luigi chierico
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sabato 17 settembre 2016
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apocalittico
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Un film d una verità inaudita, assolutamente straordinario non solo nella ricostruzione storica d una pagina tra le più nere della mala gestio della politica ed interessi privati, ma anche per l’efficacia di quella che fu una immane catastrofe. Una finzione scenica come una delle tante nei film di fantastiche ed immaginarie catastrofi di cui si vanta la cinematografia holliwoodiana, invece no è un film documentaristico. È la tragedia storica portata sullo schermo con un verismo allucinante. La tragica vicenda ancora oggi dopo oltre 60 anni porta allo smarrimento e allo stupore, ancora ci si interroga e ci si commuove. Questo l’ottimo film del bravo regista Renzo Martinelli, con la partecipazione degli attori: Michel Serrault, Daniel Auteuil, Laura Morante, Jorge Perugorría, Leo Gullotta.
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Un film d una verità inaudita, assolutamente straordinario non solo nella ricostruzione storica d una pagina tra le più nere della mala gestio della politica ed interessi privati, ma anche per l’efficacia di quella che fu una immane catastrofe. Una finzione scenica come una delle tante nei film di fantastiche ed immaginarie catastrofi di cui si vanta la cinematografia holliwoodiana, invece no è un film documentaristico. È la tragedia storica portata sullo schermo con un verismo allucinante. La tragica vicenda ancora oggi dopo oltre 60 anni porta allo smarrimento e allo stupore, ancora ci si interroga e ci si commuove. Questo l’ottimo film del bravo regista Renzo Martinelli, con la partecipazione degli attori: Michel Serrault, Daniel Auteuil, Laura Morante, Jorge Perugorría, Leo Gullotta. Hanno prestato il loro volto a ingegneri, tecnici e burocrati colpevoli indiscussi della morte di migliaia di persone nella località di Longarone rasa al suolo. Hanno tutti avuto molto coraggio ad affrontare un tema scottante di una vicenda che ancora grida vendetta, e non c’è perdono per chi fu colpito, per chi ha perso persone care mai più trovate, travolte da terra, fango ed acqua. La vicenda è arcinota ed è proprio per questo che il film non merita, ma deve essere visto da tutti. Chi ha vissuto l’anno 1963, l’anno della morte di Papa Giovanni XXIII e di John Kennedy, non può dimenticare, chi non lo ha vissuto deve sapere.
In questa dannata ingerenza dello Stato dobbiamo ricordare di quante altre stragi è colpevole, non dico soltanto di quelle legate a fenomeni naturali quali terremoti, slavine, inondazioni,crolli, ma anche di quelle legate all’uomo, alla sua corrente politica, alla delinquenza non sempre scevra dalla politica, mi sovvengono gli omicidi di Flcone e Borsellino, la strage alla stazione di Bologna, a quella della banca a Milano e soprattutto all’omicidio di Aldo Moro. La diga del Vajont si rovesci pure sui cattivi governi, sui falsi ipocriti politici, su lo sfrenato egoismo di chi vuol stare al potere per ingannare ancora la gente di Longarone e di tutta la valle sotto il monte Toc, che ”i morti seppelliscano i loro morti” in una fosse comune ma non basterà a fare giustizia. Non fermiamoci ad assistere a questa proiezione per divertirci o per vedere un bel film, ma per partecipare ad un suffragio e per pregare ed imprecare col cuore in mano e trattenendo qualche lacrima.
chibar22@libero.it
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lorenzinodettogila
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domenica 5 gennaio 2014
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bello
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Un film speciale ,molto bello e
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sonquipercaso
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giovedì 10 ottobre 2013
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filmaccio offensivo per le vittime
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Lavoro mediocre, mal recitato quasi da tutti, con effetti speciali tragicomici (vista la serietà e gravità dell'argomento era meglio metterne di meno e fatti meglio). Chi volesse informarsi sulla tragedia del Vajont si legga il bellissimo libro della Merlin, non guardi questo stupido film. Le "prodezze" del regista (dolly infiniti, inquadrature zenitali, punti di vista sghimbesci) non fanno che renderlo ancora più volgare di fronte alla serietà di quei fatti.
Una volta ci fu chi criticò Pontecorvo per un carrello laterale in Kapò, perchè la scelta stilistica cozzava con la tragedia del soggetto. Ebbene se Pontecorvo fu criticato per così poco, a Martinelli dopo Vajont dovrebbero impedire di mettere la faccia dietro ad una macchina da presa per tutta la vita.
