Sweet Sixteen |
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Un film di Ken Loach.
Con Michelle Abercrombie, Martin Compston, William Ruane, Annmarie Fulton
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 106 min.
- Gran Bretagna 2002.
- Bim Distribuzione
MYMONETRO
Sweet Sixteen
valutazione media:
3,13
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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tra Mamma Roma e Gomorradi figliounicoFeedback: 51015 | altri commenti e recensioni di figliounico |
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venerdì 1 dicembre 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ciò che colpisce di questo film del 2002, sceneggiato da Paul Laverty e diretto da Ken Loach, girato in stile neorealista ed ambientato nella periferia suburbana di Glasgow con protagonisti due giovani sottoproletari coinvolti naturalmente nelle attività criminali degli adulti, è la somiglianza eclatante del suo plot con l’episodio di Marco e Ciro del Gomorra di Garrone del 2008, talmente evidente da far pensare a qualcosa di più di una semplice coincidenza di ispirazioni autoriali a distanza di tempo. Il rapporto simbiotico ed al tempo stesso doloroso tra il giovane protagonista, interpretato da Martin Compston, e la madre, ricorda poi, almeno in parte, quello di Mamma Roma. E’ la riproposizione in un contesto tematico decisamente laico di un archetipo religioso che ha influenzato tutta la cultura occidentale e non soltanto quella cattolica cui era legato Pasolini ovvero quello dell’amore straziante del Gesù destinato al martirio per la Madonna. La storia è tipica di un romanzo di formazione sebbene in negativo. La struttura caratteriale del personaggio principale evolve o meglio si involve su sé stessa dall’inizio alla fine senza che il protagonista abbia mai una reale alternativa rispetto alla vita che gli è stata destinata fin dalla nascita, ossia al suo ruolo di emarginato sociale condannato a delinquere per realizzare i propri sogni, nella fattispecie comprare una casa alla madre. La trama ben si accorda con la visione ideologica di Loach per cui il contesto non condiziona semplicemente ma determina senza scampo le scelte dell’individuo, con conseguente negazione del libero arbitrio e assimilazione dell’uomo alle macchine biologiche senz’anima di Voltaire.
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