jacopo b98
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domenica 15 dicembre 2013
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il capolavoro di peter jackson!
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Gandalf (McKellen) e Pipino (Boyd) riescono ad intercettare i piani del nemico, che intende attaccare il castello del regno di Gondor, Minas Tirith, e i due si dirigono là, dove incontrano la resistenza del sovrintendente di Gondor (Noble), che non vuole chiamare aiuto per paura che Aragorn (Mortensen), legittimo erede al trono, voglia reclamare il suo trono. Intanto Frodo (Wood) e Sam (Astin) continuano il loro viaggio verso Mordor per distruggere l’Anello e con esso tutto il Male. Trionfale finale della trilogia del neozelandese Jackson, anche sceneggiatore e produttore, come negli altri film, insieme alla moglie Fran Walsh e Philippa Boyens. È il più lungo (in edizione estesa quattro ore!), lento, complesso, costoso e impegnato dei tre film, nonché il migliore della saga.
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Gandalf (McKellen) e Pipino (Boyd) riescono ad intercettare i piani del nemico, che intende attaccare il castello del regno di Gondor, Minas Tirith, e i due si dirigono là, dove incontrano la resistenza del sovrintendente di Gondor (Noble), che non vuole chiamare aiuto per paura che Aragorn (Mortensen), legittimo erede al trono, voglia reclamare il suo trono. Intanto Frodo (Wood) e Sam (Astin) continuano il loro viaggio verso Mordor per distruggere l’Anello e con esso tutto il Male. Trionfale finale della trilogia del neozelandese Jackson, anche sceneggiatore e produttore, come negli altri film, insieme alla moglie Fran Walsh e Philippa Boyens. È il più lungo (in edizione estesa quattro ore!), lento, complesso, costoso e impegnato dei tre film, nonché il migliore della saga. In tre ore e venti di film il regista riesce a rievocare tutto lo spirito cavalleresco che è il significato vero e proprio dell’opera di Tolkien, che a lungo era stato professore di storia medievale a Oxford. Il film vuole riportare in auge i valori dei poemi epici, il coraggio e la ricerca di esso, la gloria, l’attaccamento alla patria, la paura del destino e della propria debolezza, l’amore impossibile per la dama, incarnata nella bellissima Arwen (Tyler), figlia di Elrond (Weaving), re degli elfi, innamorata di Aragorn, che potrà sposare solo rinunciando all’immortalità del suo popolo,… Alcune parti sono davvero eccezionali: innanzitutto una menzione particolare al Gollum di Andy Serkis, magistrale e memorabile come pochi personaggi nella storia del cinema; la scena in cui Dama Arwen abbandona il corteo che va alle navi che lasciano la Terra di Mezzo e raggiunge il padre per implorarlo di farla restare, per sperare in un ritorno di Aragorn (“se ora lo lascio, lo rimpiangerò per sempre” dice); la scena in cui Faramir e l’esercito vengono mandati al massacro, accompagnata dalla bella canzone di Pipino, da notare alla fine di essa che quando gli orchi scoccano le frecce Denetor mangia un pomodorino e il liquido rosso gli cola dalle labbra, il sangue del figlio; bellissima la sequenza dei fuochi che si accendono per chiamare Rohan (il filo reciso anni prima che rinasce e ricongiunge tutti gli uomini); e infine il finale: Frodo è l’unico rimasto solo; Merry (Monaghan) e Pipino, Gimli (Rhys Davies) e Legolas (Bloom) si completano l’un l’altro, Aragorn si è sposato e persino Sam ha trovato il coraggio di riformarsi una vita; il protagonista rimane quindi solo, nel ricordo dell’Anello ormai distrutto, come lo Zio Bilbo (Holm), che infatti gli chiede: “Frodo, c’è qualche possibilità di rivedere quel mio vecchio anello?” al che egli risponde: “Mi dispiace zio, credo di averlo perso.”. Frodo era legato all’Anello in un modo così indissolubile, che alla fine è costretto ad andarsene (nell’aldilà) insieme a Gandalf, nella convinzione che il suo scopo su quella terra fosse solo quella missione, infatti lo stregone dice: “Addio, miei piccoli hobbit, il mio lavoro è terminato”, prima di salire sulla nave. Numerose le sequenze spettacolari, su tutte la scena della battaglia dei campi del Pelennor, davanti a Minas Tirith, dove Jackson fa un uso eccezionale della profondità di campo, con carrellate da brivido. Musica strepitosa di Howard Shore, che ha riunito tutte le armonie delle colonne sonore dei tre film nella The Lord of the Rings Symphony, sinfonia in sei movimenti. Successo stratosferico al botteghino (millecento milioni di dollari, sesto incasso di sempre) e trionfo assoluto nella notte degli Oscar, dove l’Academy ha voluto premiare l’eccezionale lavoro di tutta la trilogia, con undici statuette (record, pareggiato solo da Titanic e Ben Hur): miglior film, regia, sceneggiatura non originale, colonna sonora, canzone originale (Into the West, di Shore, Fran Walsh e Annie Lennox, che l’ha anche cantata), scenografia, costumi, montaggio, sonoro, effetti speciali e trucco.
