nali
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martedì 17 marzo 2009
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una metafora efficace
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tutti noi siamo come siamo e nonostante le batoste, gli errori visti e ai quali tentiamo di porre rimedio rimaniamo prigionieri di noi stessi. Solo attraverso una presa di coscenza illuminante, forse, ci possiamo liberare e cambiare altrimenti siamo tutti destinati a fare come Randy, ossia vivere quanto ci é concesso come solo siamo capaci di vivere.
Capisco perché questo film può non essere piaciuto, E' difficile staccarsi e andare oltre le botte e il sangue che si vede in abbondanza...E' davvere molto difficile accettare che quel sangue é anche il nostro sangue.
[+] metafora della vita??
(di luana)
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(di nali)
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fra007
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mercoledì 30 marzo 2011
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uno di quei film che resterà nella storia.
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Randy è un lottatore tramontato che non vuole mollare, pronto a tutto per gli applausi del suo piccolo pubblico.
Un tragico infortunio lo porterà a bussare alla porta del "mondo" di cui non è mai riuscito a far parte.
The wrestler è l'altra faccia della medaglia. Il post successo. L'america dei falliti e dei tramontati.
Mickey Rourke FENOMENALE!
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makokid
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sabato 7 marzo 2009
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nel ring come nella vita, rourke da premio oscar
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Ho appena finito di vedere la versione in lingua originale... sono ancora senza parole... era da tempo che non vedevo un film che non fosse una mera operazione commerciale...sorprendentemente siamo di fronte ad un'opera d'arte,un film che significa qualcosa, un film che avrà successo perchè ha un valore e spingerà la gente al cinema senza bisogno dei pubblicitari spingano a farlo... Mickey Rourke interpreta il ruolo della vita ed è uno scandalo che non sia stato premiato con l'oscar... nella parte, oltre ad essersi preparato fisicamente e tecnicamente in modo stupefacente, risulta pericolosamente vicino alla sua realtà tanto da sconfinare quasi nell'autobiografico... La spirale discendente del campione di wrestling, ma potrebbe essere anche del viale del tramonto della vita di ognuno di noi, viene descritta in modo reale e asciutto senza dare giudizi ma lascia allo spettatore ,e questa è la novità!!!,la possibilità di pensare e giudicare a seconda della propia esperienza personale.
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Ho appena finito di vedere la versione in lingua originale... sono ancora senza parole... era da tempo che non vedevo un film che non fosse una mera operazione commerciale...sorprendentemente siamo di fronte ad un'opera d'arte,un film che significa qualcosa, un film che avrà successo perchè ha un valore e spingerà la gente al cinema senza bisogno dei pubblicitari spingano a farlo... Mickey Rourke interpreta il ruolo della vita ed è uno scandalo che non sia stato premiato con l'oscar... nella parte, oltre ad essersi preparato fisicamente e tecnicamente in modo stupefacente, risulta pericolosamente vicino alla sua realtà tanto da sconfinare quasi nell'autobiografico... La spirale discendente del campione di wrestling, ma potrebbe essere anche del viale del tramonto della vita di ognuno di noi, viene descritta in modo reale e asciutto senza dare giudizi ma lascia allo spettatore ,e questa è la novità!!!,la possibilità di pensare e giudicare a seconda della propia esperienza personale... non ero più abituato a poter pensare liberamente guardando un film!!!! un film che è quasi un libro!!!
In realtà quello che stiamo vedendo non è altro che la trasposizione sullo schermo della nostra vita reale, con i nosti errori, i nostri compromessi, i nostri sogni spezzati, i nostri obiettivi mai raggiunti...
Dire che è un film che vi pentirete di aver perso è superfluo....
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jeopardy
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domenica 8 marzo 2009
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rocky vi in versione pessimista!
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Ho visto The Wrestler, mi incuriosiva, Rourke come attore non era male, ricordo alcuni suoi film come L'Anno del Dragone, Rusty, Angel Heart, non male.
L'ho ha dimostrato in questo film, dal sapore molto retro. Ammetto ke come idea di base mi ha ricordato molto l'operazione fatta da Stallone con Rocky Balboa. Soltanto che nell'ultimo Rocky il finale era ottimista, positivo, il sogno americano viveva, sopravviveva, qui è tutto + pessimista, drammatico, il sogno americano si infrange, si spezza malinconicamente. Forse x i giorni ns., x questi tempi, la realtà è + vicino a quella di Rourke, ke a quella messa in scena da Stallone.