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Lavoro mediocre, mal recitato quasi da tutti, con effetti speciali tragicomici (vista la serietà e gravità dell'argomento era meglio metterne di meno e fatti meglio). Chi volesse informarsi sulla tragedia del Vajont si legga il bellissimo libro della Merlin, non guardi questo stupido film. Le "prodezze" del regista (dolly infiniti, inquadrature zenitali, punti di vista sghimbesci) non fanno che renderlo ancora più volgare di fronte alla serietà di quei fatti.
Una volta ci fu chi criticò Pontecorvo per un carrello laterale in Kapò, perchè la scelta stilistica cozzava con la tragedia del soggetto. Ebbene se Pontecorvo fu criticato per così poco, a Martinelli dopo Vajont dovrebbero impedire di mettere la faccia dietro ad una macchina da presa per tutta la vita.
Giudizio finale: una soap opera in salsa catastrofista. Da cestinare in toto.
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stefano bruzzone
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martedì 8 ottobre 2013
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sottovalutato
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Martinelli dirige bene un cast importante in questa cooperazione italo-francese che ci racconta o forse ci fa aprire gli occhi sullo scandalo del disastro della diga del Vajont nel quale morirono più di 2000 persone. senza fronzoli ed effetti speciali strabilianti denuncia passo dopo passo tutta la leggerezza da parte degli addetti ai lavori i quali, nel nome del Dio denaro, con sconcertante menefreghismo ignorarono i segnali che madre natura per anni manifestò annunciando l'imminente apocalisse. ottima prova da parte di tutto il cast, ottima regia e fotografia. il gran finale, dopo il disastro, sapientemente girato in bianco e nero è assolutamente commovente. da conservare.
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Martinelli dirige bene un cast importante in questa cooperazione italo-francese che ci racconta o forse ci fa aprire gli occhi sullo scandalo del disastro della diga del Vajont nel quale morirono più di 2000 persone. senza fronzoli ed effetti speciali strabilianti denuncia passo dopo passo tutta la leggerezza da parte degli addetti ai lavori i quali, nel nome del Dio denaro, con sconcertante menefreghismo ignorarono i segnali che madre natura per anni manifestò annunciando l'imminente apocalisse. ottima prova da parte di tutto il cast, ottima regia e fotografia. il gran finale, dopo il disastro, sapientemente girato in bianco e nero è assolutamente commovente. da conservare.
Voto: 8
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francosvizzero
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mercoledì 15 agosto 2012
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un kolossal un po' provinciale?
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Per tre volte sono andato al cinema a vedere questo film. Dalle mie parti, a dieci chilometri dalla diga, era considerato quasi un evento: vedere i nostri luoghi sul grande schermo, rivivere un pezzo della nostra storia con gli occhi!E poi quell'onda terrificante che, passando ai piedi della valle, la mente da sola non riusciva mai completamente a ricostruire, troppo al di là dell'esperienza di tutti i giorni.Chi ha mai visto cadere una montagna?chi ha mai visto un'onda di acqua e fango cadere dall'alto?Che rumore fa?Quanta la paura? All'inizio ero entusiasta, finalmente una grande produzione rappresenta una tragedia italiana con la potenza del cinema! Riguardando il film(documentandomi e rivedendo lo spettacolo di marco paolini) ho cominciato a guardare con occhi diversi.
