pippo
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domenica 11 febbraio 2007
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pessimo
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Premessa: ho amato MullHolland Drive e da sempre il cinema visionario di David Lynch
Ritengo invece questo film Irritante, monotono, autocompiacente fino a divenire ridicolo. Altro che "Corazzata Potemkin", questa , caro Fantozzi, è una vera c. pazzesca!!!!!!!!
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redskin
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domenica 11 febbraio 2007
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ridicolo
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Premessa: ho amato MullHolland Drive e da sempre il cinema visionario di David Lynch
Ritengo invece questo film Irritante, monotono, autocompiacente fino a divenire ridicolo. Altro che "Corazzata Potemkin", questa , caro Fantozzi, è una vera c. pazzesca!!!!!!!!
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luca
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sabato 10 febbraio 2007
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mythos & logos a holliwood boulevard
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Chissà, forse prima di accendere il fuoco, prima di scorrazzare sulla ruota, l'uomo delle caverne fu costretto a seguire diversi sentieri, disegnare diverse tracce, linee della mente, per così dire, differenti fra loro. in effetti può essere che esistano diversi modi di percorrere le stanze dell'immaginario,e che ci sia stata (forse) una selezione di esse, alla fine una, sola, una dialettica sia imposta sulle altre, e abbia vinto la conquista, la territorializzazione della nostra mente. almeno sui più di noi, e comunque non totalmente. Forse quello che chiamiamo inconscio é molti inconsci, molti sensi, che, di fatto, sono paragonabili in tutto é per tutto al nostro, sono logiche 'altre', associazioni mentali altre, e infinite catene di queste associazioni, ed immagini legate fra di loro all'infinito.
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Chissà, forse prima di accendere il fuoco, prima di scorrazzare sulla ruota, l'uomo delle caverne fu costretto a seguire diversi sentieri, disegnare diverse tracce, linee della mente, per così dire, differenti fra loro. in effetti può essere che esistano diversi modi di percorrere le stanze dell'immaginario,e che ci sia stata (forse) una selezione di esse, alla fine una, sola, una dialettica sia imposta sulle altre, e abbia vinto la conquista, la territorializzazione della nostra mente. almeno sui più di noi, e comunque non totalmente. Forse quello che chiamiamo inconscio é molti inconsci, molti sensi, che, di fatto, sono paragonabili in tutto é per tutto al nostro, sono logiche 'altre', associazioni mentali altre, e infinite catene di queste associazioni, ed immagini legate fra di loro all'infinito. il conscio é uno, gli inconsci sono molti. Nononstante ciò noi abbiamo un'ossessione e cioé quella di inventare storie, ci hanno educati ad ascoltare o a vedere qualcosa in cui noi possiamo scorgere una coerenza, che però é, partendo da questi presupposti, sempre un'unica identica coerenza, e ci é quasi impossibile immaginare un'altra coerenza (o quasi). Mentre invece le coerenze, i fili della mente, sono tanti.
é un ossessione certo, anche se, ed é questo il problema, noi non andiamo al cinema, per ricostruire i fatti: non andiamo certo al cinema per poterci assicurare che ogni film abbia una sua coerenza e cioé che biancaneve dopo aver mangiato la mela si svegli in ogni film su biancaneve. Al contrario ci andiamo per provare piacere, per godere di qualcosa .Eppure abbiamo bisogno di coerenza, perché? forse il piacere ha bisogno di spiegazioni? allora si può dire che il nostro rapporto con le storie é come quello del masochista col sesso, e cioé abbiamo bisogno di ammanettarci, abbiamo bisogno di una metrica, un vincolo entro il quale gestire il piacere, altrimenti non lo riconosciamo e non lo proviamo, il piacere. più riduci il campo e più vedi che la mente é vincolata a questo logos, questa coerenza che noi pretendiamo, e che diamo per scontata, ma che a pensarci bene, non é così ovvia. il punto é che il logos viaggia solitario, come un cacciavite piantato nei fianchi di un'attrice , mentre invece tutte le logiche che noi abbiamo represso sono intrecciate, rinchiuse dietro la porta col numero 47. esse sono il linguaggio del mito.
che forse la maggior parte dei gesti che facciamo per provare piacere hanno un senso e allora perché un film dovrebbe avere senso?
il punto é che questo film un senso ce l'ha. ha il senso propriamente inteso e cioé come piacere, come 'senso'. é sicuramente tra i film più liberi dal logos di david lynch ma forse proprio per questo il più 'codificabile' in qualche modo. é un' opera surrealista. mai come prima, mi pare, i film di lynch aveva dei rimandi freudiani così precisi: le lingue straniere in psicanalisi sono associate al rapporto col padre, e che il film simboleggi i complessi primari é più che evidente. surreale in tutto é per tutto non lo era mai stato lynch, forse in eraserhead, sarà un percorso. Io credo poi che la scena dei titoli di coda del film così come quella dei titoli di testa di Muloholland dr. riflettano la struttura del film lynchano.Immaginate una stanza piena di oggetti meravigliosi. questi oggetti sono punti di snodo delle logiche diverse di cui ho parlato su, delle icone, figurate nel film di lynch da persone che ballano, perché esse vanno in direzioni diverse.
