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Salvatore Allocca, l'uomo giusto al momento giusto

Il regista romano al cinema da venerdì con la sua opera prima.
di Letizia Rogolino

In foto Salvatore Allocca e Daniela Cursi Masella, registi di Come trovare nel modo giusto l'uomo sbagliato.
Salvatore Allocca (42 anni) 27 gennaio 1983, Roma (Italia) - Acquario. Regista del film Come trovare nel modo giusto l'uomo sbagliato.

lunedì 22 agosto 2011 - Incontri

Salvatore Allocca, giovane regista romano laureato al D.A.M.S. di Roma, ha realizzato la sua opera prima che arriverà al cinema il prossimo 26 Agosto. Stiamo parlando di Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato, una commedia fresca e semplice, incentrata sull'interpretazione di tre attrici provenienti per lo più dal piccolo schermo: Francesca Inaudi, Giulia Bevilacqua e Giorgia Surina. Una commedia tutta al femminile, in cui Allocca si è avvalso dell'aiuto della scrittrice Daniela Cursi Masella, alla sua prima esperienza come regista.
Il film infatti, è ispirato al romanzo scritto da quest'ultima e racconta le bizzarre vicende di alcune amiche alle prese con la ricerca dell'uomo della loro vita.
Dopo una serie di cortometraggi, documentari e videoclip, Salvatore Allocca è riuscito ad approdare sul grande schermo con questo suo primo lungometraggio e ci racconta questa esperienza.

Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato è la tua opera prima. Hai trovato difficoltà nel passaggio dal mondo del cortometraggio ad un film per il cinema?
Quando si realizza un cortometraggio, nella maggior parte dei casi, si hanno molti meno mezzi a disposizione ma se l'impianto produttivo è professionale grandi differenze tra fare un lungometraggio o un corto non ce ne sono: hai sempre a che fare con dei collaboratori, sia tecnici che artistici, da dirigere e coordinare; una storia da raccontare; un insieme di elementi e circostanze da valutare e ponderare con cura; un piano di lavorazione da rispettare. Un corto è, a tutti gli effetti, un film vero e proprio. La difficoltà maggiore è stata trovare il modo giusto per raccontare una storia di ampio respiro, più diluita nel tempo rispetto ad un film breve dove tutto si svolge nell'arco di 15 minuti. La trama in un lungometraggio è fitta, i personaggi cambiano e si evolvono. Dunque, ogni giorno, sul set e in montaggio, dovevo aver sempre ben chiaro lo sviluppo del film, cercare di mantenere una continuità stilistica e pensare con cura a come raccontare una determinata scena tenendo sempre bene a mente l'organicità del lavoro. È stato come comporre un grande mosaico: sbagli ad inserire un pezzo e la figura ne esce male o distorta.
Inoltre, realizzare un film per il cinema vuol dire anche mettersi in relazione con delle esigenze di mercato.
Credo che lo scarto maggiore tra i due mondi sia stato proprio questo, per quanto mi riguarda: non stavo più realizzando un prodotto per me, un cortometraggio da mandare ai festival per farmi conoscere, ma un film per il cinema, dunque un prodotto da collocare in un mercato preciso.

Questo film si ispira al libro di Daniela Cursi Masella che ti ha anche aiutato nella regia. Come ti sei imbattuto in questa storia?
In questa storia mi ci sono imbattuto un po' per caso: la produttrice Silvia Bonazzi, con la quale avevo già collaborato in passato, aveva in cantiere questo progetto e mi ha proposto di co-dirigerlo con Daniela, qui alla sua prima esperienza di regia. Silvia ha ritenuto, conoscendo bene il mio lavoro, che fossi la persona adatta per affiancare Daniela. Inoltre, era convinta che una storia tutta al femminile come quella avesse bisogno anche di un punto di vista maschile per essere sviluppata al meglio. Io poi, devo ammetterlo, sono sempre stato un grande amante delle commedie romantiche! E quando mi è arrivata la proposta di co-dirigere il film, prima di dare una risposta, mi sono preso un po' di tempo per leggere il copione e riflettere bene se fosse un film nelle mie corde. Ma nella mia testa avevo già deciso di farlo…

Come avete selezionato il cast del film, prevalentemente femminile?
Molti ci hanno chiesto come mai avessimo scelto degli interpreti che avessero già lavorato insieme in serie molto lunghe… si è trattato di una semplice casualità. In Italia ci sono sempre meno fondi e si fa sempre meno cinema. Il grosso del lavoro viene dalla TV. Non è raro dunque formare un cast inedito sul grande schermo ma già ben noto e rodato sul piccolo schermo… Comunque noi siamo partiti con l'idea di avere Francesca Inaudi, un'attrice completa e versatile, come protagonista del film. Poi abbiamo proceduto realizzando provini agli interpreti che ci sembravano più interessanti.

Ci accenni qualcosa sulla trama del film?
Il film racconta la storia di tre amiche per la pelle, Sofia, Alice e Penelope impegnate nella difficoltosa ricerca dell'uomo giusto. Ma l'uomo giusto esiste? Lo scoprirete prossimamente al cinema… una commedia romantica tutta al femminile piena di sorprese.

Come è stato lavorare con il trio Francesca Einaudi, Giulia Bevilacqua e Giorgia Surina?
Lavorare con loro è stato molto stimolante e formativo. Sono attrici di grande esperienza che hanno contribuito molto alla riuscita del film.

Hai realizzato questo film prendendo ispirazione o spunti da altre commedie romantiche, italiane o americane?
L'ispirazione viene soprattutto dalle commedie romantiche americane che, sia Daniela che io, amiamo molto. Soprattutto Accadde una notte e Harry, ti presento Sally.

E' stato difficile trovare una produzione e una distribuzione per questo film?
No, l'impianto produttivo era ottimo già in partenza. Quando abbiamo iniziato le riprese c'era già una strategia distributiva precisa. Cosa molto rara per un'opera prima italiana. Siamo stati veramente fortunati.

Cosa pensi del cinema italiano di questi ultimi anni?
Qualitativamente, credo che il cinema italiano sia in gran forma. Ultimamente stanno uscendo fuori grandi talenti e la media dei film è di alta qualità. Soprattutto gli indipendenti stanno portando i risultati più interessanti e notevoli. Ci sono sempre più giovani emergenti che armati di pochi mezzi ma di ottime idee e buone storie si stanno facendo notare sempre di più. Il problema del nostro cinema non sono i talenti – che a mio avviso abbondano -, bensì altri: i fondi che scarseggiano, a partire da quelli pubblici che nell'ultima stagione sono addirittura mancati completamente; e i pochi distributori che investono nel cinema italiano, soprattutto quello degli emergenti. La maggior parte non vuole assumersi dei rischi e punta sul prodotto straniero (di cassetta, come si diceva un tempo…).

Hai un regista che prendi a modello?
Un modello in particolare non saprei. Sono praticamente onnivoro di cinema e quindi ho tanti amori. Mi sento di citare Fatih Akin, di cui sono un fan sfegatato. È un folle regista turco-tedesco con una visione del mondo al quale mi sento molto vicino.

Tu hai trovato la donna giusta nel modo sbagliato?
Sì, ma io resterò sempre l'uomo sbagliato. Le donne sono sempre più “giuste” di noi… non c'è proprio niente da fare!

I tuoi progetti futuri?
Al momento ho un nuovo film per il cinema in cantiere, dal titolo Il mio miglior amico. Si tratta di una black-comedy dal ritmo indiavolato con protagonista Gianmarco Tognazzi. Il film sarà prodotto da Vega's Project, società di produzione che ho fondato nel 2006 con Daniele Esposito.

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