manux
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lunedì 25 settembre 2006
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l'arte di profumo
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Non avevo letto il romanzo da cui il film è tratto.
Ma giuro di aver sentito tutti gli odori uno per uno, e aver sentito dentro tutti i risvolti umani della vicenda e una viscerale simpatia per il protagonista.
Ho trovato la fotografia stupenda, a tratti addirittura certe scene mi ricordavano i miei quadri preferiti e la mano degli Impressionisti.
Reggere poi la storia e le emozioni senza praticamente l'ausilio di dialoghi è stata una prova ben superata dall'attore protagonista, che con gli occhi, con i gesti, con il fiato, è stato toccante e vero.
Ho ascoltato, proprio dietro di me, al cinema, commenti sull'assurdità di certi risvolti, ma io dico: cosa ci può essere di assurdo in un romanzo?
Consiglio questo film a tutti, anche ai deboli di stomaco, come non fa qualcuno.
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Non avevo letto il romanzo da cui il film è tratto.
Ma giuro di aver sentito tutti gli odori uno per uno, e aver sentito dentro tutti i risvolti umani della vicenda e una viscerale simpatia per il protagonista.
Ho trovato la fotografia stupenda, a tratti addirittura certe scene mi ricordavano i miei quadri preferiti e la mano degli Impressionisti.
Reggere poi la storia e le emozioni senza praticamente l'ausilio di dialoghi è stata una prova ben superata dall'attore protagonista, che con gli occhi, con i gesti, con il fiato, è stato toccante e vero.
Ho ascoltato, proprio dietro di me, al cinema, commenti sull'assurdità di certi risvolti, ma io dico: cosa ci può essere di assurdo in un romanzo?
Consiglio questo film a tutti, anche ai deboli di stomaco, come non fa qualcuno.
Non c'è alcuna carneficina, il profumiere del film non è un macellaio.
Ma un uomo che cerca di catturare l'anima delle cose, e a volte per farlo ha bisogno di sbucciarle, come un frutto maturo e guardare in profondità, dentro.
Forse lo scenario, l'ambientazione spesso sporca e grezza è poco piacevole, ma forse, e dico forse, ha senso in un film ambientato nella Francia del '700, e forse, dico forse, se con lo stomaco possiamo reggere C.S.I. e Maria de Filippi ogni settimana, vale la pena di mettersi alla prova con un pò d'arte.
Forse.
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piki3
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martedì 26 settembre 2006
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perfino meglio del libro!
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Avevo letto il libro, che mi era piaciuto moltissimo, ed ero alquanto perplesso circa la possibilità di tradurlo in immagini.
Ebbene, Tykwer supera la prova alla grandissima, riuscendo a comunicare perfettamente allo spettatore tutta la gamma di ineffabili emozioni già presenti sulla pagina scritta, attraverso una regia convenzionale ma di rara maestria. Efficace e dettagliatissima la ricostruzione della Francia del '700, centratissimo tutto il cast, personaggi secondari compresi, ed almeno una scena da Cineteca Universale, forse la migliore scena di massa che abbia mai visto, quella in cui il protagonista, salito sul patibolo, "seduce" il boia e tutti gli astanti.
Peccato solo che la distribuzione, forse per "acchiappare" più spettatori, abbia sottotitolato il film "Storia di un assassino" e lo stia spingendo definendolo un "thriller", mentre è mooolto di più.
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Avevo letto il libro, che mi era piaciuto moltissimo, ed ero alquanto perplesso circa la possibilità di tradurlo in immagini.
Ebbene, Tykwer supera la prova alla grandissima, riuscendo a comunicare perfettamente allo spettatore tutta la gamma di ineffabili emozioni già presenti sulla pagina scritta, attraverso una regia convenzionale ma di rara maestria. Efficace e dettagliatissima la ricostruzione della Francia del '700, centratissimo tutto il cast, personaggi secondari compresi, ed almeno una scena da Cineteca Universale, forse la migliore scena di massa che abbia mai visto, quella in cui il protagonista, salito sul patibolo, "seduce" il boia e tutti gli astanti.
