fabio2
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mercoledì 28 dicembre 2011
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da e.r. alle soglie dell'oscar
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Non ci sarà un miglior attore protagonista, in questo film. Tutti al fotofinish, con un piccolo vantaggio per Philip Seymour Hoffman. Clooney preferisce regalarci una pellicola sugli intrighi, i backstages, della politica "stars and stripes". Niente sconti, solo il lato oscuro. Ci si lascia attrarre dalla ripetitiva, mai logorante, proiezione dei primi piani, sui volti dei protagonisti, per capire chi è il buono ed il cattivo. Fuori resta ancora un paese disincantato, ove tutto sembra risolto dimenticato, ed intanto dietro la bandiera tutti tramano. Film tremendamente reale, come Syriana, ove Clooney dimostra ancora una volta,che al di là del medico di pronto Soccorso, sa fare cinema sul serio.
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Non ci sarà un miglior attore protagonista, in questo film. Tutti al fotofinish, con un piccolo vantaggio per Philip Seymour Hoffman. Clooney preferisce regalarci una pellicola sugli intrighi, i backstages, della politica "stars and stripes". Niente sconti, solo il lato oscuro. Ci si lascia attrarre dalla ripetitiva, mai logorante, proiezione dei primi piani, sui volti dei protagonisti, per capire chi è il buono ed il cattivo. Fuori resta ancora un paese disincantato, ove tutto sembra risolto dimenticato, ed intanto dietro la bandiera tutti tramano. Film tremendamente reale, come Syriana, ove Clooney dimostra ancora una volta,che al di là del medico di pronto Soccorso, sa fare cinema sul serio.
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marco89
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mercoledì 28 dicembre 2011
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scontato ma piacevole
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Il film si segue bene, è piacevole però la trama è scontata, non ci sono colpi di scena, e il protagonista è solamente abbozzato.
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olivia zilioli
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mercoledì 28 dicembre 2011
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il parricidium secondo george clooney
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Il più efferato delitto secondo Clooney - in un’ide di marzo moderna quanto antica - è il “parricidio” degli ideali di un giovane vice addettostampa, sedotto intellettualmente da un incorruttibile governatore con ambizioni per la presidenza.
Nel cinismo di Clooney, fautore di una regia forse inconsciamente influenzata dal primo Sidney Pollack, la corruzione sociale non è che la proiezione di una corruzione personale che irrompe e travolge anche il più nobile istinto di giustizia.
Un intreccio di eventi, prevedibili ma intensi, favorisce la presa di coscienza del giovane idealista spesso immortalato dalla telecamera in posizioni statiche (stupito, attonito, perplesso) in riprese fisse da dipinto di Magritte seppur nutrite da panoramiche maestose dei simboli patriottici del sogno americano, ormai perduto.
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Il più efferato delitto secondo Clooney - in un’ide di marzo moderna quanto antica - è il “parricidio” degli ideali di un giovane vice addettostampa, sedotto intellettualmente da un incorruttibile governatore con ambizioni per la presidenza.
Nel cinismo di Clooney, fautore di una regia forse inconsciamente influenzata dal primo Sidney Pollack, la corruzione sociale non è che la proiezione di una corruzione personale che irrompe e travolge anche il più nobile istinto di giustizia.
Un intreccio di eventi, prevedibili ma intensi, favorisce la presa di coscienza del giovane idealista spesso immortalato dalla telecamera in posizioni statiche (stupito, attonito, perplesso) in riprese fisse da dipinto di Magritte seppur nutrite da panoramiche maestose dei simboli patriottici del sogno americano, ormai perduto.
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irene
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mercoledì 28 dicembre 2011
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tutto qui?
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Si va sempre con determinate aspettative a vedere un film del genere, con Clooney regista, grandi nomi nel cast, su un tema di attualità. Ma questa volta si esce storcendo la bocca e dicendosi: e quindi, tutto qui? Il film di Clooney assomiglia a moltissimi altri film già visti su questo tema, diversi dei quali molto migliori di questo. Un titolo su tutti, "I colori della vittoria", con John Travolta nei panni del presidente degli Stati Uniti. Non c'è niente, niente di nuovo nel film di Clooney, né la storia né i personaggi. C'è questo che tradisce quell'altro che viene ricattato da un altro ancora, il quale rilancia con un contro-ricatto. Tutti sono sporchi, nessuno è del tutto innocente. C'è qualche novità? No, non c'è e il film risulta noioso e ripetitivo.