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_oldboy_
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lunedì 23 settembre 2013
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pietra miliare epica, drammatica e poetica
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Come è più dei capitoli precedenti, Il ritorno del re è veramente, totalmente e incontrovertibilmente un opera d'arte che trascende il cinema. Il ritorno del re è il fantasy più maturo mai concepito nella settima arte. Un film che è poesia, dramma e importante monito sul valore dell'amicizia e del'amore. Per più di tre ore Peter Jackson continua a emozionarci mentre le vicende stese nei primi due capitoli arrivano a conclusione, in un epilogo epico e potente, frutto di un vero studio sulle possibiltà narrative offerte dall'arte del cinema. Tra tecnologie all'avanguardia e un lavoro registico titanico, il regista ci fà dimenticare di essere davanti a uno schermo "scagliandoci" letteralmente nelle vicende narrate.
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Come è più dei capitoli precedenti, Il ritorno del re è veramente, totalmente e incontrovertibilmente un opera d'arte che trascende il cinema. Il ritorno del re è il fantasy più maturo mai concepito nella settima arte. Un film che è poesia, dramma e importante monito sul valore dell'amicizia e del'amore. Per più di tre ore Peter Jackson continua a emozionarci mentre le vicende stese nei primi due capitoli arrivano a conclusione, in un epilogo epico e potente, frutto di un vero studio sulle possibiltà narrative offerte dall'arte del cinema. Tra tecnologie all'avanguardia e un lavoro registico titanico, il regista ci fà dimenticare di essere davanti a uno schermo "scagliandoci" letteralmente nelle vicende narrate.E che vicende! La battaglia di Minas Thirith è una delle più lunghe e epiche mai apparse su celluloide, il monologo di Gandalf a Pipino sulla morte all'interno di essa uno dei più poetici di sempre.La battaglia finale dramma, adrenalina e emozione come mai prima in un film. Un opera che trascende il cinema e che ci fà capire che le possibilità narrative offerte da quest'arte sono infinite e affascinanti.È questo il bello del cinema: rimanere sempre stupiti da una storia che non si pensava fosse possibile vivere seduti davanti a uno schermo.
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borghij
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lunedì 9 settembre 2013
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l'eterna battaglia tra il bene e il male.
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Gli oscar non mentono, questo è probabilmente il più bel film mai girato della storia del cinema,
senza dubbio un capolavoro perfetto, nato dalla mente di un genio della letteratura come Tolkien.
Già gli altri due film erano a un livello esaltante, questo ha messo la ciliegina sulla torta,
il suspence, la tristezza, la gioia, la paura, sono solo alcune delle emozioni che questo splendido film può scatenare.
recitato divinamente, diretto meravigliosamente, è probabilmente il film che io consiglio di più in assoluto.
E' la perfetta lotta tra il bene e il male, la più grande guerra dove il bene trionfa della storia!
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torcia117
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martedì 13 agosto 2013
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gigantesco , drammatico , sensazionale , epico !
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sono alcuni dei miliardi di aggettivi con cui descrivere questo mastodontico capolavoro della cinematogrfia mondiale .
