marcel proust
|
sabato 3 marzo 2007
|
alla ricerca del tempo perduto
|
|
|
|
Dell'universo abbiamo solo visioni informi, frammentate, che completiamo con associazioni di idee arbitrarie, creatrici di suggestioni pericolose.
|
|
[+] lascia un commento a marcel proust »
[ - ] lascia un commento a marcel proust »
|
|
d'accordo? |
|
stemar
|
venerdì 2 marzo 2007
|
i sogni anche se non comprensibili sono precisi.
|
|
|
|
La storia c'è. Ed è perfetta. nulla è lasciato al caso, simbologia compresa. Una donna e un uomo, polacchi, un marito e una moglie. Lui all'insaputa di lei è sterile. Il vero dramma accade quando lei confessa al marito di essere incinta, al che lui le rivela la sua sterilità. Lei infatti aveva una relazione extraconiugale con Billy. Lui parte con un gruppo di circensi e attraverso la magia di uno di essi, denominato fantasma, una donna qualunque viene ipnotizzata e mandata ad uccidere con un cacciavite la moglie.
A questo punto parte la trasfigurazione della donna morente che proietta, nel momento del trapasso, la sua vita nella facoltosa e borghese hollywood e Laura Dern può essere una bella e ricca attrice che sta per mettere in scena il remake della sua vita vera, un film mai completato per la morte dei protagonisti.
[+]
La storia c'è. Ed è perfetta. nulla è lasciato al caso, simbologia compresa. Una donna e un uomo, polacchi, un marito e una moglie. Lui all'insaputa di lei è sterile. Il vero dramma accade quando lei confessa al marito di essere incinta, al che lui le rivela la sua sterilità. Lei infatti aveva una relazione extraconiugale con Billy. Lui parte con un gruppo di circensi e attraverso la magia di uno di essi, denominato fantasma, una donna qualunque viene ipnotizzata e mandata ad uccidere con un cacciavite la moglie.
A questo punto parte la trasfigurazione della donna morente che proietta, nel momento del trapasso, la sua vita nella facoltosa e borghese hollywood e Laura Dern può essere una bella e ricca attrice che sta per mettere in scena il remake della sua vita vera, un film mai completato per la morte dei protagonisti. Dietro gli occhi piangenti della ragazza davanti alla TV ritroviamo l'assassina ipnotizzata che segue una sit-com nella stanza 47, in cui i conigli trasfigurati sono i tre personaggi che l'avvicinano e la manipolano (li vediamo verso la fine intorno ad un tavolo) e rivive il suo drammatico ruolo senza consapevolezza.
Ma il vero "impero della mente" ha una falla, come in Matrix, si tratta di un' apertura spazio-temporale è la porta AXX NN situata dietro la piazza del mercato, che può essere identificato come la via buia dietro il mondo di cartone di Hollywood, attarverso questa porta Laura Dern può finalmente sorprendere se stessa in procinto di mettere in scena il film-remake. Vi interessa sapere come va a finire???
[-]
[+] buono
(di dale cooper)
[ - ] buono
[+] mah..
(di berto)
[ - ] mah..
|
|
[+] lascia un commento a stemar »
[ - ] lascia un commento a stemar »
|
|
d'accordo? |
|
francesco spinucci
|
venerdì 2 marzo 2007
|
i labirinti narrativi non hanno vie d'uscita
|
|
|
|
La rappresentazione cinematografica è un artificio complesso, al quale, attraverso un duro lavoro di taglia e cuci in fase di montaggio, viene conferita una coerenza temporale che ne rende possibile la comprensione. Nelle opere di David Lynch l'impressione è che il regista non si preoccupi più di tanto di questo aspetto, al quale è strettamente vincolata la fruizione dello spettatore: le sequenze temporali vengono scomposte e ricomposte secondo criteri personali, e il risultato che si offre al pubblico è interpretabile secondo paradigmi differenti. Inland Empire non rispetta la struttura compositiva imposta dal buon senso, anzi si prende gioco di essa, evidenziandola in modo caricaturale ogni qual volta vi faccia ricorso.