Peccato solo che la distribuzione, forse per "acchiappare" più spettatori, abbia sottotitolato il film "Storia di un assassino" e lo stia spingendo definendolo un "thriller", mentre è mooolto di più.
Questo magari porterà più spettatori, ma credo rischi di attrarre quelli "sbagliati" allontanando quelli "giusti".
Ad ogni modo, uno dei rari films (mi vengono in mente "Il silenzio degli innocenti" e "Il Padrino") vedendo i quali anche (e forse soprattutto) chi ha letto i libri da cui sono tratti, non solo non rimane deluso, ma, al contrario, si sente ulteriormente arricchito.
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amandagriss
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mercoledì 17 aprile 2013
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l' "essenza" delle cose
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L'uomo è un animale intelligente ma pur sempre un animale e,come tale,si serve dei 5 sensi per orientarsi nell'avventura della vita.Fra tutti,l'olfatto è il senso che più rappresenta la sua parte istintiva.Gli odori percepiti,che siano artificiali,naturali o emanati dalla pelle,possono suscitare sensazioni piacevoli o sgradevoli,stimolare l'appetito,innescare attrazione fisica,rievocare remoti,rimossi ricordi,agire sull'umore e persino rapire i sensi e soggiogare le menti.Ognuno ha un proprio odore,così unico e particolare da definire l’identità di un individuo.E se una persona non possedesse alcun odore? La sua esistenza sarebbe simile a quella di un fantasma,condannato ad una perenne 'felpata trasparenza' (come qualcuno ha detto) in mezzo alla gente che non può 'sentirne' la presenza.
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L'uomo è un animale intelligente ma pur sempre un animale e,come tale,si serve dei 5 sensi per orientarsi nell'avventura della vita.Fra tutti,l'olfatto è il senso che più rappresenta la sua parte istintiva.Gli odori percepiti,che siano artificiali,naturali o emanati dalla pelle,possono suscitare sensazioni piacevoli o sgradevoli,stimolare l'appetito,innescare attrazione fisica,rievocare remoti,rimossi ricordi,agire sull'umore e persino rapire i sensi e soggiogare le menti.Ognuno ha un proprio odore,così unico e particolare da definire l’identità di un individuo.E se una persona non possedesse alcun odore? La sua esistenza sarebbe simile a quella di un fantasma,condannato ad una perenne 'felpata trasparenza' (come qualcuno ha detto) in mezzo alla gente che non può 'sentirne' la presenza.La capacità di trasmettere e percepire gli odori, l'ossessione di riuscire a catturarli e conservarli,il devastante desiderio di possederne uno tutto per sé sono il fulcro di questa singolare,originalissima,elegante,sontuosa,fascinosa,macabra pellicola tratta dall'omonimo romanzo di Patrick Süskind,dove in una credibilissima Parigi del '700 un giovane privo di odore ma dotato di un olfatto sopraffino si serve della sua prodigiosa dote per creare il Profumo dei profumi, un'essenza suprema così sublime e paradisiaca da non lasciare nessuno indifferente alla sua fragranza.L'affannosa ricerca dell'estratto 'divino' lo condurrà all'omicidio di giovani fanciulle per catturarne l'aroma emanato dalla loro pelle virginea,distillarlo e fissare,finalmente,il tanto sospirato profumo.Immagini potenti e suggestive,ambientazioni ricercatissime per restituirci una chiara idea della Parigi settecentesca, affrescata come un dipinto d'epoca,illuminata da splendidi chiaroscuri e colori caldi e vividi che,insieme ad una sorprendente agile regia,ricca di moderne soluzioni visive (in contrasto con l’epoca che tratta), rendono l'opera intrigante,dallo svolgimento veloce e leggero,che molto fa riflettere sulla nostra condizione di esseri umani del nuovo millennio,ricordandoci che non siamo solo intelletto e tecnologia ma anche e soprattutto corpo,sensi e istinto.Così l'artista/assassino -l'attore teatrale Ben Wishaw,il Q di Sky Fall e l’amante gay suicida in Cloud Atlas- ,una sorta di pifferaio magico,attira a sé gli uomini,li manovra secondo il suo volere,ottiene la loro attenzione sempre negatagli (essendo ‘inodore’),riesce a risvegliarne i sensi sopiti e induriti dalla crudezza della vita…fino alle estreme conseguenze.Se il film ha un limite è l'impossibilità di saggiare con i nostri sensi l'eccezionale profumo della storia,ostacolo che,però,l'immaginazione non conosce.