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Per tre volte sono andato al cinema a vedere questo film. Dalle mie parti, a dieci chilometri dalla diga, era considerato quasi un evento: vedere i nostri luoghi sul grande schermo, rivivere un pezzo della nostra storia con gli occhi!E poi quell'onda terrificante che, passando ai piedi della valle, la mente da sola non riusciva mai completamente a ricostruire, troppo al di là dell'esperienza di tutti i giorni.Chi ha mai visto cadere una montagna?chi ha mai visto un'onda di acqua e fango cadere dall'alto?Che rumore fa?Quanta la paura? All'inizio ero entusiasta, finalmente una grande produzione rappresenta una tragedia italiana con la potenza del cinema! Riguardando il film(documentandomi e rivedendo lo spettacolo di marco paolini) ho cominciato a guardare con occhi diversi. Quando si assiste ad una rappresentazione per la memoria di tragedie innescate da uomini senza scrupoli nasce in noi quel naturale sentimento di indignazione civile che ci fa sentire in dovere, nelle recensioni, di parlare del fatto storico e non tanto di come viene raccontato. Definendondo scadente il film, non si sputa sulla memoria dei morti e dei sopravvissuti, si giudica una rappresentazione.NON la tragedia. Il film di Martinelli(che all'inizio appare in un cameo come il cineoperatore sull'elicottero) non è un film sentito, partecipato. E' un film che ha solo come facile scopo quello di risvegliare quella famosa indignazione civile. Lo so che è difficile raccontare una vicenda così complessa e ricca di protagonisti in due ore di pellicola (Titanic è meno complesso e dura un'ora in più) ma questo dipende dalla serietà del progetto. La storia viene (inevitabilmente) semplificata, cattivi e buoni rozzamente tratteggiati(il protagonista, il bravo jorge perugorrìa,viene ingenuamente o didascalicamente chiamato Montanèr, lasciatemi dire che difficilmente un abitante della montagna avrebbe un cognome del genere). Quello che mi rammarica è la quantità di vicende abbozzate e mai rese tridimensionali: la storia d'amore non ha la profondità per essere coinvolgente, la ricostruzione del paese e della sua gente non va al di là delle rappresentazioni da fiere del folklore( basta confrontarla con un classico come Novecento per intuirne la differenza), lo stesso paese (la Erto vecchia) sembra già un paese abbandonato. Anche la ricostruzione della vicenda ha della cadute abissali (per esempio il modello della valle commissionato dalla s.a.d.e. all'università di Padova qui diventa una piccola piscina!?).Il cast è di qualità sia per l'Italia che per la Francia, ma nessuno ha modo di esprimere il proprio talento. La scena della catastrofe finale non può non coinvolgere, ma a ben guardare è di una artificiosità difficile da trovare anche nelle pellicole degli anni '50. Mi rammarica che si sia voluto ammiccare al cinema americano senza averne i mezzi e la mentalità (il che forse era anche meglio). Il risultato è un "vorrei ma non posso", un film che sa di fiction, che non fa memoria, non rende giustizia ad un popolo, non regala nulla al cinema. Un film breve e pasticciato, che vuole creare ingenuamente una confezione da kolossal d'altri tempi con una regia televisiva (bruttissimo, pomposo,pretenzioso il titolone a fine film e la musica alla Ben Hur), ingenuo nella caratterizzazione dei personaggi, nella ricostruzione dei luoghi,nella colonna sonora, nell'uso degli effetti speciali. Volete i FATTI?Volete piangere?Ridere?Talento e buon gusto? Lo spettacolo di Marco Paolini basta e avanza.
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renato c.
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lunedì 19 settembre 2011
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un terribile ricordo
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Il 9 Ottobre 1963 frequentavo la III^ superiore. Il pomeriggio del giorno dopo dovevo andare al cinema con alcuni miei compagni quando uno mi ha telefonato e mi ha detto "Guarada che è lutto nazionale, è crollata una diga!" Ho preso il giornale che mio padre aveva lasciato in soggiorno e sono rimasto inorridito! 2.000 morti! Nel Veneto, una regione che amo perchè mia mamma era di Asiago (VI) ed andavo sempre lì a passare le vacanze! Sentivo la gente del luogo del disastro parlare con accento veneto! Terribile! Quando è uscito il film mi sono rifiutato d'andarlo a vedere, avevevo sofferto troppo a quella tragedia e temevo reminiscenze! Quando poi è uscito in televisione ho deciso di guardarlo! E ne è valsa la pena! Questo film provoca sgomento e rabbia! A parte l'errore che c'è stato fin dall'inizio di costruire una diga simile su un terreno decisamente inadatto! L'avere addirittura fatto una prova su un plastico prima che la tragedia accadesse, e la testardaggine di volere egualmente continuare fa proprio rabbia! Tanto di cappello agli ingegneri che hanno costruito una diga che nonostante la frana di quelle proporzioni non è crollata! Ma intestardirsi, nonostante tutte le avvisaglie, a terminare l'opera, a non abbassare in tempo il livello dell'acqua ed a volere assurdamente tranquillizzare gli abitanti fa proprio rabbia! (Uso la parola "rabbia" perchè al momento non riesco a trovare espressioni più adatte!) E non posso dar torto a alle parole del protagonista del film quando alla fine dice:"Non potrò mai perdonare chi ha permesso che tutto ciò accadesse!" Non trovo esagerate le scene spettacolari del film in quanto danno un'idea quale terribilie visione negli occhi i poveri abitanti di quei paesi prima di morire!