[+]
La rappresentazione cinematografica è un artificio complesso, al quale, attraverso un duro lavoro di taglia e cuci in fase di montaggio, viene conferita una coerenza temporale che ne rende possibile la comprensione. Nelle opere di David Lynch l'impressione è che il regista non si preoccupi più di tanto di questo aspetto, al quale è strettamente vincolata la fruizione dello spettatore: le sequenze temporali vengono scomposte e ricomposte secondo criteri personali, e il risultato che si offre al pubblico è interpretabile secondo paradigmi differenti. Inland Empire non rispetta la struttura compositiva imposta dal buon senso, anzi si prende gioco di essa, evidenziandola in modo caricaturale ogni qual volta vi faccia ricorso. Anche i continui riferimenti meta-fisici e meta-cinematografici, quando non svolgono un ruolo decisivo nella tessitura della trama, sono utilizzati in qualità di espedienti narrativi con una certa sfacciataggine, talvolta, a mio avviso, con l'intento di fuorviare l'attenzione del malcapitato spettatore,per disorientarne l'interpretazione. L'incalzare della violenza audiovisuale, nelle inquadrature e nei cambi-scena, spesso si sostituisce ad una spiegazione logica degli eventi che si susseguono, apparentemente senza giustificazione. I protagonisti di Inland Empire (Nikki/Laura Dern e Devon/Justin Theroux) sono due attori coinvolti loro malgrado in un incubo multiplanare composto principalmente di quattro elementi: la vita reale; il remake del regista Jeremy Irons in cui devono recitare Nikki e Devon; il film originale mai portato a termine per la morte degli attori; la storia popolare zingaro-polacca che ha ispirato i film e che si dice porti sventura. Questi piani temporali e spaziali, che per i primi minuti del film ci illudiamo di poter tenere separati tra di loro, a un certo punto sembrano moltiplicarsi ed intrecciarsi in legami che non verranno mai chiariti: i personaggi si scambiano di ruolo, vengono ipnotizzati,sognano, muoiono. Gli innesti visivi che esibiscono le allucinazioni dei personaggi, ed il sottofondo sonoro costantemente cupo, vibrante, tragico, anche nei rari momenti di esultanza dei protagonisti indirizzano l'attenzione del pubblico verso ramificazioni della storia che non portano da nessuna parte. Siamo in presenza di un labirinto narrativo completamente interiore, provvisto di molteplici vie d'accesso ma privo di vie d'uscita. Nonostante sullo sfondo rimanga la sensazione di una burla del regista ai danni dei suoi pedanti seguaci (maniaci dell'assurdo,intellettualoidi e retori del paradosso),Inland Empire si presenta come un problematico coagulo di senso, di materia visiva e sonora, dal fascino innegabile: poichè siamo al cospetto di una spirale indisciplinata, e non di una narrazione lineare o circolare, è bene tenere all'erta i sensi e ben desta l'immaginazione produttiva.
[-]
[+] d'accordo
(di adelaide)
[ - ] d'accordo
[+] si ottima recensione!!
(di furettorosso)
[ - ] si ottima recensione!!
[+] eh?
(di thira)
[ - ] eh?
[+] bravo, ma dimentichi...
(di guido zichichi)
[ - ] bravo, ma dimentichi...
