kondor17
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venerdì 19 aprile 2013
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sconcertante e visionario, ma troooppo lungo
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Il film in sè è buono, anche in relazione al capolavoro letterario da cui è (molto) liberamente tratto. Ottima la fotografia ed il commento fuori campo, incredibile la quantità di attori e di comparse, mitiche e surreali alcune scene, quasi mistiche, direi. Il punto è che poteva (e doveva) durare un'oretta di meno, velocizzando secondo me certi passaggi e approfondendone altri (la psiche di Jean-Baptiste, per esempio). Ne viene fuori una minestra annacquata, godibile si, ma a tratti decisamente soporifera. Peccato per i (tanti) soldi buttati.
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amandagriss
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mercoledì 17 aprile 2013
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l' "essenza" delle cose
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L'uomo è un animale intelligente ma pur sempre un animale e,come tale,si serve dei 5 sensi per orientarsi nell'avventura della vita.Fra tutti,l'olfatto è il senso che più rappresenta la sua parte istintiva.Gli odori percepiti,che siano artificiali,naturali o emanati dalla pelle,possono suscitare sensazioni piacevoli o sgradevoli,stimolare l'appetito,innescare attrazione fisica,rievocare remoti,rimossi ricordi,agire sull'umore e persino rapire i sensi e soggiogare le menti.Ognuno ha un proprio odore,così unico e particolare da definire l’identità di un individuo.E se una persona non possedesse alcun odore? La sua esistenza sarebbe simile a quella di un fantasma,condannato ad una perenne 'felpata trasparenza' (come qualcuno ha detto) in mezzo alla gente che non può 'sentirne' la presenza.
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L'uomo è un animale intelligente ma pur sempre un animale e,come tale,si serve dei 5 sensi per orientarsi nell'avventura della vita.Fra tutti,l'olfatto è il senso che più rappresenta la sua parte istintiva.Gli odori percepiti,che siano artificiali,naturali o emanati dalla pelle,possono suscitare sensazioni piacevoli o sgradevoli,stimolare l'appetito,innescare attrazione fisica,rievocare remoti,rimossi ricordi,agire sull'umore e persino rapire i sensi e soggiogare le menti.Ognuno ha un proprio odore,così unico e particolare da definire l’identità di un individuo.E se una persona non possedesse alcun odore? La sua esistenza sarebbe simile a quella di un fantasma,condannato ad una perenne 'felpata trasparenza' (come qualcuno ha detto) in mezzo alla gente che non può 'sentirne' la presenza.La capacità di trasmettere e percepire gli odori, l'ossessione di riuscire a catturarli e conservarli,il devastante desiderio di possederne uno tutto per sé sono il fulcro di questa singolare,originalissima,elegante,sontuosa,fascinosa,macabra pellicola tratta dall'omonimo romanzo di Patrick Süskind,dove in una credibilissima Parigi del '700 un giovane privo di odore ma dotato di un olfatto sopraffino si serve della sua prodigiosa dote per creare il Profumo dei profumi, un'essenza suprema così sublime e paradisiaca da non lasciare nessuno indifferente alla sua fragranza.L'affannosa ricerca dell'estratto 'divino' lo condurrà all'omicidio di giovani fanciulle per catturarne l'aroma emanato dalla loro pelle virginea,distillarlo e fissare,finalmente,il tanto sospirato profumo.Immagini potenti e suggestive,ambientazioni ricercatissime per restituirci una chiara idea della Parigi settecentesca, affrescata come un dipinto d'epoca,illuminata da splendidi chiaroscuri e colori caldi e vividi che,insieme ad una sorprendente agile regia,ricca di moderne soluzioni visive (in contrasto con l’epoca che tratta), rendono l'opera intrigante,dallo svolgimento veloce e leggero,che molto fa riflettere sulla nostra condizione di esseri umani del nuovo millennio,ricordandoci che non siamo solo intelletto e tecnologia ma anche e soprattutto corpo,sensi e istinto.Così l'artista/assassino -l'attore teatrale Ben Wishaw,il Q di Sky Fall e l’amante gay suicida in Cloud Atlas- ,una sorta di pifferaio magico,attira a sé gli uomini,li manovra secondo il suo volere,ottiene la loro attenzione sempre negatagli (essendo ‘inodore’),riesce a risvegliarne i sensi sopiti e induriti dalla crudezza della vita…fino alle estreme conseguenze.Se il film ha un limite è l'impossibilità di saggiare con i nostri sensi l'eccezionale profumo della storia,ostacolo che,però,l'immaginazione non conosce.
