iuriv
|
lunedì 9 aprile 2018
|
guardare o usare il telecomando?
|
|
|
|
Arancia Meccanica. Inevitabilmente la prima associazione che mi è venuta in mente guardando Funny Games è proprio con il capolavoro di Kubrik. Il perché è piuttosto semplice da spiegare: due ragazzi dai modi educati, candidi nei loro completi bianchi da golf e dall'aspetto pulito, che in realtà sono belve assetate di una violenza non motivata. Gente che sevizia per il semplice gusto della sofferenza.
Sono molti gli aspetti estetici che accomunano le due opere, dalla luce naturale ad alcune scelte registiche piuttosto impattanti. Ma Hanneke, in realtà, utilizza un linguaggio simile a quello di Kubrik per parlarci di qualcosa di diverso.
[+]
Arancia Meccanica. Inevitabilmente la prima associazione che mi è venuta in mente guardando Funny Games è proprio con il capolavoro di Kubrik. Il perché è piuttosto semplice da spiegare: due ragazzi dai modi educati, candidi nei loro completi bianchi da golf e dall'aspetto pulito, che in realtà sono belve assetate di una violenza non motivata. Gente che sevizia per il semplice gusto della sofferenza.
Sono molti gli aspetti estetici che accomunano le due opere, dalla luce naturale ad alcune scelte registiche piuttosto impattanti. Ma Hanneke, in realtà, utilizza un linguaggio simile a quello di Kubrik per parlarci di qualcosa di diverso.
Se di la i drughi erano i protagonisti assoluti della vicenda, qui i due ragazzi paiono quasi spersonalizzati. Non hanno un passato, mentono sulle loro motivazioni e, in buona sostanza, non cercano scuse per le loro azioni.
I dialoghi e gli ammiccamenti che Michael Pitt offre agli spettatori sembrano piuttosto suggerire quanto questi due personaggi siano l'emanazione di un certo desiderio torbido insito nel pubblico. Sensazione esaltata dal primo piano finale, nel quale l'espressione dell'attore pare dire che, finché si rimane li a guardare, lui andrà avanti con il suo folle piano, ripetendo all'infinito lo stesso schema.
Un gioco, sostanzialmente. Nel quale ad avere il vero potere decisionale non sono ne le vittime ne i carnefici, ma solo chi, dall'altra parte dello schermo, osserva tutto quanto. Basta un telecomando e tutto finisce.
Tutte queste scelte non rendono Funny Games un thriller-horror tradizionale. Hanneke sposta continuamente la telecamera dal fulcro nevralgico dell'azione, lasciando ai suoni il compito di far intuire cosa succede. Ne esce un film particolare, che i ritmi dilatati non aiutano a rendere frizzante, ma che comunque ha la forza per lasciare il segno.
Un'opera intrigante che gioca con un certo modo di fare spettacolo, inchiodando lo spettatore alle proprie responsabilità da guardone della altrui sofferenza.
Inutile consigliare di vederlo. Se sia un film da guardare o se sia meglio utilizzare il telecomando è il dubbio che incarna l'essenza stessa di Funny Games. Mai come in questo caso bisogna decidere da soli.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
luca scialo
|
venerdì 8 luglio 2022
|
para...noia
|
|
|
|
Michael Haneke rifà un suo stesso film austriaco riadattandolo per Hollywood. La pellicola conserva lo spirito originario, riportando sotto i riflettori la paranoia di giovanotti dall'aspetto angelico e rassicurante che li trasforma in cinici assassini. Rovinando in modo tragico una tranquilla vacanza sul lago di una famigliola borghese. Qualcosa che Kubrick già ci aveva fatto vedere 40 anni prima con Arancia Meccanica. I ritmi sono volutamente lenti per mantenere una certa tensione. Ma la paranoia finisce per diventare pura noia.
|
|
[+] lascia un commento a luca scialo »
[ - ] lascia un commento a luca scialo »
|
|
d'accordo? |
|
keithan
|
domenica 20 luglio 2008
|
una riflessione per pochi eletti?
|
|
|
|
Premetto che non me ne intendo di cinema, che mi sono trovato a vederlo per caso, e ignoravo che fosse un remake. E come me credo la stragrande maggioranza del pubblico, gente che va a "vedere" non a "vivere" di film, per passare un po' di tempo libero dopo il lavoro.
