charliefdl
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mercoledì 22 febbraio 2012
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senza capo nè coda...
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Sinceramente non sono riuscito a cogliere alcun senso in questo film, noioso e lento allo sfinimento, scene crude e perverse quà e la.. ma senza un filo conduttore. Due ore e mezza di martirio.. Una vera schifezza.
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(di gigrim)
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osteriacinematografo
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mercoledì 22 febbraio 2012
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la cupa e ossessiva spirale di fincher
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Quando un grande sceneggiatore come Steven Zaillian (Schidler’s List) scrive un film basandosi su un ottimo romanzo, e quando dietro la macchina da presa si trova un tale di nome David Fincher (Seven, Fight club, Zodiac), che maneggia alla perfezione un certo tipo di storie, ci sono ottimi presupposti perché ne venga fuori un buon film.
La splendida invenzione dello scrittore Stieg Larsson è alquanto nota: Mikael Blomqvist -giornalista che si occupa di indagini economiche- perde un processo in cui è accusato di diffamazione dal magnate Wennerstrom.
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Quando un grande sceneggiatore come Steven Zaillian (Schidler’s List) scrive un film basandosi su un ottimo romanzo, e quando dietro la macchina da presa si trova un tale di nome David Fincher (Seven, Fight club, Zodiac), che maneggia alla perfezione un certo tipo di storie, ci sono ottimi presupposti perché ne venga fuori un buon film.
La splendida invenzione dello scrittore Stieg Larsson è alquanto nota: Mikael Blomqvist -giornalista che si occupa di indagini economiche- perde un processo in cui è accusato di diffamazione dal magnate Wennerstrom. La rovina finanziaria e le dimissioni lo spingono ad accettare un incarico particolare: dovrà infatti indagare sulla misteriosa e precoce scomparsa –avvenuta negli anni 60- di Harriet Vanger, nipote prediletta del vecchio e potente industriale Henrik Vanger (Christopher Plummer), convinto che la giovane sia stata uccisa da un membro della sua famiglia. Blomqvist si trasferisce così nella campagna sperduta e imbiancata del Gavleborg, per studiare da vicino la complessa storia di una famiglia dal passato glorioso ma oscuro, e da un presente caratterizzato da legami sfaldati e largamente compromessi. Per non destare sospetti, agisce con l’alibi di una biografia dedicata all’impero economico dei Vanger.
In parallelo Fincher segue Lisbeth Salander, un’eccellente investigatrice specializzata in spionaggio informatico. La Salander stila un profilo dettagliato e completo di Blomqvist per conto di Henrik Vanger, che vuol conoscerne ogni aspetto per valutarne l’integrità. Lisbeth è una punk ventiquattrenne solitaria e selvaggia, col gusto dei piercing e dei tatuaggi; conduce una vita appartata e silenziosa, e vive sotto tutela per aver tentato di uccidere il padre in tenera età. La ragazza mostra il suo aspetto sommerso nel momento in cui le viene assegnato un tutore d’ufficio in luogo di Holger Palmgren, l’anziano e malato uomo che ne curava gli interessi. Il nuovo tutore , l’avvocato Nils Bjurman, chiede a Lisbeth favori sessuali in cambio degli assegni che le spettano, e infine la violenta in modo sadico e brutale: la dark lady risponderà in modo lucido e spietato (un modo che è giusto scoprire da soli), annichilendo il pingue aguzzino.
I destini di Mikael e Lisbeth s’incrociano nel momento in cui il giornalista ne richiede la collaborazione per il caso Vanger: i due lavoreranno a stretto contatto intrecciando un’intensa relazione sentimentale; faranno luce sui lati oscuri dell’intricata vicenda, grazie all’insaziabile e frenetico desiderio di ricerca che li condurrà sulle tracce di un killer seriale.
David Fincher realizza un’opera eccellente sotto ogni punto di vista: la fotografia è cupa e seducente, il ritmo è incalzante grazie a un montaggio che non concede pause in 160 minuti di film; l’inquietudine e il mistero crescono di pari passo con le febbrili rivelazioni, e l’arco nero e teso del regista scocca frecce visive che sovrappongono ansia a tensione, trascinando lo spettatore in un percorso ondivago che termina nel gorgo soffocante delle peggiori inclinazioni umane. Il film scende oltre lo scantinato che precede l’epilogo, oltre lo spazio cinematografico percepito, inabissandosi nelle tetre profondità del male che l’uomo nasconde dietro candide e soleggiate superfici.
