shostakovich
|
domenica 18 febbraio 2007
|
una "terza sinfonia" con qualche stecca
|
|
|
|
Inland Empire riprende il meccanismo narrativo di (almeno) due precedenti film di Lynch: Strade Perdute e Mulholland Drive. L'arcano è presto svelato: lo spettatore non deve lambiccarsi a ricostruire una trama tradizionalmente intesa, ma è sollecitato da mille piccoli "motivi" (ad es. il cacciavite, la lampada, numerose frasi ripetute, ecc.), che vanno a costituire altrettanti temi di una "sinfonia di immagini". In questo senso non ha significato chiedersi, al pari di quando si ascolta una sinfonia di Beethoven, quale sia la trama, e cosa voglia significare. E' importante che l'esperienza sensoriale (visiva o musicale) ci trasmetta qualcosa, ci arricchisca in qualche modo, ci comunichi un messaggio che non possa tradursi (o meglio ridursi) in parole.
[+]
Inland Empire riprende il meccanismo narrativo di (almeno) due precedenti film di Lynch: Strade Perdute e Mulholland Drive. L'arcano è presto svelato: lo spettatore non deve lambiccarsi a ricostruire una trama tradizionalmente intesa, ma è sollecitato da mille piccoli "motivi" (ad es. il cacciavite, la lampada, numerose frasi ripetute, ecc.), che vanno a costituire altrettanti temi di una "sinfonia di immagini". In questo senso non ha significato chiedersi, al pari di quando si ascolta una sinfonia di Beethoven, quale sia la trama, e cosa voglia significare. E' importante che l'esperienza sensoriale (visiva o musicale) ci trasmetta qualcosa, ci arricchisca in qualche modo, ci comunichi un messaggio che non possa tradursi (o meglio ridursi) in parole.
E sin qui le note positive: Lynch regista coraggioso, originale, inventore di un linguaggio personale, che crea film in grado di dire qualcosa (cosa assai rara di questi tempi!).
Ma il film ha anche (secondo il mio modesto parere) numerosi difetti.
Infatti Lynch appare forse affetto da una crisi di idee: vi sono situazioni ed atmosfere che ricordano sin troppo da vicino altri suoi film (da Velluto Blu a Strade Perdute a Mulholland Drive), vi è un gusto eccessivo per la ripetizione di gesti ed azioni, si percepisce qualche calo di tensione, ed una mano troppo restia a "tagliare" scene superflue.
Il tutto induce anche il fan più accanito del grande regista a chiedersi se questo film sia proprio necessario, se esso aggiunga o meno qualcosa alla poetica del suo autore; si può essere addirittura innervositi da quest'opera satura di autocitazioni e di azioni ripetute.
Per ora sospendo il giudizio: mi ripropongo di rivederlo almeno una volta!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a shostakovich »
[ - ] lascia un commento a shostakovich »
|
|
d'accordo? |
|
me
|
domenica 18 febbraio 2007
|
disorientante
|
|
|
|
Sicuramente questo film non può lasciare indifferenti, uscendo dalla sala ero dominato da un misto di emozini fra la noia e la rabbia per essere stato preso in giro!
Per alcuni aspetti Inland Empire mi ricorda "la montagna sacra" di Jodorowsky e "eraserhead" di Lynch, anche se a differenza di questo ultimo film di Lynch i due film che ho citato mi hanno estasiato!
Forse "l'impero della mente" vuole mettere in risalto l'assurdità di molta televisione e cinema spazzatura oggi molto diffuse, questa la sensazione che mi hanno dato le persone con la testa di coniglio che sono spettatori e malgrado ciò si sentono nello sfondo le risate finte delle situation commedy, come se in realtà fossero i protagonisti di uno spettacolo televisivo, con queste immagini Lynch vuole forse rappresentare la gente comune che diventa protagonista di trasmissioni tipo il grande fratello? Anche la scelta del regista di mostrare un film nel film in cui diventa impossibile stabilire quale sia il film girato e quale sia la vita dei protagonisti intervallanta dai loro sogni mi fa pensare che questo film contenga una critica all'attuale società mediatica e in questa ottica la decisione di fare un film lungo e noioso potrebbe non essere casuale.
