corre per l’ elezione di quello generale dello Stato di New York. Divorziato e ormai benestante, al funerale del padre viene investito dalla scelta di suo figlio AJ di andare a vivere con lui. Pur restio e non entusiasta, lo accoglie in casa ma non se ne prende abbastanza cura come un padre dovrebbe; AJ appare, infatti, come il classico adolescente bullo e dedito a sostanze illegali, figlio di un papà troppo preso dalla carriera. AJ ha dunque bisogno di una spalla fragile, più debole di lui, uno da usare a suo piacimento e al liceo chi risponde a questi requisiti è, manco a dirlo, Jason, 16 anni, orfano di padre. Indovinate un po’? Inizia a questo punto la lenta ed inesorabile lotta dell’ adolescente buono per capire chi fosse davvero suo padre, cercando di difebdersi dall’ adolescente cattivo, in una sorta di inersione dei ruoli dove chi fu cattivo genera un bravo ragazzo, mentre chi è stato “integerrimo” ha un figlio ribelle. Avery, scoperto che suo figlio sta frequentando e mettendo nei guai proprio quel ragazzo, lo intima a lasciarlo perdere.
Interpretando con brillantezza i rispettivi ruoli, i due astri nascenti del firmamento hollywoodiano non recitano mai insieme in quanto l’ uno entra in scena quando l’ altro ne esce. Si tratterebbe, in effetti, di un film in 3 atti dove il primo è ottimamente mantenuto da Gosling, il secondo è traghettato dal bravo attore metà newyorkese e metà napoletano mentre il terzo ed ultimo vede come protagonisti, seppur non assoluti, i due giovani, in una sorta di cerchio della vilenza che si chiude. Nel quadro d’ insieme fanno vediamo la Mendez, quel Liotta sempre incisivo e due caratteristi del calibro di Bruce Greenwood e soprattutto Harris Yulin, dotato di classe sopraffina e ottimamente doppiato.
Ora, parliamoci chiaro, The place beyond the pines (USA, 2012), non è un film che entra negli annali, ne tantomeno può collocarsi nel meglio delle carriere dei 2 protagonisti, ma di certo si presenta con una storia interessante, forse troppo fatalista, ma con un bel bagaglio tecnico, a partire da una fotografia asciutta e stilizzata, arrivando alle scene action ben costruite. Tra le prime cose che ci chiediamo quando guardiamo una pellicola è quale tipo di messaggio si è voluto trasmettere, oppure a quale tema si è voluto dar voce. In quest’ opera credo che l’ argomento principe sia la violenza, ma non solo. Viene trattato con una certa delicatezza anche quello della solitudine, la stessa che accomuna Luke ad AJ, ovvero trovarsi senza una guida, un padre. Luke perché non l’ ha avuto, AJ perché ce l’ ha ma è troppo assente e paradossalmente, forse, proprio per il concatenarsi degli eventi successivi alla sparatoria con Luke. In quest’ universo di figli problematici cresciuti con la disperazione di farsi notare, Jason pare aver trovato comunque un suo equilibrio con Kofi il quale, pur non essendo palesemente suo genitore si prende cura di lui volendogli davvero bene come se lo fosse. Ma ciò nonostante Jason, una volta scopertp che il padre di AJ è l’ uomo che gli ha ucciso quello biologico, decide di indagare su chi fosse stato davvero quell’ uomo che l’ ha procreato, in un viaggio a ritroso che lo porta fino a Robin, il meccanico, in un viaggio nelle passioni di Glanton che spesso vengono trasmesse geneticamente. Il finale, leggermente scontato, ci consegna però la speranza che non tutto è perduto, anche quando fisicamente una persona non c’è più ed anche quando quella persona, quel padre, era partito col piede sbagliato, salvo però cercare una redenzione, un rimedio agli errori fatti fin lì. Cross, croce in inglese, è un po’ lo spartiacque involontario della vita di diverse persone, da quei colleghi corrotti sbattuti giustamente in cella (impossibile non trovare alcune similitudini con Pride and glory) a quel figlio che grida disperato per far sentire al mondo che esiste, passando per Romina alla quale ha comunque provocato la scelta obbligata di restare a fianco di Kofi, fino alla moglie che l’ ha lasciato presumibilmente per il suo eccessivo arrivismo. Ma Cross è una croce soprattutto per Jason, mentre mangia il suo gelato o mentre guida una moto, perché lui non ha chiesto quella vita, non ha avuto modo di scegliersi un padre.
