birbo
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venerdì 27 aprile 2012
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per meglio dire...
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modificando quello che ho già scritto sul film, direi che sarebbe mancata la ciliegina sulla torta per la stagista dopo l aborto e il suicidio che diventasse vampiro come Bella di Twilight New Moon e Breaking Down....
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birbo
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venerdì 27 aprile 2012
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trama davvero totalmente fuori dalla logica
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Film di una delusione epica... credevo di assistere a un film di 'forte messaggio' tipo Syriana, invece no. Pensavo fosse un film sui rapporti elezioni politiche-potre delle lobbies-demagogia dei candidati ecc. Invece cosa ci troviano ?? Una stagista incinta del candidato che anzichè riflettere sul da farsi pensa a fare sesso con l addetto stampa, per poi anziche rendere pubblica la propria gravidanza, decide prima di abortire e poi di suicidarsi ??? e poi ??? mancava solo un Ufo che la portasse via per chiudere il cerchio.... e parlare dei retroscena dei candidati alle elezioni e dei rapporti con le lobbies e le false promesse agli elettori ?? manco a parlarneeee.
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Film di una delusione epica... credevo di assistere a un film di 'forte messaggio' tipo Syriana, invece no. Pensavo fosse un film sui rapporti elezioni politiche-potre delle lobbies-demagogia dei candidati ecc. Invece cosa ci troviano ?? Una stagista incinta del candidato che anzichè riflettere sul da farsi pensa a fare sesso con l addetto stampa, per poi anziche rendere pubblica la propria gravidanza, decide prima di abortire e poi di suicidarsi ??? e poi ??? mancava solo un Ufo che la portasse via per chiudere il cerchio.... e parlare dei retroscena dei candidati alle elezioni e dei rapporti con le lobbies e le false promesse agli elettori ?? manco a parlarneeee..... Clooney troppo amico dei potenti per farlo ??
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diego p.
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giovedì 29 marzo 2012
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l'apparire è più importante dell'essere.
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LE IDI DI MARZO
CRITICA DI: Diego Pigiu III
VOTO: 7
Stephen Meyers (Ryan Gosling) è un giovane talentuoso esperto di comunicazione assoldato per la campagna elettorale del governatoreMike Morris (George Clooney) che basa tutta la sua rimonta per le primarie nel partito democratico sui valori costituzionali e sull’integrità, uomo integerrimo e inattaccabile, peccato che abbia un lato oscuro, e non appena Stephen lo scoprirà si troverà a far parte di quel sistema che sempre aveva combattuto. Un film sulla corruzione e sul ricatto politico che non risparmia nessuno, dai repubblicani ai democratici, al mondo dei media, un film che mostra la democrazia come ultima utopia.
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LE IDI DI MARZO
CRITICA DI: Diego Pigiu III
VOTO: 7
Stephen Meyers (Ryan Gosling) è un giovane talentuoso esperto di comunicazione assoldato per la campagna elettorale del governatoreMike Morris (George Clooney) che basa tutta la sua rimonta per le primarie nel partito democratico sui valori costituzionali e sull’integrità, uomo integerrimo e inattaccabile, peccato che abbia un lato oscuro, e non appena Stephen lo scoprirà si troverà a far parte di quel sistema che sempre aveva combattuto. Un film sulla corruzione e sul ricatto politico che non risparmia nessuno, dai repubblicani ai democratici, al mondo dei media, un film che mostra la democrazia come ultima utopia.
Ci viene mostrato quanto l’apparire sia più importante dell’essere, quanto dietro le persone sorridenti e patinate dei volantini elettorali ci sia di nascosto, di perverso, di marcio.
Interessante notare un film di critica cosi dura sulla parte politica democratica proprio durante la presidenza Obama (in realtà il film doveva uscire del 2007 ma dopo la vittoria di Obama si è preferito non fomentare anti-politica sulla nuova fiducia acquisita, evidentemente qualcosa deve essere cambiato).
La recitazione di Clooney non mi ha entusiasmato, credo non fosse il ruolo più adatto per lui, avrei probabilmente preferito si fosse limitato a fare solo il regista, cosa che per’altro ha fatto molto bene, Ryan Gosling invece l’ho trovato molto credibile. Nel complesso non male, film pulito, buon ritmo, non molto nuovo.
