Il nastro bianco

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Un film di Michael Haneke. Con Christian Friedel, Leonie Benesch, Ulrich Tukur, Ursina Lardi, Burghart Klaußner.
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Titolo originale Das Weiße Band. Drammatico, b/n durata 144 min. - Austria, Francia, Germania 2009. - Lucky Red uscita venerdì 30 ottobre 2009. MYMONETRO Il nastro bianco * * * - - valutazione media: 3,40 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
laulilla venerdì 20 agosto 2010
l'innocenza impossibile Valutazione 4 stelle su cinque
85%
No
15%

Alla vigilia della grande guerra, la vita apparentemente tranquilla degli abitanti di un paesetto della Prussia Orientale viene sconvolta da una serie di eventi inattesi, alcuni dei quali di efferata crudeltà, che fanno emergere un'insofferenza profonda nei confronti del sistema di valori intorno ai quali la piccola comunità si era organizzata. Il barone e il pastore luterano erano da sempre considerati i fondamenti della vita del villaggio: dal primo dipendeva il lavoro e il sostentamento delle famiglie; dal secondo provenivano gli insegnamenti morali che, indicando a tutti la strada della salvezza, rendevano possibile una convivenza operosa e ordinata. Un'educazione crudelmente rigorista, impartita ai propri figli, crea nella famiglia del pastore un'aria irrespirabile, e provoca nei bambini doppiezza e odio sordo, nonché quel desiderio di rivalsa che sarà all'origine, probabilmente, di molti degli oscuri episodi violenti che il film evoca. [+]

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mary289 martedì 27 luglio 2010
cuore di tenebra nella germania d'anteguerra Valutazione 4 stelle su cinque
62%
No
38%

Il regista M. Haneke ci proietta in un’atmosfera surreale e allo stesso tempo familiare. Sembra quasi un “ritorno alle origini” conradiano ma inscritto in un paesaggio rurale tedesco di inizio ‘900. Il film scava nell’animo umano, andando a ricercare i più profondi istinti che lo muovono. L’analisi è compiuta su un gruppo di ragazzi, una categoria che “dovrebbe” essere esente da ogni pensiero malvagio;  un condizionale sul quale il regista gioca magistralmente, traendo conclusioni sui comportamenti  e come questi  possano spiegare uno dei momenti più bui della storia umana. Ottimo film, anche se a tratti un po’ lento, impreziosito dall’uso della tecnica del b/n. [+]

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misesjunior venerdì 9 luglio 2010
hitler e i tedeschi Valutazione 3 stelle su cinque
33%
No
67%

C'era un filosofo tedesco che ha lasciato un testo (parte della sua più ampia opera)intitolato "Hitler e i tedeschi". Si tratta di Eric Voegelin. Leggendolo si può capire la superficialità e forse l'apriorismo ideologico di questo film, là dove lo si vuole interpretare come capace di evidenzire i semi del nazismo. Troppo facile e troppo fuorviante costruire una finzione ideologica al posto della complessità della Storia. Invece il film, spogliato di pretese storico-euristiche, è un bel film, di grande efficacia emotiva e che spinge a riflettere sull'ieri e l'oggi, ma purtroppo dando una traccia falsa e direi quasi compiacente nei riguardi della pigrizia mentale, dei pregiudizi, e dell'ignoranza dello spettatore.

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nick castle sabato 12 giugno 2010
bel film, ma troppo ininterpretabile... Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Il nastro bianco. Opera ben congeniata di Michael Haneke, in cui la chiusura mentale e ideologica e la violenza degli abitanti di un paesino della Germania, fanno da padrona. Il piccolo paese contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, che l'isolamento dalla grande città protegge dalle cose brutte del mondo, è molto più violento e brutale di quello che ci si potrebbe aspettare. La voce narrante, ovvero quella del maestro di scuola del villaggio, è sincera, senza peccato, ancora speranzosa, mentre tutti gli altri, uomini abominevoli nel loro comportamento, vengono puniti attraverso la loro prole. Il nastro bianco dei figli del pastore, diventerà il simbolo di vergogna immeritata. [+]

[+] come sarebbe non ha morale? (di gabriella)
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dario sabato 1 maggio 2010
cupo Valutazione 2 stelle su cinque
22%
No
78%

Ambientazione perfetta, ma ritmo da sbadiglio. Il regista la tira troppo alla lunga e si compiace di una cupezza tutta di maniera. Musi lunghi, indugi, semplicismi, morale scontata. Attori bravi, ma inarticolati, spenti. Nulla a che vedere con Bergman.