Odio il sadismo, l'horror porn, ma amo i thriller che puntano sull'atmosfera e la psicologia a rispecchiare la realta', ma l'autore non vuole fare questo tipo di film.
Ho visto il film sperando che nelle frasette al pubblico e nel gioco del telecomando ( sporadiche genialate) ci fosse una consistente chiave di lettura... ma l'autore non vuole concederla.
Niente, ho capito del messaggio contro la violenza-spettacolo solo leggendo le recensioni.
[+]
Premetto che non me ne intendo di cinema, che mi sono trovato a vederlo per caso, e ignoravo che fosse un remake. E come me credo la stragrande maggioranza del pubblico, gente che va a "vedere" non a "vivere" di film, per passare un po' di tempo libero dopo il lavoro.
Odio il sadismo, l'horror porn, ma amo i thriller che puntano sull'atmosfera e la psicologia a rispecchiare la realta', ma l'autore non vuole fare questo tipo di film.
Ho visto il film sperando che nelle frasette al pubblico e nel gioco del telecomando ( sporadiche genialate) ci fosse una consistente chiave di lettura... ma l'autore non vuole concederla.
Niente, ho capito del messaggio contro la violenza-spettacolo solo leggendo le recensioni...
La violenza che l'autore vuole fare ai propri spettatori ( sempre capita leggendo le recensioni) per sbeffeggiarli è la stessa che ci fanno ogni settimana gli horror-porn che cerca di contestare e combattere:
stupire lo spettatore per dieci minuti poi ammorbarlo terribilmente, fargli perdere un ora, e fregargli i sette euro; si, perchè questa bianca violenza volutamente immotivata è la sorella elegante della violenza giustificata con una trama da quattro soldi.
Haneke hai fatto una critica elegante, ma nello stile di chi vuoi criticare. La prova? Tutti nella sala in cui ero hanno classificato questo film insieme ai porn-movie da quattro soldi, annoiati.
Un peccato, perchè secondo me con questa idea potevi fare davvero di più, facendo riflettere tutti, non solo pochi eletti.
Riprova.
[-]
[+] provaci ancora
(di drugo)
[ - ] provaci ancora
|
|
[+] lascia un commento a keithan »
[ - ] lascia un commento a keithan »
|
|
d'accordo? |
|
thegame
|
domenica 24 agosto 2008
|
funny games: un test x il pubblico
|
|
|
|
Michael Haneke prende gli stereotipi e i clicè del cinema e li smonta, mettendo in scena un esperimento "socio-cinematografico" molto particolare, da una parte quelli ke potremmo chiamare come "le nuove iene" scommettono contro la malcapitata famigliola, cn in gioco la vita di questi ultimi, ma anche il regista scommette e la vittima è il pubblico, egli lo prende e lo trasporta dove vuole, gli concede dei colpi di scena x poi due secondi dopo negargli il tutto! funny games, come "the prestige", è un saggio sulle potenzialità della settima arte e haneke è come un bambino che gioca cn la pistola del padre! peccato che lo sviluppo di questa pellicola risulta a tratti meccanico, quasi schematico e un pò troppo auto-compiaciuto!
ma come x l'opera di nolan, anche in questo "funny games" aspettatevi l'impensabile.
[+]
Michael Haneke prende gli stereotipi e i clicè del cinema e li smonta, mettendo in scena un esperimento "socio-cinematografico" molto particolare, da una parte quelli ke potremmo chiamare come "le nuove iene" scommettono contro la malcapitata famigliola, cn in gioco la vita di questi ultimi, ma anche il regista scommette e la vittima è il pubblico, egli lo prende e lo trasporta dove vuole, gli concede dei colpi di scena x poi due secondi dopo negargli il tutto! funny games, come "the prestige", è un saggio sulle potenzialità della settima arte e haneke è come un bambino che gioca cn la pistola del padre! peccato che lo sviluppo di questa pellicola risulta a tratti meccanico, quasi schematico e un pò troppo auto-compiaciuto!
ma come x l'opera di nolan, anche in questo "funny games" aspettatevi l'impensabile...
[-]
[+] bravo!