Ha mio giudizio Mickey Rourke ha pienamente meritato la candidatura all'Oscar, meritava anke di vincerlo? Bè stiamo parlando di Hollywood, quanti attori l'avrebbero meritato e non gli è stato aggiudicato? Valutate voi.
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Ho visto The Wrestler, mi incuriosiva, Rourke come attore non era male, ricordo alcuni suoi film come L'Anno del Dragone, Rusty, Angel Heart, non male.
L'ho ha dimostrato in questo film, dal sapore molto retro. Ammetto ke come idea di base mi ha ricordato molto l'operazione fatta da Stallone con Rocky Balboa. Soltanto che nell'ultimo Rocky il finale era ottimista, positivo, il sogno americano viveva, sopravviveva, qui è tutto + pessimista, drammatico, il sogno americano si infrange, si spezza malinconicamente. Forse x i giorni ns., x questi tempi, la realtà è + vicino a quella di Rourke, ke a quella messa in scena da Stallone.
Ha mio giudizio Mickey Rourke ha pienamente meritato la candidatura all'Oscar, meritava anke di vincerlo? Bè stiamo parlando di Hollywood, quanti attori l'avrebbero meritato e non gli è stato aggiudicato? Valutate voi.........
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taniamarina
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martedì 16 febbraio 2010
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carne maciullata dal gusto amaro del capolavoro
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Questo film è un capolavoro. Rourke disturba nel suo aspetto rivoltante, ma il cipiglio di un grandissimo attore lo si scorge attraverso i vari lifting e le dosi massicce di collagene. Non ha bisogno di recitare: il film parla di lui, lui parla di noi. Noi, quando falliamo, diventiamo vecchi, non ci rassegnamo a sognare, anche quando i sogni si sono svegliati già da un pezzo. The wrestler mente, spudoratamente, ma è sincero nella richiesta di aiuto di chi, dopo anni di successo e vita spinta al massimo, si trova a dover trovarsi un ruolo nella vita comune. Il film non cede un passo al malinconismo, ma osserva e spia la vita distrutta senza facili pietismi. E nel finale, proprio quando sembrerebbe rinascere un nuovo e redivivo Rocky Balboa, tutto si spegne.
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Questo film è un capolavoro. Rourke disturba nel suo aspetto rivoltante, ma il cipiglio di un grandissimo attore lo si scorge attraverso i vari lifting e le dosi massicce di collagene. Non ha bisogno di recitare: il film parla di lui, lui parla di noi. Noi, quando falliamo, diventiamo vecchi, non ci rassegnamo a sognare, anche quando i sogni si sono svegliati già da un pezzo. The wrestler mente, spudoratamente, ma è sincero nella richiesta di aiuto di chi, dopo anni di successo e vita spinta al massimo, si trova a dover trovarsi un ruolo nella vita comune. Il film non cede un passo al malinconismo, ma osserva e spia la vita distrutta senza facili pietismi. E nel finale, proprio quando sembrerebbe rinascere un nuovo e redivivo Rocky Balboa, tutto si spegne. La regia è lungimirante, geniale, spietata e cattiva. Non c'è tempo per riflettere né per piangere. Rimane soltanto la possibilità di ammirare un capolavoro disturbante, con attori e doppiaggi da urlo. Capolavoro
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ghibli60
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venerdì 13 marzo 2009
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il ring è l'unico posto dove non mi faccio del mal
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Il re è tornato, viva il re ! Rourke dopo anni di silenzio è finalmente tornato ad interpretare un personaggio che pare cucito sulla sua pelle. La pelle di un uomo, di un attore, che ha fatto della vita un ring. Un ring nel quale combattere le sue ansie, le sue paure la sua rabbia. Randy "The Ram" Robinson è un vecchio wrestler sconfitto dalla vita che sul volto e sul fisico porta le cicatrici di una vita passata sul ring, per sbarcare il lunario continua a fare l'unica cosa che ha saputo fare bene nella sua vita: combattere.Per fare questo ha sacrificato tutto, l' amore, sua figlia, la sua stessa esistenza, ed ora la vita gli presenta il conto...un infarto lo coglie alla fine di un incontro mettendolo di fronte al fatto di dover cambiare radicalmente la sua vita, abbandonando il ring.
