Audition

Film 1999 | Horror, +13 111 min.

Titolo originaleÔdishon
Anno1999
GenereHorror,
ProduzioneGiappone, Corea del sud
Durata111 minuti
Regia diTakashi Miike
AttoriRyo Ishibashi, Eihi Shiina, Tetsu Sawaki, Jun Kunimura, Miyuki Matsuda Toshie Negishi, Ren Ôsugi, Renji Ishibashi, Shigeru Saiki, Ken Mitsuishi, Yuriko Hirooka, Fumiyo Kohinata, Misato Nakamura, Yuuto Arima, Ayaka Izumi.
Uscitalunedì 23 gennaio 2023
TagDa vedere 1999
DistribuzioneWanted
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,52 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Takashi Miike. Un film Da vedere 1999 con Ryo Ishibashi, Eihi Shiina, Tetsu Sawaki, Jun Kunimura, Miyuki Matsuda. Cast completo Titolo originale: Ôdishon. Genere Horror, - Giappone, Corea del sud, 1999, durata 111 minuti. Uscita cinema lunedì 23 gennaio 2023 distribuito da Wanted. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,52 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 12 gennaio 2023

Takashi Miike, prolifico regista giapponese dalla media di quattro produzioni l'anno, è una mina vagante pronta ad esplodere con violenza pur di comunicare il proprio messaggio. In Italia al Box Office Audition ha incassato 29 mila euro .

Consigliato sì!
3,52/5
MYMOVIES 3,25
CRITICA 4,50
PUBBLICO 2,82
CONSIGLIATO SÌ
Il thriller libero ed originale che ha rivelato il talento di Takashi Miike al pubblico occidentale.
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 9 gennaio 2023
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 9 gennaio 2023

Sette anni dopo essere rimasto vedovo, il produttore televisivo Shigeharu Aoyama decide di cercare nuovamente moglie, specie dopo l'insistenza del figlio adolescente Shigeiko. Un'occasione la fornisce l'amico e collega Yoshigawa, che gli propone di indire una finta audizione per cercare nuove attrici per un film che non si realizzerà mai. Un mero pretesto per valutare un po' di candidate come compagna ideale. Aoyama la individua nella giovane Asami, timida e riservata. Anche quando le informazioni del suo curriculum si rivelano totalmente false, Aoyama non rinuncia all'idea di frequentarla pur di conoscerla meglio.

Uscito nel 1999, quando il nome di Takashi Miike non è ancora divenuto sinonimo di culto per nerd cinefili e amanti delle forme estreme di genere, Audition è il film che rivela al mondo occidentale il talento del prolifico regista giapponese.

Pur rappresentando per molti versi un oggetto a sé nella smisurata filmografia di Miike, Audition rimane fondamentale per comprendere il senso del suo cinema e l'evoluzione del cosiddetto J-Horror, che prende forma in quegli anni partendo principalmente dagli spunti di Miike, Hideo Nakata e Kiyoshi Kurosawa.

Se in genere Miike è solito sconvolgere da subito e mettere in chiaro che con lui lo spettatore intraprenderà un viaggio condotto da regole estreme e spesso surreali, il primo segmento di Audition ha l'ingannevole aspetto - e le musiche di Koji Endo assecondano abilmente l'atmosfera - di un mélo nipponico convenzionale, su un padre che si strugge nel ricordo della moglie, un figlio che lo spinge ad aprire un nuovo capitolo nella sua vita e un contesto generale che sfugge alla sua comprensione. Le situazioni in cui incappa Aoyama evocano la medesima riflessione ricorrente sulla solitudine e sull'infelicità che accomunano diverse generazioni del Giappone.