(di pollon)
[ - ] bravo!
|
|
[+] lascia un commento a thegame »
[ - ] lascia un commento a thegame »
|
|
d'accordo? |
|
ominolego
|
venerdì 18 luglio 2008
|
qundo la violenza diventa un gioco divertente
|
|
|
|
Haneke riesce a trasformare una serena vacanza di una bellissima famiglia in un incubo dal quale è impossibile uscire e che sembrerebbe poter essere alla portata di tutti. La violenza, unico vero protagonista del film, assume le fattezze non di delinquenti, abomini etc ma di due ragazzini eleganti e raffinati con un macabro gusto per la tortura. Entrati nella villa dei coniugi con il pretesto di chiedere delle uova si dimostrano cordialmente insistenti. Dopo aver capito che i due non se ne andranno così facilmente la paura comincia a diffondersi a macchia d'olio tra i membri della famiglia che rimangono per tutto il film in balia delle sevizie scelte di volta in volta dai sequestratori. Poche botte, pochissimo sangue e mai violenza fisica diretta, le chiavi per il successo e la riuscita di un film che riesce grazie alle sue inquadrature, all'atmosfera e alla magistrale recitazione degli attori a creare angoscia nello spettatore che è complice e allo stesso tempo vittima delle torture.
[+]
Haneke riesce a trasformare una serena vacanza di una bellissima famiglia in un incubo dal quale è impossibile uscire e che sembrerebbe poter essere alla portata di tutti. La violenza, unico vero protagonista del film, assume le fattezze non di delinquenti, abomini etc ma di due ragazzini eleganti e raffinati con un macabro gusto per la tortura. Entrati nella villa dei coniugi con il pretesto di chiedere delle uova si dimostrano cordialmente insistenti. Dopo aver capito che i due non se ne andranno così facilmente la paura comincia a diffondersi a macchia d'olio tra i membri della famiglia che rimangono per tutto il film in balia delle sevizie scelte di volta in volta dai sequestratori. Poche botte, pochissimo sangue e mai violenza fisica diretta, le chiavi per il successo e la riuscita di un film che riesce grazie alle sue inquadrature, all'atmosfera e alla magistrale recitazione degli attori a creare angoscia nello spettatore che è complice e allo stesso tempo vittima delle torture. Proprio in questo si rivelala il sadismo del regista che riesce ad abbattere psicologicamente e distruggere fisicamente una famiglia facendo della violenza un insieme di "simpatici giochi" e dei carnefici dei galanti ragazzini che dialogano e si confrontano cn le loro vittime per poi finirle freddamente dopo eterni patimenti.
[-]
[+] è una pagliacciata
(di torquemada)
[ - ] è una pagliacciata
[+] ma positivi de che...
(di flavio)
[ - ] ma positivi de che...
|
|
[+] lascia un commento a ominolego »
[ - ] lascia un commento a ominolego »
|
|
d'accordo? |
|
rafinesque
|
giovedì 14 agosto 2008
|
film autenticamente "contemporaneo"
|
|
|
|
Indubbiamente un film radicale che come tale non ammette mezze misure, è da prendere o lasciare.
Per quanto mi riguarda, prendo.
L’elemento maggiormente disturbante del film è non tanto e solo la violenza - perché siamo assuefatti a livelli di bestialità perfino superiori a quelli mostrati nel film (si pensi ai filmini delle orride decapitazioni degli ostaggi occidentali in Irak, cui facilmente si accede con qualche click del mouse…)-, quanto l’apparente gratuità della violenza stessa.
E qui arriviamo subito al motivo per cui ho apprezzato Funny Games.
Il regista opera uno stravolgimento totale dell’idea di film comunemente intesa; il film “tradizionale” è costruito attorno ad una trama, un racconto che ha un suo sviluppo (inizio-svolgimento-fine) e che pertanto offre allo spettatore una spiegazione (più o meno) logica delle azioni dei personaggi.
[+]
Indubbiamente un film radicale che come tale non ammette mezze misure, è da prendere o lasciare.
Per quanto mi riguarda, prendo.
L’elemento maggiormente disturbante del film è non tanto e solo la violenza - perché siamo assuefatti a livelli di bestialità perfino superiori a quelli mostrati nel film (si pensi ai filmini delle orride decapitazioni degli ostaggi occidentali in Irak, cui facilmente si accede con qualche click del mouse…)-, quanto l’apparente gratuità della violenza stessa.