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fabal
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mercoledì 5 dicembre 2012
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scorciatoia estetica presuntuosa e incoerente.
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Vedere un film tratto da un libro mai aperto, ma di cui parlano un gran bene, comporta il rischio di rovinare tutto. Tuttavia, se il film ha avuto un certo successo, il rischio diventa una scorciatoia accettabile: chissà che non riesca ad invogliare alla lettura dell'opera originale. Nel caso di "Profumo", no.
Uno stile fortemente narrativo caratterizza i primi momenti della pellicola: l'incipit è da fiaba aulica, con una voce fuori campo (Omero Antonutti) che introduce un Settecento parigino increspato da arie fantasy. Fin dall'inizio l'identikit di Jean Baptiste Grenouille, nemmeno a farlo apposta, "profuma" di messianico, come se si stesse parlando della bella favola di un predestinato, che tanto bene farà al genere umano.
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Vedere un film tratto da un libro mai aperto, ma di cui parlano un gran bene, comporta il rischio di rovinare tutto. Tuttavia, se il film ha avuto un certo successo, il rischio diventa una scorciatoia accettabile: chissà che non riesca ad invogliare alla lettura dell'opera originale. Nel caso di "Profumo", no.
Uno stile fortemente narrativo caratterizza i primi momenti della pellicola: l'incipit è da fiaba aulica, con una voce fuori campo (Omero Antonutti) che introduce un Settecento parigino increspato da arie fantasy. Fin dall'inizio l'identikit di Jean Baptiste Grenouille, nemmeno a farlo apposta, "profuma" di messianico, come se si stesse parlando della bella favola di un predestinato, che tanto bene farà al genere umano.
Ma la regia sembra interessata unicamente all'estetica.
E benché la qualità visiva sia elevatissima, con una fotografia che da sola riassume un calderone sensoriale di grande pregio, questo non basta. Non basta perché è la smania omicida di Grenouille ad esser presentata come l'esercizio estetico più grande, con una presunzione di fondo: non si ha a che fare con un criminale, ma con un artista dell'olfatto i cui delitti sono giustificati da una nobile ossessione. E pazienza se negli occhi di Grenouille non balena mai un senso di pietà per le sue vittime. Tutte donne. Magari anche fiere di aver contibuito alla metafisica creazione dell'essenza perfetta. Che l'abbiano fatto con la morte è secondario: questo e altro in nome dell'arte.
La morale? Roba da matusa.
Quasi al patibolo, però, il nostro Grenouille viene (illogicamente) folgorato da una riconversione ai buoni sentimenti: in uno scenario dionisiaco-woodstockiano un'orgia inattesa introduce simbologie di altissimo livello, la cui connessione con il resto della storia rimane però misteriosa. Non avendo letto il libro però, è difficile dire se questi salti patafisici siano demerito di Tykwer o di Suskind. Poco pungente Ben Whishaw, ingabbiato da una regia celebrativa che obbliga il suo personaggio ad essere spietato e tenero nello stesso tempo. Tra i due litiganti vince l'inespressività.
Troppe pretese. A doppia superbia, doppia caduta.
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mr 24
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giovedì 25 ottobre 2012
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per chiunque, e spero anche per me.
