stefano montecchi
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lunedì 16 marzo 2009
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realismo classico
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Un buon film, niente di più e, soprattutto, neppure di meno.
Il film in se' ha una struttura classica, nulla di nuovo sul fronte del porto. Una storia di lotta, nella migliore tradizione del cinema pugilistico e agonistico in genere. La fine di una carriera, il nadir di chi è stato preso a pugni per tutta la vita e che si sente un disadattato fuori dal ring. La ricerca dell'amore e di un'identità (come padre e come persona).
Non c'è politica, non c'è retorica, non c'è sottotesto. C'è solo realismo e, per la figura gigante di un Mickey Rourke parallela alla sua biografia, perfino romanticismo. Solo questo non è classico, il romanticismo: vicino a quello crudo di Bukowski, a quello del perdente in stile asciutto alla "Un uomo da marciapiede".
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Un buon film, niente di più e, soprattutto, neppure di meno.
Il film in se' ha una struttura classica, nulla di nuovo sul fronte del porto. Una storia di lotta, nella migliore tradizione del cinema pugilistico e agonistico in genere. La fine di una carriera, il nadir di chi è stato preso a pugni per tutta la vita e che si sente un disadattato fuori dal ring. La ricerca dell'amore e di un'identità (come padre e come persona).
Non c'è politica, non c'è retorica, non c'è sottotesto. C'è solo realismo e, per la figura gigante di un Mickey Rourke parallela alla sua biografia, perfino romanticismo. Solo questo non è classico, il romanticismo: vicino a quello crudo di Bukowski, a quello del perdente in stile asciutto alla "Un uomo da marciapiede". Sembra un film degli anni settanta, infatti, molto americano nel senso positivo del termine, non avulso dal free cinema. E poi c'è una ulteriore ricerca nel realismo del personaggio (a tutto tondo e seguito costantemente dalla macchina da presa) tramite un taglio quasi documentaristico più sporco di quello di Gus Van Sant, simile piuttosto ai fratelli Dardenne. Non c'è una vera parabola di successo e caduta, come a dare per scontato che quella l'hanno resa bene già film inarrivabili come "Toro scatenato", quindi aggiriamo il confronto, ma c'è un frammento importante di una piccola vita emarginata che non sa fare altro che farsi ammazzare di botte per sopravvivere. Dietro ai tagli nella carne, dietro allo squallore dello spettacolo di violenza, c'è l'anima del film e di Mickey Rourke.
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turidur
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martedì 24 marzo 2009
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si cosparge il volto di sangue
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Effetto da reazione, in risposta a saturazione per logorante campagna pubblicitaria, vado a vedere il film in ritardo. Le aspettative sono comunque alte, lo scrivo perchè, solitamente, tendiamo, per un sentimento squisitamente narcisistico, a preservare un buon livello di necessaria autostima che impedisce frequentemente di esprimere un'idea chiara su i film, in conseguenza di tutto ciò che ci gira intorno, del quale i "pochi" minuti in sala costituiscono in definitiva una parte, che vorremmo fosse la più importante ma che spesso non lo è.
Fatta premessa pallosa, diciamo tranquillamente che il film è bello, non semplicemente guardabile, ma bello, nel senso pieno del termine e contro gli arcigogolati e rischiosi periodi dei peggiori critici, che il miglior Moretti fustigava direttamente a letto.
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Effetto da reazione, in risposta a saturazione per logorante campagna pubblicitaria, vado a vedere il film in ritardo. Le aspettative sono comunque alte, lo scrivo perchè, solitamente, tendiamo, per un sentimento squisitamente narcisistico, a preservare un buon livello di necessaria autostima che impedisce frequentemente di esprimere un'idea chiara su i film, in conseguenza di tutto ciò che ci gira intorno, del quale i "pochi" minuti in sala costituiscono in definitiva una parte, che vorremmo fosse la più importante ma che spesso non lo è.
