Le Idi di marzo |
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Un film di George Clooney.
Con Ryan Gosling, George Clooney, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei.
continua»
Titolo originale The Ides of March.
Drammatico,
durata 101 min.
- USA 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 16 dicembre 2011.
MYMONETRO
Le Idi di marzo
valutazione media:
3,12
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Chi è senza peccato scagli la prima pietradi Beatrice FiorentinoFeedback: 28695 | altri commenti e recensioni di Beatrice Fiorentino |
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giovedì 29 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Difficile trovare un personaggio “puro” in questo splendido film che non ci risparmia virate e sorprese, con una sceneggiatura impeccabile e interpreti semplicemente straordinari. In un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui la crisi finanziaria mondiale si accompagna ad una ben più preoccupante crisi dei valori e della politica, produce un effetto straniante addentrarci così profondamente nella quotidianità di una campagna elettorale svelandone dinamiche e retroscena. Il fascino sottile del potere travolge tutti, seduce con attrattiva discreta e silenziosa. Difficile sottrarsi, saper resistere alla tentazione di sentirsi migliori, più furbi, corteggiati. Di questo si parla nelle Idi di marzo: di potere e di perdita dell’innocenza. Clooney controlla sapientemente il nostro feeling e ci guida attraverso sentimenti in continua evoluzione: amiamo il governatore Morris, capace di farci credere in un mondo migliore senza scendere mai a compromessi. E lentamente scivoliamo con lui nella tentazione di accettarli quei compromessi, in nome di un bene più grande, perché se non cedi qualcosa a qualcuno non arrivi da nessuna parte e i tuoi ideali restano tali, senza concretizzarsi in nulla. In fondo non è che un piccolo prezzo per chi vuole coronare un sogno che non è per sé, è per il mondo. Prendiamo le parti di Stephen Myers (Ryan Gosling, migliore in campo) giovane pieno di talento che lavora nella squadra del governatore Morris perché crede in quel sogno, come noi. Ma insieme a lui restiamo invischiati in un meccanismo, null’altro che questo, non in una universale e manichea lotta del bene contro il male ma in un semplice meccanismo che regola la nostra società. O vinci o perdi. Se perdi sei fuori. Niente di personale. E quando il gioco si fa duro Stephen dovrà mostrare i muscoli o soccombere. Crediamo anche all’innocente vitalità di Molly, la giovane stagista capace, ambiziosa ed esuberante, forse solo bisognosa di affetto o forse ancora vittima inconsapevole (o consapevole?) del solito meccanismo tritatutto. Destinata ad avere un ruolo cruciale nell’evoluzione della storia, sarà proprio lei a pagare il prezzo più alto per le umane debolezze. Molly è anche lo specchio crudele del ruolo avvilente in cui si sono infilate le donne della generazione post ’68. Cedendo anch’esse alle lusinghe del potere, sono ridotte a scegliere se comportarsi come uomini per affermarsi nel lavoro (come nel caso della giornalista Ida), o se puntare sulla propria fisicità per conquistare il privilegio di scaldare un letto nelle fredde notti d’inverno o per fungere da antidoto allo stress che comporta un ruolo di potere. I superconsulenti della campagna elettorale Paul Zara e Tom Duffy non sono altro che questo. Tecnici. Professionisti. Consulenti che giocano tutte le loro cartucce all’ultimo sangue. Nient’altro. Nessun complotto, nessuna gratuita malvagità, solo lavoro. Non ci sono buoni buoni né cattivi cattivi in questo film. Esseri umani che vivono in questo mondo. Forse è proprio questo l’elemento più inquietante. Noi tutti, che seduti nelle comode poltrone di casa inneggiamo ai più alti valori civili, possiamo essere assolutamente certi, giurare a noi stessi che nelle stesse circostanze avremmo agito diversamente? Ne siamo profondamente convinti? Eppure Dio solo sa quanto avremmo bisogno di credere, senza indugi, in quelle ultime parole pronunciate dal governatore Morris: “…la dignità è importante, l’Etica conta, da essa dipende il nostro futuro.”
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