ginger snaps
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giovedì 6 gennaio 2011
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molto surreale
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Molto belle le ambientazioni e molto fantasiose. Mi diverte molto il modo di sceneggiare dei francesi e devo dire che in questo come in molte altre pelliccole, devo ammettere che seppur si differenza molto dal cinema a cui siamo abituati, è di sicuro di grande effetto. Molto cartonesco senza davvero esserlo, le immaqgini parlano da sole. Riesce a essere incisivo ma non troppo raccapricciante. Le abitudini fanno brutti scherzi, ma è necessario prendere ogni tanto le distanze da ciò che vediamo sempre e riuscire ad apprezzare anche altri metodi. Si sono di sicuro ispirati ad altri film, il personaggio dell'alchimista evoca lontanamente il mitico " Belfagor". Ma visto che trattasi di romanzi francesi è più che plausibile.
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Molto belle le ambientazioni e molto fantasiose. Mi diverte molto il modo di sceneggiare dei francesi e devo dire che in questo come in molte altre pelliccole, devo ammettere che seppur si differenza molto dal cinema a cui siamo abituati, è di sicuro di grande effetto. Molto cartonesco senza davvero esserlo, le immaqgini parlano da sole. Riesce a essere incisivo ma non troppo raccapricciante. Le abitudini fanno brutti scherzi, ma è necessario prendere ogni tanto le distanze da ciò che vediamo sempre e riuscire ad apprezzare anche altri metodi. Si sono di sicuro ispirati ad altri film, il personaggio dell'alchimista evoca lontanamente il mitico " Belfagor". Ma visto che trattasi di romanzi francesi è più che plausibile. Chissà perchè non ha riscosso tanto successo. Mi è piaciuto molto...
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fabal
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giovedì 29 novembre 2012
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piacevolmente esagerato.
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Parigi. All'interno di una fonderia, il detective Vidocq si lancia all'inseguimento del misterioso "Alchimista", un criminale la cui identità è celata da una maschera a specchio. Tra i due inizia un duello in cui il "buono" ha la peggio e chiede, come ultimo desiderio, che l'assalitore gli mostri il suo volto. Poi la storia riprende da principio, innescando un'avvincente serie di flashback contacatenati.
Sin dal primo secondo lo spettatore è crivellato da effetti visivi marcati, in cui i giochi di luce neanche si contano. Bellissimo il cielo plumbeo su "Les Invalides" al bagliore crepuscolare. La fotografia stravolge le immagini con distorsioni di sorprendente nitidezza, che passano dal gotico all'action movie, fino al fiabesco in falsariga burtoniana.
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Parigi. All'interno di una fonderia, il detective Vidocq si lancia all'inseguimento del misterioso "Alchimista", un criminale la cui identità è celata da una maschera a specchio. Tra i due inizia un duello in cui il "buono" ha la peggio e chiede, come ultimo desiderio, che l'assalitore gli mostri il suo volto. Poi la storia riprende da principio, innescando un'avvincente serie di flashback contacatenati.
Sin dal primo secondo lo spettatore è crivellato da effetti visivi marcati, in cui i giochi di luce neanche si contano. Bellissimo il cielo plumbeo su "Les Invalides" al bagliore crepuscolare. La fotografia stravolge le immagini con distorsioni di sorprendente nitidezza, che passano dal gotico all'action movie, fino al fiabesco in falsariga burtoniana. Nessuno stile sfumato: il montaggio si regola di conseguenza pastrocchiando con sequenze velocizzate, cesure nette, ritmo narrativo esasperato. Il ricorso massiccio agli effetti speciali è dunque in linea con tutti questi elementi. Pitof orchestra questa esagerazione giochicchiando con la telecamera, sfornando tuttavia un prodotto di qualità ingiustamente sottovalutato.
Accostato al coetaneo "Il patto dei lupi" per le similitudini di realizzazione grafica, "Vidocq", tuttavia, se ne distanzia profondamente, azzerando da subito le pretese obbligate di realismo. Solo il finale, forse, sconfina troppo nel fantasy. Ma il prodotto resta gradevole, originale, piacevolmente eccessivo per circa un'ora e mezza: l'unico difetto è che di più non potrebbe proprio durare.
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elgatoloco
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domenica 9 luglio 2017
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film barocco
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Su Vidocq, come noto, si sa tutto e il contrario di tutto. personaggio romanzesco, sul crinale tra criminalità e legge, notoriamente "assunto"quale "body-gard"(o quasi)del re, all'inizio dell'Ottocento, eroe(antieroe, più che altro)romantico, "vidocq"è qui interpretato da un Depardieu ancora"in forma"/era il 2001), in un film che Pitof, responsabile degli effetti speciali "vulcanizza"in chiave iperbarocca, con ipetrofia, appunto, di scoppi, filmini, luci varie e "strane". L'immagine, potremmo dire, scavalca in modo assoluto quanto si vorrebbe dire/ esprimere, i significati e il senso. Anche il fatto che poi scopi e motivazioni intriseche dei personaggi non siano così esplicite né esplicitate dall'autore ha un senso(non -sense che produce senso, Deleuze rimane valido anche in questo caso)propio per lasciare spazio alle letture e interpretazioni varie che ogni spettaore e spettatrice può produrre.
