fedson
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venerdì 8 marzo 2013
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un sogno per james barrie
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L'opera diretta da Marc Forster narra, in modo romanzato e fantastico, un periodo della vita dello scrittore James Matthew Barrie, autore del mondiale "Peter Pan". Al centro della storia c'è solamente un uomo e un sogno: quello di rimanere bambino per sempre, quello di continuare a vivere per mezzo di un'immaginazione così profonda e "reale" che solo un bambino è in grado di vedere. Sogno che perpetuerà la vita dello scrittore James Barrie, dipinto qui come un uomo solitario e sognatore che instaurerà una singolare amicizia con una vedova e i suoi quattro figli, diventando per loro l'unica via per l'immaginazione e per continuare a vivere, togliendoli dalle grinfie di quel mondo così ostile e ingiusto che li circonda.
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L'opera diretta da Marc Forster narra, in modo romanzato e fantastico, un periodo della vita dello scrittore James Matthew Barrie, autore del mondiale "Peter Pan". Al centro della storia c'è solamente un uomo e un sogno: quello di rimanere bambino per sempre, quello di continuare a vivere per mezzo di un'immaginazione così profonda e "reale" che solo un bambino è in grado di vedere. Sogno che perpetuerà la vita dello scrittore James Barrie, dipinto qui come un uomo solitario e sognatore che instaurerà una singolare amicizia con una vedova e i suoi quattro figli, diventando per loro l'unica via per l'immaginazione e per continuare a vivere, togliendoli dalle grinfie di quel mondo così ostile e ingiusto che li circonda. Tutto questo con lo scopo di conservare il profondo ed intimo desiderio di rimanere bambino, continuando ad usare gli elementi del sogno e dell'immaginazione per vivere e "lavorare", riuscendo a creare una delle più grandi opere di sempre ("Peter Pan", per l'appunto). Si tratta di un film per sognatori, caratterizzato da una particolare vena nostalgica e magica che è impossibile non percepire in ognuno di noi (a meno che non si è mai stati bambini). Un'opera all'insegna anche del potere della creatività e dell'immaginazione che possono permetterci di volare dove vogliamo, anche oltre i confini del mondo. Anche all'Isola che non c'è, un rifugio dal mondo adulto ove la fantasia e il sogno di un bambino assumono il compito di crearlo e di animarlo. Marc Forster sfodera una regia magica, illusoria ed artistica, capace di disegnare quel mondo fantastico scaturito dal genio di Barrie ed incastonarlo nella mente, nel corpo, nelle gesta e negli occhi di un formidabile Johnny Depp (candidato nientemeno che ad Oscar, BAFTA e Golden Globe), in una delle sue performance più "realistiche" (nonostante si parli di un personaggio realmente esistito ma dotato di un'immaginazione fuori dal comune) e toccanti: sembra veramente che lui veda ciò che lo scrittore Barrie desiderava osservare, sentire e toccare con gli occhi e la mente di un bambino. Ad accompagnarlo c'è una grande Kate Winslet (Sylvia Davies, la vedova) e un'immensa Julie Christie (Mrs. du Murier, madre rigida e severa della vedova). Gran parte della fantasia e del piacere del film è donata anche da brillanti giovani interpreti, primi tra tutti Freddie Highmore (che collaborerà con Depp anche ne "La Fabbrica di cioccolato" di Burton), nel ruolo di uno dei figli più piccoli della vedova, ma dotato di un carattere duro e insensibile che poi si rileverà solamente un'armatura che riveste la sua anima sognatrice. Sogno e realtà vengono sposati da bellissime e calde scenografie, alimentate da una toccante colonna sonora degna di Oscar. Lo stesso film, come i suoi personaggi, "vola" verso la fantasia in un modo che nemmeno noi ci accorgiamo, anzi, sembra che la stessa pellicola scavi all'interno di ognuno di noi per far fuoriuscire quella parte infantile ormai soffocata ma mai perduta. Amabile è stata anche l'idea di progettare un film così lontano dalla realtà in un periodo in cui l'essere umano ha quasi perso il significato di "sognare per vivere", e la bellezza di tornare bambino (almeno un'ultima volta nella vita). Film che, se lo stesso James Barrie fosse ancora vivo, sarebbe considerato il suo sogno più grande. La perla del film è data anche, in primo piano, da una grande performance che si rivelerà l'interpretazione della vita di Depp. Sceneggiatura commovente e magica. Film che può essere considerato un vero rifugio dalla realtà, verso una dimensione spensierata ed infinita nel tempo. Verso l'Isola che non c'è!