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(di iosonosilvia! =d)
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haveacigar
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sabato 14 ottobre 2006
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forse ho apprezzato più l'odore della carta.
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Avevo già letto il libro,innamorandomene.Ieri sera,in totale e voluta solitudine,mi son recata al cinema.L'entusiasmo non è mancato,le scene sono state riprodotte senza disilludere troppo la mia fantasia,ma,un piccolo ma c'è.E forse la spiegazione è iniziata già prima della pronuncia del "ma",e forse è più grande.Ci sono nel film,alcuni "tempi morti" che hanno rubato tempo,a mio avviso,ad alcuni dettagli fondamentali presenti nello scritto.Il libro descrive minuziosamente tutti i passaggi della crescita di Jean-Baptiste e delle sue scoperte,sui profumi e su se stesso. Nel film,i passaggi appaiono quasi repentini,nonostante abbia una durata superiore alle 2 ore.La cosa m'ha rattristata.La scena sul patibolo è forse interpretata male dalle comparse,non so,intanto,non mi soddisfa.
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Avevo già letto il libro,innamorandomene.Ieri sera,in totale e voluta solitudine,mi son recata al cinema.L'entusiasmo non è mancato,le scene sono state riprodotte senza disilludere troppo la mia fantasia,ma,un piccolo ma c'è.E forse la spiegazione è iniziata già prima della pronuncia del "ma",e forse è più grande.Ci sono nel film,alcuni "tempi morti" che hanno rubato tempo,a mio avviso,ad alcuni dettagli fondamentali presenti nello scritto.Il libro descrive minuziosamente tutti i passaggi della crescita di Jean-Baptiste e delle sue scoperte,sui profumi e su se stesso. Nel film,i passaggi appaiono quasi repentini,nonostante abbia una durata superiore alle 2 ore.La cosa m'ha rattristata.La scena sul patibolo è forse interpretata male dalle comparse,non so,intanto,non mi soddisfa.Non ne resto sbalordita,ma neanche troppo delusa.Il mio voto sarebbe tra la 2° e la 3° stella.La carta m'ha regalato più emozioni,ma,appunto,è carta,e l'interpretazione spetta all'immaginazione del lettore.
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[+] un libro dà di più
(di arien)
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milena
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giovedì 12 ottobre 2006
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sopra ogni mia più ottimistica previsione...
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Un uomo,nato nell'angolo più buio,tra il puzzo nauseante e la putrefazione del mercato del pesce della Parigi del 700,abbandonato dalla madre,con un singolare e spiccato senso dell'olfatto,si accompagna alla propria vita spinto da un'ossessione:la ricerca sfrenata del "profumo perfetto".
Questa necessità nasce dalla sua mancanza di odore personale rappresentativa del suo vuoto interiore,dell'inconsistenza della sua personalità,della sua privazione dell'esistenza.Egli infatti è un morto nel mondo dei vivi,non interagisce con gli altri,con la società,vive di odori,per gli odori,attraverso gli odori.Il suo olfatto è il mezzo per conoscere ed esplorare il mondo,un mondo che lo circonda ma ignora la sua esistenza,un mondo che lo avvolge ma gli è estraneo.
