Il nastro bianco

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Un film di Michael Haneke. Con Christian Friedel, Leonie Benesch, Ulrich Tukur, Ursina Lardi, Burghart Klaußner.
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Titolo originale Das Weiße Band. Drammatico, b/n durata 144 min. - Austria, Francia, Germania 2009. - Lucky Red uscita venerdì 30 ottobre 2009. MYMONETRO Il nastro bianco * * * - - valutazione media: 3,40 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
pgakapg sabato 12 dicembre 2009
angoscia. Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Molto difficile da seguire per un pubblico abituato al cinema di Hollywood, il film mi ha ricordato un certo cinema di Herzog. Sicuramente ben girato, magistrale il bianco e nero, con un cast di giovani alle prime armi che reggono benissimo alla pressione ed esprimono nei loro occhi le paure e le ansie del un periodo difficile vissuto dai protagonisti. Non si ravvisano i prodromi del nazismo, che nascerà solo dopo la grande guerra, così come il fascismo. Si sopportano invece a fatica gli orrori di una società contadina ed ignorante, schiava di false credenze, bigotta e corrotta nella morale e nei costumi. Fatti simili sono accaduti in tutta Europa. Arrivati al finale, che non conclude nulla delle vicende, si lascia supporre che la guerra spazzerà via il male, sostituendolo con altro male però. [+]

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jayan martedì 1 dicembre 2009
il capolavoro di haneke sull'inizio del nazismo Valutazione 5 stelle su cinque
80%
No
20%

E' il capolavoro del regista Haneke sugli albori del nazismo in Germania, sull'odio che già nasceva nei bambini e nei ragazzi oppressi da una società dura e punitiva, quell'odio che negli anni seguenti sarebbe sfociato negli ideali violenti e razzisti di Hitler e dei militari e civili che lo sostennero e gli permisero di perpetrare lo sterminio del popolo ebraico e la seconda guerra mondiale con distruzioni e morti. La sua analisi della società parte ed è confinata in un villaggio tedesco, dove figure come il dottore, il pastore e il maestro rappresentano quell'educazione con metodi violenti (eccetto il maestro, che infatti non aderirà agli ideali nazisti ma lascerà il suo ruolo di educatore, non potendo accettare quel modo di insegnare) che ha incenerito l'innocenza nei fanciulli e li ha forgiati alla violenza e forse anche loro a commettere azioni turpi e malevole - anche se il finale viene lasciato non chiaro, in quanto il regista, pur rivelando il colpevole di queste azioni, lascia un'ombra sui ragazzi e sui bambini, colpevoli almeno di omertà e complicità di tali reati. [+]

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eaglolo lunedì 30 novembre 2009
haneke non delude le aspettative Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Film decisamente non per tutti. Molto molto bello!

[+] film non per tutti? (di marialop)
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carmine antonello villani martedì 24 novembre 2009
le origini del male in un villaggio di dannati Valutazione 5 stelle su cinque
47%
No
53%

Germania 1913, i bambini di un villaggio sono educati con il massimo rigore e puniti per ogni mancanza. Torna il senso di colpa della pianista immortalata dalla Huppert, i genitori diventano responsabili della crescita deviata di figli cresciuti con il terrore della verga. Mortificazione ed incesto, Michael Haneke scrive la sceneggiatura di un dramma d’inizio secolo scorso pensando a “Fanny ed Alexander”: c’è fuoco sotto la cenere, perché la rigida educazione nasconde crimini e misfatti di dannati che hanno smarrito l’umanità inseguendo la purezza. Cupo, anzi cupissimo, “Il nastro bianco” sovverte la morale cattolica e mette in scena le origini del nazismo partendo da una comunità che fa della disciplina l’unico rimedio per la salvezza. [+]

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cicciopanza domenica 22 novembre 2009
merita la palma d'oro Valutazione 0 stelle su cinque
67%
No
33%

Un film che spiega la nascita del nazismo come prodotto di un tipo di società feudale e rigidamente diviso in classi sociali in cui vige una dura e sadica educazione che reprime istinti che troveranno poi valvola di sfogo in modo deviato e violento: una violenza che ha come obiettivo il diverso, il non conforme. Questa interpretazione delle cause del nazismo è stata premiata al festival di Cannes nell'anno 2009. Un film che fa riflettere. Da vedere.