Un film di pistole, padri, velocità, bullismo e solitudine. Un film non capolavoro ma difficilmente dimenticabile perché per qualche giorno ti restano dentro certe immagini, certi ruoli, determinate caratteristiche della società americana qui molto ben descritte e che gridano allo scandalo.
Infine credo si possa dire che l’ ottimo Cianfrance, regista di talento, abbia voluto sottolineare come anche l’ uomo combatte ogni giorno la sua battaglia per crescere un figlio e a volte la vince, a volte la prede. In questo non ci sono differenze con le mamme.
Buona prova musicale di Mike Patton (Faith no more), autore di una original soundtrack davvero minimalista e lineare con il film.
Voto: 7
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stefano bruzzone
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mercoledì 2 luglio 2014
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complicato
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la vita di uno stuntman che scopre di avere un figlio e decide di fare rapine per mantenerlo e quella di un poliziotto arrivista si intrecciano in un tragico evento. Quindici anni dopo i loro figli ne subiranno le conseguenze. Detta così sembra una cosa semplice, ma il film è parecchio contorto nel suo svolgimento anche se di discreta fattura. Il cast regge, tutti bravi attori navigati da Liotta alla Mendes compresi, e questo rende vedibile un film in realtà un po confusionario.
Voto: 6
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l0re000
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domenica 27 aprile 2014
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discreto
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mizio.for
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sabato 15 marzo 2014
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giudizi esagerati
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Per quanto mi riguarda ha disatteso tutte le mie aspettative nate anche leggendo le recensioni che lo descrivevano come capolavoro, tutt'altro, a tratti persino noioso.
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enzo70
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mercoledì 26 febbraio 2014
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un film con due volti
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Il film ha due diversi ritmi narrativi, tambureggiante, quasi furente nella prima parte, dove la scena è tutta per un ottimo Ryan Gosling, perfetto per interpretare il ruolo del motociclista criminale, padre imperfetto, con una morale tutta sua. Ed il film va veloce, velocissimo, il rumore del rombo dei motori di una potente motocicletta è la colonna sonora. Quando entra in scena Bradley Cooper, poliziotto senza macchia, il film cambia, l’onda si infrange ed il ritmo si trasforma. Si passa dal film d’azione al romanzo su pellicola, la corruzione della polizia, la battaglia per un’idea di giustizia, i meccanismi della politica entrano in gioco.
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Il film ha due diversi ritmi narrativi, tambureggiante, quasi furente nella prima parte, dove la scena è tutta per un ottimo Ryan Gosling, perfetto per interpretare il ruolo del motociclista criminale, padre imperfetto, con una morale tutta sua. Ed il film va veloce, velocissimo, il rumore del rombo dei motori di una potente motocicletta è la colonna sonora. Quando entra in scena Bradley Cooper, poliziotto senza macchia, il film cambia, l’onda si infrange ed il ritmo si trasforma. Si passa dal film d’azione al romanzo su pellicola, la corruzione della polizia, la battaglia per un’idea di giustizia, i meccanismi della politica entrano in gioco. Ma i due protagonisti, Jason, il cattivo criminale, e Avery, il buon poliziotto, hanno entrambi un figlio. Uno è orfano di un padre ucciso, una vita difficile, l’altro è il rampollo di un uomo potente, un uomo che ha ucciso. Perché Avery il buono ha ucciso Jason il cattivo, perché Avery stava dalla parte della ragione, Jason il torto l’aveva come unica prospettiva di vita, ma un uomo è sempre un uomo ed un padre rimane un padre, e le colpe dei primi ricadono, puntualmente, sui figli. Derek Cianfrance dimostra ancora una volta di essere regista capace. L’ottimo cast è l’ingrediente per un film riuscito anche se alla fine il film appare meno solido, quando subentra una sorta di sciatteria nella chiusura della storia dei due figli.