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Il re è tornato, viva il re ! Rourke dopo anni di silenzio è finalmente tornato ad interpretare un personaggio che pare cucito sulla sua pelle. La pelle di un uomo, di un attore, che ha fatto della vita un ring. Un ring nel quale combattere le sue ansie, le sue paure la sua rabbia. Randy "The Ram" Robinson è un vecchio wrestler sconfitto dalla vita che sul volto e sul fisico porta le cicatrici di una vita passata sul ring, per sbarcare il lunario continua a fare l'unica cosa che ha saputo fare bene nella sua vita: combattere.Per fare questo ha sacrificato tutto, l' amore, sua figlia, la sua stessa esistenza, ed ora la vita gli presenta il conto...un infarto lo coglie alla fine di un incontro mettendolo di fronte al fatto di dover cambiare radicalmente la sua vita, abbandonando il ring. Lui ci prova con tutto se stesso, cercando di riallacciare, inutilmente, un rapporto con la figlia ed al tempo stesso cerca conforto in una ballerina di lap dance, magnificamente interpretata da una dolente Marisa Tomei, si inventa un lavoro come improbabile commesso in un supermercato ma è tutto inutile. Alle proteste della sua amica ballerina, quando viene messa al corrente della sua intenzione di tornare sul ring, Randy risponde con una commovente frase che da sola vale tutto il film "Il ring è l'unico posto dove non mi faccio del male..." Nell'ultimo memorabile incontro con il suo vecchio rivale "L'Ayatollah" Randy rivede tutta la sua vita e spicca il volo verso l'unica cosa che lo ha fatto sentire vivo...
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[+] spicca il volo
(di alexdelarge)
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lifevita
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domenica 26 aprile 2009
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non odiarmi
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è la metafora della vita di ognuno di noi. è la triste realtà. siamo destinati a prendere solo pugni in faccia. ma le ferite che fanno più male sono quelle che vanno al cuore, alle umiliazioni quotidiane. sono quelle che feriscono a morte. capolavoro di film, magnificamente interpretato. chi non si rivede nella vita, nel'amore, nel lavoro in Ram? sa di dover morire ma chiede di non essere odiato. vuole conciliarsi con chi non è riuscito ad amare, a stare vicino a far sentire la sua presenza, il suo affetto. per non essere stato un bravo padre.
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dado1987
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mercoledì 16 febbraio 2011
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un pezzo di carne maciullata
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Finalmente il povero obliato Rourke ha una possibilità di riprendere i fasti che l'abbandonarono negli anni '80, il vecchio coglie l'occasione, interpretando magistralmente il ruolo di un wrestler quasi sessantenne. Randy the Ram, è un professionista, una vecchia gloria del wrestling, ma ormai non ha più un dollaro, vive arrabattandosi giorno per giorno. La figlia lo odia, vive in una roulotte scassata, l'unica che gli vuole bene è una spogliarellista che dovrebbe essere un po' avanti negli anni ( ma a parer mio, la Tomei è una stupenda donna anche adesso!). L'unica cosa che può risollevare la sorte del protagonista è un incontro speciale con un suo ex avversario del passato.
Il film è stato girato con un bassissimo budget, e nonostante ciò è stupendo, Rourke e la Tomei sono molto bravi, la colonna sonora calza perfettamente le situazioni che si creano, le ambientazioni sono un po' scarne, ma rendono bene l'idea di quanto sia caduto in basso il protagonista.
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Finalmente il povero obliato Rourke ha una possibilità di riprendere i fasti che l'abbandonarono negli anni '80, il vecchio coglie l'occasione, interpretando magistralmente il ruolo di un wrestler quasi sessantenne. Randy the Ram, è un professionista, una vecchia gloria del wrestling, ma ormai non ha più un dollaro, vive arrabattandosi giorno per giorno. La figlia lo odia, vive in una roulotte scassata, l'unica che gli vuole bene è una spogliarellista che dovrebbe essere un po' avanti negli anni ( ma a parer mio, la Tomei è una stupenda donna anche adesso!). L'unica cosa che può risollevare la sorte del protagonista è un incontro speciale con un suo ex avversario del passato.
Il film è stato girato con un bassissimo budget, e nonostante ciò è stupendo, Rourke e la Tomei sono molto bravi, la colonna sonora calza perfettamente le situazioni che si creano, le ambientazioni sono un po' scarne, ma rendono bene l'idea di quanto sia caduto in basso il protagonista.
The Wrestler è un film profondo, che racconta una storia triste e poco sfruttata da Hollywood, a tratti è divertente, ma resta ugualmente un film drammatico.
Domanda: ma alla fine The Ram muore o no? Con i miei amici ancora battibecchiamo a riguardo... secondo me non muore.
Film consigliatissimo, Rourke meritava l'Oscar almeno 1000 volte di più di Sean Penn per Milk (uno degli Oscar più rubati della storia!)