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laura93
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domenica 24 aprile 2011
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prima stella a destra e poi dritti fino al mattino
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Film straordinario.... come già altri hanno detto non è uno di quei film particolarmente sensazionali e sconvolgenti che fanno la storia, che rivoluzianano e lasciano un segno nel mondo del cinema, tuttavia questo film mi ha segnata...questo film "fa sognare"... fa riscoprire qualcosa, quella semplicità di bambino, quella capacità di osservare un semplice sasso immobile monocolore, e vederci di più che un banale sasso, vederci un oggetto che con il semplice tocco della fantasia può diventare qualunque cosa, può fare qualsiasi cosa, vederci il punto di partenza per creare un mondo; quella capacità, così come mostra il film, di vedere orso un cane, quella capacità di dare spazio alla fantasia, capacità che tutti i bambini hanno, e che purtroppo col tempo si rischia di perdere.
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Film straordinario.... come già altri hanno detto non è uno di quei film particolarmente sensazionali e sconvolgenti che fanno la storia, che rivoluzianano e lasciano un segno nel mondo del cinema, tuttavia questo film mi ha segnata...questo film "fa sognare"... fa riscoprire qualcosa, quella semplicità di bambino, quella capacità di osservare un semplice sasso immobile monocolore, e vederci di più che un banale sasso, vederci un oggetto che con il semplice tocco della fantasia può diventare qualunque cosa, può fare qualsiasi cosa, vederci il punto di partenza per creare un mondo; quella capacità, così come mostra il film, di vedere orso un cane, quella capacità di dare spazio alla fantasia, capacità che tutti i bambini hanno, e che purtroppo col tempo si rischia di perdere. Non tanto di perderla, quanto di seppellirla, perchè è sempre li, dentro di noi, proprio per questo va RISCOPERTA. Stupenda è stata per me la scena di James che guardando George preoccupato per la made, con sguardo profondo dice: "Ma guarda, che meraviglia, il bimbo se n'è andato, da qualche parte negli ultimi 30 secondi ti sei trasformato in adulto". E allora mi sono chiesta qual'è l'esatto istante in cui questo è accaduto per me? è curioso pensarci.. ma DA QUALCHE PARTE il bambino rimane sempre, e la cosa più importante è non dimenticarlo, perchè nella pagine della fantasia davvero VOLERE è POTERE. il punto sta nel come ci poniamo noi, "se no non lo vedremo mai". L'uomo dve imparare dai bambini, e deve riscoprire il suo nascosto da qualche parte. film straordinario che mi ha colpita molto e fatto riflettere sulle cose che contano davvero e su come la vita vada affrontata. Inoltre un Johnny Deep straordinario, e soprattutto adatto alla parte del peter pan, si perchè come dice il ragazzino peter " é lui Peter", indicando James. Prima stella a destra e poi dritti fino al mattino...
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sole paggi
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giovedì 10 febbraio 2005
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la fantasia e' il sale della vita
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La vita, purtroppo, non e' sempre rose e fiori soprattutto quando c'e' di mezzo lo stato di salute. La fantasia espressa nel film "Neverland" puo' avere piu' chiavi di lettura: il primo certamente quello di non crescere mai e guardare sempre la vita con gli occhi innocenti dei bambini, il secondo, pero', riferito alla malattia del personaggio di kate Winslet, e' di usare la fantasia come un placebo, ossia una cura per alleviare il dolore. La rappresentazione teatrale di Peter Pan nell'isola che non c'e' e' stato "il sale della vita" per la vedova malata, un piccolo momento in cui non ha pensato al suo stato ed e' stata felice di esistere.