[+]
Sicuramente questo film non può lasciare indifferenti, uscendo dalla sala ero dominato da un misto di emozini fra la noia e la rabbia per essere stato preso in giro!
Per alcuni aspetti Inland Empire mi ricorda "la montagna sacra" di Jodorowsky e "eraserhead" di Lynch, anche se a differenza di questo ultimo film di Lynch i due film che ho citato mi hanno estasiato!
Forse "l'impero della mente" vuole mettere in risalto l'assurdità di molta televisione e cinema spazzatura oggi molto diffuse, questa la sensazione che mi hanno dato le persone con la testa di coniglio che sono spettatori e malgrado ciò si sentono nello sfondo le risate finte delle situation commedy, come se in realtà fossero i protagonisti di uno spettacolo televisivo, con queste immagini Lynch vuole forse rappresentare la gente comune che diventa protagonista di trasmissioni tipo il grande fratello? Anche la scelta del regista di mostrare un film nel film in cui diventa impossibile stabilire quale sia il film girato e quale sia la vita dei protagonisti intervallanta dai loro sogni mi fa pensare che questo film contenga una critica all'attuale società mediatica e in questa ottica la decisione di fare un film lungo e noioso potrebbe non essere casuale.
Difficile interpretare questo film... Se un giorno troverò il coraggio lo rivedrò, però avrò bisogno di molto coraggio!!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a me »
[ - ] lascia un commento a me »
|
|
d'accordo? |
|
pierfrancesco
|
venerdì 16 febbraio 2007
|
finire in bellezza?
|
|
|
|
Beh, non si poteva che finire la carriera con una tela strappata e firmata e vedere se anche questa volta la gente sarebbe andata al cinema, vedere se anche questa volta i cinema avrebbero accettato un filmome da 3 ore con conseguenti poche proiezioni giornaliere.
Vedere, se anche questa volta ci fossero stati spettatori che con la speranza di capirci qualcosa rimanevano inchiodati alla poltrona fino alla fine dei titoli di coda, cosa che è successa e non solo a me.
Capisco che la logica si fotte nell'inconscio irrazionale e i capolavori si capiscono solo dopo 10 anni, ma questo è un flop pazzesco.
|
|
[+] lascia un commento a pierfrancesco »
[ - ] lascia un commento a pierfrancesco »
|
|
d'accordo? |
|
arietevivo
|
venerdì 16 febbraio 2007
|
inutile cercare signicati dove non esistono
|
|
|
|
Difficile da comprendere anche chi come me gode della viosione di un buon film. Le quasi 3 ore di film diventano interminabili e il pubblico ancke se animato da buona volonta e dalla spesa del biglietto non riesce a seguirlo tutto. Non sono rari i casi di abbandono della sala alla fine del primo tempo, cosa capitata ancke a me e a me sconosciuta. Per gli amanti della psicologia interattiva e per chi cerca o crede di trovare un significatO solo allo scorrere delle immagini e dei suoni. SAREBBE COMUNQUE CONSIGLIABILE LA PROIEZIONE NELLE ORE POMERIDIANE.
|
|
[+] lascia un commento a arietevivo »
[ - ] lascia un commento a arietevivo »
|
|
d'accordo? |
|
gillo
|
giovedì 15 febbraio 2007
|
un bidone allucinante
|
|
|
|
una visione interminabile e disturbante, inconcludente e incomprensibile. peccato per la bravissima laura dern. il vecchio linch ha chiuso la carriera volendo forse stupire gli spettatori, che invece si sentono solo presi in giro.
assolutamente sconsigliabile
[+] sconsigliato???
(di baddd)
[ - ] sconsigliato???
[+] gillo ti appoggio
(di pierfrancesco)
[ - ] gillo ti appoggio
|
|
[+] lascia un commento a gillo »
[ - ] lascia un commento a gillo »
|
|
d'accordo? |
|
kriss
|
mercoledì 14 febbraio 2007
|
lynch riconferma il suo straordinario talento.
|
|
|
|
Cos'è un "film capolavoro"? Un film che ci fa piangere ? ridere ? arrabbiare ? riflettere ? eccitare ? Un film che faccia tutte o alcune di queste cose assieme ?