[+] non l'ho dimenticato
(di francesco spinucci)
[ - ] non l'ho dimenticato
[+] assolutamente sconvolgente
(di roberto)
[ - ] assolutamente sconvolgente
|
|
[+] lascia un commento a francesco spinucci »
[ - ] lascia un commento a francesco spinucci »
|
|
d'accordo? |
|
federico
|
mercoledì 28 febbraio 2007
|
non esageriamo
|
|
|
|
Sicuramente un bel prodotto, ma stavolta Lynch ha tritato solo un pò di vecchie esperienze. Dalla critica al mondo di Hollywood e alle lesbiche di Mulholland, all'uomo coniglio di heraserhead, al sogno amaramente contraddetto dalla realtà ecc... ecc... Tutte le sue più belle idee ripescate e frullate insieme. Trama pretestuosa e compiaciuta nella sua cripticità: una prostituta dell'est si trasferisce a hollywood in cerca di fama nel mondo del cinema, ma i suoi fantasmi giovanili le rinfacciano continuamente nella maturità il suo debito con la sua coscienza. E poi Lynch ci viene a raccontare che "non esiste una spiegazione", compiacendosene e pensando che noi poveri idioti non possiamo comprendere i disegni della sua mente superiore.
[+]
Sicuramente un bel prodotto, ma stavolta Lynch ha tritato solo un pò di vecchie esperienze. Dalla critica al mondo di Hollywood e alle lesbiche di Mulholland, all'uomo coniglio di heraserhead, al sogno amaramente contraddetto dalla realtà ecc... ecc... Tutte le sue più belle idee ripescate e frullate insieme. Trama pretestuosa e compiaciuta nella sua cripticità: una prostituta dell'est si trasferisce a hollywood in cerca di fama nel mondo del cinema, ma i suoi fantasmi giovanili le rinfacciano continuamente nella maturità il suo debito con la sua coscienza. E poi Lynch ci viene a raccontare che "non esiste una spiegazione", compiacendosene e pensando che noi poveri idioti non possiamo comprendere i disegni della sua mente superiore. Molto simile a Mulholland drive come trama. Troppo lungo, troppo compiaciuto, troppo sopra le righe... Certo siamo ben al di sopra dello standard da sala cinematografica di qs tempi, però non siamo certo ai livelli di strade perdute e mulholland drive.... Cmq da vedere. Non tra i migliori film del regista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a federico »
[ - ] lascia un commento a federico »
|
|
d'accordo? |
|
giuseppe marino
|
martedì 27 febbraio 2007
|
anche i morti sognano
|
|
|
|
Il vecchio Bukowski avrebbe definito “troppo sensibili” molti rappresentanti della critica e del pubblico cinematografico. Persone che hanno una paura fottuta di potersi annoiare al cinema, di non comprendere ogni passaggio narrativo, di trovarsi di fronte a ripetizioni, digressioni, mutismi. Il cinema non deve necessariamente divertire, coinvolgere, distrarre. In fondo nessuno dà per scontato di dover spegnere il cervello quando vede una mostra, o ascolta un concerto, o legge un saggio. Lo fa per acquisire qualcosa e, quando va bene, per provare piacere. Con Inland Empire Lynch accentua l’elemento puramente visivo e la costruzione onirica che infettano in maniera più o meno profonda gran parte delle sue opere, restituendo quello che è sia il suo film più personale, in quanto espressione di un talento meramente cinematografico, sia quello meno originale, in quanto approfondimento di suggestioni già proposte.