Per quanto riguarda i bambini, invece, prima di conoscere Johnny erano troppo legati alla condizione di vita sfavorevole, senza la presenza di un padre che potesse giocare con loro e con le responsabilita' di un adulto.
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La vita, purtroppo, non e' sempre rose e fiori soprattutto quando c'e' di mezzo lo stato di salute. La fantasia espressa nel film "Neverland" puo' avere piu' chiavi di lettura: il primo certamente quello di non crescere mai e guardare sempre la vita con gli occhi innocenti dei bambini, il secondo, pero', riferito alla malattia del personaggio di kate Winslet, e' di usare la fantasia come un placebo, ossia una cura per alleviare il dolore. La rappresentazione teatrale di Peter Pan nell'isola che non c'e' e' stato "il sale della vita" per la vedova malata, un piccolo momento in cui non ha pensato al suo stato ed e' stata felice di esistere.
Per quanto riguarda i bambini, invece, prima di conoscere Johnny erano troppo legati alla condizione di vita sfavorevole, senza la presenza di un padre che potesse giocare con loro e con le responsabilita' di un adulto. I loro occhi vedevano solo la realta' che li circondava cosi' come era, nessuno ha potuto spiegare loro che a volte si poteva sognare anche ad occhi aperti. E' proprio quello che ha fatto Johnny Depp con il suo personaggio, una parte proprio adatta a lui: ha dimostrato che un giardino non e' solo una distesa di prato verde con qualche albero qua e la', ma potrebbe essere qualunque altra cosa, basta fantasticare. La rappresentazione teatrale in fondo e' la storia di questa famiglia, in particolare della vita di quattro bambini costretti a crescere in fretta e ad abbandonare l'eta' dell'innocenza. Grazie a James Barrie (Johnny Depp) per qualche istanti i bambini e non solo sono usciti dalla realta', sono andati all'Isola che non c'e', un luogo della fantasia: il sale della vita.
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mariac
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martedì 29 dicembre 2009
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la capacità di riuscire ancora a sognare
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Non si fa che ripetere che gli adulti dovrebbero gestire i loro rapporti traendo ispirazioni dai bambini, augurandosi che restino il più possibile genuini ma accade spesso che i preconcetti prendono il sopravvento e non permettono di sconfinare nel mondo della fanciullezza ormai lasciata ai soli ricordi del passato. Il rammarico è duplice perchè da un lato questo impedisce di essere trasparenti come solo i bambini sanno essere e dall'altro perchè diventa impossibile lasciare il mondo terreno per raggiungere luoghi lontani in cui solo l'immaginazione ti può condurre. La quotidianeità non è sempre facile da tollerare e allora perchè non usare lo strumento della fantasia per aiutarsi a vivere, per digerire le sventure che inevitabilmente colpiranno l'esistenza dell'uno e dell'altro? La risposta è che la fantasia e l'immaginazione sono idee astratte che non si addicono di certo a uomini impegnati nella ricerca e la gestione dei loro poteri.
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Non si fa che ripetere che gli adulti dovrebbero gestire i loro rapporti traendo ispirazioni dai bambini, augurandosi che restino il più possibile genuini ma accade spesso che i preconcetti prendono il sopravvento e non permettono di sconfinare nel mondo della fanciullezza ormai lasciata ai soli ricordi del passato. Il rammarico è duplice perchè da un lato questo impedisce di essere trasparenti come solo i bambini sanno essere e dall'altro perchè diventa impossibile lasciare il mondo terreno per raggiungere luoghi lontani in cui solo l'immaginazione ti può condurre. La quotidianeità non è sempre facile da tollerare e allora perchè non usare lo strumento della fantasia per aiutarsi a vivere, per digerire le sventure che inevitabilmente colpiranno l'esistenza dell'uno e dell'altro? La risposta è che la fantasia e l'immaginazione sono idee astratte che non si addicono di certo a uomini impegnati nella ricerca e la gestione dei loro poteri. Ma a cosa serve il potere? La sua conquista conduce sempre alla felicità? Non sarebbe meglio farsi condurre dalla creatività per comprendere cosa serve davvero per la felicità? Neverand non è un film per bambini ma è un film di bambini in cui tutti vorrebbero incarnarsi per allontanarsi almeno un pò da una vita che ci si costruisce con fatica ma che in fondo non piace. E' un film per adulti che hanno smesso di oltrepassare i limiti del possibile ottenendo l'occasione di sconfinare nell'isola che non c'è. Il film è ottimo, è uno dei pochi che ancora riesce ad infondere un messaggio pulito, sofisticato nella trama, abile nel descrivere il personaggio Barrie come uomo rimasto a metà tra bambino, facendolo trasparire come ottimo compagno di giochi, e adulto nella figura di un uomo che accetta con rassegnazione la sorte dei suoi amori. Incantevole nei suoi passaggi tra mondo reale e mondo fantastico, su cui forse era necessario indugiare un pò di più. Gli interpreti sono di un'ambiziosa semplicità, asprimono elegantemente il loro ruolo senza avere la caparbietà di primenggiare rispetto ai veri protagonisti che sono i bambini e l'immaginazione più pura.
