Il nastro bianco

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Un film di Michael Haneke. Con Christian Friedel, Leonie Benesch, Ulrich Tukur, Ursina Lardi, Burghart Klaußner.
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Titolo originale Das Weiße Band. Drammatico, b/n durata 144 min. - Austria, Francia, Germania 2009. - Lucky Red uscita venerdì 30 ottobre 2009. MYMONETRO Il nastro bianco * * * - - valutazione media: 3,40 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
matteo domenica 13 dicembre 2020
tramonto dell''occidente Valutazione 3 stelle su cinque
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Un piccolo villaggio alla vigilia della Grande Guerra nel nord della Germania come rappresentazione di una società in disfacimento dove la rigidità di una parvenza rispettabile nasconde la violenza brutale delle relazioni tra le persone.  La famiglia patriarcale è l'embrione delle dissolutezze, della brutalità, del cinismo e dell'invidia che modella un microcosmo apparentemente immutabile ma che mostra le crepe nella quotidianità ripetitiva di un mondo antico sull'orlo dell'abisso. Troppo facile e secondo me fuorviante leggere questo film come preludio al nazismo, anche se in effetti sarà la generazione dei più giovani a essere inghiottita da quelle vicende. [+]

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geppi giovedì 12 novembre 2020
film spendidamente diretto, fotografato e recitato Valutazione 4 stelle su cinque
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Visto per la prima volta su una piattaforma di streaming, il film lascia affascinati e terrorizzati al tempo stesso. Il senso del male e della colpa che pervade tutto il film contrasta con il candore del bianco che impressiona la pellicola per la maggior parte del tempo, intervallato da frammenti di buio quasi totale che troviamo in altre poche scene. Il regista racconta, non spiega, crea dubbi, non li risolve. Questa incompiutezza che rimane fino alla fine è il vincolo che lega lo spettatore alle vicende narrate dal primo minuto fino all'ultimo. Film splendidamente diretto, fotografato, recitato. Che però lascia un senso di smarrimento e di angoscia.

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carloalberto mercoledì 29 aprile 2020
la vita come racconto Valutazione 4 stelle su cinque
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 Il nastro bianco narra la storia di strani fatti accaduti in un piccolo centro rurale tedesco, poco prima dell’inizio della Grande Guerra, attraverso il racconto del giovane maestro del villaggio. E’ una riflessione sulla vita come racconto e sul cinema come racconto della vita così intesa, paradigmaticamente rappresentato da Il racconto dei racconti di Garrone che narra Lo cunto de li cunti di Basile. Il contenuto, stimolando le interpretazioni più diverse, distrae dall’essenza dei fatti, che, intrecciandosi come i fili della trama e dell’ordito, esistono soltanto per la reciproca relazione in funzione della validità del discorso. [+]

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carloalberto mercoledì 29 aprile 2020
la vita come racconto Valutazione 4 stelle su cinque
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 Il nastro bianco narra la storia di strani fatti accaduti in un piccolo centro rurale tedesco, poco prima dell’inizio della Grande Guerra, attraverso il racconto del giovane maestro del villaggio. E’ una riflessione sulla vita come racconto e sul cinema come racconto della vita così intesa, paradigmaticamente rappresentato da Il racconto dei racconti di Garrone che narra Lo cunto de li cunti di Basile. Il contenuto, stimolando le interpretazioni più diverse, distrae dall’essenza dei fatti, che, intrecciandosi come i fili della trama e dell’ordito, esistono, al pari di qualsiasi altro fatto narrato, soltanto per la reciproca relazione in funzione della validità del discorso. [+]

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misesjunior domenica 2 luglio 2017
film non onesto: si è dimenticato la storia Valutazione 2 stelle su cinque
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Quindi il nazismo è colpa delle cattiverie deo tedeschi, la Rivoluzione Bolscevica non c'entra nulla!. Film tecnicamente  inobiettabile, ma storicamente bugiardo e denigrante dei tedeschi. Per esempio: l'educazione tedesca di allora non era così diversa da quella inglese, severissima, senza che per questo l'Inghilterra non fosse allora il paese più libero di Europa (come lo è ancora oogi, tra l'altro). Ideologia, balle, sono sempre presente nei film che pretendono di sostituire lo studio serio della Storia con costruzioni mitiche (per non diure peggio) volte a "educare", o 'confortare' nelle proprie idee, le masse addomesticate dall'ignoranza Pecato. [+]