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Un uomo,nato nell'angolo più buio,tra il puzzo nauseante e la putrefazione del mercato del pesce della Parigi del 700,abbandonato dalla madre,con un singolare e spiccato senso dell'olfatto,si accompagna alla propria vita spinto da un'ossessione:la ricerca sfrenata del "profumo perfetto".
Questa necessità nasce dalla sua mancanza di odore personale rappresentativa del suo vuoto interiore,dell'inconsistenza della sua personalità,della sua privazione dell'esistenza.Egli infatti è un morto nel mondo dei vivi,non interagisce con gli altri,con la società,vive di odori,per gli odori,attraverso gli odori.Il suo olfatto è il mezzo per conoscere ed esplorare il mondo,un mondo che lo circonda ma ignora la sua esistenza,un mondo che lo avvolge ma gli è estraneo.
Riesce,utilizzando il suo dono,ad ottenere il profumo da lui ricercato,estratto dagli odori dei corpi di ben 12giovani donne,bellissime e illibate,da lui uccise senza malvagità nè perfidia ma con la freddezza di un uomo privo di emozioni,drammaticamente inumano.
Ciò che crea però non è l'ampolla dell'amore,nè il profumo divino ed etero bensì un afrodisiaco,l'essenza del piacere sessuale,l'aphros,il desiderio carnale,la libido guidata dal piacere che sconvolge i sensi di ogni essere umano,uomo o donna che sia privandoli di ogni forma di raziocinio.Questo è presente nell'orgia finale come a rappresentare l'edonismo che caratterizza la Francia di quel tempo ma anche la società di oggi che fa del piacere e delle soddisfazioni materiali il fine supremo della vita umana.Lì,di fronte al Paese che lo stava condannando a morte per i reati commessi,ma che una volta inebriato dall'essenza,finisce per acclamarlo e osannarlo come fosse un Dio creatore del profumo perfetto,egli diventa concio della propria imperfezione di uomo privo di sentimenti.Egli avrebbe potuto dominare il mondo intero ma nè il potere,nè la gloria avrebbero potuto offrirgli l'essenza del proprio essere,solo l'AMORE,tanto agognato,poteva farlo.Così ritorna al luogo in cui nacque,capovolge l'ampolla,versa goccia a goccia quel profumo che si confonde con le sue lacrime e si lascia morire "sbranato"dalle pulsioni cannibalesche di uomini e donne presenti.
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(di arien)
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rita branca
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mercoledì 18 settembre 2013
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il profumo estremo
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Profumo, storia di un assassino, film (2006) diretto da Tom Tyqwer, basato sul romanzo Profumo di Patrick Suskind, con Ben Whishow, Dustin Hoffman, Rachel Hurd-Wood.
Dalla prima all’ultima sequenza questo splendido film narra, attraverso la bella fotografia, la bravura espressiva degli interpreti ed una voce narrante esterna le tristi vicende di Jean Baptiste, una creatura sfortunata fin dalla nascita, quando neonato è abbandonato col cordone ombelicale ancora penzolante fra le frattaglie di pesce del mercato della Parigi settecentesca e deve affrontare una vita di angherie, in cui la sua sopravvivenza è continuamente messa in pericolo.
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Profumo, storia di un assassino, film (2006) diretto da Tom Tyqwer, basato sul romanzo Profumo di Patrick Suskind, con Ben Whishow, Dustin Hoffman, Rachel Hurd-Wood.
Dalla prima all’ultima sequenza questo splendido film narra, attraverso la bella fotografia, la bravura espressiva degli interpreti ed una voce narrante esterna le tristi vicende di Jean Baptiste, una creatura sfortunata fin dalla nascita, quando neonato è abbandonato col cordone ombelicale ancora penzolante fra le frattaglie di pesce del mercato della Parigi settecentesca e deve affrontare una vita di angherie, in cui la sua sopravvivenza è continuamente messa in pericolo.