Ognuno può rispondere a questa domanda in maniera assolutamente soggettiva.
Una cosa è certa però. Lynch nella sua (premiata) carriera ha fatto vedere di essere in grado di fare veramente di tutto e di saperlo fare molto bene. Non c'è bisogno di elencare i suoi capolavori. Chi segue Lynch sa benissimo di cosa parlo. E sa anche che questo regista/ricercatore non si è mai fermato ad uno stile o ad una sola modalità narrativa. Mi ricorda in questo, un certo Kubrick... (non sto cercando di paragonare i due)
A Picasso quando chiesero in tarda età quale fosse il quadro più bello a suo giudizio da lui stesso dipinto, lui rispose con assoluta naturalezza che il quadro era quello che stava dipingendo proprio in quel momento, perché in qualche modo conteneva tutti i suoi quadri precedenti.
[+]
Cos'è un "film capolavoro"? Un film che ci fa piangere ? ridere ? arrabbiare ? riflettere ? eccitare ? Un film che faccia tutte o alcune di queste cose assieme ?
Ognuno può rispondere a questa domanda in maniera assolutamente soggettiva.
Una cosa è certa però. Lynch nella sua (premiata) carriera ha fatto vedere di essere in grado di fare veramente di tutto e di saperlo fare molto bene. Non c'è bisogno di elencare i suoi capolavori. Chi segue Lynch sa benissimo di cosa parlo. E sa anche che questo regista/ricercatore non si è mai fermato ad uno stile o ad una sola modalità narrativa. Mi ricorda in questo, un certo Kubrick... (non sto cercando di paragonare i due)
A Picasso quando chiesero in tarda età quale fosse il quadro più bello a suo giudizio da lui stesso dipinto, lui rispose con assoluta naturalezza che il quadro era quello che stava dipingendo proprio in quel momento, perché in qualche modo conteneva tutti i suoi quadri precedenti.
Credo che questo sia il caso di questo incredibile esperimento visivo che è INLAND EMPIRE. Un non racconto. Lynch ha messo in piedi un'opera, straordinaria anche dal punto di visto tecnico, che FERMA la mente razionale. Non c'è una storia vera e propria da seguire, con le classiche regole a cui il cinema (Hollywoodiano in particolare) ci ha abituati. Gli attori, straordinari interpreti, si prestano con totale abbandono a questo esperimento. Ciò che ne consegue è un mantra visivo che mettendo la mente nel sacco, permette di dare libero sfogo a ciò che di più profondo si aggira nel momento della visione del film nella nostra coscienza. Chiaro che alcuni possano essere infastiditi dal film. Quando infatti la mente viene messa in scacco (in questo caso con un trucco di "non narrazione"), una reazione potente di rifiuto può essere assolutamente possibile, se non addirittura probabile.
Quello che consiglio a chi si appresta a vedere il film è di abbandonare all'ingresso della sala la presupponenza da critici che ormai affligge la quasi totalità del pubblico. Lasciatevi portare dalle immagini, e lasciate che le emozioni salgano in voi in un crescendo di certo effetto.
Se credete di andare a vedere un'opera semplice "tanto per passare una serata", lasciate proprio perdere. Andate a vedere un musical a teatro.
Un ultima considerazione riguardante la parte tecnica. Questo film è stato interamente girato in digitale. Per quanto le immagini a mio avviso non raggiungano i livelli di lirismo visivo di opere come LOST HIGHWAYS, quello che Lynch (anche come operatore di ripresa) è riuscito ad ottenere è assolutamente degno di nota. E soprattutto, a parte qualche esperimento di Von Trier, molto innovativo.
Ora vi lascio al piacere di godervi questa meraviglia. Sperando che almeno nella vostra città, la sala sia più decente di quella nella quale ho dovuto vedere il film. Scandaloso che in tutta Milano e provincia il film sia stato distribuito in una sola sala. WELCOME IN ITALY.