Daniel Craig aderisce con classe al ruolo di Blomqvist, ma chi davvero sorprende e sconcerta è Rooney Mara: l’attrice americana interpreta l’hacker Lisbeth e i suoi disturbi borderline in modo talmente calzante da divenire il tessuto connettivo del film, l’elemento imprevedibile, inafferrabile, che oscilla in modo convulso fra le violenze patite e quelle esplose verso l’esterno, che si dimostra ferrea e implacabile nel disciplinare la propria attività d’indagine, e poi dissoluta e perversa nella vita privata; il suo personaggio è l’elastico oscuro che congiunge i meccanismi dell’opera: s’insinua nelle vite e nei segreti delle persone, raggiunge ferocemente ogni angolo fisico e concettuale della storia, mossa dall’impulso ossessivo di punire quegli “uomini che odiano le donne”; Lisbeth è talmente al centro della storia da porre in secondo piano persino le sorti di Harriet, ed è suo l’ultimo indecifrabile sguardo del film, che lascia presagire una nuova inquietante mutazione sotto un casco nero che sfreccia nell’oscurità.
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riccardo t.
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mercoledì 22 febbraio 2012
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uomini che odiano le donne
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Bellissimo thriller d’autore di David Fincher che in questo film unisce il marciume contenutistico di Seven, con la consueta pulizia stilistica ed eleganza registica che ha contraddistinto i suo ultimi lavori da Zodiac fino a The Social Network.
Come in altri suoi film, al regista interessa relativamente il mistero da risolvere, ma come i personaggi reagiscano ad esso, e ai loro rapporti resi alla grande, soprattutto per via di un ottima costruzione dei personaggi, fragili, soli e asociali che si trovano e si cercano, trascinati da un evento più grande di loro, ma anche grazie alle interpretazioni di Daniel Craig, in tono più dimesso, e di Rooney Mara, meravigliosa nel mostrare forze e debolezze della sua Lisbeth.
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Bellissimo thriller d’autore di David Fincher che in questo film unisce il marciume contenutistico di Seven, con la consueta pulizia stilistica ed eleganza registica che ha contraddistinto i suo ultimi lavori da Zodiac fino a The Social Network.
Come in altri suoi film, al regista interessa relativamente il mistero da risolvere, ma come i personaggi reagiscano ad esso, e ai loro rapporti resi alla grande, soprattutto per via di un ottima costruzione dei personaggi, fragili, soli e asociali che si trovano e si cercano, trascinati da un evento più grande di loro, ma anche grazie alle interpretazioni di Daniel Craig, in tono più dimesso, e di Rooney Mara, meravigliosa nel mostrare forze e debolezze della sua Lisbeth.
Ma a differenza dell’originale svedese, c’è anche una maggiore profondità nel trattare il tema del titolo, i confronti e scontri tra i due sessi.
Dal punto di vista tecnico, il film è fantastico, dall’eleganza della fotografia con vari contrasti cromatici che ci ridà una Svezia fredda e asettica di forte ambientazione, e clorazioni più calde nei flashback, al reparto sonoro sempre efficace, alla colonna sonora del duo Reznor-Ross. Infine nota di merito al montaggio che si muove bene nel tempo alternando passato e presente della vicenda, e nello spazio mostrando i parallelismi tra i due protagonisti. Piccolo capolavoro i titoli di testa.
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charliefdl
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lunedì 20 febbraio 2012
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soldi buttati... mediocre!
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Senza capo nè coda, noioso e lento allo sfinimento. Ottimo se avete problemi ad andare di corpo. Giudizio: mediocre!
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charliefdl
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lunedì 20 febbraio 2012
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bha...
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Senza capo nè coda, lento e noioso. Il mio giusidio è : assolutamente mediocre.
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hollyver07
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lunedì 20 febbraio 2012
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nominations... azzeccate!
