Cristina Piccino
Il Manifesto
In un festival di fantasmi, occhi accecati dalle immagini che si riproducono all'eccesso, Kiyoshi Kurosawa torna con uno stile, almeno in apparenza, assai diverso dal suo abituale. Un altro «detour»? Forse sarebbe più appropriato dire altri fantasmi, nel senso che le creature ineffabili del suo cinema, fantasmi o proiezioni delle paure inconsce, diventano qui «reali» e incarnano il presente del Giappone. Un po' come se le premonizioni si fossero realizzate. Il Giappone che emerge dal microcosmo familiare di Tokyo Sonata tocca quanto oggi sembra inquietare il paese: insicurezza economica, perdita del lavoro, anche a alti livelli, la concorrenza della Cona, il militarismo diffuso tra i più giovani che stanchi di un paese senza esercito, si arruolano addirittura tra i marines, i nemici che li distrussero con l'atomica. [...]
di Cristina Piccino, articolo completo (2472 caratteri spazi inclusi) su Il Manifesto 23 maggio 2008
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