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pitulo
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sabato 10 febbraio 2007
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un'esperienza incredibile.....
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Peccato che sia in programmazione solo nella grandi città e la gente si debba fare chilometri per vedere un film di un regista che ha fatto il suo "primo film"...
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mark
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sabato 10 febbraio 2007
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senza parole!
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3 ore, sono lunghe a passare! Spesso al cinema volano via, inseguendo trame e personaggi.
Qui credo che il regista si proponga un rimpiattino con lo spettatore, ma il gioco si fà barocco, stucchevole e dispersivo, un gioco di specchi che non porta da nessuna parte, e che credo renda faticoso lo scorrere del tempo.
3 ore sono molte, e in uno spazio così dilatato si potrebbe raccontare di tutto, tanto vale farlo bene, raccontarlo bene.
Conosco poco il regista, è vero, ma anche se questo film non fosse trama o romanzo, ma piuttosto "esperienza sensoriale" (tra l'altro, bel modo di esprimere la cosa, anche andare in bagno è un esperienza sensoriale, e almeno non costa 7 euro) andiamo a vedere cosa lascia:
perplessità, fastidio, nonsense.
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3 ore, sono lunghe a passare! Spesso al cinema volano via, inseguendo trame e personaggi.
Qui credo che il regista si proponga un rimpiattino con lo spettatore, ma il gioco si fà barocco, stucchevole e dispersivo, un gioco di specchi che non porta da nessuna parte, e che credo renda faticoso lo scorrere del tempo.
3 ore sono molte, e in uno spazio così dilatato si potrebbe raccontare di tutto, tanto vale farlo bene, raccontarlo bene.
Conosco poco il regista, è vero, ma anche se questo film non fosse trama o romanzo, ma piuttosto "esperienza sensoriale" (tra l'altro, bel modo di esprimere la cosa, anche andare in bagno è un esperienza sensoriale, e almeno non costa 7 euro) andiamo a vedere cosa lascia:
perplessità, fastidio, nonsense..
Possibile che sia ciò che il regista si prefiggeva, ma personalmente ciò che ho imparato è a informarmi per bene riguardo al regista e a impegnare 3 ore di "esperienza sensoriale" in altre cose.
Dietro di me, al cinema, qualcuno ha preso sonno.
Beati loro!
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marco
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sabato 10 febbraio 2007
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più che un film, un'esperienza
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Un film da girare. Un'attrice che deve interpretare il ruolo di una donna fedigrafa, ma finisce con il tradire realmente il proprio marito. Un mistero e un mistero che avvolgono questo film [i]Il buio cielo del domani[/i], remake di una pellicola mai portata a termine, causa morte dei due attori protagonisti. La trama di INLAND EMPIRE è comunque un semplice pretesto; un punto di partenza da cui si sviluppa un viaggio allucinato nella psiche, nell'inconscio; nei sogni e nelle paure; nei desideri e nei ricordi. Una vera e propria odissea mentale e fisica quella dell'attrice Nikki Grace (una grandissima Laura Dern) che altro non è che un libero flusso di pensiero, immagini e suoni che prendono diverse direzioni.
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Un film da girare. Un'attrice che deve interpretare il ruolo di una donna fedigrafa, ma finisce con il tradire realmente il proprio marito. Un mistero e un mistero che avvolgono questo film [i]Il buio cielo del domani[/i], remake di una pellicola mai portata a termine, causa morte dei due attori protagonisti. La trama di INLAND EMPIRE è comunque un semplice pretesto; un punto di partenza da cui si sviluppa un viaggio allucinato nella psiche, nell'inconscio; nei sogni e nelle paure; nei desideri e nei ricordi. Una vera e propria odissea mentale e fisica quella dell'attrice Nikki Grace (una grandissima Laura Dern) che altro non è che un libero flusso di pensiero, immagini e suoni che prendono diverse direzioni. Un flusso selvaggio e inarrestabile, non lineare, soggetto alle più svariate interpretazioni, intuizioni ed emozioni personali. E' praticamente impossibile dare una spiegazione univoca di ciò che si vede; sia per limiti oggettivi, sia perchè non è questo lo scopo del film. Un'apertura sensoriale a trecentosessanta gradi e una liberazione creativa che rimette in discussione tutti i canoni e lo schematismo dell'arte cinematografica, dando vita qualcos'altro. La rappresentazione di un incubo, di un mondo onirico che non ha freni inibitori e che quindi in tal modo deve essere rappresentato. Tutto realizzato da Lynch in modo esemplare, con una suggestione e un fascino quasi unici. Un'opera che parla di sogni, vita e finzione, non come elementi tra di loro separati, ma anzi compenetranti; l'uno indispensabile all'altro. La televisione diventa specchio di ciò che ci circonda; un ritratto di una società disumanizzata ed in questo è significativa la ripresa dei [i]Rabbits[/i], così come delle risate pre-registrate che cadono su parti del discorso morte o che non dovrebbero suscitare la minima ilarità. Il cinema come unico mezzo per poter rappresentare questo flusso di idee. Ma soprattutto la convinzione che cinema e vita siano un'unica realtà: la realtà influenza il cinema esattamente come il cinema influenza la realtà. In questo senso è esemplificativa la vicenda di base: un soggetto cinematografico trova applicazione nella vita vera, tanto più che la stessa protagonista non riesce più a distinguere questi due universi. E di questo inganno sono ovviamente vittime anche gli spettatori. Nikki/Susan che si accascia a terra e muore in mezzo all'immondizia tra due barbone che parlano come se nulla fosse; noi siamo convinti che il film INLAND EMPIRE finisca in quel momento, ma un movimento di macchina ci mostra a sua volta una macchina da presa. E' l'inganno del cinema. E la conclusione non può che provocare disorientamento in ogni caso, sia che si sia amato o si sia odiato ciò che si è appena visto. Più che un film, un'esperienza: unica, emozionante e spiazzante.