Fatta premessa pallosa, diciamo tranquillamente che il film è bello, non semplicemente guardabile, ma bello, nel senso pieno del termine e contro gli arcigogolati e rischiosi periodi dei peggiori critici, che il miglior Moretti fustigava direttamente a letto.
Il film è bello, ma non ha nulla del capolavoro, e dello straordinario, inarrivabile poi men che meno. Gli attori, e il protagonista soprattutto, sono bravissimi, ma come sappiamo tutti questo non fa un capolavoro, tant'è che troppo spesso negli ultimi tempi ci ritroviamo a cantarci sempre la solita storia degli attori bravissimi in copioni o sceneggiature che non reggono. Importa poco la trasformazione camaleontica o patologica (entrambe!) che va da nove settimane e mezzo al lottatore, e importa poco anche del romantico parallelismo fra la vita reale dell'attore e quella del protagonista.
In un film, bello, interessanti, a mio avviso, sono però due cose, entrambe scollegate da generali cosmologie sulla vita, tanto quanto dagli anni di Reagan, dalla discesa di Obama, e dal copione logoro, per altro già inarrivabile nel primo Balboa, del combattente vero che fa della sfida estrema il suo riscatto o comunque l'ascesa morale.
Uno: il lottatore non sa fare altro che quello, prova con straordinario impegno ad alienarsi nella vita normale - la nostra - piccolo (piccolo!) borghese del banconiere da supermercato, ma quella vita non è la sua e d'altrocanto egli non l'ha mai scelta, perchè ne è fuori. Lui è uno che da spettacolo, spettacolo di se e del suo corpo. Non a caso, penso che la scena più forte del film sia quella del pugno dato sull'affettatrice, il sangue esce, e lui, cosa fa? Da spettacolo, si mostra - perchè è un mostro, nel senso etimologico del termine - se ne cosparge la faccia imprecando per poi sorridere quasi, come in una specie di crisi isterica. Pensate se andassimo a comprare la mortadella e trovassimo uno con la faccia coperta di sangue?
Due: il gioco, ben più complesso, della realtà/finzione, finzione/realtà, e non nel senso intuitivo di come si intende e si conosce il wrestling, dove, sapevamo già, tutto viene organizzato a posteriori e non c'è vero incontro, ma ci sono vera fatica, vero sudore, vere botte, vere cadute e vero malessere, oltre che una preparazione tecnica difficilissima e faticosa. Ma una realtà che noi sappiamo razionalmente finta e che invece risulta vera. Per la serie le domande importanti, come facciamo ad essere sicuri di riuscire sempre a scindere la realtà dalla finzione? ma soprattutto, esiste una realtà completamente vera o una finzione totalmente finta? Sembrerebbe di no. Quindi? Ciò che sappiamo razionalmente finto è in realta vero, ed è, inoltre, possibile il fastidioso viceversa? Come le famose battute scherzose, per dire quello che pensiamo in realtà (appunto!), o come la parte che recitiamo ogni giorno. Come nei film, dove tutto è finto e tutto è vero, quasi meta-cinema! Ma forse è troppo.
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antonello villani
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venerdì 27 marzo 2009
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rourke nei panni dell'eroe vecchio e stanco
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La storia di Randy “The Ram” Robinson segue le orme del re della foresta e non solo per una certa somiglianza con l’animale della savana. Stella del wrestling negli anni ’80 sale sul ring per pagare la pigione e qualche drink nei locali notturni, mentre una spogliarellista con bambino al seguito si accorge di amarlo nonostante l’età avanzata. Il tempo passa per tutti, ma per una vecchia gloria che ritrova una figlia quasi dimenticata non c’è alternativa se non quella di uscire di scena a costo della vita. Vincitore del Leone d’Oro all’ultima mostra del cinema di Venezia, “The Wrestler” è un dramma in perfetto stile americano dove l’eroe combatte fuori e dentro il quadrato, una parabola sulla vita ed uno spaccato della società che non accetta chi è uscito fuori tempo massimo.