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Scusa forse il commentro troppo diretto e personale ma non posso fare a meno di notare il tuo disprezzo per un ''orgia'' e il tuo legame troppo stretto con la religione (anche ''preti''). Quando si analizza un film, bisogna essere oggettivi nella visione e poi nella riflessione. Non credo certo che il regista abbia avuto voglia di mostrare un orgia di massa perche era una sua fantasia sessuale, e tantomeno la presenza dei preti in essa. Credo invece che, dopo una analisi di cui anche mia sorella de 7 anni sarebbe altamente capace, il coinvolgimento dei preti, quindi la castita piu assoluta nel genere umano viene sottomessa ad una forza superiore alla loro fede serve solo a rinforzare ancor di piu l'effetto della scena.
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Scusa forse il commentro troppo diretto e personale ma non posso fare a meno di notare il tuo disprezzo per un ''orgia'' e il tuo legame troppo stretto con la religione (anche ''preti''). Quando si analizza un film, bisogna essere oggettivi nella visione e poi nella riflessione. Non credo certo che il regista abbia avuto voglia di mostrare un orgia di massa perche era una sua fantasia sessuale, e tantomeno la presenza dei preti in essa. Credo invece che, dopo una analisi di cui anche mia sorella de 7 anni sarebbe altamente capace, il coinvolgimento dei preti, quindi la castita piu assoluta nel genere umano viene sottomessa ad una forza superiore alla loro fede serve solo a rinforzare ancor di piu l'effetto della scena. Per altro, la scena non e' stata inventata dal regista... eh no. Prima esiste un libro, che avrai anche citato, ma quale stolto puo citare una fonte (tantomeno se si parla di un libro) di cui non conose neanche la prima riga?
Non vorrei prolungare di piu la critica, ma anche sul commento ''monoespressivo'' tante cose possono essere dette: credi per caso che un regista non guardi e riguardi e riguardi per poi guardare nuovamente il suo lavoro? Non credi che forse, ma dico forse, quest'ultimo non si renda conto che il suo PERSONAGGIO PRINCIPALE che quasi non parla, quindi che deve trasmettere allo spettatore delle sensazioni attraverso la sua recitazione (o meglio detto LINGUAGGIO DEL CORPO), sia quasi inespressivo? Ma certo che no! Se PERSONALEMTNE hai qualcosa con la monoespressione perfavore tienitelo per te, perche in questo caso, (in caso non l'avessi capito) l'attore mantiene l'espressione tale poiche deve mettere l'accento sul proprio carattere (che addirittura riterra INESISTENTE). Quindi puo forse darsi il caso che casualmente quel signor chiamato regista l'abbia fatto espressamente. Forse.
In generale non c'e' neache bisogno di mettere in evidenza che il film segue i passi del libro (che poi siano rispettati o no, questo dipende dai punti di vista) quindi non sono nessi logici random che collegano le scene.
Concludo quindi in modo un che tu possa trarre beneficio da questa critica o tantopiu da questo film per tutti gli altri film che avrai l'opportunita di vedere: Criticare qualcosa e' sempre piu facile di crearla. La contrapposizione tra i 2 e' che la prima e' composta di sole parole, l'altra solo di fatti. C'e' quindi una gran differenza tra TEORIA e PRATICA. Per risolvere questa opposizione bisogna dunque moltiplicare i punti di vista, e uno dei piu efficaci e' quello di mettersi nei panni dell'altro. Da quella prosettiva vedrai che ti parra' tutto diverso
Per tutti gli altri critici: Una critica senza dare soluzioni, sono solo parole al vento (secondo il mio punto di vista :). Sono aperto a qualsiasi critica del mio commento.
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andyflash77
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lunedì 30 luglio 2012
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un grande hoffman in un film complesso
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E' sempre difficile trasportare un romanzo sul grande schermo, alcune volte è impossibile. Questo sembrava il caso di "Profumo" di Patrick Süskind, sia per il tipo di narrazione, basata principalmente sulle sensazioni olfattive del protagonista, sia per l'intransigenza dell'autore a cederne i diritti. Il progetto aveva, comunque,interessato più di un regista, tra cui Martin Scorsese e Stanley Kubrick, ma solo nel 2001 Süskind concede la liberatoria e il film viene affidato alla regia di Tom Tykwer. Ambientato nella Francia di metà diciottesimo secolo, "Profumo", narra la vita di "una tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca", quella di Jean Baptiste Grenouille.