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uno dei tanti
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domenica 6 febbraio 2005
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polvere di (quattro) stelle
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sognatore! ecco come mi sono sentito alla fine di questo film. una bella storia, che, secondo me, non cade mai troppo nel banale o nello scontato, che lascia spazio ai sogni e ha saputo far riaffiorare le emozioni di Peter Pan. è riuscito a toccarmi dove i film degli ultimi anni non sono stati in grando di arrivare. manca poco a questo film per arrivare alle quattro stelle (forse un fatto di regia, come suggerisce Nicoletti, anche se dall'alto delle mia incompetenza cinematografica, non l'ho vista cosi "imbarazzante").
comunque un film che consiglio. PS: ancora una volta Depp si conferma un attore dalle doti ammirevoli, i miei complimenti!
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klaus53
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mercoledì 9 febbraio 2005
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ok
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Non so quanto ci sia di vero o romanzato nella tranche de vie che ci viene proposta in questo film per certi versi delizioso. Notevoli le interpretazioni di Depp e Winslet, e solo questo varrebbe il prezzo del biglietto. Ottima sceneggiatura per una regia scolastica e niente più. Segnalerei a nche il il ruolo del giovanissimo Peter che si muove davvero come un veterano. Insomma un film che tutto sommato si può valutare sufficiente/buono ma che poteva ambire a ben altra valutazione in mano ad un altro regista.
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sinaida
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martedì 8 febbraio 2005
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quando sconfinare fra generi diventa un limite
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Ispirato alla storia di J. M. Barrie, lo scrittore di Peter Pan; partito dalla commedia teatrale di Alan Knee, The Man Who Was Peter Pan; Finding Neverland, ultimo lavoro di Marc Forster, è una pellicola difficilmente identificabile in una categoria cinematografica. Ma non sempre sconfinare fra i generi è a vantaggio dei films. Per lo meno, a mio avviso, per una serie di "difetti di lavorazione", in questo caso, la varietà di "scenari" è il limite della pellicola. Un film (almeno in partenza) biografico, ma allo stesso tempo, pieno di ingredienti favolosi. Racconto di relazioni personali, affetti (dello scrittore per il bambino ispiratore, i suoi fratelli e la madre), ma in una dimensione irrealistica.