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La storia di Randy “The Ram” Robinson segue le orme del re della foresta e non solo per una certa somiglianza con l’animale della savana. Stella del wrestling negli anni ’80 sale sul ring per pagare la pigione e qualche drink nei locali notturni, mentre una spogliarellista con bambino al seguito si accorge di amarlo nonostante l’età avanzata. Il tempo passa per tutti, ma per una vecchia gloria che ritrova una figlia quasi dimenticata non c’è alternativa se non quella di uscire di scena a costo della vita. Vincitore del Leone d’Oro all’ultima mostra del cinema di Venezia, “The Wrestler” è un dramma in perfetto stile americano dove l’eroe combatte fuori e dentro il quadrato, una parabola sulla vita ed uno spaccato della società che non accetta chi è uscito fuori tempo massimo. Non è un paese per vecchi, lo dicevano anche i fratelli Cohen ma l’America con i suoi sogni infranti sa essere generosa con chi resta fedele a se stesso. Stupisce l’interpretazione di un rinato Mickey Rourke che conquista un Golden Globe grazie alla perfetta identificazione con il protagonista; accanto a lui una Marisa Tomei nei panni di una ballerina di lap dance mai così sexy sullo schermo. In mezzo star con il catetere che firmano autografi, luci della ribalta e voglia di riscatto in mezzo ad un pubblico urlante. Il regista Darren Aronofsky si affida all’ispiratissimo Rourke che regala emozioni e qualche lacrima.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
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nikcena
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lunedì 13 aprile 2009
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darren cambia registro...
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Dopo il giustamente bistrattato "The Fountain", Darren Aronofsky, messi da parte i virtuosismi tipici del suo cinema, torna dietro la macchina da presa offrendoci una pellicola dall'inaspettata linearità e forte di poter contare su un soggetto nuovo nel cinema d'autore. Incredibilmente duro e "vero" nella narrazione degli eventi, visibilmente curato nei minimi particolari, specialmente nei primissimi minuti ove ci si sofferma sulla descrizione nuda e cruda del mondo del wrestling e senza dimenticarci poi della solida interpretazione del redivivo Mickey Rourke. Ciò nonostante è probabile che per l'academy tutto ciò non sia nemmeno degno di attenzione se messo al cospetto del ruffianamente ottimista "The Millionaire".
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Dopo il giustamente bistrattato "The Fountain", Darren Aronofsky, messi da parte i virtuosismi tipici del suo cinema, torna dietro la macchina da presa offrendoci una pellicola dall'inaspettata linearità e forte di poter contare su un soggetto nuovo nel cinema d'autore. Incredibilmente duro e "vero" nella narrazione degli eventi, visibilmente curato nei minimi particolari, specialmente nei primissimi minuti ove ci si sofferma sulla descrizione nuda e cruda del mondo del wrestling e senza dimenticarci poi della solida interpretazione del redivivo Mickey Rourke. Ciò nonostante è probabile che per l'academy tutto ciò non sia nemmeno degno di attenzione se messo al cospetto del ruffianamente ottimista "The Millionaire"...
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molenga
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mercoledì 17 agosto 2011
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lo spettacolo deve andare avanti
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Mickey rorke è the ram, un lottatore di catch che, nel periodo d'oro della sua carriera, era arrivato al successo planetario; ma gli anni sono passati e the ram non ha messo da parte soldi né avviato un'attività: lavora part-time come magazziniere, ha una figlia che non vede e combatte in una lega minore, pompandosi di gh, anticoagulanti e antidolorifici: mix letale che lo condurrà all'infarto.
Unica presenza amica è quella di una spogliarellista-una bravissima marisa Tomei- non più nel fiore degli anni, certo, ancora bella ma non di primo pelo.Ram se ne innamora, probabilmente perché è l'unica persona a cui può pensae di essere utile, e trova anche la forza di affrontare sua figlia, che dopo l'iniziale diffidenza decide di incontrarloo.