Jean Baptiste, interpretato dal bellissimo e pieno di grazia Ben Whishaw, è però dotato da madre natura di un dono straordinario: un olfatto raffinatissimo che gli permette di percepire gli odori anche a grande distanza e costituisce di fatto la sua chiave di lettura della realtà. E’ grazie a questo che dopo essere stato venduto e trattato come uno schiavo, approda nel laboratorio di un profumiere italiano ormai in decadenza, riuscendo a sollevarne le sorti e apprendendo i segreti teorici dell’arte profumiera. E’ in questa fase che nasce il suo incontrollabile desiderio di catalogare ogni possibile profumo, estrarne l’essenza e riuscire a conservarla nel tempo senza fare distinzione fra mondo vegetale e animale. Egli tenta di applicare le sue capacità naturali e le nozioni teoriche apprese dai suoi maestri a tutto quanto colpisce il suo olfatto, inclusi un gatto e un certo numero di bellissime fanciulle, che nella sua semplicità mentale non appartengono a categorie diverse. Ciò, con lo sgomento dello spettatore che prende le distanze dal protagonista subito dopo il primo omicidio, lo porta ad impossessarsi degli oggetti di suo interesse (fiori, animali, fanciulle) ed a trattarli come si conviene per la preparazione delle essenze.
Jean Baptiste riesce a creare il bouquet desiderato attraverso la distillazione dei profumi delle belle fanciulle selezionate e sacrificate e lo usa soggiogando una folla e le maestranze riunite per assistere all’esecuzione della sua condanna, il che introduce il tema sempre attuale della manipolazione delle masse.
Bellezza e intensità sono rappresentate in maniera magistrale in questo film da non mancare.
Rita Branca
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ashtray_bliss
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sabato 26 luglio 2014
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profumi, ossessioni e crimini nel '700.
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Partendo dalla mia ferma convinzione che non e' necessario aver letto prima l'opera letteraria, poi vedere il film e successivamente giudicare/esprimere un opinione personale posso confermare che "profumo" e' indubbiamente un prodotto ambizioso, che pertanto, come molti altri prodotti (e profumi) dedicati alle masse si e' rivelato essere mediocre. L'ambientazione, fotografia, scenografia, costumi sono veramente accurati e sorregono bene il film, ma purtroppo il contenuto in se' tende a svanire poco a poco mentre scorre sullo schermo...proprio come la scia di un profumo.
La storia, di per se non risulta verosimile o alquanto credibile, ma al limite accetabile: Jean-Baptiste Grenouille e' un bambino che nasce con uno spiccato senso olfattivo: riesce a distinguire i benche' minimi odori tra loro, seppur non conoscendone i nomi, lui sa distinguerli, riconoscerli e col passare del tempo imparera' ad usarli e consevarli.
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Partendo dalla mia ferma convinzione che non e' necessario aver letto prima l'opera letteraria, poi vedere il film e successivamente giudicare/esprimere un opinione personale posso confermare che "profumo" e' indubbiamente un prodotto ambizioso, che pertanto, come molti altri prodotti (e profumi) dedicati alle masse si e' rivelato essere mediocre. L'ambientazione, fotografia, scenografia, costumi sono veramente accurati e sorregono bene il film, ma purtroppo il contenuto in se' tende a svanire poco a poco mentre scorre sullo schermo...proprio come la scia di un profumo.
La storia, di per se non risulta verosimile o alquanto credibile, ma al limite accetabile: Jean-Baptiste Grenouille e' un bambino che nasce con uno spiccato senso olfattivo: riesce a distinguire i benche' minimi odori tra loro, seppur non conoscendone i nomi, lui sa distinguerli, riconoscerli e col passare del tempo imparera' ad usarli e consevarli. Per lui, il dono olfattivo superiore a tutti gli altri esseri umani e' allo stesso tempo una benedizione e una maledizione, portandogli via progressivamente la lucidita' e trascinandolo in una spirale ossessiva per la realizzazione dell'essenza divina. Un profumo unico, un'essenza paradisiaca.