[+]
Il vecchio Bukowski avrebbe definito “troppo sensibili” molti rappresentanti della critica e del pubblico cinematografico. Persone che hanno una paura fottuta di potersi annoiare al cinema, di non comprendere ogni passaggio narrativo, di trovarsi di fronte a ripetizioni, digressioni, mutismi. Il cinema non deve necessariamente divertire, coinvolgere, distrarre. In fondo nessuno dà per scontato di dover spegnere il cervello quando vede una mostra, o ascolta un concerto, o legge un saggio. Lo fa per acquisire qualcosa e, quando va bene, per provare piacere. Con Inland Empire Lynch accentua l’elemento puramente visivo e la costruzione onirica che infettano in maniera più o meno profonda gran parte delle sue opere, restituendo quello che è sia il suo film più personale, in quanto espressione di un talento meramente cinematografico, sia quello meno originale, in quanto approfondimento di suggestioni già proposte. Quel che offre Lynch non è un prodotto classicamente cinematografico, ma un’allucinazione, che è possibile ritrovare in un cartone di Oshii, in un pezzo free jazz o in un sonno inquieto. La ricerca di un’espressione puramente cinematografica conferisce all’opera un respiro più ampio, lontana dall’abitudine del mezzo ma più assimilabile e direttamente correlabile alle abitudini e alle esperienze dell’uomo. Bisogna anche specificare che questo film niente ha a che fare con la videoarte, riferimento che ricorre allorquando l’intreccio di un film risulta meno palese del solito. Ogni frazione del film ha una forte coerenza interna, anche narrativa, e rimandi di luoghi, situazioni, oggetti, fanno dell’opera una compatta visione di quasi tre ore. Il ricorso a una narrazione onirica non significa di certo mancanza di narrazione, ma la possibilità di creazione di diversi piani e diversi raccordi, significa tendenza alla sospensione, alla suggestione, all’incompletezza. In un continuo rincorrersi e sovrapporsi di diverse realtà, piuttosto che cercare di ricondurre ogni segmento alla nuova dimensione svelata (che sarà presto anch’essa messa in discussione), converrà lasciare che ogni frazione narrativa viva della propria coerente autosufficienza, della propria plausibilità, esattamente come in un sogno. Se quello che abbiamo visto e abbiamo pensato facesse parte della realtà filmica si rivela d'un tratto essere oggetto di finzione all'interno del film stesso, in quest'opera non credo sia conveniente rivedere lo statuto di verità di quel segmento-mondo, piuttosto conviene aggiungere un altro livello, prendere atto della sua esistenza. Come in Mulholland il film può essere letto come il sogno di un morto, fatto di personaggi indefiniti, di illusioni e bruschi ritorni alla realtà passata, attraverso un progressivo decadimento del corpo e dell’animo del personaggio. Con la differenza che in Inland Empire non è facile neanche stabilire l’origine del sogno. Inland Empire è girato in digitale. In alcuni casi questo rende evidenti alcune costruzioni di derivazione televisiva, con primi piani e lunghe pause da soap opera; in altri momenti il digitale contribuisce a rendere asettiche le luci marce e artificiali, facendo corrispondere alle frazioni più tematicamente (iper)realistiche soluzioni visivamente espressioniste . Ne risulta un film freddo, spesso capace di colpisce e suscitare ammirazione, che rinuncia all’immedesimazione e all’empatia: l’opera incuriosisce non sul cosa succederà nella scena successiva, ma su cosa si vedrà nella stessa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giuseppe marino »
[ - ] lascia un commento a giuseppe marino »
|
|
d'accordo? |
|
lucio
|
lunedì 26 febbraio 2007
|
il fascino del mistero e del sogno
|
|
|
|
Sono andato a vederlo in un giorno feriale . La sala era semivuota . Al termine del film un signore , uscendo dalla sala , ha detto : " Lynch ha superato se stesso " . E' vero . Questo lungometraggio è una esperienza filosofica . Stavo seduto in una comoda poltrona e mi sembrava di volare oltre i confini dello spazio e del tempo . Ho visto da vicino le galassie , le stelle , i buchi neri . Diamine : la mente umana non ha limiti . Inland Empire non è un capolavoro . E' qualche cosa di più che non so spiegare .
|
|
[+] lascia un commento a lucio »
[ - ] lascia un commento a lucio »
|
|
d'accordo? |
|
marco
|
domenica 25 febbraio 2007
|
lynch, tra budda e matte blanco.
|
|
|
|
Ma il film non è solo un bombardamento di immagini e suoni, esiste una storia, eccome, solo narrata scardinando le categorie della logica classica, avvicinando lo spettatore al linguaggio bi-logico che combina pensiero asimmetrico e simmetrico. Una donna nei guai...questo il sottotitolo, infatti si tratta di una storia di sperdimento, come accade nella vita e come tante volte cinema e letteratura hanno narrato. Una vicenda di innamoramento e adulterio che coinvolge un'attrice e, come in un gioco di specchi o di scatole cinesi, anche il personaggio che interpreta e, ancora, la donna della leggenda da cui il film in lavorazione trae spunto. Il labirinto e i sentieri inestricabli che ne derivano descrivono benissimo la disintegrazione di un'anima lacerata tra amore familiare e passione extraconiugale, fino alla moltiplicazione della protagonista nelle prostitute che la accompagnano in questa sua discesa agli inferi come un coro da tragedia greca.