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paolo ingraito
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sabato 10 febbraio 2007
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solo forma
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Non so, a differenza dei lavori passati, questo film mi sembra soltanto un collage di idee (geniali) abbastanza abusate. Amo di Lynch la rappresentazione del soggettivo, il fatto che lo spettatore prova e vede tutto ciò che la protagonista prova e vede; questo rende i suoi film meravigliosi. Ma... 3 ore di un film così sono un po' troppi; si poteva glissare sui discorsi stucchevoli, sulle pause forzate, che, se all' inizio creano una giusta tensione emotiva nello spettatore, verso la fine irritavano e basta. Non è possibile che la NOIA sia l' elemento più caratterizzante del film.
Il bello di un film come Eraserhead è anche nella capacità con cui Lynch è riuscito a sintetizzare in soli 90 minuti un mondo di sensazioni soggettive.
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Non so, a differenza dei lavori passati, questo film mi sembra soltanto un collage di idee (geniali) abbastanza abusate. Amo di Lynch la rappresentazione del soggettivo, il fatto che lo spettatore prova e vede tutto ciò che la protagonista prova e vede; questo rende i suoi film meravigliosi. Ma... 3 ore di un film così sono un po' troppi; si poteva glissare sui discorsi stucchevoli, sulle pause forzate, che, se all' inizio creano una giusta tensione emotiva nello spettatore, verso la fine irritavano e basta. Non è possibile che la NOIA sia l' elemento più caratterizzante del film.
Il bello di un film come Eraserhead è anche nella capacità con cui Lynch è riuscito a sintetizzare in soli 90 minuti un mondo di sensazioni soggettive.
(bella però la parodia della sit-com americana, con le risate che partono a caso sulle battute degli attori).
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masaccio82
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venerdì 9 febbraio 2007
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unico
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mi sento proprio un privilegiato ad avere avuto l'opportunità di vedere questo film - vista la manciata di copie distribuite in Italia - . Credo che lo rivedrò, magari la prossima settimana
un consiglio: lasciatevi trasportare dalle immagini e dai sensi
perchè a me pare proprio che il grande cineasta abbia voluto trattare il tema del rapporto percettivo tra lo schermo e il fruitore lanciando una carrellata di immagini, di flashback di continui rimandi che catapultano l'opera in un mondo in bilico tra metafisica e surrealismo. Complimenti Lynch e grazie mille
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eraserhead eraserculture
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venerdì 9 febbraio 2007
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distribuzione disturbante e sconvolgente
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Non posso recensire un film che nella mia regione non viene proiettato in nessun cinema nel giorno dell'uscita nazionale!!!!! Sto aspettando da anni questo nuovo lavoro di Lynch e nonostante mi fossi convinto che l'avrebbero proiettato anche in questo schifo di regione chiamata Abruzzo nisba!!!!Solo 17 sale sul territorio nazionale? Non mi meraviglio che la cultura alta in Italia sia rappresentata dalla Bellucci che galoppa uno Scamarcio che finge di essere paraplegico....
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(di breakingballs)
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coniglio gigante
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giovedì 8 febbraio 2007
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una manciata di copie nei cinema
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ho letto che il film uscirà in una manciata di copie sparse per tutta Italia.
Se (come è probabile) domani nella mia città non uscirà vado ad aspettare David Lynch sotto casa con un bastone.
La colpa non è sua dopotutto ma della Bim ma l'attesa per questo film è stata così lunga che vederselo sfumare così fra le mani è un dolore troppo grande.
che esca anche solo per un giorno ma che esca!
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(di furio)
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