Ma il prezzo da pagare sara' alto. Il profumo perfetto costera' la vita di dieci innocenti fanciulle della borghesia francese di fine settecento.
Il film inizia con una sequenza alquanto accattivante e strana, ci troviamo a Parigi, ma come suggerisce la voce narrante la ville lumiere e' quanto di piu' lontano dalla credenze odierne. Si tratta di una citta' sporca, putrida, dominata da odori di vario genere ma prevalentemente dal fetore, del fango, delle miriadi di mercati all'aperto, della frutta e carne marcia, dei topi, degli escrementi umani e animali, delle carcasse marcite negli angoli delle strade. In un'ambiente simile nasce il protagonista Jean-Baptiste, che sin da subito riesce a percepire questa valanga di odori che non conosce e gli permettono di sopravvivere mentre contemporaneamente condannano letteralmente a morte la madre del piccolo.
Crescuto in un orfanotrofio e successivamente venduto come lavoratore di pelli, Jean Baptiste, perfeziona sempre di piu' il suo dono e cerca di sfruttarlo alla prima occasione data: l'arrivo in citta' per la consegna delle pelli. Da li' a breve sara' l'artefice del primo, involontario, omicidio di una ragazza della quale si senti' attratto dal suo profumo, dal suo personale odore. In quel preciso istante si accorgera' di voler aspirare a qualcosa di piu' che lavorare le pelli, a qualcosa che va' oltre l'effimera dimensione olfattiva. Jean Baptiste doveva diventare l'uomo in grado di conservare gli odori.
E se fin a questo punto la storia risulta originale e coinvolgente, inizia a perdere quota quando l'idea di conservare l'odore, diventa una ossessione e poi schiavitu' radicalmente consolidate nella mente geniale e satanica di Grenouille che riuscira' a imparare i segreti dell'arte profumiera (accanto ad un solido Dustin Hoffman nelle vesti di un famigerato profumiere italiano) e mettere a punto il suo piano.
Da Parigi fino a Grasse, luogo dove competera' la sua ambiziosa opera diabolica, Jean Baptiste si muove come un fantasma, pochissimi dialoghi, sguardi fissi, inespressivita' faciale. Le sue azione hanno luogo sotto gli occhi di tutti, ma nessuno se ne accorge. Crimini atroci e terribili ma nemmeno la benche' minima ombra cade su di lui. Ma proprio in quello si racchiude la chiave per capire il protagonista: un emarginato, un immagine avvilita di se stesso che concentra tutte le sue ambizioni e sforzi in un unico progetto, ma che porta avanti con grandissima cura e misticismo senza destare alcun sospetto.
Giunti alla fine, svelata la vera identita' di Grenouille e condannato a morte, sara' comunque salvato dal completamento della missione. L'essenza divina era racchiusa in un piccolo, discreto bociettino e al momento opportuno viene utilizzato da Grenouille davanti alla folla inferocita, regalando loro un'estasi divina, un distaccamento percettivo dalla realta' e un trasporto in una dimensione diversa, divina. E da assassino si trasforma in santo, in angelo, agli occhi della gente. Il profumo divino gli grazia la vita e come la voce narrante suggerisce, racchiude un potere immenso, incontenibile. Ma per Grenouille non sarebbe comunque cambiato niente. Non lo avrebbe reso un uomo capace di amare e farsi amare dagli altri, non gli avrebbe donato l'umanita' della quale era privo, l'empatia, la benevolenza. La sua esistenza era sempre passata inosservata per anni e cosi sarebbe proseguita. La scelta era quindi inevitabile, sparire insieme alla sua crezione piu' perfetta.