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Mickey rorke è the ram, un lottatore di catch che, nel periodo d'oro della sua carriera, era arrivato al successo planetario; ma gli anni sono passati e the ram non ha messo da parte soldi né avviato un'attività: lavora part-time come magazziniere, ha una figlia che non vede e combatte in una lega minore, pompandosi di gh, anticoagulanti e antidolorifici: mix letale che lo condurrà all'infarto.
Unica presenza amica è quella di una spogliarellista-una bravissima marisa Tomei- non più nel fiore degli anni, certo, ancora bella ma non di primo pelo.Ram se ne innamora, probabilmente perché è l'unica persona a cui può pensae di essere utile, e trova anche la forza di affrontare sua figlia, che dopo l'iniziale diffidenza decide di incontrarloo. Ma fuggire da se stessi non sempre è facile: Ram ha l'opportunità di rivivere il momento più gorioso della sua carriera sfidando di nuovo il suo rivale storico, ayatollah- che in realtà, in quel gran baraccone che è il wrestling americano, era un suo amico-. certo, lo scontro gli può essere fatale. Ma dopo aver lisciato l'incontro con la figlia e aver realizzato che non può esserci un futuro con la spogliarellista , si butta nel circo, se dev'essere morte lo sia, meglio la finzione.
Film stupendo per afronosky, bravissimo mickey rourke: questa pellicola ha anche avuto i merito di aver fatto cancellare la regola veneziana che prevedeva che il vincitore della coppa volpi non potesse essere il protagonista del film leone d'oro; l'academy è strana: oscar a barden per il pur bello"non è un paese er vecchi" ma non per il capolavoro"mare dentro"; statuetta alla tomei di"mio cugino vincenzo" (?????) e non per questa interpretazione. Vabbé, gli esperti sono loro.
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mrbizio
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sabato 27 agosto 2011
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campione in declino
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Il film racconta la vita di Randy "The Ram", grande lottatore, campione e icona del wrestling degli anni 80, dopo il declino della sua carriara di wrestler.
Appesantito dall'età e dai tanti anni di combattimento che si è lasciato alle spalle non è più il wrestler osannato dalle folle e vive lavorando part-time in un supermercato e combattendo incontri in categorie minori, lontano dai riflettori e dalla attenzione che riceveva un tempo dal grande pubblico. Tutto ciò fino a quando, a causa di problemi al cuore, decide di abbandonare il mondo della lotta...prende un posto fisso al supermercato ma il mondo del wrestling era tutta la sua vita e si accorge di essere solo lontano dal ring oltre a tentare di recuperare il rapporto con la figlia(andato deteriorandosi a causa della completa dedizione del protagonista per il wrestling con il conseguente abbandono della sua famiglia) tenta di intraprendere una "relazione" con una spogliarellista(personaggio per molti aspetti simile al protagonista).
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Il film racconta la vita di Randy "The Ram", grande lottatore, campione e icona del wrestling degli anni 80, dopo il declino della sua carriara di wrestler.
Appesantito dall'età e dai tanti anni di combattimento che si è lasciato alle spalle non è più il wrestler osannato dalle folle e vive lavorando part-time in un supermercato e combattendo incontri in categorie minori, lontano dai riflettori e dalla attenzione che riceveva un tempo dal grande pubblico. Tutto ciò fino a quando, a causa di problemi al cuore, decide di abbandonare il mondo della lotta...prende un posto fisso al supermercato ma il mondo del wrestling era tutta la sua vita e si accorge di essere solo lontano dal ring oltre a tentare di recuperare il rapporto con la figlia(andato deteriorandosi a causa della completa dedizione del protagonista per il wrestling con il conseguente abbandono della sua famiglia) tenta di intraprendere una "relazione" con una spogliarellista(personaggio per molti aspetti simile al protagonista). Riuscirà a diventare una persona "normale"? A restare lontano da quel mondo che fino a quel momento era stato tutta la sua vita?