E' un film che merita di essere visto dalle nuove generazioni perchè capiscano a come chi ha il potere pensi solo ai propri interessi ed alla propria gloria senza pensare a quali immani tragedie possa causare! I politici e i governanti che abbiamo avuto dal 1963 in poi hanno imparato qualche cosa da quella terribile tragedia?! Il 1963 è ormai lontano ma non è dimenticabile anche perchè nello stesso anno ho avuto altri due grossi dispiaceri, anche se di altro genere: I° La morte di papa Giovanni XXIII° che d'accordo, aveva la sua età, ma non si poteva non provare dolore per la morte di un simile uomo! II° Poco più di un mese dopo la tragedia del Vajont, una sera accendo il televisore e c'era solo il monoscopio con una musica triste; ho pensato "Mio Dio, è successo qualcos'altro di brutto?!" Pochi minuti dopo il Telegiornale - edizione speciale" : Il presidente degli Stati Uniti John F.
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Il 9 Ottobre 1963 frequentavo la III^ superiore. Il pomeriggio del giorno dopo dovevo andare al cinema con alcuni miei compagni quando uno mi ha telefonato e mi ha detto "Guarada che è lutto nazionale, è crollata una diga!" Ho preso il giornale che mio padre aveva lasciato in soggiorno e sono rimasto inorridito! 2.000 morti! Nel Veneto, una regione che amo perchè mia mamma era di Asiago (VI) ed andavo sempre lì a passare le vacanze! Sentivo la gente del luogo del disastro parlare con accento veneto! Terribile! Quando è uscito il film mi sono rifiutato d'andarlo a vedere, avevevo sofferto troppo a quella tragedia e temevo reminiscenze! Quando poi è uscito in televisione ho deciso di guardarlo! E ne è valsa la pena! Questo film provoca sgomento e rabbia! A parte l'errore che c'è stato fin dall'inizio di costruire una diga simile su un terreno decisamente inadatto! L'avere addirittura fatto una prova su un plastico prima che la tragedia accadesse, e la testardaggine di volere egualmente continuare fa proprio rabbia! Tanto di cappello agli ingegneri che hanno costruito una diga che nonostante la frana di quelle proporzioni non è crollata! Ma intestardirsi, nonostante tutte le avvisaglie, a terminare l'opera, a non abbassare in tempo il livello dell'acqua ed a volere assurdamente tranquillizzare gli abitanti fa proprio rabbia! (Uso la parola "rabbia" perchè al momento non riesco a trovare espressioni più adatte!) E non posso dar torto a alle parole del protagonista del film quando alla fine dice:"Non potrò mai perdonare chi ha permesso che tutto ciò accadesse!" Non trovo esagerate le scene spettacolari del film in quanto danno un'idea quale terribilie visione negli occhi i poveri abitanti di quei paesi prima di morire!
E' un film che merita di essere visto dalle nuove generazioni perchè capiscano a come chi ha il potere pensi solo ai propri interessi ed alla propria gloria senza pensare a quali immani tragedie possa causare! I politici e i governanti che abbiamo avuto dal 1963 in poi hanno imparato qualche cosa da quella terribile tragedia?! Il 1963 è ormai lontano ma non è dimenticabile anche perchè nello stesso anno ho avuto altri due grossi dispiaceri, anche se di altro genere: I° La morte di papa Giovanni XXIII° che d'accordo, aveva la sua età, ma non si poteva non provare dolore per la morte di un simile uomo! II° Poco più di un mese dopo la tragedia del Vajont, una sera accendo il televisore e c'era solo il monoscopio con una musica triste; ho pensato "Mio Dio, è successo qualcos'altro di brutto?!" Pochi minuti dopo il Telegiornale - edizione speciale" : Il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy è morto!....assassinato.....!" Non aggiungo altro!