E qui arriviamo subito al motivo per cui ho apprezzato Funny Games.
Il regista opera uno stravolgimento totale dell’idea di film comunemente intesa; il film “tradizionale” è costruito attorno ad una trama, un racconto che ha un suo sviluppo (inizio-svolgimento-fine) e che pertanto offre allo spettatore una spiegazione (più o meno) logica delle azioni dei personaggi. In questo film le vittime entrano in scena a massacro in atto (i vicini di casa sono già ostaggio dei due assassini) e si chiude con l’inizio di una nuova strage (dunque il film potrebbe continuare ancora, e la "fine" non è che arbitraria...). Lo sterminio della famiglia è UN episodio in mezzo ad altri, che in sé non ha nulla di particolare visto che nessuna delle vittime sopravvive, riesce ad uccidere almeno uno degli aguzzini o semplicemente a dare l’allarme.
La violenza resta senza un perché: i due killer non uccidono per vendetta né per soldi, non sono interessati al sesso (potrebbero abusare della bellissima N. Watts ma non lo fanno), né sono spinti da qualche forma di “disagio sociale” (anzi si prendono beffe delle solite banalità degne degli psicologi da talk-show a proposito di "infanzie difficili" e bla bla bla. E questo sarcasmo feroce mi è sembrato particolarmente azzeccato…); semplicemente, uccidono per uccidere.
Il film è dunque costruito su immagini ed azioni decontestualizzate, è interamento sorretto dal caso e come tale sfugge a qualunque “spiegazione”.
In quest'ottica, l'idea che voglia porsi come "critica alla società dello spettacolo" mi pare opinabile, di nuovo un tentativo ad hoc di spiegare ciò che non può e non vuole essere spiegato (e la riprova di come la nostra mente non riesca ad accettare fino in fondo il Caso).
La famosa scena del finale riavvolto mi sembra infatti una provocazione all'"happy-end" hollywoodiano che permea le aspettative dello spettatore "medio" più che una critica alla Civiltà del Telecomando.
Sono lieto che registi innovativi stiano introducendo nel cinema quella rivoluzione che nel campo della musica leggera è divenuta realtà a partire dai primi anni 90......e non a caso la colonna sonora è affidata al feroce freejazz-grindcore dei Naked City...
[-]
[+] copia sbiadita di arancia meccanica
(di sterling)
[ - ] copia sbiadita di arancia meccanica
[+] yes
(di xxx)
[ - ] yes
[+] complimenti!
(di pollon)
[ - ] complimenti!
|
|
[+] lascia un commento a rafinesque »
[ - ] lascia un commento a rafinesque »
|
|
d'accordo? |
|
francesco de feo
|
martedì 24 febbraio 2009
|
avete delle uova?
|
|
|
|
Funny Games, per la precisione,...Funny Games U.S. è un gran bel film. Thriller caustico e psicologico sull'agonia di una famiglia appena traferitasi nel cottage sul lago, presa in ostaggio, torturata e violentata - soprattutto psicologicamente - da due piscotici ragazzotti dell'alta borghesia in cerca di un po' di uova da parte della vicina.
Il primo livello di lettura è quello immediato... Il regista ci cala nella quotidianetà di una qualsiasi famiglia come potrebbe essere la nostra, mostrandocene abitudini, particolari rassicuranti, facendoci sentire a nostro agio e in un climax sempre più ripido introduce il sottile gioco omicida di due ragazzi lucidamente folli che invadono subdolamente l'intimità della famiglia.
[+]
Funny Games, per la precisione,...Funny Games U.S. è un gran bel film. Thriller caustico e psicologico sull'agonia di una famiglia appena traferitasi nel cottage sul lago, presa in ostaggio, torturata e violentata - soprattutto psicologicamente - da due piscotici ragazzotti dell'alta borghesia in cerca di un po' di uova da parte della vicina.