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Su Vidocq, come noto, si sa tutto e il contrario di tutto. personaggio romanzesco, sul crinale tra criminalità e legge, notoriamente "assunto"quale "body-gard"(o quasi)del re, all'inizio dell'Ottocento, eroe(antieroe, più che altro)romantico, "vidocq"è qui interpretato da un Depardieu ancora"in forma"/era il 2001), in un film che Pitof, responsabile degli effetti speciali "vulcanizza"in chiave iperbarocca, con ipetrofia, appunto, di scoppi, filmini, luci varie e "strane". L'immagine, potremmo dire, scavalca in modo assoluto quanto si vorrebbe dire/ esprimere, i significati e il senso. Anche il fatto che poi scopi e motivazioni intriseche dei personaggi non siano così esplicite né esplicitate dall'autore ha un senso(non -sense che produce senso, Deleuze rimane valido anche in questo caso)propio per lasciare spazio alle letture e interpretazioni varie che ogni spettaore e spettatrice può produrre... QUi si tratta di scegliere: o si vuole la logica e la razionalità assolute à la Sherlock Holmes e allora un film come questo"non va bene"oppure ci si lascia andare, à la Nerval-Guathier8cito non a caso i romantici francesi, coevi di Vidocq...)e allle loro"fumisterie"(anche in senso proprio, non necessariamente solo metaforico...)oppure terza opzione non si rinuncia alla logica ma si lascia aperta la finestra(o la porta, volendo)al sogno. Credo che questa terza opzione, quella della"compossibilità"sia la più interessante, ma, ovviamente, è un'opinione; la bellezza scenica, tra teatro barocco e (almeno a tratti)Circo Barnum stupisce e colpisce, il che segna comunque un approccio particolare, condivisibile o meno, al cinema e in particolare a un film come questo. Al di là di Depardieu, che è adatto al ruolo, per la sua abitudine alle"smargiassate", Ines Sastre è incantevole quanto enigmatica nel ruolo di "artista del trucco e dell'inganno"/chanteuse, anzi di più e in altri ruoli i personaggi sono ben caratterizzati. Un film da respingere o da accettare, per così dire: tertium non datur. Sarà limitativo, sarà troppo tranchant, ma, almeno in deifnitiva è cos^. Un certo tipo di cinema, che non è fantastico ma al fantastico si avvicina, che è tra la detection e l'"'oltre-la-detection", può trovae fatalmente trova fans e detrattori, a seconda dell'impostazione"di pensiero". Eugen Galasso
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elgatoloco
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domenica 9 luglio 2017
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film barocco
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Su Vidocq, come noto, si sa tutto e il contrario di tutto. personaggio romanzesco, sul crinale tra criminalità e legge, notoriamente "assunto"quale "body-gard"(o quasi)del re, all'inizio dell'Ottocento, eroe(antieroe, più che altro)romantico, "vidocq"è qui interpretato da un Depardieu ancora"in forma"/era il 2001), in un film che Pitof, responsabile degli effetti speciali "vulcanizza"in chiave iperbarocca, con ipetrofia, appunto, di scoppi, filmini, luci varie e "strane". L'immagine, potremmo dire, scavalca in modo assoluto quanto si vorrebbe dire/ esprimere, i significati e il senso. Anche il fatto che poi scopi e motivazioni intriseche dei personaggi non siano così esplicite né esplicitate dall'autore ha un senso(non -sense che produce senso, Deleuze rimane valido anche in questo caso)propio per lasciare spazio alle letture e interpretazioni varie che ogni spettaore e spettatrice può produrre.
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Su Vidocq, come noto, si sa tutto e il contrario di tutto. personaggio romanzesco, sul crinale tra criminalità e legge, notoriamente "assunto"quale "body-gard"(o quasi)del re, all'inizio dell'Ottocento, eroe(antieroe, più che altro)romantico, "vidocq"è qui interpretato da un Depardieu ancora"in forma"/era il 2001), in un film che Pitof, responsabile degli effetti speciali "vulcanizza"in chiave iperbarocca, con ipetrofia, appunto, di scoppi, filmini, luci varie e "strane". L'immagine, potremmo dire, scavalca in modo assoluto quanto si vorrebbe dire/ esprimere, i significati e il senso. Anche il fatto che poi scopi e motivazioni intriseche dei personaggi non siano così esplicite né esplicitate dall'autore ha un senso(non -sense che produce senso, Deleuze rimane valido anche in questo caso)propio per lasciare spazio alle letture e interpretazioni varie che ogni spettaore e spettatrice può produrre... QUi si tratta di scegliere: o si vuole la logica e la razionalità assolute à la Sherlock Holmes e allora un film come questo"non va bene"oppure ci si lascia andare, à la Nerval-Guathier8cito non a caso i romantici francesi, coevi di Vidocq...)e allle loro"fumisterie"(anche in senso proprio, non necessariamente solo metaforico...)oppure terza opzione non si rinuncia alla logica ma si lascia aperta la finestra(o la porta, volendo)al sogno. Credo che questa terza opzione, quella della"compossibilità"sia la più interessante, ma, ovviamente, è un'opinione; la bellezza scenica, tra teatro barocco e (almeno a tratti)Circo Barnum stupisce e colpisce, il che segna comunque un approccio particolare, condivisibile o meno, al cinema e in particolare a un film come questo. Al di là di Depardieu, che è adatto al ruolo, per la sua abitudine alle"smargiassate", Ines Sastre è incantevole quanto enigmatica nel ruolo di "artista del trucco e dell'inganno"/chanteuse, anzi di più e in altri ruoli i personaggi sono ben caratterizzati. Un film da respingere o da accettare, per così dire: tertium non datur. Sarà limitativo, sarà troppo tranchant, ma, almeno in deifnitiva è cos^. Un certo tipo di cinema, che non è fantastico ma al fantastico si avvicina, che è tra la detection e l'"'oltre-la-detection", può trovae fatalmente trova fans e detrattori, a seconda dell'impostazione"di pensiero". Eugen Galasso
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