Due partite |
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Un film di Enzo Monteleone.
Con Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini.
continua»
Drammatico,
durata 94 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 6 marzo 2009.
MYMONETRO
Due partite
valutazione media:
2,77
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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con qualche licenza di troppo, "Due partite" ripordi FurioFeedback: 0 |
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sabato 7 marzo 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film quasi perfetto. Il primo atto, più sostanzioso in tutto a partire dalle interpreti, è trainato dai dialoghi incalzanti e teatrali ma veri delle quattro amiche. Tuttavia non c'è solo impeccabilità dal punto di vista recitativo: le scenografie e costumi anni 60 sono molto evocativi e con l'aggiunta emblematica della partita a carte mi ricorda la casa di mia nonna, che fino a quando ha potuto ha sempre passato una giornata a settimana con le amiche non tanto per il gusto di giocare, ma per necessità umana di sfogo, di evasione e di confronto. La lunghezza del primo atto rispetto al secondo favorisce un'introspezione nelle psicologie di tutte le quattro amiche ad un livello che quasi quasi infastidisce. Infatti questo "Due partite" (di cui l'originale a teatro riuscii a vedere solo un brano nel suo poco strombazzato passaggio in TV) è un dramma, anzi una tragedia, travestito da commedia. Nel secondo atto si passa drammaticamente con una strada trafficata e squallida e il suono di un'ambulanza ai giorni d'oggi e ad un evento poco lieto. La morte di una delle quattro protagoniste del primo atto, con la quale deve fare i conti la figlia interpretata dalla sempre più brava Alba Rohrwacher. Le amiche naturalmente sono le figlie corrispondenti alle altre tre madri, vive ancora oggi ma tutte con un piede nella fossa ognuna a proprio modo. Qui le figlie sfuggono agli errori fatti dalle madri, ma pur essendosi preparate grazie alle madri vivono tutte vite di insoddisfazione. Brave tutte loro anche, ma in particolare la già suddetta Rohrwacher, che ha poche battute ma esprime fin troppo bene il dolore di una figlia rimasta imrpovvisamente senza una madre importante. Sfocata e macchiettistica invece la single che cerca disperatamente di rimanere incinta con l'inseminazione artificiale, interpretata dalla Milillo, che nella piéce teatrale nel primo atto interpreta la parte che nel film è andata alla Cortellesi. La Pandolfi, pur essendo molto brava, dà vita ad un personaggio abbastanza debole rispetto a quello interpretato dalla Crescentini. Il più grande difetto del film è la licenza poetica della lapide con tanto di nome inciso e fotografia presente il giorno stesso del funerale. Cosa simile a questo mondo non esiste, ma si capiscono i motivi narrativi e strutturali per cui questa scelta che errore certamente non può essere è stata messa in atto. Secondo me è anche abbastanza discutibile l'uso di parole forti come 'sc**are', 'ca**re' e 'pis**are' in un contesto anni 60, seppur al chiuso e privato di una casa. La colonna sonora in parte è affidata alle mitiche canzoni di Mina ("Se telefonando" e "L'uomo per me"), sempre belle. Di sicuro un film che attirerà il pubblico femminile in una data così azzeccata come l'8 marzo, ma piacerà anche agli uomini, che nel testo non vengono affatto sviliti come genere, ma addirittura descritti come un elemento basilare e complementare per la donna, sunto rafforzato a mio avviso dal brano di Rilke presente sia nel primo che nel secondo atto. Esperimento riuscito anche al cinema questo "Due partite" e esempio di cinema che riporta in auge proprio i film a episodi stile anni 60, ma di gran lunga meglio riuscito rispetto agli ultimi "Manuale d'amore". Non a caso la penna qui è della Comencini, figlia di uno dei mitici padri della commedia all'italiana.
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