vladimir 1945
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mercoledì 30 maggio 2001
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un film gradevole ma sopravvalutato
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Pulp Fiction è un film gradevole ma sicuramente sopravvalutato. Tarantino ricerca (questa volta trovandola finalmente) la popolarità ricorrendo però a luoghi comuni e a forzature di vario genere (il tratteggio del rettangolo virtuale tra le dita della tipa era indispensbile per la riuscita del film ?). Di certo un successone : al pubblico è piaciuto moltissimo e questo da ragione a Tarantino e torto a chi lo critica .....beninteso il regista del film è un buon regista ma parlare di film spartiacque mi sembra eccessivo. Discreta la partecipazione di Harvey Keitel, ma sicuramente inferiore a quella de "Il cattivo tenente" e ad altri film precedenti. Per il resto Travolta ha dovuto ballare ancora (per favore pietà), si è dovuto ricorrere all' estro di Willis per dare un tocco di energia e vivacità al film.
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Pulp Fiction è un film gradevole ma sicuramente sopravvalutato. Tarantino ricerca (questa volta trovandola finalmente) la popolarità ricorrendo però a luoghi comuni e a forzature di vario genere (il tratteggio del rettangolo virtuale tra le dita della tipa era indispensbile per la riuscita del film ?). Di certo un successone : al pubblico è piaciuto moltissimo e questo da ragione a Tarantino e torto a chi lo critica .....beninteso il regista del film è un buon regista ma parlare di film spartiacque mi sembra eccessivo. Discreta la partecipazione di Harvey Keitel, ma sicuramente inferiore a quella de "Il cattivo tenente" e ad altri film precedenti. Per il resto Travolta ha dovuto ballare ancora (per favore pietà), si è dovuto ricorrere all' estro di Willis per dare un tocco di energia e vivacità al film. Che altro dire : le massime di Ezechiele erano lunghe e abbastanza noiose, i dialoghi in generale erano stucchevoli e (anche se volutamente) esagerati e ridicoli. Un buon film insomma ....nulla a che vedere col capolavoro.
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peoo
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giovedì 17 marzo 2005
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frase di lancio?
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colonna sonora, fantastica, accostata alle scene in maniera pressochè perfetta, personaggi "personaggi". più che un film un'opera d'arte, fine a se stessa e senza morali, contrassognata da un non-sense surrealistico estasiante. goderne fin che si può
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reiver
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sabato 11 agosto 2007
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non lo amo,non lo odio
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Perchè Pulp Fiction ha avuto un tale successo (di critica ,di pubblico,nei festival)?Tutto nasce da due fattori:l'intelligenza di Tarantino (non lo chiamo "genio" per due motivi,il primo,perchè non lo è,il secondo,perchè non esistono geni cinematografici),e la sua capacità di far coincidere i SUOI gusti con quelli del pubblico,abbinata a un innovativo "confezionamento" del prodotto (leggasi:sceneggiatura).In un periodo di blockbuster scontati "Pulp fiction" ha rappresentato una novità,una anomalia vincente,soprattutto perchè nel mercato cinematografico moderno sono i giovani a decretare il successo di una pellicola.I critici si sono accodati,ed ecco che Tarantino,con due sole opere,è salito al rango di "autore",di "genio".
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Perchè Pulp Fiction ha avuto un tale successo (di critica ,di pubblico,nei festival)?Tutto nasce da due fattori:l'intelligenza di Tarantino (non lo chiamo "genio" per due motivi,il primo,perchè non lo è,il secondo,perchè non esistono geni cinematografici),e la sua capacità di far coincidere i SUOI gusti con quelli del pubblico,abbinata a un innovativo "confezionamento" del prodotto (leggasi:sceneggiatura).In un periodo di blockbuster scontati "Pulp fiction" ha rappresentato una novità,una anomalia vincente,soprattutto perchè nel mercato cinematografico moderno sono i giovani a decretare il successo di una pellicola.I critici si sono accodati,ed ecco che Tarantino,con due sole opere,è salito al rango di "autore",di "genio".Non si può negare che il film sia scritto in maniera brillante,che i dialoghi tra Jackson e Travolta siano gustosi,che le "facce" scelte siano tutte azzeccate.Ma c'è qualcos'altro da dire.Il fatto che sia diviso in episodi (come "Four rooms" e "Grindhouse") rivela come Tarantino soffra un pò di fiatone quando non può interrompere il filo narrativo;ma soprattutto si nota una certa tendenza all'eccesso,all'esasperazione dei toni che,pur generando l'estasi del pubblico più giovane,fa storcere il naso a chi ha visto qualche film in più.In particolare,le sequenze della cattura di Willis e Rhames e della successiva sodomizzazione costituiscono,secondo me,un tributo gratuito ai filmacci di serie C, non funzionale alla narrazione e dettato più dalla volontà di stupire che da una effettiva esigenza del racconto.Mettete al posto di Bruce Willis un altro attore e precipitiamo nel buio del trash più volgare.Aggiungo un'altra cosa:tutti i personaggi presenti nel film sono privi di autentica umanità,i loro contorni psicologici sono poco curati perchè i dialoghi,per quanto brillanti,sono sempre generici e fanno capire poco o nulla del carattere dei protagonisti.L'unica eccezione è il Butch di Bruce Willis,un personaggio a tutto tondo,caratterizzato in maniera memorabile e capace da solo di salvare un film che comunque rimane largamente sopravvalutato.