Voto 9
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mauro
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lunedì 9 marzo 2009
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la vita a metà
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Beh il film è ottimo da tutti i punti di vista e questo non devo di certo dirlo io sfido chiunque a dimostrare tecnicamente il contrario
poi può piacere o non piacere ma questa è una questione che ai fini di questa recensione non interessa.Evitando qualsiasi noiosa spiegazione del perchè il film sia così buono m'interessa anlizzarlo psicologicamente ed in particolare evidenziarne alcuni aspetti: cos'è veramente un fallimento? chi fallisce veramente? fino a che punto si riesce a cambiare la propria natura? infine quanto conta saper abbandonare il gioco prima che diventi troppo pericoloso?.Ecco queste sono le cose che m'interessano.Nel film ognuno di noi può dare le risposte che preferisce a queste domande e quindi far diventare perdenti o vincenti tutti io do il mio punto di vista:ci sono persone che giocano nella vita che fanno cose dalle quali per certi versi riescono a rimanere distaccati ci sono altri che invece non ce la fanno poichè quello che fanno diventa la loro vita stessa e vivono in funzione delle loro passioni come gli artisti ad esempio ed allora chi è che fallisce chi butta tutto se stesso in una cosa oppure chi capisce quali sono le cose importanti della vita e rinuncia ad esprimere tutto il suo potenziale? difficile dirlo sicuramente non avremmo avuto un Leonardo da Vinci ragionando con la freddezza della convenienza.
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Beh il film è ottimo da tutti i punti di vista e questo non devo di certo dirlo io sfido chiunque a dimostrare tecnicamente il contrario
poi può piacere o non piacere ma questa è una questione che ai fini di questa recensione non interessa.Evitando qualsiasi noiosa spiegazione del perchè il film sia così buono m'interessa anlizzarlo psicologicamente ed in particolare evidenziarne alcuni aspetti: cos'è veramente un fallimento? chi fallisce veramente? fino a che punto si riesce a cambiare la propria natura? infine quanto conta saper abbandonare il gioco prima che diventi troppo pericoloso?.Ecco queste sono le cose che m'interessano.Nel film ognuno di noi può dare le risposte che preferisce a queste domande e quindi far diventare perdenti o vincenti tutti io do il mio punto di vista:ci sono persone che giocano nella vita che fanno cose dalle quali per certi versi riescono a rimanere distaccati ci sono altri che invece non ce la fanno poichè quello che fanno diventa la loro vita stessa e vivono in funzione delle loro passioni come gli artisti ad esempio ed allora chi è che fallisce chi butta tutto se stesso in una cosa oppure chi capisce quali sono le cose importanti della vita e rinuncia ad esprimere tutto il suo potenziale? difficile dirlo sicuramente non avremmo avuto un Leonardo da Vinci ragionando con la freddezza della convenienza.Certo è che bisogna scegliere tutte e due le cose insieme sono impossibili da ottenere.Personalemente credo che l'intelligenza di una persona stia nel saper cambiare prima che il gioco ci domini un vero uomo sa quando è io momento di trasformarsi di esprimere in altro modo se stesso che non vuol dire tradire la propria natura quando una persona è intelligente può cambiare il modo di dimostrarlo rimanendolo comunque e rimanendo se stesso.Secondo me l'unica che non fallisce è la spogliarellista è un personaggio che a me è piaciuto molto è simile al protagonista ma sa quando è il momento di lasciare e sprattutto ha la volontà di fare il primo passo per costruire seriamente qualcosa.Randy invece sceglie la via facile ed egoistica dell'istinto: faccio quello che sento senza curarmi di ciò che questo provocherà vista in chiave egoistica ha una sua logica ma non funziona mai sembra una via facile ma è una vita sempre controvento che inevitabilmente fa soffrire tuti quelli che travolge.La figlia si chiude nell'orgoglio della vittima e risulta abbastanza immatura non si può pretendere da una persona che cambi dall'oggi al domani dare una possibilà è anche accettare che i risultati non arrivino immediatamente.Vincente il modo di ripresa che rende tutto molto realistico sembra un reportage in presa diretta ottime interpretazioni Rourke in particolare è veramente calato benissimo nel personaggio secondo me era veramente da oscar.Unici difetti li trovo nell'omissione delle cause di povertà di Randy secondo me erano da raccontare e forse inserire magari qualche scena del rivale stroico ayatollah che si capisce abbia scelto una via più razionale dopo il ritiro poteva essere interessante anche se si capisce lostesso.Insomma il personaggio principale troppo sbattuto nel presente del film e forse un pò troppo disumanizzato reso eccessivamente fantoccio probabilmente apposta per rimarcare la sua istintività ma alla fine questo diventa un suo limite espressivo.Il finale non mi è piaciuto per niente troppo scontato però finalmente una storia verosimile e non la msolita epopea dell'eroe depresso/romantico e non era facile!!!!
