Sin City |
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Un film di Robert Rodriguez, Frank Miller (III), Quentin Tarantino.
Con Bruce Willis, Mickey Rourke, Jessica Alba, Clive Owen, Nick Stahl.
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Avventura,
durata 126 min.
- USA 2005.
uscita mercoledì 1 giugno 2005.
MYMONETRO
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Il genio che spaventa
di TessaFeedback: 0 |
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giovedì 23 giugno 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Conoscevo Rodriguez per "El Mariachi", "Dal tramonto all'alba" e "The Faculty", incomprensibilmente considerati film di serie-b. La stessa cosa non rischia di accadere con Sin City; il perchè? Paura. Paura dell'innovazione, del nuovo genere cinematografico che non inventa, enfatizza. Amplifica la realtà fino a superare il limite del Pulp; a volte scioccando, ma più spesso spaventando. Paura delle riflessioni che sono implicite nel processo attuato da Frank Miller e "adattato al grande pubblico" dallo stesso Miller e da Rodriguez. La morale la si trova sempre, anche se intenzionalmente non c'è. Sin City non è solo un Film con la "F" maiuscola, uno di quelli che vorremmo avere il piacere di vedere più spesso, ma è anche un'allegoria del mondo e di dove il mondo può finire. Non esiste forse la corruzione? Non esistono gli psicopatici pluriomicidi cannibali? Non esistono forse depravati criminali comunemente chiamati "pedofili"? Esistono eccome purtroppo, ma per quanto questi aspetti siano celati e quasi 'trascurati' nella nostra realtà, qui vengono portati all'eccesso per far spalancare gli occhi su quello che il modnto potrebbe diventare. Persino il regista 'padrino' del Pulp, Tarantino, si presta con il proprio stile ad adattare la "graphic novel" nata più di dieci anni fa e purtroppo terribilmente attuale. E mette in discussione il suo stesso stile, pur di realizzare un film il più fedele possibile all'opera di Miller. Le critiche raccolte sono state controverse, agli eccessi, esattamente come il film. O lo si odia, o lo si ama, non esistono vie di mezzo. E non possono esistere. Le scelte sono due: o si rifugge ciò che il film ci trasmette, condannandolo come 'inutile tentativo di innovazione' come molti critici hanno fatto, o si va più in profondità, superando gli stereotipi e i gelidi pregiudizi, arrivando all'essenza del film, un capolavoro della realistica genialità di Miller, unita all'incredibile capacità del regista, il tutto confezionato con impeccabile schiettezza. Non ci sono vie di mezzo, la realtà è una sola.
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