Il primo livello di lettura è quello immediato... Il regista ci cala nella quotidianetà di una qualsiasi famiglia come potrebbe essere la nostra, mostrandocene abitudini, particolari rassicuranti, facendoci sentire a nostro agio e in un climax sempre più ripido introduce il sottile gioco omicida di due ragazzi lucidamente folli che invadono subdolamente l'intimità della famiglia. La sovversione dei ruoli, le umiliazioni a cui si sottopne la madre per salvare il figlio sotto lo sguardo impotente del marito fino alla preghiera di ucciderli presa atto della follia inconsapevole dei due, accompagnano lo spettatore nella stessa presa di coscienza: nessun happy ending, prima o poi dovrà ucciderli!. Non dei killer con maschera, non truculenze alla hostel, non follie enigmistiche alla Saw, non mostri e spiriti maligni... perchè il seme della follia dorme nell'uomo comune schiacciato dalla noia del quotidiano. "Lui si annoia signora... è pesante sa?".
In secondo luogo, i Funny Games a cui allude il titolo, non sono solo quelli dei due ragazzi...ma i giochi divertenti con cui il regista ammicca allo spettatore. Lo stesso film, la messa in scena della violenza, non sono che una provocazione del regista nei confronti del pubblico ai quali si rivolge direttamente tramite uno dei 2 ragazzi... "Voi vorreste un bel finale vero?"; l'illusione che possa esserci la salvezza quando si uccide uno dei due, fa tirare un sospiro di sollievo subito soffocato da un rewind della scena con esito differente di fronte alla quale i più storceranno il naso per essere stati presi in giro.
E l'intento trova la massima esplicitazione nel dialogo finale dei due ragazzi che come niente fosse filosofeggiano prima di porre fine al loro gioco:"Cos'è reale/Ciò che vediamo/Per cui tutto è reale dal momento che lo vediamo?".
Tutto bene quindi, se non fosse che questo film è un remake, anzi la copia americana dello stesso film girato dallo stesso regista in Austria dieci anni fa [la scheda era presente da 2 annetti nelle mie cinevisioni :)]. Non un cambio, non una variazione... solo attori americani più avvenenti e conosciuti al posto degli austriaci e il cellulare al posto del cordless. Che senso ha quindi un'operazione del genere? Lo stesso Michael Haneke [regista] ha dichiarato che la motivazione è sterilmente economica dovuta all'immeritato insuccesso della sua pellicola dieci anni prima. Inoltre la martellante campagna pubblcitaria che lo accostava impropriamente ad Arancia Meccanica ne hanno fatto qualcosa di atteso e pop che mi ha lasciato non poco perplesso.
Ad ogni modo il remake ha un pregio... la grandiosa interpretazione di Naomi Watts; bella, algida, disperata e abbruttita dalla tortura psicologica è perfetta nella parte e oscura la figura del marito Tim Roth.
Visione assolutamente consigliata se non avete visto l'originale.
Altrimenti... assolutamente evitabile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco de feo »
[ - ] lascia un commento a francesco de feo »
|
|
d'accordo? |
|
taniamarina
|
sabato 9 ottobre 2010
|
una serie di immagini vale tutto un film deja vu
|
|
|
|
Se l'incipit è straordinario e riuscitissimo, con una suspance che si respira in ogni angolo della casa e in ogni sguardo, il sapore di un violento deja vu si fa sentire ben presto, e non certo in riferimento a remake o quant'altro. Il contrasto tra gentilezza e violenza efferata è un cocktail già lungamente sperimentato, e il regista sembrerebbe pretendere di esserne lo scopritore. Un'immagine da teatro nella scatola magica, che vede la Watts tremendamente impegnata per più di tre minuti, vale tutto il film. Il messaggio, ad essere franchi, è fin troppo scontato e per nulla originale. Una Watts sotto pressione come non mai in un film tremendo, ma non bellissimo. Bravi tutti gli attori.
|
|
[+] lascia un commento a taniamarina »
[ - ] lascia un commento a taniamarina »
|
|
d'accordo? |
|
subcrow
|
lunedì 28 luglio 2008
|
funny games : poco funny tanto games!
|
|
|
|
Critica complicata per questo film che, secondo il mio parere, poteva anche non essere realizzato, considerando che, a parte gli attori ed altre piccole cose è essenzialmente uguale (comprese scene e inquadrature!) al primo FUNNY GAMES del 1997.
Film tanto lento quanto perverso... La bravura del regista e la "riuscita" del film stà tutta lì, nell'inquietare e angosciare lo spettatore, senza far vedere assolutamente nulla.