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globetrotter2
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domenica 14 luglio 2013
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assolutamente no
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Assolutamente NO.....se state pensando che questo sia un ottimoo o anche un buon film, beh allora vi dico ASSOLUTAMENTE NO. Se pensate che questo sia il cinema, allora vi dico ASSOLUTAMENTE NO. Se pensate che questo sia "il più grande capolavoro di sempre" allora vi dico ASSOLUTAMENTE NO. Il cinema non ha bisogno di kolossal stucchevoli e prolissi, lenti, fastosi e pieni di effetti speciali e digitali. Il cinema è un'altra cosa, l'arte è un'altra cosa, e Peter Jackson in vita sua non ha mai conosciuto il significato di queste parole. 11 oscar regalati, o meglio comprati, visto che si tratta degli award che si conquistano facilmente con i bei soldoni: effetti speciali, scenografia, costumi, trucco, montaggio, sonoro, colonna sonora, miglior canzone.
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Assolutamente NO.....se state pensando che questo sia un ottimoo o anche un buon film, beh allora vi dico ASSOLUTAMENTE NO. Se pensate che questo sia il cinema, allora vi dico ASSOLUTAMENTE NO. Se pensate che questo sia "il più grande capolavoro di sempre" allora vi dico ASSOLUTAMENTE NO. Il cinema non ha bisogno di kolossal stucchevoli e prolissi, lenti, fastosi e pieni di effetti speciali e digitali. Il cinema è un'altra cosa, l'arte è un'altra cosa, e Peter Jackson in vita sua non ha mai conosciuto il significato di queste parole. 11 oscar regalati, o meglio comprati, visto che si tratta degli award che si conquistano facilmente con i bei soldoni: effetti speciali, scenografia, costumi, trucco, montaggio, sonoro, colonna sonora, miglior canzone. Il cinema, il cinema vero, non si cura delle schiere di orchi e quant'altro, dei tramonti e delle atmosfere alterate digitalmente per creare un mondo fantasy sottovuoto. Tolkien non avrebbe mai voluto che dai suoi libri si arricchissero altre persone. Negò l'acquisizione dei diritti a Kubrick. Se avesse saputo che la sua trilogia e lo hobbit (ma presumibilmente nel giro di pochi anni anche il silmarillion) sarebbero finiti nelle mani di Peter Jackson avrebbe permesso di buon grado che i beatles si vestissero da hobbit. E' una questione di principio, di spirito apollineo e di spirito dionisiaco. Qui, indipendentemente dalla mole dell'opera di Tolkien, la bella forma sovrasta il contenuto, in un "cinema" che spende sempre più soldi per fare sempre più soldi. A Peter Jackson nessun merito, degli attori non parlo neppure. Anche chi stupra le opere d'arte dovrebbe finire in galera. Mettere Van Gogh in una scatola o Tolkien in un cofanetto DVD solo per la speranza degli incassi della prima settimana è la stessa cosa. La stessa, inaccettabile cosa.
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[+] ?che razione è mai questa
(di torcia117)
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mrdadozzo
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sabato 13 luglio 2013
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frodo: un manichino da crash-test
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Nonostante sia un film lodato e idolatrato trovo che ci sia un buco all'interno della trama stessa, Frodo, il quale compito include unicamente il portare l'anello, non è l'eroe giusto; infatti manca di qualunque qualità un eroe potrebbe avere; non è corraggioso, non è coraggioso, non è muscoloso, non restiste alla tentazione, insomma non è adatto ad essere al centro dell'attenzione ed ha prendersi, tra l'altro, tutto il merito, dopo essersi fidato di gollum ed avere cacciato Sam, che aveva rinunciato a mangiare e a prendersi sulle spalle un carico di cui non aveva un minima responsblilità. Interessanate invece la storia parallela di Aaragon, Legolas e Gandalf condita con degli scenari spettacolari e dei montaggi stupendi con l'immancabile tema musicale che ricorre sempre sia in momenti di gioia che di oscurità.