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riccardo tavani
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venerdì 10 gennaio 2014
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da drive al tuono del destino
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Il titolo italiano si rifà a una battuta di dialogo del film: “Più corri come un lampo, più ti schianti come un tuono”. Si riferisce alla velocità e all’abilità di correre sulla moto del protagonista dell’antefatto di tutta la storia. Antefatto già visto – con lo stesso attore (Ryan Cosling), una situazione simile e analoga conclusione – nel film Drive. Non tutti, però, lo hanno visto (nonostante il Premio “Miglior Regia” a Cannes 2011), e poi in quanto antefatto prepara in maniera del tutto drammaticamente legittima lo sviluppo successivo. La cameriera ispanica Romina (Eva Mendez) ha avuto, per una sola notte d’amore, un figlio dal motociclista acrobata Luke, senza che questi lo abbia mai neanche sospettato. Quando, tornando dopo un anno nella città di Romina, viene a saperlo, nonostante lei viva con un altro uomo, vuole comportarsi da padre e procurare sostentamento al figlio. Lo fa rapinando banche con il lampo e il tuono della sua motocicletta. Il bravo poliziotto Avery Cross (Bradley Cooper) lo fredda mentre scappa. Terminata questa lunga citazione da Drive inizia la vicenda in sé. Inizia e si sviluppa ben presto nella forma dell’antica tragedia greca, ma nelle vesti della contemporaneità quotidiana. I temi, della Vendetta, della Colpa dei padri che ricade sui figli, della inesorabilità del Destino, proprio come aspetto della Dike greca, ovvero della Giustizia, sono intrecciati magistralmente dal regista Derek Cianfrance (Blue Valentine). Jason, il figlio ignaro di Luke, spinge sui pedali di una biciclettina da acrobata e non sull’acceleratore di una moto turbo come il padre. E’ un infimo, problematico “balordo” sempre alle prese con la polizia. Avery, diventa Procuratore Distrettuale, ma suo figlio AJ spinge su qualsiasi tipo di stupefacente, facendo riaffiorare continuamente l’origine torbida non solo della folgorante carriera paterna ma dell’intera giustizia che regna sulla città, sullo Stato. I due ragazzi si ritrovano sullo stesso banco di scuola, trascinati dallo stesso motore di un passato rimasto irrisolto, sul piano della Dike, della Giustizia sia umana che universale. Riuscirà Jason a raggiungere il “posto aldilà dei pini” del titolo originale e a salire su una moto, senza doversi schiantare come un tuono nello stesso modo di Luke?
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thedust67
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martedì 7 gennaio 2014
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"tale padre tale figlio!
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La famosa frase "Tale padre tale figlio", una storia affascinante che vede come protagonista un talentuoso stuntman amante delle moto, lascia il suo lavoro per prendersi cura della propria famiglia. Lo consiglio a tutti per la storia che è davvero bellissima (scene da brividi). Ryan Gosling e Bradley Cooper al top in questo film. Non so perchè mi è venuta voglia di comprarmi un motocross guardando questo film!
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liuk!
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venerdì 8 novembre 2013
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storie che si incrociano
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Film che parte male, anzi malissimo. La prima storia sul personaggio interpretato dall'ottimo Ryan Gosling sa molto di B-Movie, scialba e piuttosto noiosa. Chi riesce a resistere a questa prima ora (troppo, decisamente troppo!) inizierà a godersi un intreccio molto interessante e differenti situazioni che finalmente danno un senso al tutto. Altri due personaggi, anni che passano e generazioni che si susseguono, per poi tornare, nel finale, all'inizio, chiudendo il cerchio. Il mio giudizio finale è buono, una pellicola non per tutti ma sicuramente ben pensato ed intelligente. Peccato solo per la prima ora eccessivamente tirata via.
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gurdjieff
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mercoledì 9 ottobre 2013
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allucinante sceneggiatura,inverosimile la trama
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Ci sono più buchi in questo film che in un colapasta!
Sconclusionato e frettoloso nonostante le oltre due ore di film.
Tanta carne al fuoco che alla fine non riescono a cuocere.
La trama è a dir poco assurda con scene difficili da digerire dall'inizio ma soprattutto alla fine.
Un poliziotto che uccide senza essercene bisogno un rapinatore che ormai non ha scampo.
Allora pensi: "bè forse il poliziotto è il cattivo del film" e invece è il contrario.
I figli di entrambi che si ritrovano dopo 15 anni con la vendetta del figlio del rapinatore: vendetta di cosa poi non si sà visto che il padre era un delinquente e che lui non poteva sapere che il padre era stato ucciso senza che ce ne fosse veramente bisogno.