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E' sempre difficile trasportare un romanzo sul grande schermo, alcune volte è impossibile. Questo sembrava il caso di "Profumo" di Patrick Süskind, sia per il tipo di narrazione, basata principalmente sulle sensazioni olfattive del protagonista, sia per l'intransigenza dell'autore a cederne i diritti. Il progetto aveva, comunque,interessato più di un regista, tra cui Martin Scorsese e Stanley Kubrick, ma solo nel 2001 Süskind concede la liberatoria e il film viene affidato alla regia di Tom Tykwer. Ambientato nella Francia di metà diciottesimo secolo, "Profumo", narra la vita di "una tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca", quella di Jean Baptiste Grenouille. Nato nel luogo più puzzolente di Parigi, rifiutato dalla madre fin dalla nascita, vive in condizioni di estrema miseria e povertà. A sostenerlo, un dono unico, un olfatto finissimo e una memoria olfattiva fuori dal comune, che gli permette di catalogare qualsiasi odore lui senta. Con testardaggine e pervicacia, egli decide di mettere a frutto questa qualità nel campo dei profumi. Dopo un primo apprendistato a Parigi si sposta a Grasse, per perfezionare la sua arte, ma durante il viaggio si ritira, in una grotta sul massiccio dell'Auvergne, in completo isolamento dal mondo e dai suoi odori. In questo periodo, il protagonista raggiunge progressivamente la consapevolezza che lui solo non ha odore e decide di creare un profumo che arrivi al cuore delle persone e le domini. Per realizzare il suo progetto non si farà scrupolo di uccidere creature viventi ed esseri umani indifesi per poterne estrarre l'essenza odorosa. Ma il suo operare non può essere considerato malvagio. Grenouille non prova nessun sentimento umano, non prova né gioia, né dolore, non ha bisogno né di amore, né di comunicare con il prossimo. In un certo senso non appartiene nemmeno al mondo in cui agisce, l'assenza di odore in un contesto in cui tutto ha un profumo, ed è da questo univocamente definito, lo pone completamente al di fuori della realtà. Ma in virtù della sua straordinaria abilità, è come un dio, un dio cinico e sprezzante. Alla fine la morte gli appare come l'unica soluzione alla terribile contraddizione che caratterizza il suo essere: dominatore assoluto di qualcosa che non potrà mai avere. Nel trasportare sul grande schermo la vita di Grenouille, Tom Tykwer deve fare un uso massiccio della voce fuori campo, che racconta il contesto e i sentimenti che muovono il protagonista, quasi muto. Nelle parti iniziali abbiamo una ricostruzione attenta e precisa della realtà, con scene molto forti e disturbanti, che ben rendono l'ambiente abbietto nel quale nasce e cresce Grenouille. Ma più il film procede più la regia si fa patinata e leccata, con un uso ridondante della musica. Si abbandona il parallelismo tra immagini e odori, per concentrarsi, nella parte centrale, sugli omicidi, utilizzando tutti gli stilemi dei film sui serial killer. Ancora meno riuscita la parte della grande orgia compiuta dagli abitanti di Grasse, dove si vedono solo corpi puliti e depilati, quasi senza imperfezioni, quando la folla dovrebbe essere composta da miserabili e straccioni. Rimarrà per sempre il dubbio su come un genio come Kubrick avrebbe potuto portare sullo schermo una vicenda tanto complessa e difficile.
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marco petrini
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venerdì 6 luglio 2012
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complesso
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Film dalla narrazione eccessivamente lunga, slegata, a tratti noiosa. Fatto con ottima maestria e interpreti all'altezza, dotato di ottima fotografia e colonna sonora adeguata, mette in difficoltà lo spettatore per la sua eccessiva durata: Manzoniano!