Uno stato di perenne malinconia che alcuni sfogano in un concerto punk e altri nella pornografia. Aoyama sceglierà un dispositivo più socialmente accettabile ma non meno ipocrita: quello di una pantomima di audizione, inscenata per scegliere una potenziale compagna, molto più giovane di lui, remissiva e avvenente. Ossia la perfetta incarnazione del ruolo della donna come inteso e voluto da una società neo-confuciana, che Asami finge di interpretare in una sorta di provino nel provino, indossando un bianco virginale e i panni dimessi della ragazza sola e indifesa. L'ultimo segmento rivelerà la realtà celata sotto la percezione, ma nonostante la deriva thriller e grandguignolesca Miike sembra mettere in scena, in forma estrema, una dualità uomo-donna dai contorni sadomasochistici, costruita sull'inevitabilità della menzogna reciproca. I ruoli di dominante e dominato, attivo e passivo, possono ribaltarsi, ma né l'elemento mascolino né il femminino sono esenti da colpe.

Con lo sguardo retrospettivo, e figlio dello spirito del tempo del secondo decennio del terzo millennio, è inevitabile osservare Audition in chiave femminista e constatare come l'atavico patriarcato della società giapponese e l'adeguamento a uno status quo sottilmente oppressivo non lascino vie di uscita a una ragazza sola. Al di là degli eccessi a cui conduce la visione di Miike, è un fatto che la scena di sesso tra Aoyama e Asami sia disturbante e innaturale almeno quanto le degenerazioni orrorifiche del segmento conclusivo.

Quel che Miike sembra suggerire è che tanto il lato più evidentemente grottesco e cruento che quel che avviene nella "normalità" sotto le lenzuola domestiche sono rovesci della medesima medaglia, volti simmetrici di una società piagata da mali antichi. La sceneggiatura di Daisuke Tengan - figlio del grande regista Shoei Imamura - è tratta da un racconto di Ryu Murakami, non nuovo a tematiche scabrose da un punto di vista sessuale. Ma l'adattamento di Miike, che aggiunge una sfumatura hitchcockiana al personaggio di Aoyama, è libero e originale, come d'abitudine per uno spirito libero, intento, soprattutto negli anni migliori della sua carriera, a reinventare costantemente fonti eterogenee con un linguaggio unico e personale.

Sei d'accordo con Emanuele Sacchi?
Un film estremo e di difficile catalogazione che rilegge il tema della solitudine con lo stile unico di Takashi Miike.
Recensione di Giovanni Idili

Takashi Miike, prolifico regista giapponese dalla media di quattro produzioni l'anno, è una mina vagante pronta ad esplodere con violenza pur di comunicare il proprio messaggio. Adattamento di un romanzo di Murakami Ryu, Audition, spesso indicato come capolavoro dell'autore, non fa eccezione rivelandosi un prodotto particolarmente estremo e di difficile catalogazione.

Un produttore cinematografico rimasto vedovo decide, dopo anni di solitudine, di risposarsi. Un suo collega ed amico organizza un'audizione di casting fittizia dove l'uomo, in principio riluttante, incontra una misteriosa giovane di cui si innamorerà follemente: la scelta sfortunamtamente si rivelerà infelice.

Il tema della solitudine non è che una delle molteplici chiavi di lettura possibili. Se la prima parte del film descrive, in uno sfoggio di coralità compositiva, la recondita tristezza di un uomo, la seconda ci sorprende virando verso un'immersione profonda nel lato più nero dell'animo umano. In questo contesto la situazione del protagonista accostata a quella della sua controparte femminile viene radicalmente ridimensionata: la solitudine qui non è che un elemento caratterizzante di una condizione ben più grave. La vittima diviene carnefice in un ciclo che non trova origine se non nella deviazione pura, dove follia, sadismo e perversione si confondono; il tutto senza bisogno di scomodare fantasmi o demoni.

Grotteschi incisi onirici, al saltare dei piani narrativi, spaziali e temporali, riveleranno l'essenza stessa dell'estremo messaggio. Sequenze deliranti portano all'attezione dello spettatore un orrore forzato e avvolgente al quale non è possibile sottrarsi nemmeno distogliendo lo sguardo: "troppo facile non guardare", sembra ammonire soddisfatto l'autore.