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Ci sono più buchi in questo film che in un colapasta!
Sconclusionato e frettoloso nonostante le oltre due ore di film.
Tanta carne al fuoco che alla fine non riescono a cuocere.
La trama è a dir poco assurda con scene difficili da digerire dall'inizio ma soprattutto alla fine.
Un poliziotto che uccide senza essercene bisogno un rapinatore che ormai non ha scampo.
Allora pensi: "bè forse il poliziotto è il cattivo del film" e invece è il contrario.
I figli di entrambi che si ritrovano dopo 15 anni con la vendetta del figlio del rapinatore: vendetta di cosa poi non si sà visto che il padre era un delinquente e che lui non poteva sapere che il padre era stato ucciso senza che ce ne fosse veramente bisogno.
A condire il tutto le solite banali storie di corruzione al distretto di polizia e una Eva Mendes a dir poco imbarazzante.
Si salvano solo i due protagonisti della prima e della seconda parte che salvano in parte il film.
Da evitare.
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williamdionisi
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mercoledì 2 ottobre 2013
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umanità...
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"Come un tuono"!!! che emozioni...
Superficialmente si tratta di un thriller d'azione, di moto e d'inseguimenti, polizia e spari...ma non è questo il film.
Piuttosto difficile e complesso per poter esser compreso da tutti. Solo colui che avrà guardato sia con gli occhi che con il sentimento, si sarà accorto che si tratta di un film estremamente profondo, realistico e umano...uno dei più umani degli ultimi tempi.
Ambientato in tempi moderni, in America, a New York, racconta storie di vite che si intrecciano, quasi inspiegabilmente...storie di uomini, di amori, di padri e di figli.
Luke si guadagna da vivere rischiando la vita tutti i giorni: fa il motociclista in un circo abusivo.
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"Come un tuono"!!! che emozioni...
Superficialmente si tratta di un thriller d'azione, di moto e d'inseguimenti, polizia e spari...ma non è questo il film.
Piuttosto difficile e complesso per poter esser compreso da tutti. Solo colui che avrà guardato sia con gli occhi che con il sentimento, si sarà accorto che si tratta di un film estremamente profondo, realistico e umano...uno dei più umani degli ultimi tempi.
Ambientato in tempi moderni, in America, a New York, racconta storie di vite che si intrecciano, quasi inspiegabilmente...storie di uomini, di amori, di padri e di figli.
Luke si guadagna da vivere rischiando la vita tutti i giorni: fa il motociclista in un circo abusivo...un giorno scopre di avere un figlio da un suo amore ormai passato, Romina, ma di cui non si dimenticato.
Si chiama Jason e non ha nemmeno un anno. Luke decide di badare a lui per fare in modo che non cresca senza un padre, come è successo a lui.
Ma i soldi mancano e trovare un lavoro e tutt'altro che semplice...Convinto da un meccanico a guadagnare facendo rapine in banca, con una faccia di chi ha vissuto fin troppi dolori sale in moto, allaccia il casto e parte...
Avery Cross è giovane, ha un figlio appena nato e lavora come poliziotto.
Quel giorno si trova di pattuglia quando sente alla radio l'allarme di un furto avvenuto non molto lontano dalla sua posizione, e come impone il suo dovere, accende le sirene e da gas..
Non avrà nemmeno il tempo di guardarlo negli occhi, un attimo folgorante, si troverà davanti a Luke e premerà il grilletto...e per quest'ultimo la vita finirà.
Considerato da tutti i giornali come un eroe, vivrà una situazione molto delicata, con un grande rimorso: saper che un bambino dell'età del suo crescerà senza padre...
Gli anni passeranno e come per via di uno strano scherzo del destino Jason e Al Cross si troveranno nella stessa scuola, dove stringeranno amicizia....
Ma poi affiorerà la verità, un'occasione per riflettere sul significato della vita.
In conclusione non è uno dei soliti film d'azione con pieno di affetti speciali fatto per l'audience e per il botteghino, ma è uno di quelli che racchiude un suo significato, che in questo caso è davvero molto profondo.
Il film però non sarebbe sicuramente stato a quest'alto livello senza la magistrale regia dell'ascendente Derek Cianfrance, con il perfetto Ryan Gosling, Eva Mendes e l'ottimo Bradley Cooper.
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