Essential Killing |
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Un film di Jerzy Skolimowski.
Con Vincent Gallo, Emmanuelle Seigner, Stig Frode Henriksen, Nicolai Cleve Broch, David L. Price.
continua»
Thriller,
durata 83 min.
- Polonia, Norvegia, Irlanda, Ungheria 2010.
MYMONETRO
Essential Killing
valutazione media:
3,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Delitti Essenzialidi gianmarco.diromaFeedback: 7173 | altri commenti e recensioni di gianmarco.diroma |
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mercoledì 8 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mi domando cosa sarebbe successo se Jerzy Skolimowski avesse deciso di indugiare sull'immagine della motosega che uccide per mano di Mohammed, montando poi in parallelo la sequenza dello stesso protagonista che si ciba della corteccia di un albero. Forse il presidente della Giuria di Venezia '67 Quentin Tarantino ne sarebbe stato lieto. Ma non è solo per una questione di gusto che mi soffermo su questa possibilità: lo faccio perché in questa maniera, nonostante la truculenza di queste immagini, sarebbe emerso ancora più prepotentemente quel senso di necessaria lotta per sopravvivere che governa ogni gesto del personaggio interpretato da Vincent Gallo. Mi domando se possa esistere un'affinità tra Meek's Cutoff ed Essential Killing: per l'attenzione nei confronti dei paesaggi e nei confronti dei corpi che attraversano e calpestano questi paesaggi. Per il ritmo sì lento, ma incredibilmente serrato (dato da una sceneggiatura estremamente tesa in entrambi i casi). Per le rispettive colonne sonore, che sembrano far implodere qualsiasi conflitto o lotta. Per il senso di spaesamento che accomuna i protagonisti delle due vicende. Per la lotta che tutti questi personaggi muovono alla ricerca di un frontiera che non ha nulla di ideale: le montagne di Cascade in Meek's Cutoff e la sopravvivenza in Essential Killing. Mi domando se certo cinema non stia cercando delle risposte effettive allo strapotere del 3D, agli effetti digitali, alle sceneggiature scritte seguendo le regole dello spettacolo e non quelle della coerenza delle azioni dei personaggi. C'è un cinema che si muove in una sorte di limbo, che narra di storie sospese, che si compiono nel non mettere per forza la parola fine. La ricerca dei protagonisti di Meek's Cutoff continua, anche se la 'società' a cui danno vita vita si regge su equilibri in continua evoluzione. Il cavallo su cui Mohammed percorre il suo ultimo tratto di vita continua a vivere, come elemento narrativo, come simulacro di una vita che dall'umano (il ricordo di un amore e della propria missione religiosa), viaggia verso l'animale (l'uccidere ed il cibarsi selvaggiamente) e che si spegne nel vegetale (la foresta in cui Mohammed fugge e trova la propria morte).
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