Regia: 6.5 alcune scelte di inquadratura a mio avviso discutibili, ottima e azzeccata però la lentezza nel racconto della storia
Sceneggiatura: 7
Mickey Rourke: 6+
Musiche:5.5 secondo me una presenza più massiccia sarebbe stata una scelta migliore
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rescart
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mercoledì 30 maggio 2012
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uno sguardo sotto la punta dell'iceberg
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Tutti videro spuntare ad ovest quell'inquietante montagna bianca che fu Eddy Garrero, ma non da vivo, da morto. Già perchè la notizia della sua morte colpì tutti coloro che seguivano questo sport, anche solo per curiosità, svelandone gli squallidi retroscena fatti di anfetamine e anabolizzanti a go go. Tutti sanno che la gran parte dell'iceberg si nasconde sotto il mare per una legge fisica (il principio di Archimede) e un principio analogo funziona anche in altri campi, al di fuori dalle scienze esatte che tanto esatte non sono. Per tenere a galla un fenomeno di punta ci deve essere la base, l'interesse delle masse, nel bene come nel male. E tale interesse è fatto di emarginazione sociale, di voglia di riscatto, di tanti lenti e avolte irreversibili suicidi.
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Tutti videro spuntare ad ovest quell'inquietante montagna bianca che fu Eddy Garrero, ma non da vivo, da morto. Già perchè la notizia della sua morte colpì tutti coloro che seguivano questo sport, anche solo per curiosità, svelandone gli squallidi retroscena fatti di anfetamine e anabolizzanti a go go. Tutti sanno che la gran parte dell'iceberg si nasconde sotto il mare per una legge fisica (il principio di Archimede) e un principio analogo funziona anche in altri campi, al di fuori dalle scienze esatte che tanto esatte non sono. Per tenere a galla un fenomeno di punta ci deve essere la base, l'interesse delle masse, nel bene come nel male. E tale interesse è fatto di emarginazione sociale, di voglia di riscatto, di tanti lenti e avolte irreversibili suicidi. come in questo caso. Il nostro aspirante campione di wrestling si innamora della ragazza "sbagliata" che non lo salverà dall'ultimo definitivo salto nel vuoto. Ma in fondo non c'erano per lui alternative, se non farsi prendere per il fondoschiena della calzamaglia da uno dei tanti datori di lavoro che gli andavano stretti.
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dandy
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venerdì 31 gennaio 2014
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un incontro con la rivincita
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Aronofsky gira un film per certi versi simile a "Rocky Balboa",ma con diverse tematiche e sviluppi.A parte parlare di uno sport che al cinema si vede poco o nulla(ma basandosi più su avvenimenti privati)si limita a girare in modo discreto.Tratteggia una corretta e storia di autodistruzione in nome di un disperato desiderio di farsi nuovamente amare dal pubblico.E qui sta l'idea vincente:dopo anni di tentativi falliti(e decine di pellicole imbarazzanti)Mickey Rourke torna finalmente alla ribalta con un personaggio(offerto inizialmente a Nicolas Cage) che sembra quasi un dono del cielo,praticamente perfetto per lui.Attore in completo declino,bolso e con il viso ridotto una maschera gonfia(frutto di incidenti durante la passata carriera sul ring e di disastrose operazioni di chirurgia plastica),un tempo uno degli attori più intensi e belli di Hollywood,Rourke si cala nel ruolo con intensità lancinante,che ha commosso tutti ma è stata ingiustamente trascurata dagli Oscar(solo una nomination;poi a vincere fu Sean Penn con "milk")e premiata solamente col Leone d'oro a Venezia.
