Il pastore severissimo, la neve (apparentemente!) segno di serenità, il barone sfruttatore e populista, sua moglie insoddisfatta, i bambini tanto bravi a cantare i corali di Bach quanto ad ordire alcune crudeltà, tanti silenzi, tanto buio, e poi... i titoli che non si vedono se non aguzzando gli occhi. Basta come armamentario di espedienti, luoghi comuni, e strizzate d'occhio ad altre creatività, ammirate forse dall' aurore ma certo non possedute? Un film di maniera, della maniera un po' snob e confusionaria che non è infrequente vedere sugli schermi negli ultimi anni, tipo, per fare un nome il Moretti su Beethoven, o l'ultimo Coppola che fa i viaggi nel tempo. Dev'essere la tentazione degli autori (anche grandi e grandissimi) temporaneamente a corto di idee, quella di fare un collage delle (proprie recondite) sensazioni e tentare di venderlo per cosa ispiratissima.
Raccontare storie è difficile, e allora qialcuno sceglie una sua piccola forma di saggio, magari, come in questo caso, strizzando l'occhio alla psicologia o alla Storia .(Ma che pretesa, anche questa, di spiegarci le origini del Male Tedesco con due penellate di bianco e nero! Neanche fossero Tiziano e El Greco! Che presunzione certi cineasti! E che dire di quei critici, anch'essi ovviamente ispratissimi, che --ovviamente col senno di poi--- vedono in ordinarie crudeltà adolescenziali nientemeno che i segni del nacsente disastro nazista?!).
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tritono
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lunedì 2 novembre 2009
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refuso: baricco, non moretti
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Mi scuso per un refuso nel mio commento: "Moretti" va sostituito con Baricco, e il riferimento era al film "Lezione 21".
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gulyo
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sabato 14 novembre 2009
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nastro bianco e nazismo
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Vorrei segnalare che non sono stati i critici a introdurre la relazione Nastro bianco/nazismo ma lo stesso Haneke, come scrive M. Ciotta nella recensione riportata su questo sito: "(...)un film che illustra «un sistema di educazione dal quale è emersa la generazione nazista», secondo il regista che ha presentato qui a Cannes nel '97 Funny Games e La pianista(...)". Che poi questa teoria sia molto ambiziosa sono d'accordo, ma credo che Haneke non sia uno sprovveduto e si sia documentato e abbia riflettuto molto nel concepire questo film. Il nastro bianco è di una tale accuratezza formale che in effetti può prestarsi all'accusa di manierismo, però questa estrema freddezza stilistica e narrativa (con il finale "non conclusivo" che lascia un po' interdetti) mi è sembrata perfettamente coerente con l'intento di descrivere la gelidezza e la disumanità dei rapporti umani in quell'ambiente e in quel preciso momento storico, ma probabilmente anche in senso universale (dato che questo è un tema costante nell'opera del regista).
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Vorrei segnalare che non sono stati i critici a introdurre la relazione Nastro bianco/nazismo ma lo stesso Haneke, come scrive M. Ciotta nella recensione riportata su questo sito: "(...)un film che illustra «un sistema di educazione dal quale è emersa la generazione nazista», secondo il regista che ha presentato qui a Cannes nel '97 Funny Games e La pianista(...)". Che poi questa teoria sia molto ambiziosa sono d'accordo, ma credo che Haneke non sia uno sprovveduto e si sia documentato e abbia riflettuto molto nel concepire questo film. Il nastro bianco è di una tale accuratezza formale che in effetti può prestarsi all'accusa di manierismo, però questa estrema freddezza stilistica e narrativa (con il finale "non conclusivo" che lascia un po' interdetti) mi è sembrata perfettamente coerente con l'intento di descrivere la gelidezza e la disumanità dei rapporti umani in quell'ambiente e in quel preciso momento storico, ma probabilmente anche in senso universale (dato che questo è un tema costante nell'opera del regista). Per me Il nastro bianco è un film bellissimo.
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krikri
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martedì 16 febbraio 2010
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???
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hollow
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venerdì 16 aprile 2010
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ricordo del dottore
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Cos'è il male tedesco,se non un'ordinaria crudeltà adolescenziale? Penso che lei,senza rendersene conto,abbia trovato il miglior modo per descrivere la Germania nazista e il succo del film,mentre le troppe critiche rivolte al film (certo non il più grande capolavoro mai prodotto ma nemmeno la storiella di un ingenuo) mi ricordano un pò l'atteggiamento proprio del dottore nei confronti dell'aiutante ... ora però spiego perché trovo così adatte quelle sue parole. Riguardo l'ordinarietà, penso non vi sia nulla di più vero. Hitler non fu un folle, vedere Hitler come un malato di mente le cui azioni non potranno mai più ripetersi sarebbe una scusante troppo semplice per l'umanità e noi stessi (sarebbe il discorso finale del predicatore al maestro).
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Cos'è il male tedesco,se non un'ordinaria crudeltà adolescenziale? Penso che lei,senza rendersene conto,abbia trovato il miglior modo per descrivere la Germania nazista e il succo del film,mentre le troppe critiche rivolte al film (certo non il più grande capolavoro mai prodotto ma nemmeno la storiella di un ingenuo) mi ricordano un pò l'atteggiamento proprio del dottore nei confronti dell'aiutante ... ora però spiego perché trovo così adatte quelle sue parole. Riguardo l'ordinarietà, penso non vi sia nulla di più vero. Hitler non fu un folle, vedere Hitler come un malato di mente le cui azioni non potranno mai più ripetersi sarebbe una scusante troppo semplice per l'umanità e noi stessi (sarebbe il discorso finale del predicatore al maestro). Il nazismo altro non fu che il prodotto di una società arrivata ai limiti dell'umano, una società in cui dilagava reificazione, ignoranza e paura (come urla la moglie del barone) che fu organizzata nei modi della burocrazia (e quindi sempre meno umana, come ha dipinto Charlie Chaplin nel film "Tempi Moderni" ).La stessa Hannah Arendt parlò di "banalità del male" ,mostrando come le crudeltà portate a termine dai nazisti altro non furono che una miscela di ignoranza,esecuzione di ordini e burocrazia che,come tutto ciò di specifico e meccanico,permetteva l'esecuzione di compiti, come ad esempio riempire e far partire treni di ebrei verso i lager,perdendo però di vista nei vari passaggi il risultato finale (ossia lo sterminio,di cui solo pochi erano i veri responsabili,se si esclude dalle responsabilità il declino della società stessa). In questa prospettiva il male tedesco non è stato altro che un'ordinaria crudeltà adolescenziale,perpetrata dalla mente di un'adolescente austriaco frustrato sessualmente o chissà per quale motivo che "da grande" non ha fatto altro che sfogarsi a sua volta legando fazzoletti al braccio di persone facendole sentire diverse. Ovviamente è vero anche che trovare un nemico comune su cui sfogarsi usandolo come capro espiatorio non abbia aiutato il suo successo politico. Odio genera odio e mostri generano altri mostri,può essere la morale del film. Visto che,come venne detto in sede dell'ONU,per fare la pace nel mondo bisogna iniziare a fare la pace nel proprio vicinato,penso che questo film abbia reso perfettamente l'idea.
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(di misesjunior)
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mareverticale
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venerdì 4 marzo 2011
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"Il Moretti su Beethoven"? Per caso hai confuso strafalcionescamente Moretti con Baricco? Poi si dice "la" corale, non "il". Infine: El Greco e Tiziano facevano quadri in bianco e nero? Ma chi è che fa commenti qui?
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(di voxneapolis)
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