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thomas_yancey
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lunedì 9 marzo 2009
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nella vita non ci sono vincenti
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Un film pregno di emozioni, denso e veritiero. Anche se i sogni e i desideri possono illuderci che esista qualche salvezza, nella vita non ci sono vincenti, ma solo perdenti: perchè siamo condannati fin dalla nascita. La nostra unica possibilità è percorrere l'esistenza preservando l'unico bene che davvero ci appartiene: la dignità. Il resto è solo in prestito, e troppo spesso con interessi da pagare assai alti. Qualsiasi possibile insegnamento ha il solo tramite dell'amore, l'unica lingua attraverso la quale riusciamo a comprendere noi stessi e ad accettare gli altri. Pochi hanno la fortuna di intuire che ogni tentativo di sovvertire l'incomprensibile senso della vita è destinato immancabilmente al fallimento.
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Un film pregno di emozioni, denso e veritiero. Anche se i sogni e i desideri possono illuderci che esista qualche salvezza, nella vita non ci sono vincenti, ma solo perdenti: perchè siamo condannati fin dalla nascita. La nostra unica possibilità è percorrere l'esistenza preservando l'unico bene che davvero ci appartiene: la dignità. Il resto è solo in prestito, e troppo spesso con interessi da pagare assai alti. Qualsiasi possibile insegnamento ha il solo tramite dell'amore, l'unica lingua attraverso la quale riusciamo a comprendere noi stessi e ad accettare gli altri. Pochi hanno la fortuna di intuire che ogni tentativo di sovvertire l'incomprensibile senso della vita è destinato immancabilmente al fallimento. Accettano perciò la loro esistenza come un ramo fogliuto caduto in un fiume non può far altro che seguirne il corso. Molti altri si illudono che le loro foglie abbiano la forza di cambiare il verso in cui corre l'acqua, accrescendo così solo fatica e sofferenza.
Il film diretto da Aronofsky è un'esemplare parabola della vicenda umana. I suoi personaggi si dibattono nelle traversie, nei dubbi, in azioni e reazioni che dimostrano quanto ogni vita sia inestricabilmente condizionata da quello che siamo e dagli infiniti piccoli e grandi accadimenti che determinano qualsiasi circostanza e le sue conseguenze. Randy The Ram è quello che è: un uomo fondamentalmente mite che scopre di vivere, come tutti, sempre sospeso fra "il già e il non ancora"; ma che si ritrova nudo, senza più strumenti, per continuare ad andare incontro al "non ancora". I mezzi che ha usato non sono più sufficienti perché il tempo fa solo una cosa agli esseri umani: toglie. Qualche grillo parlante potrebbe rimproverargli di non aver avuto l'accortezza di mettere qualche ghianda da parte, di aver trascurato con troppa sbadataggine gli affetti importanti. Ma tant'è, e chissà cosa sarebbe poi mai cambiato ascoltando i troppi animali che circondano ognuno. Tenta allora due difficilissimi cambiamenti nella sua vita: diventare un padre accettabile per sua figlia; tentare di condividere con una donna la strada che gli resta da percorrere.
Sua figlia è troppo traumatizzata dalle sofferenze causate dall'assenza paterna e da un carattere ancora rigido e inesperto per comprendere che Randy può essere solo amato e che non può diventare da un giorno all'altro quello che non è mai stato. Pam Cassidy, la donna che gli piace, ha sperimentato tutte le asprezze della vita e non è in grado di lasciarsi andare alla fiducia e alla completa accettazione che l'amore richiede. Randy comprende allora che i suoi sforzi di nuotare contro la corrente sono vani e che il fiume della sua vita può condurlo solo a un ultimo significativo volo. E vola.
Mickey Rourke, depuratosi dolorosamente dalla presunzione che aveva caratterizzato la sua vita in passato, trova in Randy The Ram un personaggio che raccoglie in sé tutti i dubbi e i fantasmi che lo avevano così a lungo perseguitato. Ne dà un'interpretazione seria e commossa, perfetta in ogni aspetto.
Marisa Tomei è stupefacente nella sua capacità di comporre con naturalezza il caleidoscopio di sentimenti, pensieri, esperienze e azioni che fanno il suo bel personaggio.
Darren Aronofsky sa cucire un film ineccepibile nel trasporre cinematograficamente una storia sincera in ogni sua parte, fino in fondo.
"The Wrestler" è un film bellissimo, che riesce nel compito fondamentale di un'opera d'arte: donarci un momento di emozionata pace interiore.
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