Diego Pigiu III
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niloko
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mercoledì 7 marzo 2012
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the ides of superficiality
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Stephen Meyers (Ryan Gosling)è un giovane e brillante addetto stampa della campagna per le primarie presidenziali del Partito Democratico in Ohio. Il candidato, il governatore Mike Morris (George Clooney), è un convinto idealista e sostenitore dei profondi valori costituzionali.Stephen, tuttavia, è corteggiato dalla concorrenza ma non si lascia convincere tenendo fede ai suoi principi e alla fiducia che ha in Morris. Con il tempo scoprirà il lato oscuro della politica. Clooney, dopo “In amore niente regole” del 2007, ritorna dietro la macchina da presa dirigendo un film politicamente scorretto. L’intero film getta fango su tutta la politica vista come una corsa al potere.
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Stephen Meyers (Ryan Gosling)è un giovane e brillante addetto stampa della campagna per le primarie presidenziali del Partito Democratico in Ohio. Il candidato, il governatore Mike Morris (George Clooney), è un convinto idealista e sostenitore dei profondi valori costituzionali.Stephen, tuttavia, è corteggiato dalla concorrenza ma non si lascia convincere tenendo fede ai suoi principi e alla fiducia che ha in Morris. Con il tempo scoprirà il lato oscuro della politica. Clooney, dopo “In amore niente regole” del 2007, ritorna dietro la macchina da presa dirigendo un film politicamente scorretto. L’intero film getta fango su tutta la politica vista come una corsa al potere. La morte degli ideali è rappresentata da un susseguirsi di azioni che portano a far emergere inganni, finzioni e sporchi giochi di potere. Il rampollo di Hollywood, Ryan Gosling, si muove bene in un genere di film che fino ad adesso gli era sconosciuto , e dimostra di avere le capacità per far immedesimare il pubblico affinché abbia la possibilità di decidere che sia il buono o il cattivo del film. All’interno delle pellicola, insieme ai diversi giochi di luce e ombre che creano forti contrasti mettono in evidenza i singoli personaggi, sono presenti anche citazioni politiche, come per esempio lo slogan “I like Mike” (originariamente “I Like Ike “ utilizzato dal pubblicitario Peterson nella campagna presidenziale del 1952 di Eisenhower, sopranominato Ike). Per quanto la trama non sia banale, tuttavia, la pellicola è ricca di stereotipi visti e rivisti ed è portata avanti in maniera superficiale, In conclusione, comunque, risulta essere un buon film.(N.L)
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peninsula.eu
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domenica 4 marzo 2012
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forse il film dell'anno
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Bravo George Clooney, intellettuale sensibile e visionario capace di esprimere la propria disillusione esistenziale tirando in ballo persino il partito cui da sempre fa riferimento per tradizione di famiglia, oltre che per convinzione personale. In sostanza, un duro apologo su potere, ambizione e lealtà a conferma di un dato del quale, in Italia, siamo ben consapevoli: la politica è un trojaio in cui il più sano ha già contratto la rogna. Memorabile la scena del cellulare, degna di Alfred Hitchcock. Con scelta finissima e crudele, ma giusta, la sceneggiatura insinua il dubbio sull'esito finale della vicenda. Paul Giamatti e Philip Seymour Hoffman da candidare di corsa agli Oscar come non protagonisti.
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Bravo George Clooney, intellettuale sensibile e visionario capace di esprimere la propria disillusione esistenziale tirando in ballo persino il partito cui da sempre fa riferimento per tradizione di famiglia, oltre che per convinzione personale. In sostanza, un duro apologo su potere, ambizione e lealtà a conferma di un dato del quale, in Italia, siamo ben consapevoli: la politica è un trojaio in cui il più sano ha già contratto la rogna. Memorabile la scena del cellulare, degna di Alfred Hitchcock. Con scelta finissima e crudele, ma giusta, la sceneggiatura insinua il dubbio sull'esito finale della vicenda. Paul Giamatti e Philip Seymour Hoffman da candidare di corsa agli Oscar come non protagonisti. Grazie anche a Leonardo Di Caprio, che ci ha messo i soldi. VOTO: 7½ (ma crescerà)
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giorgio mancinelli
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venerdì 2 marzo 2012
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quando non si è a posto con la propria coscienza
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George Clooney firma questo intenso film tratto dall’omonimo play di Beau Willimon, in cui si racconta la storia di un ragazzo idealista, membro dello staff di uno dei candidati alla Presidenza USA, che resta travolto da giochi di potere e politici corrotti, proprio nel bel mezzo della campagna elettorale. Pur tuttavia la storia che vi si racconta non è quella appena descritta, altrimenti non si comprende il perché fuorviante del titolo: “Le Idi di Marzo” ? Una domanda che si pongono in molti appena usciti dalla proiezione ma pochi lo rapportano con la rilettura di Le Idi di marzo (latino: Idus Martii) riferite al 15 di marzo del calendario romano, utilizzato per il 15esimo giorno dei mesi di marzo, maggio, luglio e solitamente usato per indicare la data dell'assassinio di Giulio Cesare.