Le inquadrature infatti nascondono e lasciano immaginare ciò che stà succedendo. In poche parole Haneke è bravo a concretizzare un concetto difficle e complicato come "la violenza psicologica".
Il film non contiene però molto altro.
Scene lente e con qualche accorgimento registico (vedi la scena del telecomando, etc.
[+]
Critica complicata per questo film che, secondo il mio parere, poteva anche non essere realizzato, considerando che, a parte gli attori ed altre piccole cose è essenzialmente uguale (comprese scene e inquadrature!) al primo FUNNY GAMES del 1997.
Film tanto lento quanto perverso... La bravura del regista e la "riuscita" del film stà tutta lì, nell'inquietare e angosciare lo spettatore, senza far vedere assolutamente nulla.
Le inquadrature infatti nascondono e lasciano immaginare ciò che stà succedendo. In poche parole Haneke è bravo a concretizzare un concetto difficle e complicato come "la violenza psicologica".
Il film non contiene però molto altro.
Scene lente e con qualche accorgimento registico (vedi la scena del telecomando, etc...) indubbiamente di serie B , anche se "mascherate" da capolavori di regia.
Bella invece la fotografia.
Riassumendo;
Ho letto critiche di questo film, che lo paragonavano al nuovo arancia meccanica...
beh ragazzi, ad eccezione dei due protagonisti che sono anch'essi vestiti di bianco come i drughi di Arancia... Haneke non è di certo Kubrick!!!!!!!
Da vedere, ma ASSOLUTAMENTE sopravvalutato!
[-]
[+] funny games
(di ramses)
[ - ] funny games
[+] fanny games
(di meli)
[ - ] fanny games
[+] troppa violenza gratuita
(di marino)
[ - ] troppa violenza gratuita
|
|
[+] lascia un commento a subcrow »
[ - ] lascia un commento a subcrow »
|
|
d'accordo? |
|
alessia
|
domenica 27 luglio 2008
|
incapaci di non cercare il solito finale?
|
|
|
|
Quei tizi che continuiamo a guardare con disprezzo, cercando di pensare cosa potrebbe metterli ko, aiutando mentalmente la felice famigliola a reagire tirando fuori le parole oltre che ai fatti (la sberla ad esempio: perchè non ha risposto con un pò di ironicità per spiazzarlo?), siamo noi al cinema. Noi che ci aspettiamo emozioni forti nel film anticonformista, più incisive dei classici, ma che rimaniamo a chiederci perchè, quando uccide il bambino, siamo in cucina e soprattutto, perchè non c'è lo strillo che aspettiamo: "Se vuole uccidere mio figlio dovrà passare sul mio cadavere"?
Il lentissimo passaggio tra scene, il soffermarsi inutile su dettagli che non ci interessano, (la carne, lei che non riesce a rialzarsi, lui in centro stanza) la voglia di assistere ad un pò di sangue (quanto non avremo preferito osservare per altri secondi il corpo del bambino?) per assicurarci il continuo della pellicola.
[+]
Quei tizi che continuiamo a guardare con disprezzo, cercando di pensare cosa potrebbe metterli ko, aiutando mentalmente la felice famigliola a reagire tirando fuori le parole oltre che ai fatti (la sberla ad esempio: perchè non ha risposto con un pò di ironicità per spiazzarlo?), siamo noi al cinema. Noi che ci aspettiamo emozioni forti nel film anticonformista, più incisive dei classici, ma che rimaniamo a chiederci perchè, quando uccide il bambino, siamo in cucina e soprattutto, perchè non c'è lo strillo che aspettiamo: "Se vuole uccidere mio figlio dovrà passare sul mio cadavere"?
Il lentissimo passaggio tra scene, il soffermarsi inutile su dettagli che non ci interessano, (la carne, lei che non riesce a rialzarsi, lui in centro stanza) la voglia di assistere ad un pò di sangue (quanto non avremo preferito osservare per altri secondi il corpo del bambino?) per assicurarci il continuo della pellicola. L'intensità del volto del compare di Ciccia alla fine, per rimanerti impresso.
Questo film è proprio odioso, no?! Ma noi corriamo a guardarlo lo stesso...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alessia »
[ - ] lascia un commento a alessia »
|
|
d'accordo? |
|
|