Alessandra Levantesi
La Stampa
Ondeggiante fra il divismo e il pugilato, ovvero fra il mettere a frutto i propri lineamenti e il farsi rompere la faccia, Mickey Rourke da qualche anno colleziona l’uno dopo l’altro dei filmetti mezzi trash e mezzi intellettuali che sono altrettanti autoritratti idealizzati. Il più recente è questo Bullet, in cui il regista Julian Tempie racconta gli ultimi giorni di un gangster della malavita ebraica, il piccolo universo del crimine descritto da Sergio Leone in C’era una volta in America. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2090 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 27 maggio 1996