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Ispirato alla storia di J. M. Barrie, lo scrittore di Peter Pan; partito dalla commedia teatrale di Alan Knee, The Man Who Was Peter Pan; Finding Neverland, ultimo lavoro di Marc Forster, è una pellicola difficilmente identificabile in una categoria cinematografica. Ma non sempre sconfinare fra i generi è a vantaggio dei films. Per lo meno, a mio avviso, per una serie di "difetti di lavorazione", in questo caso, la varietà di "scenari" è il limite della pellicola. Un film (almeno in partenza) biografico, ma allo stesso tempo, pieno di ingredienti favolosi. Racconto di relazioni personali, affetti (dello scrittore per il bambino ispiratore, i suoi fratelli e la madre), ma in una dimensione irrealistica. Sia per quanto riguarda le scene in cui la fervida immaginazione prende il sopravvento in modo incongruente sulla realtà; sia per la semplificazione della nascita e della crescita dei rapporti umani fra i protagonisti. Ed è appunto in questa dimensione che le morti premature e i drammi, in genere, di cui è costellato il film, sembrerebbero meri espedienti srappalacrime. Tuttavia, un buon film, sicuramente con picchi di sentimentalismo e qualche passaggio noioso. Bella la scena della rappresentazione della commedia in casa, anche se il trasferimento dell'azione dal salotto al giardino fantastico(?) non è fluido. Splendido il confronto - nonché la giustificazione psicologica della creazione di Peter Pan- tra il bambino che vuole crescere in fretta perché convinto che il dolore più estenuante sia quello dei piccoli e lo scrittore che -traumatizzato in tenera età dall'atteggiamento autodisruttivo della madre, in seguito alla perdita dell'altro figlio- avrebbe desiderato rimanere bambino: The Man Who Was Peter Pan, appunto. Un ottimo Jhonny Deep, spontaneo e convincente nel ruolo del sognatore; un pò sottotono la Winslslet poco caratterizzata. Film, infine, che più di altri evidenzia la soggettività dei giudizi, influenzabili (più) o meno dai contenuti emotivi che propone.
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sinaida
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martedì 8 febbraio 2005
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quando sconfinare fra i generi diventa un limite
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Ispirato alla storia di J. M. Barrie, lo scrittore di Peter Pan; partito dalla commedia teatrale di Alan Knee, The Man Who Was Peter Pan; Finding Neverland, ultimo lavoro di Marc Forster, è una pellicola difficilmente identificabile in una categoria cinematografica. Ma non sempre sconfinare fra i generi è a vantaggio dei films. Per lo meno, a mio avviso, per una serie di "difetti di lavorazione", in questo caso, la varietà di "scenari" è il limite della pellicola. Un film (almeno in partenza) biografico, ma allo stesso tempo, pieno di ingredienti favolosi. Racconto di relazioni personali, affetti (dello scrittore per il bambino ispiratore, i suoi fretelli e la madre), ma in una dimensione irrealistica.
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Ispirato alla storia di J. M. Barrie, lo scrittore di Peter Pan; partito dalla commedia teatrale di Alan Knee, The Man Who Was Peter Pan; Finding Neverland, ultimo lavoro di Marc Forster, è una pellicola difficilmente identificabile in una categoria cinematografica. Ma non sempre sconfinare fra i generi è a vantaggio dei films. Per lo meno, a mio avviso, per una serie di "difetti di lavorazione", in questo caso, la varietà di "scenari" è il limite della pellicola. Un film (almeno in partenza) biografico, ma allo stesso tempo, pieno di ingredienti favolosi. Racconto di relazioni personali, affetti (dello scrittore per il bambino ispiratore, i suoi fretelli e la madre), ma in una dimensione irrealistica. Sia per quanto riguarda le scene in cui la fervida immaginazione prende il sopravvento in modo incongruente sulla realtà; sia per la semplificazione della nascita e della crescita dei rapporti umani dei protagonisti. Ed è appunto in questa dimensione che le morti premature e i drammi, in genere, di cui è costellato il film, sembrerebbero meri espedienti srappalacrime. Tuttavia, un buon film, sicuramente con picchi di sentimentalismo e qualche passaggio noioso. Bella la scena della rappresentazione della commedia in casa, anche se il trasferimento dell'azione dal salotto al giardino fantastico(?) non è fluido. Splendido il confronto - nonchè la giustificazione psicologica della creazione di Peter Pan- tra il bambino che vuole crescere in fretta perchè convinto che il dolore più estenuante sia quello dei piccoli e lo scrittore che -traumatizzato in tenera età dall'atteggiamento autodisruttivo della madre, in seguito alla perdita dell'altro figlio- avrebbe desiderato rimanere bambino: The Man Who Was Peter Pan, appunto. Un ottimo Jhonny Deep, spontaneo e convincente nel ruolo del sognatore; un pò sottotono la Winslslet poco catterizzata. Film, infine, che più di altri evidenzia la soggettività dei giudizi, influenzabili (più) o meno dai contenuti emotivi che propone.
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