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jay78
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martedì 21 aprile 2009
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molto diverso
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Devo dire che mi aspettavo di più da film che la maggior parte delle persone acclama invece a me non è molto piaciuto.All'inizio sebra un classico film sui gangster mentre guardandolo a fondo vedi che cade sempre di più fino a diventare un film violento e volgare.
E un film senza senso da vedere più volte peR comprenderNe il misero e non sano insegnamento che da: che sarebbe quello di non fare affari con le persone sbagliate e di non credere a ciò che dice la gente.
L'unica bella interpretazione è sTata quella di Samuel L. Jackson e di Uma Thurman che si meritavano l'oscar,mentre gli altri NON hanno recitato male,ma neanche al loro massimo.Lo consiglio a chi vuole VEDERE film violenti che non portano ad una conclusione,lo sconsiglio a chi guarda film sdolcinati o con un senso.
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(di franzi)
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alex_23
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venerdì 25 febbraio 2011
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va' capito
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Non è un brutto film. Però i capolavori sono altri.
Mi son ripromesso di riguardarlo per cogliere certi particolari che probabilmente mi sono sfuggiti.
Alla fine, lì per lì, ci son rimasto male perchè non ero riuscito a collegare gli episodi nella giusta cronologia. Poi ripensando alla giusta sequenza tutto ha acquisito senso.
Belli, nella loro originalità e nella (voluta) esasperazione e ridicolaggine, i dialoghi anche se spesso risultano noiosi. Bravo Quentin.
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oggiero
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sabato 5 dicembre 2009
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consapevole inconsapevolezza.
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Tarantino esprime pienamente in quest'opera l'incapacità creativa e la sterilità di contenuti che caratterizza l'odierno rappresentare, qualsiasi sia la forma d'arte utilizzata. E' proprio dal disperato ravanare nel sottoprodotto e nella sottocultura che egli raccatta gli elementi per comporre un collage il cui valore artistico sta tutto nell'aver rappresentato il peggio servendosi degli apici che dal mediocre si sono innalzati verso un godibile pessimo.
I personaggi appartengono tutti ad un ceto reietto, delinquenti, tossicodipendenti, maniaci, sbandati, essi sono concepiti come soggetti che per i dialoghi ed i comportamenti espressi, poco si discostano dalla demenza. Pare suggerirci, il regista, che oltre la noia della normalità borghese, della quale tutto è noto e non vale quindi la pena rappresentare, esista una realtà marginale popolata da scarti culturali, figli deformi e dementi del nuovo occidente.
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Tarantino esprime pienamente in quest'opera l'incapacità creativa e la sterilità di contenuti che caratterizza l'odierno rappresentare, qualsiasi sia la forma d'arte utilizzata. E' proprio dal disperato ravanare nel sottoprodotto e nella sottocultura che egli raccatta gli elementi per comporre un collage il cui valore artistico sta tutto nell'aver rappresentato il peggio servendosi degli apici che dal mediocre si sono innalzati verso un godibile pessimo.
I personaggi appartengono tutti ad un ceto reietto, delinquenti, tossicodipendenti, maniaci, sbandati, essi sono concepiti come soggetti che per i dialoghi ed i comportamenti espressi, poco si discostano dalla demenza. Pare suggerirci, il regista, che oltre la noia della normalità borghese, della quale tutto è noto e non vale quindi la pena rappresentare, esista una realtà marginale popolata da scarti culturali, figli deformi e dementi del nuovo occidente. Nessuno dei personaggi è in grado di manifestare alcuna consapevolezza, identità o sistema valoriale, fatta eccezione per gli unici tre che alla fine sopravviveranno grazie ai reliquati di questi portati dietro come segni muti, amuleti deprivati di significato che continueranno ad esercitare comunque un potere salvifico: Il pugile ed il suo orologio, militaresca eredià paterna; Il boss ed il suo cinico utilitarismo, retaggio di un gangsterismo oramai antico; il killer nero ed il suo passo biblico recitato a mò di cantilena, reliquato di un protestantesimo cupo e furibondo.
Trapela da questa pellicola un superficiale snobbismo, forse in parte motivato, di un'America intellettuale, fatta da bambinoni borghesi, i quali, aperto il baule anni ottanta delle loro care e fondanti esperienze catodiche adolescenziali, non possono far altro che tirarle fuori come vecchi giocattoli, condividerne l'aspetto affettivo con un pubblico di favore, dissacrandole ed in parte mitizzandole. Rimane la concezione superficiale ed errata,poco credibile, tutta borghese, che vuole oltre l'indegnità di questa organizzazione sociale, la demenza e la reiettitudine come unica possibilità. Pulp fiction dimostra che il cinema, in quanto arte borghese, è necessariamente incapace di rappresentare alcuna realtà che sia a questa società nociva. Tarantino ne è inconsapevolmente consapevole e realizza un film conformista.
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[+] conformista tarantino...
(di zadigx)
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