[+]
Ma il film non è solo un bombardamento di immagini e suoni, esiste una storia, eccome, solo narrata scardinando le categorie della logica classica, avvicinando lo spettatore al linguaggio bi-logico che combina pensiero asimmetrico e simmetrico. Una donna nei guai...questo il sottotitolo, infatti si tratta di una storia di sperdimento, come accade nella vita e come tante volte cinema e letteratura hanno narrato. Una vicenda di innamoramento e adulterio che coinvolge un'attrice e, come in un gioco di specchi o di scatole cinesi, anche il personaggio che interpreta e, ancora, la donna della leggenda da cui il film in lavorazione trae spunto. Il labirinto e i sentieri inestricabli che ne derivano descrivono benissimo la disintegrazione di un'anima lacerata tra amore familiare e passione extraconiugale, fino alla moltiplicazione della protagonista nelle prostitute che la accompagnano in questa sua discesa agli inferi come un coro da tragedia greca. Ma, diversamente dalla tragedia, qui c'è il lieto fine, con la ricomposizione dell'anima nell'universo dell'amore familiare...scelta che potrebbe prestare il fianco ad accuse di moralismo, ma che funziona benissimo nella logica generale della storia, e risulta profondamente commovente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marco »
[ - ] lascia un commento a marco »
|
|
d'accordo? |
|
patro
|
sabato 24 febbraio 2007
|
un film che turba
|
|
|
|
Ritengo che qualsiasi analisi del film sia limitata e limitante.
Credo sia un film inestricabile da non analizzare con parametri intellettivi convenzionali, è un film che agisce sullo stomaco, non sulla testa. E' un film che mi ha turbato. Un film che sconvolge nell'accezione più stretta della parola.
|
|
[+] lascia un commento a patro »
[ - ] lascia un commento a patro »
|
|
d'accordo? |
|
bobtheheat
|
sabato 24 febbraio 2007
|
lynch torna a fare il cineasta, please.
|
|
|
|
Per molti e' gia' un cult. Ma in realta' e' solo una provocazione, una burla (assai poco divertente) di (un troppo presuntuoso) Mister Lynch ai danni della quasi totalita' degli spettatori. "INLAND EMPIRE" e' infatti, e' bene dirlo senza esitazione, un film (troppa grazia) appetibile (molto?) solo ed esclusivamente per i numerosi fans del suo Autore. Ma per alcuni suoi grandi estimatori (vedi il sottoscritto) e per la quasi totalita' del resto degli spettatori, e' soprattutto un "lungo ed interminabile video" di circa tre ore (poteva...doveva...durare la meta'...come pure una giornata intera...tanto per come e' montato e scritto...) di una noia mortale, che non regala mai un brivido e una vera emozione.