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giu/da(g)
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venerdì 28 gennaio 2011
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un contributo ad una memoria dimenticata
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Quella del Vajont è una delle tante tragedie italiane impunite: una sorta di paradigma di come la tecnologia e la tecnica spesso e volentieri servano più il dio quattrino che i bisogni dell'uomo. E mentre le vite degli uomini sono state sradicate, la diga del Vajont, come ultima beffa, è ancora lì intatta ed inscalfita. Martinelli elabora un film che racconta una storia perfettamente documentata, molto precisa, tentando però di inserirvi una storia d'amore banalotta fra Olmo Montaner (Jorge Perrugoria) e Ancilla Teza (Anita Caprioli), che, nel mezzo della tragedia, ai maligni potrebbe sembrare un richiamo a Titanic. Il puntare su questo doppio filo serve sicuramente a rendere più partecipe lo spettatore, ma si rischia spesso di calcare troppo la mano, di cercare di drammatizzare ulteriormente la tragedia con un simbolismo spinto e ricorrendo alla recitazione del pianto straziante, ma intuendo a tratti che il silenzio è più devastante di qualsiasi urlo.
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Quella del Vajont è una delle tante tragedie italiane impunite: una sorta di paradigma di come la tecnologia e la tecnica spesso e volentieri servano più il dio quattrino che i bisogni dell'uomo. E mentre le vite degli uomini sono state sradicate, la diga del Vajont, come ultima beffa, è ancora lì intatta ed inscalfita. Martinelli elabora un film che racconta una storia perfettamente documentata, molto precisa, tentando però di inserirvi una storia d'amore banalotta fra Olmo Montaner (Jorge Perrugoria) e Ancilla Teza (Anita Caprioli), che, nel mezzo della tragedia, ai maligni potrebbe sembrare un richiamo a Titanic. Il puntare su questo doppio filo serve sicuramente a rendere più partecipe lo spettatore, ma si rischia spesso di calcare troppo la mano, di cercare di drammatizzare ulteriormente la tragedia con un simbolismo spinto e ricorrendo alla recitazione del pianto straziante, ma intuendo a tratti che il silenzio è più devastante di qualsiasi urlo. Lo stesso si potrebbe dire della recitazione troppo urlata di Laura Morante, bravissima, ma distante a detta di molti dalla vera Tina Merlin. Nonostante ciò il film mantiene una certa eleganza visiva con un velo di bianco e nero ed un cast di attori scelto (Michel Serrault, Daniel Auteuil, Philippe Leroy, Leo Gullotta); l'utilizzo di effetti speciali - molto rari nel cinema italiano - serve probabilmente per catturare una fetta di pubblico più vasta, cosa lodevole visto che questa è una tragedia spesso dimenticata. Assieme allo spettacolo di Paolini, questo Vajont, pur coi suoi difetti, ha contruibito alla causa della memoria.
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emiliano.roz
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venerdì 25 giugno 2010
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capolavoro
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emiliano.roz
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lunedì 31 maggio 2010
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film che commuove
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il film merita veramente di essere visto e il cast è stellare
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giofredo'
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giovedì 8 aprile 2010
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quella storia di ieri
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Parlare del Vajont a distanza di anni e come accertarsi se bastasse il passato per ripulire l'accanimento che l'uomo possiede verso se stesso e verso gli altri.
La storia che Renzo Martinelli ci propone attraverso, e,con il cinema, ci è data da reali porzioni e quantita' di dati , presi dal libro di una scrittrice/giornalista di un Quotidiano del luogo che per prima intui' la pericolosita' della diga e dell' imminente catastrofe che essa poteva provocare. Ma pur rivelando l'incombente pericolo, non fu' presa sul serio, neanche dalle persone del paese, che nella diga, in fondo, intravedevano una forte fonte di benessere e di guadagno,.
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Parlare del Vajont a distanza di anni e come accertarsi se bastasse il passato per ripulire l'accanimento che l'uomo possiede verso se stesso e verso gli altri.
La storia che Renzo Martinelli ci propone attraverso, e,con il cinema, ci è data da reali porzioni e quantita' di dati , presi dal libro di una scrittrice/giornalista di un Quotidiano del luogo che per prima intui' la pericolosita' della diga e dell' imminente catastrofe che essa poteva provocare. Ma pur rivelando l'incombente pericolo, non fu' presa sul serio, neanche dalle persone del paese, che nella diga, in fondo, intravedevano una forte fonte di benessere e di guadagno,.
Nell'Ottobre del 1963 e alle ore 3:00 A.M. ( credo di ricordare ) tutto tacque, poi...l'apoteosi.
Tecnicamente il film è piaciuto,attori compresi, quello che ha lasciato molto a desiderare sono stati gli effetti speciali o meglio dire effetti spettacolari , alcuni confusi , alcun'altri incompleti e altri completamente assenti, nonostante fu' proprio il regista ad ammettere che il lavoro piu' impegnativo era quello di post-produzione.
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