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George Clooney firma questo intenso film tratto dall’omonimo play di Beau Willimon, in cui si racconta la storia di un ragazzo idealista, membro dello staff di uno dei candidati alla Presidenza USA, che resta travolto da giochi di potere e politici corrotti, proprio nel bel mezzo della campagna elettorale. Pur tuttavia la storia che vi si racconta non è quella appena descritta, altrimenti non si comprende il perché fuorviante del titolo: “Le Idi di Marzo” ? Una domanda che si pongono in molti appena usciti dalla proiezione ma pochi lo rapportano con la rilettura di Le Idi di marzo (latino: Idus Martii) riferite al 15 di marzo del calendario romano, utilizzato per il 15esimo giorno dei mesi di marzo, maggio, luglio e solitamente usato per indicare la data dell'assassinio di Giulio Cesare. La storia dunque, e per di più a fosche tinte, entra in questo noir psicologico dalla porta d’ingresso quasi non vista, quasi inascoltata, perché nell’incrociarsi delle sequenze, i primi piani, i dialoghi sempre sulle righe e pur tuttavia mai convenzionali, disorientano dal cimentarsi con l’intento moralistico del film, in cui, una fiducia mal riposta fa crollare il rapporto di lavoro consistente e audace come quello di un promoter di successo alle prese con l'occasione di una vita. Ma non c'è spazio per il tradimento (che essendo nelle intenzioni era pertanto come già consumato) che si trasforma in un debito con la propria coscienza, e che resterà senza possibilità di riscatto. Cinema di grande impatto sociale che rispecchia uno degli aspetti più “violenti” della corruzione politica.
Cast di levatura eccezionale: Jennifer Ehle, Jeffrey Wright, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Ryan Gosling e George Clooney che ancora una volta, da prova della sua capacità di fine tessitore di sequenze visive, colto nei dettagli “epidermici” della fotografia, quasi che la sola immagine lasci trasparire il compimento dei dialoghi, prima ancora che lo svolgersi della trama. Sottigliezza registica questa che avevamo già riscontrata in “Good night and Good luck” e che fa di George Clooney un regista se vogliamo patinato ed effimero, non per questo meno audace e al passo coi tempi.
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gianleo67
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domenica 19 febbraio 2012
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classico esempio di cinema liberal americano
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Classico esempio di cinema liberal americano l'opera di Clooney è ammirevole per la lucidità e la trasparenza nel mettere a nudo i meccanismi e gli intrighi dell'agone politico d'oltreoceano ma appare eccessivamente artificioso nell'intrecciarne motivazioni e pulsioni che appaiono pretestuose e inverosimili (ci sarà del marcio in Danimarca ma questo è troppo!). Buona comunque la regia e gli attori tutti fuorchè il sempre inespressivo Ryan Gosling. Ridateci il candidato Robert Redford!
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gabriella
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mercoledì 15 febbraio 2012
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film fuori tempo massimo
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Guardando il film mi sono chiesta più volte se davvero valeva la pena riproporre un tema così abusato, niente che non si sapeva già e che non avevamo visto. Che la politica sia corrotta è risaputo, e questo da che ha origine l'uomo, la disonestà, la mancanza di valori, tutte cose che sono sotto gli occhi tutti i giorni; candidati alle presidenziali che ancora si appellano ai sacri principi della costituzione americana ( ma davvero funziona ancora?), sostenitori che sostengono loro stessi e il loro posto di lavoro, poco importa ciò in cui credono, anche perchè sono più che mai disposti a passare dall'altra parte se la sedia cui sono seduti comincia a vacillare. Ma lo sapevamo già che la politica è un affare sporco, che le persone oneste vengono tagliate fuori e che è meglio vivere con il rimorso di aver mandato a farsi fottere i principi di etica e onestà nei quali si credeva pur di restare in gioco.