[+]
Per molti e' gia' un cult. Ma in realta' e' solo una provocazione, una burla (assai poco divertente) di (un troppo presuntuoso) Mister Lynch ai danni della quasi totalita' degli spettatori. "INLAND EMPIRE" e' infatti, e' bene dirlo senza esitazione, un film (troppa grazia) appetibile (molto?) solo ed esclusivamente per i numerosi fans del suo Autore. Ma per alcuni suoi grandi estimatori (vedi il sottoscritto) e per la quasi totalita' del resto degli spettatori, e' soprattutto un "lungo ed interminabile video" di circa tre ore (poteva...doveva...durare la meta'...come pure una giornata intera...tanto per come e' montato e scritto...) di una noia mortale, che non regala mai un brivido e una vera emozione. Tanto che si arriva alla fine del film (sempre che ci si arrivi, in molti non a caso hanno abbandonato la sala) completamente stremati. Lasciamo stare i discorsi sulla comprensibilita' della (presunta) trama. Non e'(o almeno non e' certo solo) questo il punto. E' un'operazione inutile.Neanche "Mulholland Drive" aveva una trama lineare e/o immediatamente comprensibile, ma aldila' della sua immediata o meno decifrabilita' , aveva una carica di seduzione ed un fascino indiscutibile, creava dall'inizio alla fine un interesse del tutto speciale. Niente di tutto cio' invece in "INLAND EMPIRE" , dove e' la confusione e non il mistero a regnare sovrana. L'universo onirico del film e' allucinante ma mai intrigante. Il film e' , ripeto, un scherzo di cattivo gusto , quasi un' irritante masturbazione del Suo Autore. Un bluff ancor piu grande di "Cuore Selvaggio". La quasi totalita' dei dialoghi sono imbarazzanti. I personaggi (nonostante l'impegno della protagonista Laura Dern) inesistenti o quasi. La scelta del digitale porta poi a risultati opposti a quelli ottenuti recentemente da Michael Mann e Dion Beebe con "Collateral" e "Miami Vice", cioe' ad immagini di qualita' mediocre, costantemente fuori fuoco, spesso quasi inguardabili. Sotto questo punto di vista, assolutamente nessuna traccia in INLAND EMPIRE (...eh si deve scriver maiuscolo...si sa...) di quella straordinaria creativita' e di quelle sequenze quasi pittoriche che avevano contraddistinto alcuni (veri) grandi film dello spesso geniale (ma non questa volta) David Lynch, segnatamente "Elephant man", "Velluto Blu" e non ultimo una "Storia vera".Il regista durante le interviste ai tempi del Festival di Venezia per la consegna del Leone alla Carriera (avrebbero dovuto premiarlo in un'altra occasione,ai tempi di "Una Storia vera"...) aveva confessato di aver raggiunto attraverso la meditazione trascendentale e quant'altro...grandi risultati...Ma a guardare il film sembrerebbe proprio che, almeno durante la sua lavorazione la "serenita' interiore" sia stata raggiunta da Lynch con ben altro...Lynch aveva inoltre raccomandato gli spettatori di "farsi lasciare guardare dal film...Cosa che ho cercato invano di fare.Niente,il vuoto.Ma ricordo bene pero' che ad un certo punto del film (nel film) una comparsa (spazientita) domanda alla compagna di scena : perche' ci racconti questa storia? Ecco caro Lynch, ti vorrei rivolgere la stessa domanda o quasi: perche' hai voluto raccontarci "questa" (non) storia? Perche' non hai saputo farci vedere neanche una delle tante sequenza sensuali ed ipnotiche presenti nel tuo superlativo "Mulholland Drive" ? E perche' soprattutto non torni in futuro ...a filmare....una storia semplice.... con personaggi veri ed indimenticabili, come ai tempi del tuo capolavoro "Una storia vera"?
[-]
[+] assolutamente condivisibile
(di n)
[ - ] assolutamente condivisibile
[+] alighieri
(di roberto vecchioni)
[ - ] alighieri
[+] inland empire
(di agodev)
[ - ] inland empire
[+] volete solo sentirvi dire che avete ragione
(di elenion)
[ - ] volete solo sentirvi dire che avete ragione
[+] e qui ti sbagli
(di zumusi)
[ - ] e qui ti sbagli
[+] boutade
(di alessandro)
[ - ] boutade
[+] ....ciao tipo curioso....
(di cineamatore)
[ - ] ....ciao tipo curioso....
[+] ciao...strano tizio..ciaoo
(di cineamatore)
[ - ] ciao...strano tizio..ciaoo
|
|
[+] lascia un commento a bobtheheat »
[ - ] lascia un commento a bobtheheat »
|
|
d'accordo? |
|
|