Profumo - Storia di un assassino

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Un film di Tom Tykwer. Con Ben Whishaw, Reg Wilson, Catherine Boisgontier, Núria Casas, Carlos Gramaje, Sian Thomas, Michael Smiley.
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Titolo originale Perfume: The Story of a Murderer. Drammatico, durata 147 min. - Francia, Spagna, Germania, USA 2006. uscita venerdì 22 settembre 2006. MYMONETRO Profumo - Storia di un assassino * * 1/2 - - valutazione media: 2,71 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Profumi, Ossessioni e Crimini nel '700. Valutazione 2 stelle su cinque

di ashtray_bliss


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sabato 26 luglio 2014

Partendo dalla mia ferma convinzione che non e' necessario aver letto prima l'opera letteraria, poi vedere il film e successivamente giudicare/esprimere un opinione personale posso confermare che "profumo" e' indubbiamente un prodotto ambizioso, che pertanto, come molti altri prodotti (e profumi) dedicati alle masse si e' rivelato essere mediocre. L'ambientazione, fotografia, scenografia, costumi sono veramente accurati e sorregono bene il film, ma purtroppo il contenuto in se' tende a svanire poco a poco mentre scorre sullo schermo...proprio come la scia di un profumo. 
La storia, di per se non risulta verosimile o alquanto credibile, ma al limite accetabile: Jean-Baptiste Grenouille e' un bambino che nasce con uno spiccato senso olfattivo: riesce a distinguire i benche' minimi odori tra loro, seppur non conoscendone i nomi, lui sa distinguerli, riconoscerli e col passare del tempo imparera' ad usarli e consevarli. Per lui, il dono olfattivo superiore a tutti gli altri esseri umani e' allo stesso tempo una benedizione e una maledizione, portandogli via progressivamente la lucidita' e trascinandolo in una spirale ossessiva per la realizzazione dell'essenza divina. Un profumo unico, un'essenza paradisiaca.
Ma il prezzo da pagare sara' alto. Il profumo perfetto costera' la vita di dieci innocenti fanciulle della borghesia francese di fine settecento
Il film inizia con una sequenza alquanto accattivante e strana, ci troviamo a Parigi, ma come suggerisce la voce narrante la ville lumiere e' quanto di piu' lontano dalla credenze odierne. Si tratta di una citta' sporca, putrida, dominata da odori di vario genere ma prevalentemente dal fetore, del fango, delle miriadi di mercati all'aperto, della frutta e carne marcia, dei topi, degli escrementi umani e animali, delle carcasse marcite negli angoli delle strade. In un'ambiente simile nasce il protagonista Jean-Baptiste, che sin da subito riesce a percepire questa valanga di odori che non conosce e gli permettono di sopravvivere mentre contemporaneamente condannano letteralmente a morte la madre del piccolo.
Crescuto in un orfanotrofio e successivamente venduto come lavoratore di pelli, Jean Baptiste, perfeziona sempre di piu' il suo dono e cerca di sfruttarlo alla prima occasione data: l'arrivo in citta' per la consegna delle pelli. Da li' a breve sara' l'artefice del primo, involontario, omicidio di una ragazza della quale si senti' attratto dal suo profumo, dal suo personale odore. In quel preciso istante si accorgera' di voler aspirare a qualcosa di piu' che lavorare le pelli, a qualcosa che va' oltre l'effimera dimensione olfattiva. Jean Baptiste doveva diventare l'uomo in grado di conservare gli odori
E se fin a questo punto la storia risulta originale e coinvolgente, inizia a perdere quota quando l'idea di conservare l'odore, diventa una ossessione e poi schiavitu' radicalmente consolidate nella mente geniale e satanica di Grenouille che riuscira' a imparare i segreti dell'arte profumiera (accanto ad un solido Dustin Hoffman nelle vesti di un famigerato profumiere italiano) e mettere a punto il suo piano.
Da Parigi fino a Grasse, luogo dove competera' la sua ambiziosa opera diabolica, Jean Baptiste si muove come un fantasma, pochissimi dialoghi, sguardi fissi, inespressivita' faciale. Le sue azione hanno luogo sotto gli occhi di tutti, ma nessuno se ne accorge. Crimini atroci e terribili ma nemmeno la benche' minima ombra cade su di lui. Ma proprio in quello si racchiude la chiave per capire il protagonista: un emarginato, un immagine avvilita di se stesso che concentra tutte le sue ambizioni e sforzi in un unico progetto, ma che porta avanti con grandissima cura e misticismo senza destare alcun sospetto. 
Giunti alla fine, svelata la vera identita' di Grenouille e condannato a morte, sara' comunque salvato dal completamento della missione. L'essenza divina era racchiusa in un piccolo, discreto bociettino e al momento opportuno viene utilizzato da Grenouille davanti alla folla inferocita, regalando loro un'estasi divina, un distaccamento percettivo dalla realta' e un trasporto in una dimensione diversa, divina. E da assassino si trasforma in santo, in angelo, agli occhi della gente. Il profumo divino gli grazia la vita e come la voce narrante suggerisce, racchiude un potere immenso, incontenibile. Ma per Grenouille non sarebbe comunque cambiato niente. Non lo avrebbe reso un uomo capace di amare e farsi amare dagli altri, non gli avrebbe donato l'umanita' della quale era privo, l'empatia, la benevolenza. La sua esistenza era sempre passata inosservata per anni e cosi sarebbe proseguita. La scelta era quindi inevitabile, sparire insieme alla sua crezione piu' perfetta.

Contenuto accativante, ma forse non troppo coinvolgente. Ad un certo punto si segue la trama del film quasi sforzati, anche poiche' risulta prevedibile lo svolgersi degli eventi successivi (dall'arrivo di Grenouille a Grasse fino alla fine della pellicola). 
Fotografia e scenografia, sicuramente impeccabili ed accurate. In particolar modo ho apprezzato il contrasto tra una Parigi cupa e buia, dipinta con tonalita' fotografiche scure (vestiti, ambientazioni etc.) e Grass, diametricalmente opposta: colorata, aperta, festosa
Bilanciata l'interpretazione di Whishaw non cade mai in eccessi, forse pero' un po' troppo statica. Ben apprezzato il  cammeo di Hoffman che ormai ci delizia a brevi ma intense apparizioni. 
Forse l'unica ma essenziale pecca del film e' che punta troppo all'estetismo e all'esteriorita, mettendo in secondo piano la vera essenza di un film: il suo contenuto
Godibile ma mediocre. 

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