[+] non spiega,,,, (di luana)
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olgadik giovedì 19 novembre 2009
ieri come oggi (quasi) Valutazione 4 stelle su cinque
56%
No
44%

Secondo te, ci sarà un motivo se in un periodo di crisi economica e di idee come l'attuale, mentre escono megaproduzioni costose ed inutili, qualche piccolo film riesce a tenerti quasi ferma sulla sedia per due ore e venti, preda dell’incantesimo delle immagini e della storia? A questa categoria secondo me appartiene Il nastro bianco di Michael Haneke, vincitore quest’anno della palma d’oro a Cannes. L’introverso regista austro-tedesco nasconde dietro la faccia impenetrabile da asceta medioevale una visone dell’uomo che non contempla riscatto alla sua disperante malvagità, spesso celata nell’apparenza normale del quotidiano e che non risparmia nessuno, neppure i bambini. Siamo in un villaggio nella Germania del nord, ai primi del secolo, in prossimità della guerra ‘15-‘18. [+]

[+] se tagliasse magari... (di luana)
[+] maronna che palle olgadik (di luana)
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ralphscott giovedì 19 novembre 2009
haneke ha esaurito i bonus Valutazione 2 stelle su cinque
53%
No
47%

Con quest'ultimo supplizio inflitto agli spettatori,il regista ha davvero superato la misura. Tra i malcapitati inevitabilmente irretiti da questo assurdo esercizio di stile,in lotta col sonno e la noia,mi son chiesto come si può dargli la Palma d'oro. Poi ho pensato che si tratta di francesi,notoriamente "bastiancontrari". Eppure, "La pianista" già metteva a dura prova,ma era salvato dalla Hupper e dalla Girardot. Con "Caché" assistevo allo spettacolo più noioso mai visto. Con quest'ultimo ho chiuso con Haneke. L'inizio é promettente (subito spero in un capolavoro come "Il villaggio dei dannati"),ma presto le premesse naufragano. Non bastano alcuni attori-bambini dall'espressività eccezzionale,il bianco e nero che "fa tanto figo". [+]

[+] la palma d'oro (di luana)
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clavius giovedì 19 novembre 2009
haneke: l'autore esibizionista Valutazione 3 stelle su cinque
85%
No
15%

La visione dell'ultima palma d'oro mi ha lasciato alquanto perplesso. Nella vicenda raccontata attraverso la luce di un morbido bianco e nero senza contrasti, si assiste impotenti alla rappresentazione di un male sottile ed indecifrabile. Una malvagità ottusa ed imprevedibile che inquina silenziosamente e senza ragione l'esistenza di tutti i personaggi. Le vittime come i carnefici sembrano legati a doppio filo e non paiono avere strumenti o armi per contrastare la discesa morale della quale siamo spettatori. Haneke si conferma regista attento nella descrizione degli attriti che dominano le dinamiche sociali e/o psicologiche. E' presente però anche in questa pellicola il peccato originale che caratterizza un po' tutta la sua produzione. [+]

[+] interessante lettura (di luana)
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fleda lunedì 16 novembre 2009
bambini violentati Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Questo mi ha colpito del film: la violenza psicologica, ma non solo, immane esercitata su ragazzini/e alla soglia dell'adolescenza (che coincide poi col togliere il nastro bianco),nella famiglia del Pastore. Sulle fanciulle e sulle donne, in altre famiglie. Perfino la fidanzata del maestro era stata castrata a tal punto da aver paura di un innocente momento di intimità.Anche la Baronessa, con diverso stile, si sente in parte succube del marito.In una generale abbiezione, centrale rimane comunque la figura del Pastore e dei suoi figli e proprio in questo buco nero Haneke fa intravedere qualcosa del possibile futuro nazista. Lo fa soprattutto figurativamente:per esempio il nastro bianco rimanda alla purezza ariana. [+]

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slowfilm.splinder.com sabato 14 novembre 2009
l'orrore è nella negazione. Valutazione 4 stelle su cinque
63%
No
37%

1913, Germania, nella comunità rurale di Eichwald l’impassibile facciata algida e moralista comincia ad incrinarsi, sotto la pressione dei suoi orrori interiori. Si avvertono i prodromi della guerra che verrà a breve e di quella futura, che sarà alimentata da quelli che sono ancora bambini, ma mostrano già l’incancrenirsi delle colpe dei padri. La freddezza che si avverte in Haneke non è solo nei suoi film, nel rapporto degli stessi col pubblico, ma anche nell’approccio del regista alla costruzione delle sua opera. Un film può essere freddo, ma al tempo stesso lasciar intendere la partecipazione dell’autore; Haneke, al contrario, suggerisce una consapevolezza totale e, per chi volesse giudicarla tale, eccessiva, nei confronti del suo lavoro, sempre radicalmente teorico. [+]

[+] superbo commento (di luana)
[+] grazie luana (di slowfilm.splinder.com)
[+] che sia soggettivante in senso sobrio (di sinkro)
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