The Compositor

Paul, newyorkese, è un creatore di effetti speciali. Il suo quotidiano mondo fatto di immagini e suoni lo ha allontanato dalla realtà. Potrebbe essere giunto il momento per riconquistare una nuova consapevolezza.
John Mattiuzzi ha un background così variegato nell'ambito del montaggio, della regia e degli effetti speciali che possiamo credergli quando dichiara che in questo cortometraggio ci sono riferimenti autobiografici. Non a caso assume anche il ruolo del protagonista (e non solo quello) in un cortometraggio che mette in mostra proprio le sue qualità di manipolatore delle immagini. Nell'arco dei 30 minuti di durata di The Compositor veniamo immersi in un mondo orwellianamente minaccioso in cui un programma televisivo mette in gara i compositors per scegliere il migliore. Essi però dovrebbero esercitare la loro creatività in un enorme spazio in cui, come impiegati della fantasia, ognuno di loro ha un posto rigidamente assegnato e un'artrosi alle mani (costantemente piegate sulla tastiera del computer) assolutamente garantita. Ancora una volta sarà l'amore per un'immagine femminile che spingerà il nostro eroe a tentare di cambiare la propria vita. Non è facile sperimentare nuove soluzioni sul piano visivo tenendo però rigorosamente presente una linea narrativa a cui fare costante riferimento. Mattiuzzi ci riesce mostrando e dimostrando di saper gestire quello che definisce "un neo-magico-surreal-autobiografico-futuristico-contemporaneo-psicologico-sperimentale-passaggio all'età adulta in un film che è una fantasy dark comedy." Sembra esagerare ma mantiene la promessa. 