Kriss
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kriss »
[ - ] lascia un commento a kriss »
|
|
d'accordo? |
|
fabio piozzi
|
mercoledì 14 febbraio 2007
|
un opera 'oltre'
|
|
|
|
INLAND EMPIRE va oltre ogni concezione comunemente diffusa di cinema, dimostrando di essere il film più ‘avanti’ nel panorama cinematografico odierno. Il genio di Lynch ha partorito un’opera (riduttivo chiamarlo film) capace di esplorare i meandri reconditi della mente umana più di ogni altra pellicola vista precedentemente, ed in questo senso si proclama come la summa della filmografia del Nostro, racchiudendo elementi che vanno da Eraserhead a Mulholland Drive. Con quest’opera dà l’impressione di esser giunto al vertice di un processo più che ventennale e paradossalmente potrebbe concludere qui la sua carriera da regista lasciando parlare all’infinito le sue pellicole, ma speriamo che non sia così.
[+]
INLAND EMPIRE va oltre ogni concezione comunemente diffusa di cinema, dimostrando di essere il film più ‘avanti’ nel panorama cinematografico odierno. Il genio di Lynch ha partorito un’opera (riduttivo chiamarlo film) capace di esplorare i meandri reconditi della mente umana più di ogni altra pellicola vista precedentemente, ed in questo senso si proclama come la summa della filmografia del Nostro, racchiudendo elementi che vanno da Eraserhead a Mulholland Drive. Con quest’opera dà l’impressione di esser giunto al vertice di un processo più che ventennale e paradossalmente potrebbe concludere qui la sua carriera da regista lasciando parlare all’infinito le sue pellicole, ma speriamo che non sia così.
Sarebbe riduttivo e fuori luogo analizzare i singoli elementi del film, come l’uso del digitale, la recitazione degli attori o il sonoro, perché i canoni utilizzabili con qualsiasi altro film in questo caso non sono applicabili, il film va vissuto nella sua interezza fino a fargli prendere il sopravvento. Non cerchiamo di dargli un senso univoco, ognuno può cercare e trovare il proprio senso (la logica?), in un film che rifiuta a priori ogni univocità.
Quest’opera fra decenni verrà considerata fra i capisaldi del Cinema, al pari dei capolavori delle avanguardie europee e russe, al pari di opere di O. Welles e compagnia bella (e non mi sento di spararla grossa). Un film difficile, non per tutti, ma sicuramente ‘oltre’ in ogni senso: un’esperienza alla ricerca del proprio impero della mente.
[-]
[+] ma che ti sei bevuto???
(di montalbano)
[ - ] ma che ti sei bevuto???
|
|
[+] lascia un commento a fabio piozzi »
[ - ] lascia un commento a fabio piozzi »
|
|
d'accordo? |
|
agato
|
mercoledì 14 febbraio 2007
|
inside
|
|
|
|
Entrare nella mente della protagonista credo sia impresa ardua per qualsiasi regista....ieri sera credo di aver visto le sue viscere il suo dolore insieme alle sue angoscie....
un film da vedere più di una volta credo per capire a fondo cosa regola la mente di Laura (peccato per le nomination all'oscar come migliore attrice ormai troppo tardi magari l'anno prossimo)
|
|
[+] lascia un commento a agato »
[ - ] lascia un commento a agato »
|
|
d'accordo? |
|
linch oluc
|
mercoledì 14 febbraio 2007
|
rivoglio i soldi!!
|
|
|
|
LINCH CI HA PRESO PEWR IL C
|
|
[+] lascia un commento a linch oluc »
[ - ] lascia un commento a linch oluc »
|
|
d'accordo? |
|
orson
|
martedì 13 febbraio 2007
|
che lo si voglia o meno, questo film è un capolavo
|
|
|
|
Oh sinnerman, where you gonna run to
Sinnerman, where you gonna run to
Where you gunna run to
All on that day
(Nina Simone – Sinnerman)
Con INLAND EMPIRE ci troviamo dalle parti di Mullholland Drive (2001) e Lost Highway (Strade perdute, 1997) ma con la provocatoria vena avanguardista dell'esordio (Eraserhead, 1977).