Contenuto accativante, ma forse non troppo coinvolgente. Ad un certo punto si segue la trama del film quasi sforzati, anche poiche' risulta prevedibile lo svolgersi degli eventi successivi (dall'arrivo di Grenouille a Grasse fino alla fine della pellicola).
Fotografia e scenografia, sicuramente impeccabili ed accurate. In particolar modo ho apprezzato il contrasto tra una Parigi cupa e buia, dipinta con tonalita' fotografiche scure (vestiti, ambientazioni etc.) e Grass, diametricalmente opposta: colorata, aperta, festosa.
Bilanciata l'interpretazione di Whishaw non cade mai in eccessi, forse pero' un po' troppo statica. Ben apprezzato il cammeo di Hoffman che ormai ci delizia a brevi ma intense apparizioni.
Forse l'unica ma essenziale pecca del film e' che punta troppo all'estetismo e all'esteriorita, mettendo in secondo piano la vera essenza di un film: il suo contenuto.
Godibile ma mediocre.
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bia
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domenica 24 settembre 2006
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sulla scia de il profumo
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Per chi ha letto il romanzo, un paragone è inevitabile e, pur riconoscendo che l'evocazione poetica del potere di un odore non ha lontanamente raggiunto i livelli sublimi del libro, lo trovo un esperimento abbastanza riuscito.
E' un film che lascia una forte impressione, e non sto parlando di raccapriccio o disgusto di fronte a certe immagini, ma del fatto che tutto quello che nel libro era lasciato alla voce interiore dei protagonisti viene affidato alla potenza evocatrice dell'immagine (per evitare che una voce narrante parlasse per quasi tutta la durata del film). E se nel libro, come per l'apprezzamento di un profumo, venivamo accompagnati lentamente alla percezione dell'odore per poi sentirne tutta la forza e ricordarne la sensazione, l'immagine ha una forza d’impatto più diretta; ciò può dare sensazioni diverse: a volte semplice stupore e meraviglia, altre volte orrore e raccapriccio (specie nella prima mezz'ora, quando viene mostrata quella specie di cloaca che era la Parigi del 700), talaltra il senso del ridicolo (onestamente la folla l'ho trovata comica più che inferocita e l'orgia piuttosto divertente invece che apocalittica.
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Per chi ha letto il romanzo, un paragone è inevitabile e, pur riconoscendo che l'evocazione poetica del potere di un odore non ha lontanamente raggiunto i livelli sublimi del libro, lo trovo un esperimento abbastanza riuscito.
E' un film che lascia una forte impressione, e non sto parlando di raccapriccio o disgusto di fronte a certe immagini, ma del fatto che tutto quello che nel libro era lasciato alla voce interiore dei protagonisti viene affidato alla potenza evocatrice dell'immagine (per evitare che una voce narrante parlasse per quasi tutta la durata del film). E se nel libro, come per l'apprezzamento di un profumo, venivamo accompagnati lentamente alla percezione dell'odore per poi sentirne tutta la forza e ricordarne la sensazione, l'immagine ha una forza d’impatto più diretta; ciò può dare sensazioni diverse: a volte semplice stupore e meraviglia, altre volte orrore e raccapriccio (specie nella prima mezz'ora, quando viene mostrata quella specie di cloaca che era la Parigi del 700), talaltra il senso del ridicolo (onestamente la folla l'ho trovata comica più che inferocita e l'orgia piuttosto divertente invece che apocalittica...). Lasciare che lo spettatore riesca a percepire, senza l'aiuto di dialoghi, i sentimenti del protagonista è la sfida ed il limite di questo film.
Il ritmo, e anche la cronologia degli eventi, sono, per ragioni di tempo, leggermente mutati ed accelerati rispetto al testo originale. Il secondo tempo ha i ritmi frenetici del thriller.
Devo dire che, superata la prima mezz'ora non convenzionale (Tykwer lascia sempre la sua impronta d’originalità), ci si lascia trasportare agevolmente nella storia anche se, all'inizio, si può avere l'impressione che sia più morbosa di quello che in realtà è: solo alla fine riusciamo a comprendere a pieno quella che era la vera aspirazione ed il cuore di Grenouille.