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Si va sempre con determinate aspettative a vedere un film del genere, con Clooney regista, grandi nomi nel cast, su un tema di attualità. Ma questa volta si esce storcendo la bocca e dicendosi: e quindi, tutto qui? Il film di Clooney assomiglia a moltissimi altri film già visti su questo tema, diversi dei quali molto migliori di questo. Un titolo su tutti, "I colori della vittoria", con John Travolta nei panni del presidente degli Stati Uniti. Non c'è niente, niente di nuovo nel film di Clooney, né la storia né i personaggi. C'è questo che tradisce quell'altro che viene ricattato da un altro ancora, il quale rilancia con un contro-ricatto. Tutti sono sporchi, nessuno è del tutto innocente. C'è qualche novità? No, non c'è e il film risulta noioso e ripetitivo. A riscattarlo in parte sono solo le interpretazioni di Paul Giamatti e Philip Seymour Hoffman, sempre bravissimi. George Clooney fa George Clooney e, francamente, un po' ci siamo stufati di questo. E il tanto decantato Ryan Gosling, tranne in un paio di scene, ha una faccia che è un muro bianco, una faccia alla Nicolas Cage, per intenderci. Incomprensibili i riconoscimenti e le nomination ai Golden Globes.
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flyanto
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martedì 27 dicembre 2011
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c'è sempre del marcio in politica....
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Thriller politico e ben strutturato dove nel corso di una candidatura alla presidenza degli Stati Uniti scaturisce fuori tutto il marcio che vi possa essere in quell'ambiente (nulla in confronto a quanto succede realmente, probabilmente assai peggiore). Clooney sempre piacione e Ryan Gosling sempre meraviglioso (anche per il suo ruolo di eroe). Ma è solo un mio giudizio del tutto personale e pertanto di parte.....
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arile
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martedì 27 dicembre 2011
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politica... amarezza!
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...ti fa uscire dal cinema con un forte senso di amarezza...
Parola chiave "vincere", anche se non è chiaro (per tutti i protagonisti)fin dall'inizio: il filo conduttore è la politica (elezione per il presidente americano) ma fanno da padrone bugie, doppio gioco e slealtà.
..e il finale, beh.. ognuno è libero di sceglierselo.
Tutto può cambiare? Speriamo!
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babis
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martedì 27 dicembre 2011
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gosling sta crescendo
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Il film "le Idi di marzo", che rimanda ad uno degli episodi più importanti della storia romana, è davvero molto interessante. Intanto la storia permette a noi europei di approfondire come si svolge la campagna elettorale negli Usa (la domanda che ci si pone è se anche in Italia accadano certe cose...), e, d'altro canto, ci fa riflettere su che cosa sia oggi la politica. Il film, secondo me, è interpretato in maniera impeccabile da Clooney, che in fondo abbiamo già apprezzato, ma soprattutto da Gosling, che, pare, venga cosiderato un'ottimo allievo di Clooney (intervista si Vanity fair di qualche settimana fa). Anche il mondo che ruota loro intorno (addetti stampa, stagiste e giornalisti) ritrae perfettamente il desiderio di sapere tutto, e soprattutto il desiderio del potere, che muove tutta la storia.
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Il film "le Idi di marzo", che rimanda ad uno degli episodi più importanti della storia romana, è davvero molto interessante. Intanto la storia permette a noi europei di approfondire come si svolge la campagna elettorale negli Usa (la domanda che ci si pone è se anche in Italia accadano certe cose...), e, d'altro canto, ci fa riflettere su che cosa sia oggi la politica. Il film, secondo me, è interpretato in maniera impeccabile da Clooney, che in fondo abbiamo già apprezzato, ma soprattutto da Gosling, che, pare, venga cosiderato un'ottimo allievo di Clooney (intervista si Vanity fair di qualche settimana fa). Anche il mondo che ruota loro intorno (addetti stampa, stagiste e giornalisti) ritrae perfettamente il desiderio di sapere tutto, e soprattutto il desiderio del potere, che muove tutta la storia. Alla fine del film, mi sono posta molte domande su personaggi ambigui di questa storia, e di quello che rappresentano.