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Nonostante sia un film lodato e idolatrato trovo che ci sia un buco all'interno della trama stessa, Frodo, il quale compito include unicamente il portare l'anello, non è l'eroe giusto; infatti manca di qualunque qualità un eroe potrebbe avere; non è corraggioso, non è coraggioso, non è muscoloso, non restiste alla tentazione, insomma non è adatto ad essere al centro dell'attenzione ed ha prendersi, tra l'altro, tutto il merito, dopo essersi fidato di gollum ed avere cacciato Sam, che aveva rinunciato a mangiare e a prendersi sulle spalle un carico di cui non aveva un minima responsblilità. Interessanate invece la storia parallela di Aaragon, Legolas e Gandalf condita con degli scenari spettacolari e dei montaggi stupendi con l'immancabile tema musicale che ricorre sempre sia in momenti di gioia che di oscurità. Fino a che Sam non diventa protagonista continuerò a dare a questo film un voto basso e a preferire l'ambiente magico di Harry Potter.
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jacopo b98
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giovedì 2 maggio 2013
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jackson sfiora il capolavoro e vince l'oscar
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Gandalf (McKellen) e Pipino (Boyd) riescono ad intercettare i piani del nemico, che intende attaccare il castello del regno di Gondor, Minas Tirith, e i due si dirigono là, dove incontrano la resistenza del sovrintendente di Gondor (Noble), che non vuole chiamare aiuto per paura che Aragorn (Mortensen), legittimo erede al trono, voglia reclamare il suo trono. Intanto Frodo (Wood) e Sam (Astin) continuano il loro viaggio verso Mordor per distruggere l’Anello e con esso tutto il Male. Trionfale finale della trilogia del neozelandese Jackson, anche sceneggiatore e produttore, come negli altri film, insieme alla moglie Fran Walsh e Philippa Boyens. È il più lungo (in edizione estesa quattro ore!), lento, complesso, costoso e impegnato dei tre film, nonché il migliore della saga.
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Gandalf (McKellen) e Pipino (Boyd) riescono ad intercettare i piani del nemico, che intende attaccare il castello del regno di Gondor, Minas Tirith, e i due si dirigono là, dove incontrano la resistenza del sovrintendente di Gondor (Noble), che non vuole chiamare aiuto per paura che Aragorn (Mortensen), legittimo erede al trono, voglia reclamare il suo trono. Intanto Frodo (Wood) e Sam (Astin) continuano il loro viaggio verso Mordor per distruggere l’Anello e con esso tutto il Male. Trionfale finale della trilogia del neozelandese Jackson, anche sceneggiatore e produttore, come negli altri film, insieme alla moglie Fran Walsh e Philippa Boyens. È il più lungo (in edizione estesa quattro ore!), lento, complesso, costoso e impegnato dei tre film, nonché il migliore della saga. In tre ore e venti di film il regista riesce a rievocare tutto lo spirito cavalleresco che è il significato vero e proprio dell’opera di Tolkien, che a lungo era stato professore di storia medievale a Oxford. Il film vuole riportare in auge i valori dei poemi epici, il coraggio e la ricerca di esso, la gloria, l’attaccamento alla patria, la paura del destino e della propria debolezza, l’amore impossibile per la dama, incarnata nella bellissima Arwen (Tyler), figlia di Elrond (Weaving), re degli elfi, innamorata di Aragorn, che potrà sposare solo rinunciando all’immortalità del suo popolo,… Alcune parti sono davvero eccezionali: innanzitutto una menzione particolare al Gollum di Andy Serkis, magistrale e memorabile come pochi personaggi nella storia del cinema; la scena in cui Dama Arwen abbandona il corteo che va alle navi che lasciano la Terra di Mezzo e raggiunge il padre per implorarlo di farla restare, per sperare in un ritorno di Aragorn (“se ora lo lascio, lo rimpiangerò per sempre” dice); la scena in cui Faramir e l’esercito vengono mandati al massacro, accompagnata dalla bella canzone di Pipino, da notare alla fine di essa che quando gli orchi scoccano le frecce Denetor mangia un pomodorino e il liquido rosso gli cola dalle labbra, il sangue del figlio; bellissima la sequenza dei fuochi che si accendono per chiamare Rohan (il filo reciso anni prima che rinasce e ricongiunge tutti gli uomini); e infine il finale: Frodo è l’unico rimasto solo; Merry (Monaghan) e Pipino, Gimli (Rhys Davies) e Legolas (Bloom) si completano l’un l’altro, Aragorn si è sposato e persino Sam ha trovato il coraggio di riformarsi una vita; il protagonista rimane quindi solo, nel ricordo dell’Anello ormai distrutto, come lo Zio Bilbo (Holm), che infatti gli chiede: “Frodo, c’è qualche possibilità di rivedere quel mio vecchio anello?” al che egli risponde: “Mi dispiace zio, credo di averlo perso.”