Le Idi di marzo |
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Un film di George Clooney.
Con Ryan Gosling, George Clooney, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei.
continua»
Titolo originale The Ides of March.
Drammatico,
durata 101 min.
- USA 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 16 dicembre 2011.
MYMONETRO
Le Idi di marzo
valutazione media:
3,12
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Le idi di marzodi catcarloFeedback: 13499 | altri commenti e recensioni di catcarlo |
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lunedì 4 giugno 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Capita sovente che gli attori famosi che passano dietro alla macchina da presa mostrando qualche talento, diano alle loro regie un’impronta di classicità. Clooney conferma la regola e – dopo l’impegno ecologista di ‘Michael Clayton’, nel complesso migliore – dirige un dramma politico che sembra ispirarsi a certe pellicole degli anni Settanta, magari dirette da Alan J. Pakula. Attorniato da un bel gruppo di attori, fra cui spiccano i direttori di campagna rivali impersonati da Hoffman e Giamatti, e basandosi su un testo teatrale che, alla lunga, fa sentire troppo il suo peso, il bel George racconta della durezza e del cinismo insiti nel sottobosco politico, in cui destinati a spezzarsi sono gli anelli deboli. Per se stesso, ritaglia la parte del fascinoso Mike Morris, governatore liberale lanciato verso la candidatura presidenziale per i Democratici: per arrivarci, sarà costretto a scendere al compromesso propostogli dal suo giovane addetto stampa (Gosling), che così riesce anche a far le scarpe al suo capo (Hoffman) passando con una certa disinvoltura sul cadavere di una giovane stagista. Ovviamente, nessuno si rivela quello che sembra all’inizio e chi ha i denti più affilati finisce per risultare vincente, in un dramma che per un’ora è teso e coinvolgente, tra dialoghi serrati e inquadrature strette sui visi dei protagonisti. Peccato che la conclusione risulti un po’ sfilacciata, patendo non tanto la prevedibilità quanto una certa fretta nell’arrivare alla fine – o, quantomeno, una mancanza di spunti validi su come farlo al meglio. La vaga sensazione di incompiutezza rischia di far passare in secondo piano gli interrogativi che la storia fa nascere: per realizzare gli ideali enunciati da Morris, è lecito turarsi il naso di fronte a qualsiasi comportamento? E, una volta accettato un compromesso, quanti altri – e riguardo a quali argomenti – potrebbero seguire? Certo, per uno spettatore italiano pare strano che la carriera di un politico possa essere messa a repentaglio da una botta-e-via con una stagista: se molti altri vizi descritti nel film si possono facilmente immaginare come elementi di accusa anche dalle nostre parti, questo sarebbe accolto dai più con un’alzata di spalle.
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