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eminguei venerdì 30 aprile 2010
i contenuti sono rimasti nella testa dell'autore Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

Il film s'intuisce voglia trattare temi alti, ma quasi mai li attua a mio modo di vedere. Una trattazione cinematografica superficiale, noiosa, cui dietro sta un soggetto denso ma che resta tale solo nella mente dell'autore. Lo considero il tipico film che deve l'enorme successo non tanto alla visione, quanto semmai alle parole dette nelle conferenze per la stampa dei festival. A causa della prolissità non lo consiglierei granchè neanche ai patiti come me del b/n. Sorprendenti i bassissimi incassi italiani che leggo sul sito. Forse il passaparola non rifletteva gli entusiastici commenti che leggo qui sopra?

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m.d.c mercoledì 21 aprile 2010
la perdita dell'innocenza secondo haneke Valutazione 3 stelle su cinque
39%
No
61%

Un piccolo villaggio tedesco senza nome, una serie di episodi apparentemente inspiegabili (ferimenti,incendi,torture, sparizioni), la ricerca senza sbocco di uno o più colpevoli, l'invito più o meno consapevole al sospetto, alla delazione, infine l'irrompere della guerra (fatto che rimane sullo sfondo, quasi a sottolinearne l'inevitabilità per un'umanità così distorta). Questa, sommariamente, la cronologia degli eventi ne Il Nastro Bianco, ultimo film di M. Haneke, autore celebrato e detestato de La Pianista e Niente da nascondere. Che il regista austriaco avesse una personale, ossessiva, visione del male risultava evidente dai suoi precedenti film,anch'essi segnati da violenze fisiche e psicologiche(spesso, ed in modo opportuno, solo suggerite). [+]

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gabriella lunedì 29 marzo 2010
precisazione Valutazione 5 stelle su cinque
60%
No
40%

Con questa intendo fare una correzione su ciò che ho scritto, in quanto la biografia di Ingmar Bergman è "la lanterna magica", e non La lanterna blu. Inoltre chi conosce il regista svedese, conosce anche le sue simpatie giovanili per il nazismo, probabilmente conseguenza del tipo di educazione ricevuta. In riferimento al film di Haneke e alle affermazioni che vi sia un legame con il nazismo, a mio avviso è verosimile, come non è un caso che l'ambientazione della vicenda si svolga in un villaggio tedesco. Haneke conosce molto bene la complessità dell'animo umano  e lo scopo del regista è sempre stato quello di scuotere gli spettatori, di "violentarli", per porli di fronte a realtà scomode e costringerli a riflettere sulle condizioni che si creano all'interno di certe dinamiche  e modelli educativi. [+]

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gabriella domenica 28 marzo 2010
l'innocenza perduta Valutazione 5 stelle su cinque
61%
No
39%

Immersi in un bianco e nero rigoroso e tagliente, osserviamo, attraverso gli occhi dei bambini una serie di drsmmatici e inquietanti avvenimenti che accadono in un villaggio tedesco alla vigilia della prima guerra mondiale. Il paese rappresentato sembra quasi quello di Dreyer in "Ordet", l'erba mossa dal vento e la campagna , fotografata a perdita d'occhio ma che racchiude un piccolo universo, una comunità, dove i bambini sono gli ultimi a poter esprimere la propria voce, dove le donne a loro volta sono assoggettate al volere del marito e i contadini al barone. Tra tutti emerge la famiglia del pastore, severo con i propri figli al punto d'infliggere loro drastiche punizioni corporali alla più piccola disobbedienza e costringendoli a portare un nastro bianco che simboleggia la purezza e l'innocenza, e come non pensare allora ai film di Bergman, o alla sua biografia. [+]

[+] si! (di carlo vecchiarelli )
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giancojazz domenica 28 marzo 2010
mediocre Valutazione 2 stelle su cinque
25%
No
75%

Si parla di una ristretta comunità dove imperversa la violenza in varie forme: abusi su munori, ritorsioni, intimidazioni, pestaggi e suicidi.
Il racconto è del tutto convenzionale al punto da esasperare il carattere dei personaggi trasformandoli in caricature; la narrazione si muove in modo confuso ed alla fine non si risolve completamente, ciò appare più una scelta di comodo che stilistica.
Vi sono alcuni bei paesaggi, la fotografia e buona ma il bianco e nero risulta nuovo, patinato ed artificioso. Tuttavia farlo a colori avrebbe tolto originalità ed avrebbe scoperto i punti deboli del film: un inizio ed un finale privi di forza, dialoghi mediocri e faziosi. [+]

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