. Frodo era legato all’Anello in un modo così indissolubile, che alla fine è costretto ad andarsene (nell’aldilà) insieme a Gandalf, nella convinzione che il suo scopo su quella terra fosse solo quella missione, infatti lo stregone dice: “Addio, miei piccoli hobbit, il mio lavoro è terminato”, prima di salire sulla nave. Numerose le sequenze spettacolari, su tutte la scena della battaglia dei campi del Pelennor, davanti a Minas Tirith, dove Jackson fa un uso eccezionale della profondità di campo, con carrellate da brivido. Musica strepitosa di Howard Shore, che ha riunito tutte le armonie delle colonne sonore dei tre film nella The Lord of the Rings Symphony, sinfonia in sei movimenti. Successo stratosferico al botteghino (millecento milioni di dollari, sesto incasso di sempre) e trionfo assoluto nella notte degli Oscar, dove l’Academy ha voluto premiare l’eccezionale lavoro di tutta la trilogia, con undici statuette (record, pareggiato solo da Titanic e Ben Hur): miglior film, regia, sceneggiatura non originale, colonna sonora, canzone originale (Into the West, di Shore, Fran Walsh e Annie Lennox, che l’ha anche cantata), scenografia, costumi, montaggio, sonoro, effetti speciali e trucco.
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vanna10
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giovedì 24 gennaio 2013
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capolavoro!
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Lacrime per questo incredibile epilogo.Qui si conclude la saga più bella di tutti i tempi.Non ci sono parole per descrivere questo film,pietra miliare del cinema che restera impresso nella mente di ogni spettatore
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marzaghetti
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domenica 13 gennaio 2013
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un lungo, estenuante finale dal ritmo esangue...
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L'epilogo della trilogia dell'Anello è stato, purtroppo, una grande delusione. Caduto l'effetto sorpresa/meraviglia del primo episodio, e metabolizzate anche le battaglie del secondo, non rimane che un lungo, estenuante finale, con un ritmo esangue, musica da assopimento, ancora tante ciclopiche battaglie (francamente, troppe!), e alcuni episodi-chiave che però mi hanno più depresso che esaltato: la tana di Shelob non fa orrore, solo un po' schifo; Minas Tirith sembra di plastica, e Denethor più che pazzo sembra scazzato.
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L'epilogo della trilogia dell'Anello è stato, purtroppo, una grande delusione. Caduto l'effetto sorpresa/meraviglia del primo episodio, e metabolizzate anche le battaglie del secondo, non rimane che un lungo, estenuante finale, con un ritmo esangue, musica da assopimento, ancora tante ciclopiche battaglie (francamente, troppe!), e alcuni episodi-chiave che però mi hanno più depresso che esaltato: la tana di Shelob non fa orrore, solo un po' schifo; Minas Tirith sembra di plastica, e Denethor più che pazzo sembra scazzato. Ottimi invece l'esercito dei Morti e l'ascesa al monte Fato, ma che peccato! Valutazione: 2,75.
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frankl92
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sabato 12 gennaio 2013
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dall'inizio alla fine
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Quanto vorresti essere in mezzo alla storia? Quanto cerchi di rivederlo e rivederlo nella tenue speranza di poterti immedesimare del tutto e per tutto? Quanto vorresti che la lotta contro il male fosse possibile in questa forma così poetica anche nel mondo reale? Senza dubbio il merito è tutto del libro. Ma esiste forse un modo migliore di rappresentare con un film "Il Signore degli anelli". Personalmente non trovo attimo in tutto il film, nella quale mi siamo anche lontamente annoiato, e sto parlando della centesima volta che l'ho visto! Magari quando arrivo a mille non ne potrrò più! MA NON CREDO!
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