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Aronofsky gira un film per certi versi simile a "Rocky Balboa",ma con diverse tematiche e sviluppi.A parte parlare di uno sport che al cinema si vede poco o nulla(ma basandosi più su avvenimenti privati)si limita a girare in modo discreto.Tratteggia una corretta e storia di autodistruzione in nome di un disperato desiderio di farsi nuovamente amare dal pubblico.E qui sta l'idea vincente:dopo anni di tentativi falliti(e decine di pellicole imbarazzanti)Mickey Rourke torna finalmente alla ribalta con un personaggio(offerto inizialmente a Nicolas Cage) che sembra quasi un dono del cielo,praticamente perfetto per lui.Attore in completo declino,bolso e con il viso ridotto una maschera gonfia(frutto di incidenti durante la passata carriera sul ring e di disastrose operazioni di chirurgia plastica),un tempo uno degli attori più intensi e belli di Hollywood,Rourke si cala nel ruolo con intensità lancinante,che ha commosso tutti ma è stata ingiustamente trascurata dagli Oscar(solo una nomination;poi a vincere fu Sean Penn con "milk")e premiata solamente col Leone d'oro a Venezia.Ben reso lo squallore quotidiano della vita di Randy(sia la meccanica brutalità degli incontri sia i secondi lavori),ma anche quello della spogliarellista Cassidy(oramai non più giovanissima e in difficoltà coi clienti)molto ben interpretato dalla Tomei.La svolta pessimista è buona,ma poteva essere migliore.Commoventi il primo dialogo vero tra Randy e sua figlia,quasi un'autocritica allo stesso Rourke("Sono un vecchio pezzo di carne maciullata...")e 'ultima sfida.Lo sceneggiatore Robert Siegel è uno dei fan che chiede l'autografo a Rourke).Per i fan dell'attore è imperdibile.Il film che gli ha ridato la voglia di recitare.
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amico
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sabato 7 marzo 2009
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a volte non si puo piu tornare indietro...
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Film bellissimo a mio parere!! Randy ( Rourke) sembra uscito dalla passione di cristo (come dice la bravissima marisa tomei) incassa i colpi ma fuori dal ring dove deve fare i conti con una vita solitaria e vuota di sentimenti in cui deve convivere con una figlia che non lo vuole e una spogliarellista di cui si innamora ma che sembra avere poco tempo per immischiarsi con i clienti perche non e' professionale e cosi randy sopravvive in una esistenza malinconica fatta di tempi vuoti e attesa per quella che e' la SUA vita ossia il ring in cui si trasforma in the ram ormai anziano lotattore wrestler un po patetico a dire il vero...... costretto a combattere con tipi buffi che si spillano dollari in scapestrate palestre di periferia solo li si sente rispettato e vivo pero' perche amato dalla sua gente ma dovra fare i conti e pagare le conseguenze della sua scelta di vivere solo sul ring e sopravvivere fuori ("e fuori dal ring che mi faccio piu male!") e a volte non si puo piu tornare indietro.
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Film bellissimo a mio parere!! Randy ( Rourke) sembra uscito dalla passione di cristo (come dice la bravissima marisa tomei) incassa i colpi ma fuori dal ring dove deve fare i conti con una vita solitaria e vuota di sentimenti in cui deve convivere con una figlia che non lo vuole e una spogliarellista di cui si innamora ma che sembra avere poco tempo per immischiarsi con i clienti perche non e' professionale e cosi randy sopravvive in una esistenza malinconica fatta di tempi vuoti e attesa per quella che e' la SUA vita ossia il ring in cui si trasforma in the ram ormai anziano lotattore wrestler un po patetico a dire il vero...... costretto a combattere con tipi buffi che si spillano dollari in scapestrate palestre di periferia solo li si sente rispettato e vivo pero' perche amato dalla sua gente ma dovra fare i conti e pagare le conseguenze della sua scelta di vivere solo sul ring e sopravvivere fuori ("e fuori dal ring che mi faccio piu male!") e a volte non si puo piu tornare indietro...bisogna solo guardare avanti anche se questo significa lanciarsi nel vuoto....
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mary22
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lunedì 23 marzo 2009
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per tutti
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Non sono d'accordo sul deposito del nick.Scrivo su questo sito perchè è stato
sabotato in tutti i modi da persone irresponsabili e stupide,
anche se non credo sia l'unico o il vero responabile di questa decisione.
Ho già visto il risultato di questa operazione che vieterà a molte persone di scrivere
per paura di essere tacciati di ignoranti e perchè una persona può cambiare idea attraverso la dialettica senza passare per schizzofrenica. Aspetto commenti.
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