E' un cinema meno visionario di quanto sembri, che costringe a pensare, a cercare un senso, tramite un viaggio iperbolico attraverso realtà malate e terrificanti. Scorre lento, forse troppo, per poi sfociare in un vorticoso finale. I contenuti pesanti, certo non per tutti gli stomaci, rappresentano allo stesso tempo potenza espressiva e limiti di un'opera che fa genere a sé. Riduttivo e superficiale archiviarlo come semplice "horror".


AUDITION disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 16 febbraio 2017
andrej

Questo film e’ a mio parere un autentico capolavoro e una vera pietra miliare all’interno del suo genere.Si tratta di un insolito e geniale thriller psicologico,costruito,diretto,montato e recitato con sapiente maestria e capace di costruire lentamente e progressivamente un crescendo di tensione che tiene lo spettatore incollato alla poltrona dal primo all’ultimo minuto:un meccanismo di precisione [...] Vai alla recensione »

giovedì 26 ottobre 2017
Francis Metal

Una delle cose peggiori mai viste! Arrivato a metà film mi ero già rotto le scatole, ma ho continuato perché volevo capire perché lo considerassero thriller/horror, diciamo che a un certo punto mi stavo sforzando di trovare elementi di mistero nel film, ma niente, è una cretinata apocalittica, un film moscio e sconnesso, completamente privo di senso.

lunedì 31 marzo 2014
Paolo Salvaro

Due ore di puro cinema,  con l'orrore che non ci viene presentato subito ma un pò alla volta, assaggio dopo assaggio, fino al delirio finale.    E' il primo film che vedo firmato Takeshi Miike e devo dire che il regista giapponese mi ha ben impressionato e ho senz'altro capito perchè è ritenuto un autore estremo e violento, pur nei limiti dello spettacolo [...] Vai alla recensione »

domenica 21 agosto 2011
Viola96

"Audition" è un horror giapponese a basso budget,che il grande Takashi Miike ha realizzato mentre tutto intorno a lui arrivavano ghost stories tipiche del Giappone e dell'Asia tutta.Il film racconta di una ossessione amorosa ridotta allo stremo dell'esistenza pacifica.Molti critici lo hanno accostato a "Misery non deve morire" o "(Ecco)l'impero dei sensi",per [...] Vai alla recensione »

mercoledì 13 aprile 2011
tolfino

L'opera di Takashi Miike di sicuro può definirsi un cult per il genere Horror. Il film racconta dei rapporti tra uomini e donne concentrandosi nello specifico sul tema del maschilismo. La prima parte che appare come una commedia con alla base un dramma esistenziale e possibili risvolti sentimentali scorre molto lenta rischiando di annoiare,ma dopo circa 45 minuti ad iniziare è il [...] Vai alla recensione »

lunedì 10 ottobre 2011
lukemisonofattotuopadre

Takashi Miike scelte uno stile e atmosfera registica completamente diversi rispetto a il suo capolavoro (per la critica) Ichi the Killer. Qui il ritmo, anche nelle scene più truculente è rarefatto e misurato, e come dargli torto? La tensione è palpabile dall'inizio alla fine e per paradosso non ci sarebbe bisogno di caratteri morbosi o altri contenuti per impressionare: basta proprio l'atmosfera.

domenica 31 maggio 2009
Fluturnenia

Sarà pure un lavoro di fino su più piani narrativi cm dice il benemerito barbagianni, che di certo ha la vista e i sensi + acuti dei miei, e nonostante sia un film davvero malato almeno tanto quanto chi lo ha concepito e partorito nn riesce cmq a lasciare il segno. Alla fine della frolla è solo il resoconto noiosamente e forzatamente ingarbugliato delle malefatte di una pazza squilibrata.