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howlingfantod martedì 7 febbraio 2017
ll nastro bianco...e quello nero Valutazione 5 stelle su cinque
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 La vita alla vigilia della guerra in un paese rurale protestante del nord della Germania. Vita di una comunità scandita dai rituali e dalle ferree regole di una società rigidamente  patriarcale dove anche l’innocenza, che dovrebbe essere ed è in effetti dei bambini, viene imposta di ufficio da coloro che detengono il potere,  padri dispotici ed inflessibili e dove questa è vista come una cosa da imporre ad individui evidentemente corruttibili e dediti al peccato (il figlio del Pastore che scopre il suo corpo). Il  nastro bianco del titolo è  definito come quella cosa che doveva essere “monito di innocenza e purezza”. [+]

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stefano capasso sabato 19 settembre 2015
la ricerca dell'integrita morale Valutazione 4 stelle su cinque
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La voce di un maestro, ormai anziano, guida nel racconto di una serie di eventi avvenuti in un villaggio nel nord della Germania, poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale. Il villaggio comprende tutte le figure importanti di una comunità, Il Barone che governa e da lavoro a tutti, il Pastore che si occupa dell’educazione morale, il medico che vigila sulla salute e il maestro di scuola, la voce narrante, che svolge la funzione di grande mediatore tra il gruppo dei giovani e quello degli adulti.
Una serie di eventi drammatici sconvolgono la vita del villaggio che mantiene in ogni caso quell’equilibrio necessario alla sua sopravvivenza.
Molto bello questo film di Michael Haneke, girato in bianco e nero e con stilo rigoroso che ricalca il rigore e la durezza dei protagonisti. [+]

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brando fioravanti mercoledì 17 dicembre 2014
molto bello ma niente di nuovo Valutazione 3 stelle su cinque
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Haneke ripropone un film inquietante e pessimista. Stile eccelente, storia ben curata. Il problema è che si cade continuamente nel gia visto. Persone oppresse possono diventare perverse, padri che sono disposti a mentire per salvare i figli, scontri fra classe sociali, gialli risolti solo in parte, violenza ai limiti della sopportazione.Poco convincente l'allusione al nazismo

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estonia giovedì 4 settembre 2014
le radici della violenza Valutazione 4 stelle su cinque
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La riduzione dell’individuo, fin dalla più tenera età, alla condizione disumana di totale obbedienza a regole rigide e inflessibili crea i futuri carnefici dei poteri forti.
In un remoto “Villaggio dei dannati” posto nel nord della Germania durante gli anni che precedono la prima guerra mondiale, nel silenzioso candore reso abbagliante dalla neve che tutto copre e nasconde, le giovani vittime di un sistema educativo estremamente repressivo e autoritario imparano presto ad adeguarsi a una disciplina aberrante fatta di minacce psicologiche e di feroci punizioni corporali e, apprendendo loro malgrado il distaccato disprezzo per la vita umana, acquisiscono l’impassibilità necessaria per essere a loro volta perpetratori di malvagità. [+]

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carlo vecchiarelli domenica 6 aprile 2014
la meglio gioventù teutonica Valutazione 5 stelle su cinque
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 La concezione filosofica di Michael Haneke ha sempre portato su strade incomprese ai più e spesso mistificate, indagando in maniera psicologica le origini e le cause del male inteso in maniera assoluta. La risposta, lo conferma “Il nastro bianco”, è da ricercare nelle origini della vita di ogni persona, nella sua educazione, crescita e formazione. Lo dimostrano molti suoi film, a partire da “Cachè”, e se le analogie ( anche stilistiche ) con il cinema di Bergman sono evidenti, la differenza sta proprio nel fatto che mentre il regista svedese affronta il male di vivere dell’uomo maturo, Haneke rivolge le sue riflessioni sulla pubertà. [+]

[+] quanto bla bla! (di misesjunior)
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