INLAND EMPIRE è una caleidoscopica collezione di immagini legate fra loro alla maniera degli elementi che compongono un sogno (come pure degli incubi). Sogni, incubi, psiche, mente... l'oggetto non è definibile ma collocabile: inland, all'interno. Ma di cosa? Il distributore italiano al solito si intromette gettando luce su d'un titolo completamente oscuro (letteralmente oscuro se si pensa ai titoli di testa dove dal nero assoluto del quadro emerge la scritta INLAND EMPIRE illuminata da un esile fascio di luce); “L'impero della mente” è una didascalia che vuole instradare lo spettatore su d'una via interpretativa perturbante ma rassicurante.
[+]
Oh sinnerman, where you gonna run to
Sinnerman, where you gonna run to
Where you gunna run to
All on that day
(Nina Simone – Sinnerman)
Con INLAND EMPIRE ci troviamo dalle parti di Mullholland Drive (2001) e Lost Highway (Strade perdute, 1997) ma con la provocatoria vena avanguardista dell'esordio (Eraserhead, 1977).
INLAND EMPIRE è una caleidoscopica collezione di immagini legate fra loro alla maniera degli elementi che compongono un sogno (come pure degli incubi). Sogni, incubi, psiche, mente... l'oggetto non è definibile ma collocabile: inland, all'interno. Ma di cosa? Il distributore italiano al solito si intromette gettando luce su d'un titolo completamente oscuro (letteralmente oscuro se si pensa ai titoli di testa dove dal nero assoluto del quadro emerge la scritta INLAND EMPIRE illuminata da un esile fascio di luce); “L'impero della mente” è una didascalia che vuole instradare lo spettatore su d'una via interpretativa perturbante ma rassicurante. Inland di cosa? Della “mente” è davvero la risposta più rassicurante alla quale possiamo giungere...
Per comprendere l'oggetto in questione, o quanto meno per provare a smontare un qualcosa che somiglia alle costruzioni impossibili di Escher, prendiamo in esame un elemento isolato del corpo (autopsia critica) e compiamo una piccola analisi attorno ad esso. I TITOLI DI CODA sembrano quasi un elemento estraneo al film perchè riaffiorano da una dissolvenza a nero piuttosto lunga che sembra dare l'impressione che il film sia forse già finito. Questo pone una soglia fra questa sequenza ed il resto del film. Laura Dern è seduta sul divano evocato a mò di profezia all'inizio del film, insieme all'inquietante donna che (sempre) all'inizio della storia la mette in guardia su quel che si cela nel suo futuro. Un gruppo di ragazze balla ed una di loro canta in playback la canzone di Nina Simone intitolata “Sinnerman” (peccatore). Nella stanza è come se ci fossero tutti i personaggi dei film di Lynch, c'è addirittura l'attrice Laura Harring (Rita in Mullholland Drive) che sorride a noi poveri spettatori come se niente fosse. Un luogo simile, assoluto e atemporale, era la loggia (quella coi drappi rossi alle pareti, il pavimento a quadri bianchi e neri e con il nano che parlava al contrario come sindaco) della serie tv Twin Peaks replicata in Twin Peaks – Fuoco cammina con me, luogo terribile e sublime entro il quale aveva accesso il solo tenente Cooper che grazie alla pratica della meditazione trascendentale era in grado di comunicare con forze ultra-terrene (su questo, in relazione alla funzione deviante, perchè rassicurante, della didascalia voluta dal distributore tornerò in seguito).
Profusione di luci intermittenti, sincronizzazione audio-visiva perfetta. Il playback nel cinema di David Lynch è una struttura ricorrente, marca autoriale che corre sottotraccia in tutta la sua filmografia e che qui addirittura chiude la più geroglifica delle sue regie. Non è un dettaglio di poco conto perchè il playback nel cinema di Lynch coincide con sequenze di sospensione temporale dove la comprensione delle trame interne al film riesce ad emergere in maniera assai chiara. Lampi di cinema a fortissimo gradiente semantico, assonanze di senso capaci di premiare lo spettatore rapito dalle montagne russe della comprensione d'un testo sfuggente.
continua su KULTURADIMAZZA
http://kulturadimazza.ilcannocchiale.it
[-]
|
|
[+] lascia un commento a orson »
[ - ] lascia un commento a orson »
|
|
d'accordo? |
|
|