venerdì 13 aprile 2012
4ng3l

Primo non è un horror, è soltanto un confuso disastro le cui scene sono attaccate in maniera ridicola e scandalosamente imbarazzante. Attori terribili e inadeguati come tutti gli asiatici, purtroppo dispiace dirlo io non generalizzo ma è così perchè non è possibile che ogni film orientale che ho visto faccia cagare nonostante ne abbia visti a decine.

sabato 31 ottobre 2009
trick'r treat

lentissimo. troppo. il finale è sconcertante e sconvolgente

sabato 25 marzo 2023
Kyotrix

E' il film stesso ad essere un Horror per chi lo guarda. Dai voti e commenti mi aspettavo chissà cosa...invece è stato una grande delusione. Lasciate stare..

mercoledì 13 ottobre 2010
aksel07

Non male questo film, con un primo tempo molto soft ed una seconda parte sconvolgente e perversa. Molto ben costruita la scena del sogno. 

mercoledì 27 novembre 2013
paride86

Davvero uno dei thriller più brutti che io abbia mai visto. Senza né capo né coda, con una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti e una protagonista poco credibile.

lunedì 31 agosto 2009
shining

film malato, protagonista malata, regista malato! è questo il bello di takashi miike!!!

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
mercoledì 25 gennaio 2023
Davide Di Giorgio
Duels.it

L'uscita sul grande schermo, favorita dal nuovo restauro digitale, permette a un film come Audition di affrancarsi finalmente dalle visioni quasi carbonare con cui era finora circolato in Italia - nel dettaglio i passaggi tv e le pur meritorie edizioni DVD della Dolmen Home Video risalenti al 2004/2005. E ci riconsegna, soprattutto, un film di valore assoluto, non ascrivibile soltanto alla logica del [...] Vai alla recensione »

lunedì 23 gennaio 2023
Daniele D'Orsi
Sentieri Selvaggi

"Ora non puoi più muoverti" sussurra trionfante la mefistofelica Asami (Eihi Shiina), mentre impugna la siringa con il veleno fatale "Ucciderò il tuo corpo, ma i tuoi nervi resteranno svegli". Ci troviamo a film inoltrato, nel punto esatto in cui Audition getta via la maschera dell'illusorietà, e si prepara ad entrare definitivamente nella leggenda.

lunedì 23 gennaio 2023
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Le ragazze credono di sostenere il provino per un film. Non è così, quel film non si farà. Il produttore Aoyama, vedovo, cerca una moglie. Sceglie la bella e timida e remissiva Asami. Sceglie molto male. E siccome dietro la cinepresa c'è l'efferato Takashi Miike, il sangue scorrerà copioso. Audition è il film che fece conoscere il prolifico regista nel mondo.

domenica 22 gennaio 2023
Marco Minniti
Asbury Movies

Rivedere oggi Audition significa innanzitutto tornare indietro a circa un ventennio fa, quando certo cinema asiatico (quello meno dichiaratamente autoriale) iniziava finalmente a essere visibile anche alle nostre latitudini. Un periodo, quello dei primi anni 2000, in cui la diffusione della rete e quella dei DVD di importazione aveva reso disponibili a un pubblico più ampio - sempre cinefilo, ma non [...] Vai alla recensione »

mercoledì 11 gennaio 2023
Gian Luca Pisacane
La Rivista del Cinematografo

Lo chiamano J-horror, è il brivido che viene dal Giappone. Spesso è ancorato alla tradizione, a fantasmi assetati di sangue, presenze pericolose pronte a portare l'inferno sulla Terra. Ma Audition, forse il film più famoso di Takashi Miike in Occidente, appartiene davvero a questo filone? Scava più a fondo, supera il genere. La femme fatale è demoniaca, anche se in carne e ossa.

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martedì 10 gennaio 2023
 

Torna al cinema dopo 24 anni il film che permise al pubblico occidentale di scoprire l'incredibile talento di Takashi Miike. Vai all'articolo »

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