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alexlaby
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giovedì 10 maggio 2012
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ottimo film fino a un certo punto
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Tre stelle fino a dieci minuti dalla fine. Poi finisce nel fantasy per bambini e si richiede allo spettatore una totale ed eccessiva sospensione dell'incredulità.
Quel finale può andar bene per il romanzo, ma non per un film.
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la tigre del cinema
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sabato 7 aprile 2012
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avengers
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Dal trailer direi ke sarà una figata anche perchè sono un amante dei supereroi marvel sopprattutto iron man che mi piace tantissimo come eroe e mi piace tanto tanto Robert Downey jr . Torniamo ad AVENGERS, cast fantastico, tutti bravi , mi piacciono quasi tutti . nel trailer non fanno vedere l esercito di loki e sono molto curioso di vedere questi cattivi , con il budget di 220 milioni di dollari speriamo siano fatti da dio . non ci resta di andarlo a vedere al cinema ;)
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andrea
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venerdì 4 novembre 2011
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educativo per gli ibecilli e i deboli mentali
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quando c'è un pubblico che apprezza certa roba, c'è il rischio di venire sopraffatti dall'ignoranza , dalla mancanza di gusto, dall'assuefazione alla violenza, dal degrado mentale.
Forse sono persone che soffrono di "disturbi" senza saperlo.
Mentre guardavo il film mi sono arrabbiato con me stesso, perchè perdevo tempo a vedere tale imbecillità ?
Poi ci ho riso .
andrea
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marco r
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giovedì 25 agosto 2011
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profumo d'incesto cinematografico
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Ho visto e rivisto questo film quattro volte. Ogni volta fin dall'inizio mi attrae la bellissima fotografia, i movimenti di macchila e le inquadrature, la storia cresce e si fa interessante. Poi deve essere successo qualcosa. Non mi riferisco alla trasposizione cinematografica dal romanzo o dal successo del film o meno. Da poco oltre la metà il film perde alcuni pezzi. Il cinema (soprattutto quello tedesco e francese) ci ha abituati a svolgimenti lenti, ma qui tra una scena al rallentatore e l'altra, si formano una sorta di buchi che vengono riempiti con un filler dozzinale acquistato dal ferramenta. La serie di aggressioni alle donne della città manca di qualsiasi dettaglio, non mi racconta nulla e sfocia nella banalità, nello stereotipo del thriller di serie B.
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Ho visto e rivisto questo film quattro volte. Ogni volta fin dall'inizio mi attrae la bellissima fotografia, i movimenti di macchila e le inquadrature, la storia cresce e si fa interessante. Poi deve essere successo qualcosa. Non mi riferisco alla trasposizione cinematografica dal romanzo o dal successo del film o meno. Da poco oltre la metà il film perde alcuni pezzi. Il cinema (soprattutto quello tedesco e francese) ci ha abituati a svolgimenti lenti, ma qui tra una scena al rallentatore e l'altra, si formano una sorta di buchi che vengono riempiti con un filler dozzinale acquistato dal ferramenta. La serie di aggressioni alle donne della città manca di qualsiasi dettaglio, non mi racconta nulla e sfocia nella banalità, nello stereotipo del thriller di serie B. Ma come è possibile? Era partito così bene...
A tratti si riprende, ma poi ricomincia l'andamento altalenante. Finché lo prendono e da lì la delusione diviene cocente. La scena del patibolo con il boia tutt'altro che trucido è quasi buffa, l'orgia tra mille pulitissimi corpi che contrastano fortemente con l'immagine sporca e vissuta del protagonista (a quei tempi tutti i normali cittadini erano quantomeno sporchi e vissuti) e la fase finale dove dieci, forse venti persone si avventano sul povero (ma profumato) assassino. Mi perdonino i fan del film e del romanzo, ma trovo "Profumo" un "quasi bel film" che ogni volta mi fa arrabbiare. Ho saputo che tempo fa anche Kubrick era molto interessato e questo mi fa arrabbiare ancora di più.
Marco
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