Il protagonista (quel Ben Whishaw che, ancora giovanissimo, aveva regalato alle scene di Londra un Amleto memorabile) è bravissimo, si è calato perfettamente nell'avvilimento e degradazione del suo personaggio (buono anche il doppiaggio) ed è riuscito a rimediare, con l’interpretazione muta ma efficace, a punti in cui la sola immagine poteva lasciare lo spettatore basito.
Nel primo tempo Dustin Hoffman è un'oasi di leggerezza in un'atmosfera altrimenti molto greve. Il personaggio più divertente del film ed è, come di consueto, un gran professionista: non esito a dire che sembra il profumiere Baldini uscito dal libro.
Alan Rickman (per una volta affrancato da ruoli d’ambiguo cattivo) giganteggia, sia fisicamente che per interpretazione, nel secondo tempo. E' l'antagonista dichiarato del protagonista, quello che intuisce la ragione dietro ai crimini.
Il personaggio è meno sfaccettato che nel libro: é un padre teneramente affezionato alla figlia (l'eterea Rachel Hurd-Wood) che vede, con disperazione, il pericolo farsi sempre più prossimo alla fanciulla.
E' un ruolo che non gli offre grandi battute (tranne un paio veramente meravigliose) e che, per lo più, lo vede esprimersi più con gesti contenuti ed intensi primi piani.
Un thriller atipico, con interpreti di classe e una regia originale. Non un film memorabile, forse, ma sicuramente uno dei più apprezzabili esperimenti cinematografici degli ultimi tempi.
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[+] profumo di bufala
(di citto)
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[+] sono d'accordo!
(di arien)
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lofamo
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mercoledì 21 ottobre 2015
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ricerca della perfezione
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Il film tratta della ricerca della perfezione. Tratta della natura del tecnico, della sua capacità di concentrazione e astrazione, del fascino e del pericolo di capacità nelle quali è possibile perdersi. E' un film coerente, geometrico, aperto a significati probabili ed è interessante il pretesto narrativo dell'esplorazione spinta del mondo dei profumi (ogni settore sarebbe plausibile) e dell'invenzione di una capacità sovraumana nel loro riconoscimento, nel culto e nell'estasi della scoperta.
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angela
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mercoledì 4 ottobre 2006
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l'importanza della forma
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In sé stesso è un film che potrebbe convincere. Bella fotografia, immagini che restano impresse nella mente, il grigio di una Parigi favolistica contrapposto al colore intenso dei fiori (il rosso acceso delle rose, il giallo primaverile dei narcisi, il blu dei campi di lavanda. Peccato che non si possa considerare e giudicare ignorando il romanzo di Suskind da cui è tratto, libro bellissimo, intenso, che fa vibrare il corpo per le molte sensazioni che evoca: odori, paura, repulsione...
Il film resta formalmente apprezzabile, ma è privo della forza del racconto da cui è tratto. Ed in questo confronto nulla resta dei profumi e degli odori intensi e formidabili che quelle pagine ci hanno fatto annusare.
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In sé stesso è un film che potrebbe convincere. Bella fotografia, immagini che restano impresse nella mente, il grigio di una Parigi favolistica contrapposto al colore intenso dei fiori (il rosso acceso delle rose, il giallo primaverile dei narcisi, il blu dei campi di lavanda. Peccato che non si possa considerare e giudicare ignorando il romanzo di Suskind da cui è tratto, libro bellissimo, intenso, che fa vibrare il corpo per le molte sensazioni che evoca: odori, paura, repulsione...
Il film resta formalmente apprezzabile, ma è privo della forza del racconto da cui è tratto. Ed in questo confronto nulla resta dei profumi e degli odori intensi e formidabili che quelle pagine ci hanno fatto annusare.
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