Di tutto, comunque, quello che mi ha colpito di più, è la bravura di Ryan Gosling, attore che seguo già da un po' di tempo, e che spero continui su questa strada.
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andaland
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lunedì 26 dicembre 2011
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la politica vista da dentro
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Un bel thriller politico, la sceneggiatura è più che buona anche se ogni tanto si "incastra", un modo di vedere il duello elettorale diverso e abbastanza originale. Da chi crede nelle buone cose e si deve ricredere a chi fa della furbizia e della slealtà l'arma vincente. Se ci fossero le mezze stelle gliene avrei data mezza in più nel voto.
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cris73
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lunedì 26 dicembre 2011
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un film che merita
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Il film è curato nei dettagli, la regia impeccabile, la recitazione ottima; da gustare come una bella piece teatrale. Interessante scelta del titolo, non a caso i giorni dedicati dai romani al Dio della guerra...ma soprattutto merita perchè è un film che fa venir voglia di discutere delle cose che, volutamente, vengono lasciate inespresse, in quelle zone d'ombra che, esistono, nella vita dei politici ma non solo.
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antonio trimarco
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domenica 25 dicembre 2011
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amaro come la vita
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"Le idi di marzo, liberamente tratto dall’opera teatrale Farragut North di Beau Willimon, ex aiutante di Hillary Clinton, si apre sulla fase finale della campagna elettorale alle primarie democratiche." (da panoramablog)
"I pugnali delle Idi di marzo possono anche uccidere ma, soprattutto, sono in grado di infliggere ferite che sembrano apparentemente rimarginarsi mentre in realtà danno inizio a un processo di putrefazione delle coscienze che rischia di coinvolgerci tutti." (da my movies).
Forse è ancora più amaro il film di Clooney "Le Idi di marzo" intanto perchè sarebbe semplicistico pensare che le dinamiche che vediamo riguardino solo la politica e non tutte le situazioni di potere, rimane dopo il film un amaro in bocca che a voler guardare bene ci coinvolge un pò tutti.
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"Le idi di marzo, liberamente tratto dall’opera teatrale Farragut North di Beau Willimon, ex aiutante di Hillary Clinton, si apre sulla fase finale della campagna elettorale alle primarie democratiche." (da panoramablog)
"I pugnali delle Idi di marzo possono anche uccidere ma, soprattutto, sono in grado di infliggere ferite che sembrano apparentemente rimarginarsi mentre in realtà danno inizio a un processo di putrefazione delle coscienze che rischia di coinvolgerci tutti." (da my movies).
Forse è ancora più amaro il film di Clooney "Le Idi di marzo" intanto perchè sarebbe semplicistico pensare che le dinamiche che vediamo riguardino solo la politica e non tutte le situazioni di potere, rimane dopo il film un amaro in bocca che a voler guardare bene ci coinvolge un pò tutti.
Molti di noi, credo la maggioranza delle persone credono nella propria costituzione e nelle regole comuni che ci diamo, ma? Riusciamo a rispettarle? Ma qui il punto non è solo critico o autocritico, la questione riguarda forse la natura stessa dell'uomo (e della donna), diciamo meglio dell'umanità e delle sue debolezze, fragilità , ma anche della ferocia di cui siamo capaci.
Qui è l'anello più debole a cadere, una giovane stagista, troppo giovane, troppo bella e che ha forse troppa necessità (psicologica interna) di sedurre, ma che soprattutto è molto sfortunata.
I duri del film sono i politici, i loro capistaff, i giornalisti. Qui ciò che conta è vincere, affermarsi, mantenere il controllo ed il potere.
Un film che lascia poche speranze sulle scene che illumina, e sulla vita in generale. sarà forse questo tempo così difficile e che ci impaurisce un pò tutti, ma Clooney coglie nel segno e con questo film ci consegna la realtà che stiamo vivendo dove per i più forti conta potere e/o profitto e agli altri rimane la paura e con la paura la possibilità concreta della fine.
Da vedere
Per saperne di più:
mymovies
cinematografo.it
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