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Ciao. Per quanto ben poco possa valere il mio giudizio, ritengo molto azzeccate le nominations agli oscar proposte per questa pellicola. Rooney Mara è forse troppo giovane per ambire ai "guardiani" o "soldatini" dorati che dir si voglia. Se la giovanotta dovesse vincere... farebbe un ideale "paio" con la Jodie Foster de "Il silenzio degli innocenti", in puro ambito thriller. Francamente, considero meno improbabile l'affermazione del film per gli aspetti riguardanti il sonoro e la fotografia le quali, in questa particolare pellicola, sono davvero da applausi. Saluti
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robypisanu89
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sabato 18 febbraio 2012
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ottimo film
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Ottimo film consigliatissimo, una trama che ti tiene coinvolto fino all ultimo, ora aspettiamo il sequel
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kawaz1000
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venerdì 17 febbraio 2012
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gran sorpresa
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Ad essere sincero non mi aspettavo un gran film! Devo però ammettere che mi ero fatto un'idea sbagliata. La coppia Craig-Rooney funziona, così come la trama! Il film scivola veloce, non troppo pesante, ma nemmeno banale. Forse si poteva fare qualcosina in più nell'ultima parte. Dopo quella oscenità di film Cowboys & Aliens, Craig interpreta un giornalista e lo fa davvero bene. Finalmente un degno ruolo, diverso da quello dell'agente segreto britannico 007.
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aliceayres95
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giovedì 16 febbraio 2012
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marzia gandolfi...
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ma imparare l'italiano no??
"Fuori dal letto e dalla loro intesa intanto i fantasmi del passato si risvegliano..." questa frase cosa vorebbe indicare?
--- 9GAG --- "I DON'T WANT TO LIVE ON THIS PLANET ANYMORE"
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giacomogabrielli
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giovedì 16 febbraio 2012
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fincher, remake e perfezione. *****
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Non si placano le trasposizioni cinematografiche delle ormai famosissime opere del defunto Stieg Larsson. Nonostante la ripetitività del tema, però, i cineasti che le girano riescono sempre più a sorprenderci. Ultimo caso è questo capolavoro diretto dal regista di 'Fight Club'. Un cast magnifico al servizio di una sceneggiatura impeccabile. Le inquadrature e i movimenti di macchina rimandano al più recente 'The Social Network', dove una regia perlopiù statica (ma perfetta) lascia spazio a grandi interpretazioni, ad un'ottima fotografia e a situazioni intriganti. Cupo, sconvolgente, cattivo e a tratti perverso; questo è il nuovo lavoro di Fincher, che ultimamente usa il cinema come pura forma di racconto appoggiandosi su sceneggiature pazzesche, accantonando dolly estremi o piani sequenza formidabili.
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Non si placano le trasposizioni cinematografiche delle ormai famosissime opere del defunto Stieg Larsson. Nonostante la ripetitività del tema, però, i cineasti che le girano riescono sempre più a sorprenderci. Ultimo caso è questo capolavoro diretto dal regista di 'Fight Club'. Un cast magnifico al servizio di una sceneggiatura impeccabile. Le inquadrature e i movimenti di macchina rimandano al più recente 'The Social Network', dove una regia perlopiù statica (ma perfetta) lascia spazio a grandi interpretazioni, ad un'ottima fotografia e a situazioni intriganti. Cupo, sconvolgente, cattivo e a tratti perverso; questo è il nuovo lavoro di Fincher, che ultimamente usa il cinema come pura forma di racconto appoggiandosi su sceneggiature pazzesche, accantonando dolly estremi o piani sequenza formidabili. Daniel Craig è bravo, ma superato dalla concorrente americana di Noomi Rapace, Rooney Mara. Apprezzatissimo il ritorno del grande Christopher Plummer e sempre piacevole la partecipazione di Stellan Skarsgård. Un'opera lucida che presenta una violenza pulita e senza mezzi termini. Ben riuscite le scene di sesso, dello stupro e le sottostorie dei personaggi. Nella storia inoltre sono ben amalgamati più generi: dal drammatico si arriva al thriller, dal giallo si passa alla spy story (quasi alla Buorne) del finale. FINCHER, REMAKE E PERFEZIONE *****
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