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Guardando il film mi sono chiesta più volte se davvero valeva la pena riproporre un tema così abusato, niente che non si sapeva già e che non avevamo visto. Che la politica sia corrotta è risaputo, e questo da che ha origine l'uomo, la disonestà, la mancanza di valori, tutte cose che sono sotto gli occhi tutti i giorni; candidati alle presidenziali che ancora si appellano ai sacri principi della costituzione americana ( ma davvero funziona ancora?), sostenitori che sostengono loro stessi e il loro posto di lavoro, poco importa ciò in cui credono, anche perchè sono più che mai disposti a passare dall'altra parte se la sedia cui sono seduti comincia a vacillare. Ma lo sapevamo già che la politica è un affare sporco, che le persone oneste vengono tagliate fuori e che è meglio vivere con il rimorso di aver mandato a farsi fottere i principi di etica e onestà nei quali si credeva pur di restare in gioco. E' il prezzo che si deve pagare per restare a galla, e i giornalisti non sono da meno, avidi di notizie senza rispetto per chichessia; ma dove sono andati a finire i giornalisti assetati di verità e giustizia come il Lowell Bergman di "Insider"?, uomini disposti a mettere a repentaglio il loro posto di lavoro, gli affetti , la carriera in nome di una scelta morale che alla fine , malgrado le rinunce fa stare bene con sè stessi.
Non è nemmeno un film denuncia quello di Clooney, semmai ancora una volta un triste ritratto della nostra società. Bravi gli attori, tutti quanti, che per quanto mi riguarda si sono esercitati in un ripasso , giusto per tenersi in esercizio.
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ultimoinquisitore
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giovedì 9 febbraio 2012
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il passo felpato di clooney
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Un "giro dietro le quinte" alla propoganda politica dei governatori americani che si vogliono candidare alla presidenza. Clooney è cinico di fronte alla telecamera, ma dietro è corretto, veloce e freddo, si avvale di attori noti e/o pronti a cavalcare l'onda di un cinema spietato, freddo, cinico e cattivo: Philip Seymour Hoffman è un perfetto camaleonte, mentre Ryan Gosling, adulato di recente per Drive di Refn, è l'antieroe dei nostri tempi che comincia a svelare i suoi valori e principi, pronto a tradire legalmente chiunque (anche le persone che più ha stimato) per ottenere ciò che vuole. L'indifferenza è il vestito di cui tutti coloro che sono ai vertici della rappresentanza di potere dovrebbero vestirsi, perchè non si può voltarsi indietro e recuperare gli errori commessi.
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Un "giro dietro le quinte" alla propoganda politica dei governatori americani che si vogliono candidare alla presidenza. Clooney è cinico di fronte alla telecamera, ma dietro è corretto, veloce e freddo, si avvale di attori noti e/o pronti a cavalcare l'onda di un cinema spietato, freddo, cinico e cattivo: Philip Seymour Hoffman è un perfetto camaleonte, mentre Ryan Gosling, adulato di recente per Drive di Refn, è l'antieroe dei nostri tempi che comincia a svelare i suoi valori e principi, pronto a tradire legalmente chiunque (anche le persone che più ha stimato) per ottenere ciò che vuole. L'indifferenza è il vestito di cui tutti coloro che sono ai vertici della rappresentanza di potere dovrebbero vestirsi, perchè non si può voltarsi indietro e recuperare gli errori commessi. Le lacrime bisogna lasciarle al popolo, vittima ancora una volta dei media e dei gossip infondati.
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astromelia
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mercoledì 8 febbraio 2012
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quando il gioco si fa duro
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indecisa se vederlo,i sono fatta una concessionemconfermando i miei dubbi,il film ripete cose già risapute ,dunque nulla di nuovo all'orizzonte, se non la solita interpretazione di ryan gosling che surclassa clooney, ma non basta,la lentezza fa parte della sceneggiatura ma questo è un fantapoliticato stile deja vu....clooney solitamente non mi piace q qui mi conferma la sua figura a scapito della recitazione,ad ogni modo una pellicola per chi non ha altro da vedere e 2 ore da spendere.
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