Il nastro bianco |
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Un film di Michael Haneke.
Con Christian Friedel, Leonie Benesch, Ulrich Tukur, Ursina Lardi, Burghart Klaußner.
continua»
Titolo originale Das Weiße Band.
Drammatico,
b/n
durata 144 min.
- Austria, Francia, Germania 2009.
- Lucky Red
uscita venerdì 30 ottobre 2009.
MYMONETRO
Il nastro bianco
valutazione media:
3,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Le origini del male in un villaggio di dannatidi Carmine Antonello VillaniFeedback: 0 |
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martedì 24 novembre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Germania 1913, i bambini di un villaggio sono educati con il massimo rigore e puniti per ogni mancanza. Torna il senso di colpa della pianista immortalata dalla Huppert, i genitori diventano responsabili della crescita deviata di figli cresciuti con il terrore della verga. Mortificazione ed incesto, Michael Haneke scrive la sceneggiatura di un dramma d’inizio secolo scorso pensando a “Fanny ed Alexander”: c’è fuoco sotto la cenere, perché la rigida educazione nasconde crimini e misfatti di dannati che hanno smarrito l’umanità inseguendo la purezza. Cupo, anzi cupissimo, “Il nastro bianco” sovverte la morale cattolica e mette in scena le origini del nazismo partendo da una comunità che fa della disciplina l’unico rimedio per la salvezza. Vicende inquietanti che si consumano nell’indifferenza generale ma anche delitti irrisolti che sembrano ricollegarsi ad un’infanzia malata, per Haneke l’anticlericalismo è l’unico rimedio alla violenza perpetrata in nome della Bibbia. Con il bianco e nero, che è prima di tutto scelta stilistica, il regista tedesco lancia la sua crociata contro un’educazione repressiva –da incubo Burghart Klaußner nel ruolo del pastore protestante- che fa rabbrividire persino i seguaci della severità. Monito per le future generazioni: l’ordine a tutti i costi genera mostri, dietro lo sguardo del piccolo Martin è possibile scorgere la paura ma anche l’incoscienza di una generazione votata all’autodistruzione. Carmine Antonello Villani (Salerno)
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